La sfida della manifestazione nazionale a Milano in solidarietà con la Palestina è stata vinta. Decine di migliaia di persone - probabilmente 30.000, se si considera il contorno di partecipazione che vi è stato lungo il percorso, sui marciapiedi, nelle zone alcune popolari di Milano.
Senza l'azione del 7 ottobre la questione Palestina non sarebbe stata più posta all'ordine del giorno del mondo ed evidenziata nei suoi caratteri nudi e crudi, da un lato imperialismo e sionismo dall’altro proletari e popoli oppressi e il più oppresso tra gli oppressi senza Stato e senza diritti è il popolo palestinese.
Milano che aveva già riempito le strade e in parte le piazze di manifestazioni per la solidarietà, 70 sabati consecutivi dal 7 ottobre, che ne hanno fatto oggettivamente la capitale della solidarietà, questa volta ha rivendicato questo suo diritto e ha raccolto un ampio fronte che anima in tutto il paese, in tutte le città, di sostegno al popolo Palestinese.
La manifestazione del 12 aprile è stata grande
soprattutto per questo.
E’ stato giusto e necessario inserirvi la battaglia contro la macchina bellica, la guerra, i riarmo, la repressione che peraltro ha colpito molte forze che solidarizzano con il popolo palestinese, alcune avanguardie che hanno avuto fogli di via e cariche, come è successo anche al movimento studentesco e al movimento che ha occupato le università e ha dato vita a iniziative d'avanguardia a sostegno del popolo palestinese.
Ma tutto il movimento è bene che si renda
conto che questa è stata innanzitutto una grande manifestazione di solidarietà
al popolo palestinese in un'ora difficile e tremenda perché mai come dopo la
presidenza Trump la vita e il futuro del popolo palestinese sono apparse in
discussione ed era chiaro quindi che ci voleva una nuova chiamata nazionale
alla mobilitazione che unisse e rilanciasse il movimento di solidarietà e
aprisse la strada a uno sviluppo quantitativo e qualitativo prolungato.
A Milano invece abbiamo visto avanzare l'unità di fatto, la coscienza di tutti i partecipanti, di tutti gli spezzoni, di essere parte di un unico movimento anche se non sono mancate frizioni e contraddizioni tra le due anime che lo attraversano.
Trump e Netanyahu sono appoggiati da tutti i governi e stati imperialisti e contano sulla passività e la complicità di tutti i regimi arabi, compresa la frazione rappresentata dall'ANP e dai suoi massimi esponenti, Abu Mazen in testa.
In questa manifestazione si è sentita forte e
chiara anche la solidarietà con i prigionieri politici palestinesi nelle carceri
italiane, processati in maniera infame a L’Aquila in un processo farsa e sotto
minaccia di condanne ed estradizione; così come è stato confermato il massimo
sostegno a questa battaglia che ha un'altra iniziativa il 16 aprile: vogliamo
Anan, Ali, Mansour, liberi e parte della battaglia nel nostro paese a difesa
della resistenza e della lotta del popolo palestinese.
E’ giusto e necessario come sempre accade in
queste manifestazioni nazionali che si esprimono tutte le forme della denuncia
e opposizione. Sappiamo bene che la maggior parte dei partecipanti partecipa a
un corteo combattivo, pieno di bandiere e slogan, ma è del tutto evidente, normale che
queste manifestazioni siano arricchite da azioni che si svolgono ai
suoi lati nei confronti non solo del sionismo e dell'imperialismo ma di tutte
le realtà che sono complici con lo Stato di Israele, che hanno legami economici
e militari, in primo luogo le banche - l'Unicredit - che sono un puntello
sostanziale di quel sistema che sorregge lo Stato sionista di Israele; ed è
giusto quindi che in questa manifestazione vi siano state iniziative di
sanzione simbolica e attiva di queste realtà.
La riuscita della grande manifestazione ha
provocato la reazione del governo e della sua stampa che si sono lanciati in una oscena campagna
intorno a delle scritte, in particolare la scritta “spara a Giorgia”, volutamente amplificata e fatta diventare uno "scandalo" da parte del governo e dei mass media, col sostegno anche dei presidenti della Camera,
del Senato, delle forze politiche principalmente della maggioranza. Questa
campagna ha il solo scopo da parte del governo, dei suoi pennivendoli e delle
forze della repressione, di criminalizzare il movimento di
solidarietà e la mobilitazione stessa, ha lo scopo di oscurarne innanzitutto la
grande partecipazione di massa di palestinesi, di migranti, dei lavoratori
delle organizzazioni sindacali di base presenti abbastanza massicciamente, dei
giovani, del movimento degli studenti, dei centri sociali, delle donne
numerosissime in tutto il corteo, delle associazioni solidali, degli
intellettuali, attori presenti che hanno voluto sostenere nelle diverse forme
questa manifestazione.
