martedì 15 aprile 2025

pc 15 aprile - La grande manifestazione di Milano per la Palestina chiama a continuare il sostegno in tutte le forme e in tutto il paese

 

La sfida della manifestazione nazionale a Milano in solidarietà con la Palestina è stata vinta. Decine di migliaia di persone - probabilmente 30.000, se si considera il contorno di partecipazione che vi è stato lungo il percorso, sui marciapiedi, nelle zone alcune popolari di Milano

I palestinesi e tutte le forze solidali - e noi con loro - dobbiamo però ancora fare molti sforzi perché i numeri delle grandi manifestazioni di solidarietà crescano in maniera da permettere quel salto di quantità e qualità che ci renda capaci non solo di far sentire forte e chiaro da che parte sono i settori più significativi delle masse popolari italiane ma anche di combattere e vincere nel nostro paese questa battaglia contro il governo complice del genocidio e le false forze di opposizione che mai, in nessun momento - vedi anche i 5 stelle che si sbracciano contro il riarmo - hanno partecipato alle manifestazioni e iniziative nel nostro paese di solidarietà al popolo palestinese neanche di fronte a massacri, distruzioni, devastazioni, genocidi, deportazioni e neanche hanno mai mancato di unirsi all'imperialismo, al sionismo, ai suoi governi, la sua stampa, le sue tv, nel trovare ogni occasione per attaccare e condannare l'eroica resistenza del popolo palestinese.
Senza l'azione del 7 ottobre la questione Palestina non sarebbe stata più posta all'ordine del giorno del mondo ed evidenziata nei suoi caratteri nudi e crudi, da un lato imperialismo e sionismo dall’altro proletari e popoli oppressi e il più oppresso tra gli oppressi senza Stato e senza diritti è il popolo palestinese.

Milano che aveva già riempito le strade e in parte le piazze di manifestazioni per la solidarietà, 70 sabati consecutivi dal 7 ottobre, che ne hanno fatto oggettivamente la capitale della solidarietà, questa volta ha rivendicato questo suo diritto e ha raccolto un ampio fronte che anima in tutto il paese, in tutte le città, di sostegno al popolo Palestinese.

La manifestazione del 12 aprile è stata grande soprattutto per questo.

E’ stato giusto e necessario inserirvi la battaglia contro la macchina bellica, la guerra, i riarmo, la repressione che peraltro ha colpito molte forze che solidarizzano con il popolo palestinese, alcune avanguardie che hanno avuto fogli di via e cariche, come è successo anche al movimento studentesco e al movimento che ha occupato le università e ha dato vita a iniziative d'avanguardia a sostegno del popolo palestinese.

Ma tutto il movimento è bene che si renda conto che questa è stata innanzitutto una grande manifestazione di solidarietà al popolo palestinese in un'ora difficile e tremenda perché mai come dopo la presidenza Trump la vita e il futuro del popolo palestinese sono apparse in discussione ed era chiaro quindi che ci voleva una nuova chiamata nazionale alla mobilitazione che unisse e rilanciasse il movimento di solidarietà e aprisse la strada a uno sviluppo quantitativo e qualitativo prolungato.

Anche questa manifestazione non è stata priva di contraddizioni interne sia pure di fronte al dominante spirito unitario e solidale. Come a Roma nella precedente manifestazione nazionale e ancor più con il 5 ottobre, nella manifestazione vietata ma comunque realizzata, nella solidarietà militante al popolo palestinese, esistono diverse posizioni anche tra le stesse associazioni palestinesi. Questo, per esempio, a Roma nella precedente manifestazione nazionale aveva dato vita a due spezzoni distinti che avevano marciato nello stesso percorso ma come se fossero due realtà distinte e avevano chiuso la manifestazione in due parchi distinti. 
A Milano invece abbiamo visto avanzare l'unità di fatto, la coscienza di tutti i partecipanti, di tutti gli spezzoni, di essere parte di un unico movimento anche se non sono mancate frizioni e contraddizioni tra le due anime che lo attraversano.                                         
A Milano la manifestazione è stata diretta dall'inizio alla fine dalle organizzazioni palestinesi: questo è un fattore importante e decisivo che non ci si deve stancare mai di indicare, perché le manifestazioni per la Palestina in Italia hanno questo di caratteristico, che nella maggior parte dei casi - in particolare a Milano - sono convocate dalle associazioni palestinesi, con le loro diverse differenze e con qualcuna che ha un peso maggiore nel mobilitare effettivamente i palestinesi in Italia e raccogliere una parte delle forze solidali.
E dal camion che l'ha guidata è emersa la condivisione e anche la comprensione della straordinaria emergenza che la lotta del popolo palestinese sta attraversando a fronte degli espliciti piani di genocidio e deportazione voluti essenzialmente dall'asse imperialismo USA - oggi rappresentato dal piano di Trump - e regime sionista di Netanyahu che evidentemente è il braccio esecutivo e l'utilizzatore finale del piano di Trump.
Trump e Netanyahu sono appoggiati da tutti i governi e stati imperialisti e contano sulla passività e la complicità di tutti i regimi arabi, compresa la frazione rappresentata dall'ANP e dai suoi massimi esponenti, Abu Mazen in testa.

