Le violente offensive dell’esercito israeliano nella Cisgiordania occupata proseguono a ritmo incessante. Dallo scorso gennaio, infatti, l’Idf ha lanciato quella che chiama “operazione Muro di ferro”, che nella realtà si è tradotta nella devastazione del campo profughi di Jenin, oramai inabitabile, e nello sfollamento forzato di oltre 40mila palestinesi che prima abitavano a Tulkarem, Nur Shams, El Far’a e, per l’appunto, Jenin. Ma questa è solo una parte della cronaca della Cisgiordania, perché insieme alle sistematiche distruzioni e alla repressione militare, sabato scorso il Governo israeliano ha approvato un piano per la costruzione di una strada che dividerà, di fatto, la Cisgiordania in due.
Costruire oltre la linea verde
La strada in questione consentirà ad Israele di realizzare i piani di costruzione nell’area E1, ovvero oltre la linea verde (confine che separa Israele dai territori palestinesi, riconosciuto a livello internazionale). Come riferisce Haaretz, si tratta di un piano per annettere Ma’aleh Adumim, un insediamento dei coloni illegale, situato a Est di Gerusalemme.
Per decenni i Governi israeliani si sono astenuti dal costruire nell’area E1 a causa delle aspre critiche internazionali, anche da parte degli Stati Uniti, in quanto l’annessione della zona creerebbe una separazione netta tra le due parti della Cisgiordania (affossando di fatto la creazione di un futuro stato della Palestina).
I tempi, però, sono cambiati e le feroci politiche israeliane nella Cisgiordania fugano ogni dubbio sul rigetto dello Stato ebraico per la soluzione dei due Stati.
Una strada per i palestinesi, l’altra per i coloni
Analizzando nel dettaglio il piano approvato dal Governo Netanyahu, la zona a Est di Gerusalemme sarà così servita da due strade. Quella nuova, a Sud dell’area E1, collegherà i villaggi palestinesi del nord della Cisgiordania con quelli del Sud, deviando così il traffico palestinese dalla Route 1, mentre l’arteria che unisce Gerusalemme a Ma’aleh Adumim sarà utilizzata dai residenti israeliani. Insomma, ci saranno due strade: una per i palestinesi, l’altra per i cittadini israeliani.
Il Governo, dal canto suo, ha definito la risoluzione “innovativa”, sottolineando che essa “migliorerà la viabilità, rafforzerà i collegamenti tra Gerusalemme, Ma’aleh Adumim e l’area orientale di Binyamin [sempre in Cisgiordania] e permetterà un continuo sviluppo degli insediamenti nell’area E1”. A tal proposito, segnaliamo che la succitata zona E1 potrebbe ben presto cambiare nome ed essere ribattezzata T1, in onore del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e della “sua amicizia con Israele e i coloni” – ha dichiarato il sindaco di Ma’aleh Adumim, Guy Yifrach, al Jerusalem Post.
L’annessione della Cisgiordania
Collegare Gerusalemme agli insediamenti significa creare una continuità geografica tra i confini israeliani del 1948, Gerusalemme e gli insediamenti israeliani in territorio palestinese. Ancor più grave è che la Cisgiordania verrebbe divisa in due. Un piano che la destra israeliana sogna da anni e che ora ha ottenuto l’approvazione ufficiale.
Il ministro della Difesa Israel Katz, più che soddisfatto di tale sviluppo, ha dichiarato che “in Giudea e Samaria [nomi biblici della Cisgiordania] inizierà una nuova era di sicurezza e ordine”. A fare eco al suo entusiasmo sono arrivate le dichiarazioni ancor più esaltate di Bezalel Smotrich, che da sempre sostiene l’eliminazione di ogni genere di insediamento palestinese. “La costruzione della nuova strada è un atto rivoluzionario. Un nuovo passo verso la soluzione del conflitto: l’annessione della Cisgiordania”.
Una visione, quella di Katz e Smotrich, che si inserisce perfettamente negli sforzi di lunga data del primo ministro Benjamin Netanyahu per ostacolare la soluzione dei due Stati e impedire la nascita di uno Stato palestinese.