martedì 23 giugno 2020

pc 23 giugno - IN GERMANIA GLI OPERAI STANNO PAGANDO IL PREZZO PIU' ALTO PER LA PANDEMIA - LO SFRUTTAMENTO E LE BESTIALI CONDIZIONI DI VITA SONO LA VERA RAGIONE

La Germania manda l'esercito nel mattatoio-focolaio di Guetersloh (ilpiù grande d'Europa), con la motivazione ufficiale di aiutare ad effettuare i test di massa sui circa 5.000 collaboratori - scrive la Bild - dello stabilimento Toennis, dove le attività di trattamento della carne sono state sospese il 17 giugno.
Diversi macelli in Germania e in Europa sono stati invasi dal virus, nei giorni scorsi ne sono scoppiati altri a Gottinga, Berlino – dove un intero isolato è finito in quarantena, nel quartiere di Neukoelln – e Kassel, in Assia.
La scoperta del focolaio ha suscitato un'ondata di  proteste contro il proprietario dell'impianto, Clemens Toennies, del quale vengono chieste le dimissioni. L'azienda ostacola gli accertamenti: nell’elenco dei dipendenti fornito il 30% era privo dell’indicazione sulle linee guida; il che ha complicato il lavoro di ricostruzione della catena di contagio.
Con dichiarazioni squallide, poi, il capo dell'azienda Clemens Tonnies. ha cercato di buttare la responsabilità del contagio sugli stessi lavoratori, dicendo che la "causa primaria del contagio sarebbero le centinaia di lavoratori stranieri, in maggioranza polacchi e rumeni che nel lungo weekend dell'11 giugno hanno visitato le famiglie nei loro paesi d'origine e qui si sarebbero infettati. Ma ciò che volutamente viene nascosto sono le condizioni di lavoro e di vita degli operai stranieri, provenienti da 87 nazioni.  Le condizioni di lavoro sono spesso a rischio dal punto di vista delle misure di igiene, e facilitano la diffusione del virus, i lavoratori sono alloggiati in massa in dormitori insalubri, dove non è rispettata alcuna misura sanitaria o di sicurezza.
Intanto i contagi nel suo mattatoio continuano ad aumentare. 1.331 persone sono risultate positive al Covid-19, creando una focolaio che rischia di rimettere in lockdown tutta la regione. Il 17 giugno i dipendenti positivi erano 657 e in tre giorni gli infetti sono aumentati esponenzialmente.
Tutti i dipendenti del mattatoio sono stati posti in quarantena, ma - si dice - la misura potrebbe non essere sufficiente, perché nel  frattempo le migliaia di lavoratori potrebbero a loro volta avere infettato famigliari e amici, che a loro volta potrebbero avere  diffuso il virus.
L'intero settore della lavorazione delle carni, che occupa circa 20mila addetti, è considerato a rischio.

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