sabato 17 marzo 2018

pc 17 marzo - il responsabile della comunicazione del M5Stelle, un millantatore, un bugiardo e.... da 4 soldi !



Si fa presto a scrivere master. Perché poi qualcuno controlla e il master sparisce, assieme a tutto il profilo. È quanto successo a Rocco Casalino, responsabile comunicazione dei Cinque Stelle, “sorpreso” dal manager Paolo Polverosi. È stato lui a studiarsi su Linkedin il profilo a nome Rocco Casalino, “ingegnere e giornalista” come si definiva: tra i suoi titoli figurava anche un master in business administration conseguito nel 2000 negli Stati Uniti, presso la Shenandoah University.
Però, ha scoperto Polverosi, Casalino non è mai stato avvistato nell’ateneo della Virginia, come gli è stato confermato dall’università stessa. E la stessa smentita via email è arrivata al sito Giornalettismo. Contattato dal Foglio, il responsabile della comunicazione grillina ha confermato di non aver mai preso quel master e ha negato che quel profilo fosse il suo: “Non ho mai avuto Linkedin, ora lo segnalo come fake”. Sta di fatto che poche ore dopo il profilo, guarda caso, è sparito. Invece restano alcune domande. Per esempio, come ha evidenziato sempre Polverosi su Twitter, Casalino scriveva di un “master in economia negli Stati Uniti” già nel curriculum allegato per la candidatura nelle Regionali in Lombardia del 2013. E a quale master faceva riferimento in quel caso?

pc 17 marzo - il lato grottesco delle elezioni in Calabria - c'è una sola strada una sola via - il boicottaggio

lezioni, non conquista il seggio per il Parlamento con il centrosinistra ma diventa consigliere regionale con i voti del centrodestra

Elezioni, non conquista il seggio per il Parlamento con il centrosinistra ma diventa consigliere regionale con i voti del centrodestra

Sinistra, destra e poi di nuovo sinistra. Un posto per Giacomo Mancini si trova sempre nella politica calabrese e romana. A chi gli ha fatto notare la contraddizione del suo ingresso in Consiglio regionale, nelle settimane scorse ha parlato di “7mila voti personali”


Dentro Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, fuori Maria Tripodi di Forza Italia. I riconteggi della Corte d’Appello hanno fatto scattare un seggio in Calabria per il partito di Giorgia Meloni togliendolo a Forza Italia. Fin qui tutto rientra nella normale procedura elettorale per le politiche. La novità è che Fausto Orsomarso lascerà il Consiglio regionale e al suo posto entrerà Giacomo Mancini, primo dei non eletti, nel 2014, quando insieme correvano alle regionali sotto la bandiera di Forza Italia.
Il tempo passa, i partiti cambiano e i due ex berluscones hanno preso strade diverse: Orsomarso è passato con Fratelli d’Italia che lo ha candidato nel listino proporzionale, mentre Giacomo Mancini ha seguito il suo nuovo mentore Denis Verdini nel frattempo diventato stampella del Partito democratico come avvenuto a Cosenza con le elezioni amministrative del 2016. L’appoggio va ripagato ed ecco, quindi, che proprio Renzi e il Pd regionale rinunciano al collegio più rosso della Calabria, Cosenza appunto, per darlo Mancini schierato nel collegio uninominale alla Camera. Naturalmente perso perché, con il 16,27% dei voti, il nuovo “acquisto” del Pd in Calabria si è piazzato terzo dietro il Movimento 5 Stelle e dietro il candidato di centrodestra Paolo Naccarato. Fallito il tentativo di approdare in Parlamento con il centrosinistra, quindi, dopo l’elezione di Fausto Orsomarso alla Camera, Giacomo Mancini entra al suo posto in Consiglio regionale con il centrodestra

pc 17 marzo - la tregua post elettorale è durata poco - riprende l'asse fascisti/polizia di Minniti a Desio