In questa manifestazione si è sentita forte e chiara anche la solidarietà con i prigionieri politici palestinesi nelle carceri italiane, processati in maniera infame a L’Aquila in un processo farsa e sotto minaccia di condanne ed estradizione; così come è stato confermato il massimo sostegno a questa battaglia che ha un'altra iniziativa il 16 aprile: vogliamo Anan, Ali, Mansour, liberi e parte della battaglia nel nostro paese a difesa della resistenza e della lotta del popolo palestinese.

E’ giusto e necessario come sempre accade in queste manifestazioni nazionali che si esprimono tutte le forme della denuncia e opposizione. Sappiamo bene che la maggior parte dei partecipanti partecipa a un corteo combattivo, pieno di bandiere e slogan, ma è del tutto evidente, normale che queste manifestazioni siano arricchite da azioni che si svolgono ai suoi lati nei confronti non solo del sionismo e dell'imperialismo ma di tutte le realtà che sono complici con lo Stato di Israele, che hanno legami economici e militari, in primo luogo le banche - l'Unicredit - che sono un puntello sostanziale di quel sistema che sorregge lo Stato sionista di Israele; ed è giusto quindi che in questa manifestazione vi siano state iniziative di sanzione simbolica e attiva di queste realtà.

La riuscita della grande manifestazione ha provocato la reazione del governo e della sua stampa che si sono lanciati in una oscena campagna intorno a delle scritte, in particolare la scritta “spara a Giorgia”, volutamente amplificata e fatta diventare uno "scandalo" da parte del governo e dei mass media, col sostegno anche dei presidenti della Camera, del Senato, delle forze politiche principalmente della maggioranza. Questa campagna ha il solo scopo da parte del governo, dei suoi pennivendoli e delle forze della repressione, di criminalizzare il movimento di solidarietà e la mobilitazione stessa, ha lo scopo di oscurarne innanzitutto la grande partecipazione di massa di palestinesi, di migranti, dei lavoratori delle organizzazioni sindacali di base presenti abbastanza massicciamente, dei giovani, del movimento degli studenti, dei centri sociali, delle donne numerosissime in tutto il corteo, delle associazioni solidali, degli intellettuali, attori presenti che hanno voluto sostenere nelle diverse forme questa manifestazione.

Ma poi, di che "scandalo" parliamo? Il governo della Meloni, le industrie belliche italiane armano e sparano - loro sparano - contro i palestinesi ed è giusto affermare simbolicamente con la scritta che essi devono pagare un prezzo per tutto questo, un prezzo adeguato al crimine di cui sono parte.

Le forze della repressione in un clima di marciante Stato di polizia, sancito ulteriormente dai decreti di sicurezza, durante tutta la manifestazione hanno cercato - e poi trovato - la maniera per caricare i manifestanti. Le immagini di alcuni video dimostrano che è la polizia che ha cominciato caricando i manifestanti con l'obiettivo di cercare di dividere il corteo, cercare di fermare e arrestare compagni e compagne attivi, che permettesse allo Stato di polizia, al suo governo, di portare a casa il loro risultato che era la criminalizzazione, l'infangamento della manifestazione. E’ stato giusto respingere questo tentativo così come respingiamo ogni attitudine opportunista verso di esso: non ci sono buoni e cattivi nella manifestazione di solidarietà alla Palestina, siamo tutti palestinesi e tutti solidali e tutti partecipiamo per arricchire il livello di combattività e di incidenza delle manifestazioni.

