giovedì 25 giugno 2020

pc 25 giugno - DI MAIO IN LIBIA: SCAMBIO MIGRANTI/CONTROLLO ARMI

Nel recente viaggio in Libia il governo italiano ha cercato di tornare in campo 
DI MAIO CONSEGNA I MIGRANTI AL REGIME TORTURATORE LIBICO CHE COME CONTROPARTITA GLI CHIEDE DI FARSI DA GUARDIANO PER SERRAJ SULLE ARMI NELLA GUERRA INTERNA.
In ballo sempre e solo gli interessi strategici economici dell'imperialismo italiano, Eni, petrolio, ecc.  

TRIPOLI - Nel suo incontro a Tripoli con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il premier libico Fayez al-Sarraj ha consegnato una serie di proposte per la modifica del memorandum del 2017 fra Italia e Libia. Sono proposte che vanno incontro alle richieste avanzate dal governo italiano a quello di Tripoli. Secondo fonti vicine al ministro Di Maio nel documento è riportato che “la Libia si impegna nell'assistere i migranti salvati nelle loro acque, a vigilare sul pieno rispetto delle convenzioni internazionali attribuendo loro protezione internazionale così come stabilito dalle Nazioni Unite”.
In un altro passaggio dell’incontro, il presidente Serraj ha confermato la richiesta del suo governo alla Ue che la missione militare europea nel Mediterraneo “Irini” effettui verifiche anche delle forniture di armi che giungono via terra al generale Khalifa Haftar, senza concentrarsi solo sui traffici via mare.
Serraj “ha ringraziato l'Italia per aver contribuito alle operazioni di rilevamento delle mine che le milizie dell'aggressore” di Tripoli, il generale Khalifa Haftar, "hanno piazzato in aree residenziali dalle quali sono state scacciate

Le trattative sul memorandum sono un mezzo per restare nella partita diplomatica che, tra Turchia, Egitto e tutti gli altri protagonisti in prima linea, ha visto l’Italia in posizione troppo defilata.
Di Maio, al ritorno dalla missione, ha ribadito che l’Italia ritiene inaccettabile una divisione della Libia, “anticamera di nuovi conflitti armati” che non sono mai la via maestra per la soluzione delle crisi. Il ministro sposa la posizione di al Sarraj sulla missione europea EunavforMed-Irini: i libici vogliono che la missione controlli anche i traffici d’armi a favore di Khalifa Haftar e dunque anche quelli via terra perché l’esclusivo controllo via mare danneggerebbe Tripoli.

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