Ma poi, di che "scandalo" parliamo? Il governo della Meloni, le industrie belliche italiane armano e sparano - loro
sparano - contro i palestinesi ed è giusto affermare simbolicamente con
la scritta che essi devono pagare un prezzo per tutto questo, un prezzo
adeguato al crimine di cui sono parte.
Le forze della repressione in un clima di
marciante Stato di polizia, sancito ulteriormente dai decreti di sicurezza, durante
tutta la manifestazione hanno cercato - e poi trovato - la maniera per caricare
i manifestanti. Le immagini di alcuni video dimostrano che è la polizia che ha
cominciato caricando i manifestanti con l'obiettivo di cercare di dividere il
corteo, cercare di fermare e arrestare compagni e compagne attivi, che
permettesse allo Stato di polizia, al suo governo, di portare a casa il loro
risultato che era la criminalizzazione, l'infangamento della manifestazione. E’ stato
giusto respingere questo tentativo così come respingiamo ogni attitudine
opportunista verso di esso: non ci sono buoni e cattivi nella manifestazione di
solidarietà alla Palestina, siamo tutti palestinesi e tutti solidali e tutti
partecipiamo per arricchire il livello di combattività e di incidenza delle
manifestazioni.
E’ giusto che anche dal camion che guidava la manifestazione sia venuto forte e chiaro questo messaggio: non ce ne andiamo, la manifestazione non si conclude finché tutti i compagni fermati rientrino nelle file di essa.
Modi a capo del più grande paese per popolazione del mondo è sicuramente un anello-chiave del sistema imperialista mondiale, un centro dell'oppressione dei popoli; Modi è stato sin dall'inizio a fianco di Netanyahu e ne ha rappresentato uno dei puntelli a livello internazionale insieme agli Stati e ai governi imperialisti, è stato lui che ha fatto un gemellaggio tra il piano di Netanyahu contro la resistenza palestinese e l'intenzione del suo governo di fare terra bruciata in forme, anche in India, genocidarie verso adivasi e dalit, verso l'opposizione al suo governo che viene dalla guerra di popolo di lunga durata, di proletari e contadini guidati dal Partito Comunista maoista che peraltro è stato in prima fila nel mondo nel sviluppare iniziative di solidarietà - anche militari - a sostegno della resistenza palestinese.
Quindi questo ponte tra Palestina e India
all'insegna dell'antimperialismo, dell’antisionismo e dell'unità dei popoli è
stato da noi portato nel corso di questa manifestazione nazionale con striscioni e con interventi uno dei quali anche dal camion che guidava la
manifestazione.
La manifestazione, essendo a Milano, ha penalizzato la partecipazione di una serie di realtà del sud che per costi e altri problemi hanno avuto difficoltà ad essere presenti, per questo sono
importanti tutti gli appuntamenti avvenuti nella settimana che l'ha preceduta e
anche nella giornata del 12 aprile perché hanno amplificato questa
manifestazione e il sostegno alla resistenza del popolo palestinese. Questo è avvenuto in
particolare a Taranto dove c’è stato un collegamento proprio con Milano nel corso di una manifestazione al centro città, per ascoltarne alcune voci in diretta mentre essa si svolgeva; così come a
Palermo, in cui nella giornata di domenica si è tenuta una manifestazione solidale
organizzata dalla comunità bengalese con la partecipazione anche di altre
realtà di migranti in solidarietà al popolo palestinese nella quale è stato
portato e recepito il legame con la grande manifestazione
di Milano di sabato.
Per concludere. Questa manifestazione dobbiamo
considerarla un punto di arrivo della nuova fase della solidarietà ma
soprattutto un nuovo inizio per rilanciare in tutte le forme, in tutte le città,
nelle realtà del lavoro e del territorio, la solidarietà internazionalista al
popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi dall'imperialismo che stanno
lottando; così come la sua unità con la lotta contro il nostro imperialismo
complice, contro il governo del fascismo, del razzismo, della guerra, del riarmo,
dello Stato di Polizia
La questione palestinese sarà ben presente e centrale nelle manifestazioni del 25 aprile e in quelle del Primo Maggio che fanno parte di questa lotta promulgata in tutte le forme.
Fermare il genocidio e la deportazione!
Palestina libera!
Sostegno alla Resistenza fino alla vittoria!
Sostegno alle lotte antimperialiste nel mondo!
Sostegno alla guerra popolare in India!
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