Giustamente un nostro compagno visibile nei video dice “via la polizia” come prima questione perché la polizia non ha nessun diritto di attaccare il corteo e di infiltrarsi in esso, “giù le mani dal corteo e dalla manifestazione”, così come è stato importante riaffermare lì, nel cuore della fase di scontro, che bisognava mantenere l'unità della manifestazione, insieme si è partiti insieme si doveva arrivare, recuperando i compagni fermati, perché tutti espressione della solidarietà e della grande resistenza del popolo palestinese che fa da insegnamento per tutti .
E’ giusto che anche dal camion che guidava la manifestazione sia venuto forte e chiaro questo messaggio: non ce ne andiamo, la manifestazione non si conclude finché tutti i compagni fermati rientrino nelle file di essa.

E’ stato importante nel corso della manifestazione per iniziativa dei nostri compagni lavoratori, militanti, donne attive, portare la voce e la rappresentanza della settimana internazionale di solidarietà a sostegno del popolo palestinese e alla guerra popolare in India, una settimana di solidarietà per contrastare a livello internazionale con tante iniziative nelle diverse parti del mondo l'asse imperialista Trump/Modi/Netanyahu fino al governo Meloni che proprio in questa settimana sta consolidando i legami economici, politici e militari con il regime fascista indutva di Modi.
Modi a capo del più grande paese per popolazione del mondo è sicuramente un anello-chiave del sistema imperialista mondiale, un centro dell'oppressione dei popoli; Modi è stato sin dall'inizio a fianco di Netanyahu e ne ha rappresentato uno dei puntelli a livello internazionale insieme agli Stati e ai governi imperialisti, è stato lui che ha fatto un gemellaggio tra il piano di Netanyahu contro la resistenza palestinese e l'intenzione del suo governo di fare terra bruciata in forme, anche in India, genocidarie verso adivasi e dalit, verso l'opposizione al suo governo che viene dalla guerra di popolo di lunga durata, di proletari e contadini guidati dal Partito Comunista maoista che peraltro è stato in prima fila nel mondo nel sviluppare iniziative di solidarietà - anche militari - a sostegno della resistenza palestinese.

Quindi questo ponte tra Palestina e India all'insegna dell'antimperialismo, dell’antisionismo e dell'unità dei popoli è stato da noi portato nel corso di questa manifestazione nazionale con striscioni e con interventi uno dei quali anche dal camion che guidava la manifestazione.

La manifestazione, essendo a Milano, ha penalizzato la partecipazione di una serie di realtà del sud che per costi e altri problemi hanno avuto difficoltà ad essere presenti, per questo sono importanti tutti gli appuntamenti avvenuti nella settimana che l'ha preceduta e anche nella giornata del 12 aprile perché hanno amplificato questa manifestazione e il sostegno alla resistenza del popolo palestinese. Questo è avvenuto in particolare a Taranto dove c’è stato un collegamento proprio con Milano nel corso di una manifestazione al centro città, per ascoltarne alcune voci in diretta mentre essa si svolgeva; così come a Palermo, in cui nella giornata di domenica si è tenuta una manifestazione solidale organizzata dalla comunità bengalese con la partecipazione anche di altre realtà di migranti in solidarietà al popolo palestinese nella quale è stato portato e recepito il legame con la grande manifestazione di Milano di sabato.

Per concludere. Questa manifestazione dobbiamo considerarla un punto di arrivo della nuova fase della solidarietà ma soprattutto un nuovo inizio per rilanciare in tutte le forme, in tutte le città, nelle realtà del lavoro e del territorio, la solidarietà internazionalista al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi dall'imperialismo che stanno lottando; così come la sua unità con la lotta contro il nostro imperialismo complice, contro il governo del fascismo, del razzismo, della guerra, del riarmo, dello Stato di Polizia

La questione palestinese sarà ben presente e centrale nelle manifestazioni del 25 aprile e in quelle del Primo Maggio che fanno parte di questa lotta promulgata in tutte le forme.

Fermare il genocidio e la deportazione!

Palestina libera!

Sostegno alla Resistenza fino alla vittoria!

Sostegno alle lotte antimperialiste nel mondo!

Sostegno alla guerra popolare in India!

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