Desio. I fascisti invadono il Comune, la polizia lascia fare

Sappiamo benissimo che l’antifascismo istituzionale è quasi sempre solo una maschera residuale, per mantenere una qualche distinzione rispetto a forze dichiaratamente di destra. Ma quello che è avvenuto ieri al comune di Desio spiega chiaramente come la polizia di Minniti sia il principale supporto dei (pochi) fascisti dichiarati che scorazzano per il paese.
Il consiglio comunale era riunito per approvare una delibera che impegna il sindaco e la giunta a “non concedere spazi, patrocini e contributi a chi non rispetta i valori sanciti dalla Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti”. Ci sono stati infatti diversi casi di enti locali (amministrati anche dal Pd) che invece avevano mostrato “benevolenza” nei confronti dei mazzieri. Quindi la mozione presentata a Desio subordina qualsiasi concessione a una dichiarazione di antifascismo.
Fin qui tutto bene. Ma alla votazione finale si sono presentati una trentina di mazzieri di Forza Nuova (la terza volta in tre mesi), che hanno provato a intimidire i consiglieri con la loro presenza, urla e applausi di scherno.
Come raccontano i testimoni, il sindaco disquisiva sui “valori della Resistenza antifascista e sui principi della Costituzione repubblicana”, mentre i mazzieri – con giubbotti neri e anfibi – restavano in piedi in fondo alla sala per tutta la durata della seduta. “Braccia conserte, sguardo fisso puntato sul sindaco e sui consiglieri.”
A tarda notte la mozione è stata approvata con 17 voti, mentre alcuni consiglieri di Lega e Forza Italia, al momento del voto, sono usciti dall’aula. Solo allora gli scherani di Roberto Fiore ganno lasciato l’aula ironizzando sulla delibera.
La polizia di Minniti – che risulta ancora ministro dell’interno in carica – ha evitato con cura di difendere una istituzione della Repubblica. E tanto basta a qualificare entrambi.

pc 17 marzo - una novità Dinucci scrive- la Nato risponde!

La Nato in Italia diventa nervosa. Botta e risposta con Manlio Dinucci

Manlio Dinucci, su Il manifesto del 13 marzo https://ilmanifesto.it/litalia-nella-morsa-usanato/ , ha scritto un articolo che ha fatto imbizzarrire il Comando Nato in Italia (sede a Lagopatria vicino Napoli). Tant’è che la stessa Nato ha scritto alla direttrice de Il manifesto per contestare quanto scritto da Manlio Dinucci e chiedere addirittura di modificare l’articolo. Delle due l’una: o la Nato ha avviato insospettabilmente un soft power nelle relazioni pubbliche, oppure stanno diventando decisamente nervosi.
Qui di seguito la lettera inviata dalla Nato e la replica di Manlio Dinucci
Gentile Sig.ra Rangeri,
La prego di notare che l’articolo intitolato “L’ltalia nella morsa USA/NATO”, pubblicato il 13 marzo 2018, a firma di Manlio Dinucci, contiene delle informazioni imprecise e fuorvianti.
Capoverso 3:
È falso che: “L’esercitazione sia diretta dal Comando NATO di Lago Patria (JFC Naples), agli ordini dell’ammiraglio statunitense James Foggo”.
È vero che: II Comando Marittimo della NATO (MARCOM), con sede a Northwood, in Gran Bretagna, detenga il comando e controllo dell’esercitazione alla cui guida si trova l’Ammiraglio Clive Johnstone.
Capoverso 4:
È falso quanto segue: “A cosa serva la Dynamic Manta 2018 lo spiega lo stesso ammiraglio Foggo: è iniziata la “Quarta battaglia dell’Atlantico”, dopo quelle delle due guerre mondiali e della Guerra fredda”.
È vero che: Nel suo articolo dal titolo “La quarta battaglia dell’Atlantico”, pubblicato nel 2016, l’Ammiraglio Foggo fornisse indicazioni circa la visione NATO/U.S. Questa stessa visione, tuttavia, non può essere utilizzata per “spiegare” la Dynamic Manta del 2018. La rimando a quanto pubblicato da MARCOM a proposito della Dynamic Manta 2018 sui proprio sito web mc.nato.int.
Capoverso 6:
È falso dire che: L’ammiraglio Foggo, mentre col cappello di comandante NATO prepara in Italia le forze navali contro la Russia, col cappello di comandante delle forze navali USA in Europa invia dall’ltalia la Sesta Flotta alla Juniper Cobra 2018, esercitazione congiunta USA Israele diretta principalmente contro l’Iran.
È vero che: L’ammiraglio Foggo guida il JFC Naples nella “preparazione, pianificazione e conduzione di operazioni militari finalizzate a preservare la pace, la sicurezza e I’integrità territoriale degli stati membri dell’Alleanza …. “. Per maggiori dettagli, può consultare il sito webdell’ Allied Joint Force Command Naples, alla voce “mission statement”. Inoltre, nella versione inglese del’articolo è improprio usare la parola “captain”. È, invece, appropriato I’utilizzo della parola “Commander”. Sulle competenze nazionali dell’Ammiraglio potrà giovare la consultazione del sito web www.c6f.navy.mil/.
Volevo sottoporre alla sua attenzione anche un’altra imprecisione nell’articolo in questione relativo all’ultimo paragrafo dove l’autore dice che “Poiché Scaparrotti è anche Comandante Supremo alleato in Europa (carica che spetta sempre a un generale USA), il piano prevede una partecipazione Nato, soprattutto italiana, a sostegno di Israele in una guerra su larga scala in Medioriente”.
Il concetto vero è che: La Juniper Cobra è un’esercitazione bilaterale Israelo-Statunitense. Inoltre, qualunque intervento della NATO necessita dell’approvazione incondizionata del Consiglio Atlantico. Questo è un aspetto importante che l’autore tralascia completamente.
Pur apprezzando, complessivamente, l’articolo pubblicato, La prego di rettificare la sua versione online con le modifiche di cui sopra e spero vivamente che la nostra reciproca collaborazione duri nel tempo.
Cordiali saluti

