Le informazioni che ci interessano davvero sono quelle che servono alla lotta, all'organizzazione delle lavoratrici
«ABITI PULITI»: FACCIAMO LUCE SULLO SFRUTTAMENTO
27 Giugno 2020 La Bottega del Barbieri
di Deborah Lucchetti (*) - stralci
"...Per decenni, marchi e distributori hanno realizzato profitti attraverso un modello a basso costo e ad alta intensità di manodopera. La mancanza di trasparenza ha permesso ai marchi di prendere le distanze dai lavoratori lungo la filiera ed eludere le proprie responsabilità di garantire salari dignitosi e porre fine allo sfruttamento nelle catene di fornitura. Inoltre ha impedito ai lavoratori di organizzarsi e chiedere una retribuzione equa per il loro lavoro.
Le aziende spesso non pubblicano informazioni sulla loro catena di fornitura perché ciò significherebbe associare il proprio brand ai salari di povertà che ricevono i lavoratori e le lavoratrici...
“Non abbiamo mai visto dati sui pagamenti dei marchi, sui prezzi che pagano davvero. Il nostro direttore dice sempre che siamo in perdita. Secondo lui dovremmo lavorare ancora di più” ci ha raccontato una lavoratrice dalla Croazia.
La pandemia di COVID-19 ha messo ulteriormente a nudo le disuguaglianze nel settore della moda: i
marchi annullano gli ordini e unilateralmente impongono sconti ai fornitori, costringendo i lavoratori alla miseria... I lavoratori e le lavoratrici, senza risparmi accumulati, sono vittime delle chiusure delle fabbriche e dei licenziamenti di massa...
Si stima che l’industria tessile impieghi circa 60 milioni di lavoratori, di cui l’80% donne. I bassi salari hanno pesantemente condizionato le loro capacità di lottare per migliori condizioni di lavoro e salari più equi... Secondo i Principi Guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani i marchi sono obbligati ad assumersi le proprie responsabilità: e ciò nonostante, nel 2020 i lavoratori e le lavoratrici tessili stanno ancora lottando per diritti umani di base.
(*) ripreso da comune-info.net
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