Richard W. Haupt
Capitano della Marina statunitense, Capo Servizio Relazioni Pubbliche del comando Nato di JFC Naples con sede a Lago Patria, Napoli

La replica di Manlio Dinucci
Apprezziamo l’attenzione che la Nato rivolge al nostro giornale. Il manifesto e io personalmente prendiamo atto della rettifica – la sola doverosa, ma francamente un dettaglio – sul comando specifico della Dynamic Manta 2018.
Per il resto, rimane comunque centrale il ruolo del JFC-Naples di Lago Patria, uno dei due comandi permanenti della Forza congiunta Nato a livello operativo, agli ordini dell’ammiraglio statunitense James Foggo.
Egli comanda allo stesso tempo le Forze navali Usa per Europa-Africa/Sesta Flotta Usa, la cui area di responsabilità copre metà dell’Oceano Atlantico e i mari adiacenti compreso il Mediterraneo.
A un seminario in Norvegia il 26 febbraio, l’ammiraglio ha parlato di «Quarta battaglia dell’Atlantico» contro «sottomarini russi sempre più sofisticati che minacciano le linee di comunicazione marittima fra Stati uniti ed Europa».
Poiché esse passano anche attraverso il Mediterraneo, la Dynamic Manta 2018 rientra in questa «visione Nato/Usa». Visione falsa: quali prove ci sono che sottomarini russi siano in agguato, pronti ad affondare le navi sulle rotte fra Europa e Stati uniti?
È falso inoltre che il JFC-Naples abbia quale missione la «preparazione, pianificazione e conduzione di operazioni militari finalizzate a preservare la pace, la sicurezza e l’integrità territoriale degli stati membri dell’Alleanza». Basti ricordare le guerre con cui la Nato ha demolito due Stati, la Jugoslavia e la Libia, da cui non proveniva alcuna minaccia ai membri dell’Alleanza.
Riguardo alla presenza del generale Scaparrotti alla esercitazione Israele-Usa (a cui Foggo ha inviato l’ammiraglia della Sesta Flotta), sarebbe ingenuo ignorare che egli è non solo comandante del Comando Europeo degli Stati uniti, ma allo stesso tempo Comandante supremo alleato in Europa.
Una curiosità: in base a quale norma deve essere sempre «tradizionalmente un comandante Usa»?
Ancora grazie per l’attenzione al nostro lavoro.
Manlio Dinucci

pc 17 marzo - L'8 MARZO LE PRECARIE DI TARANTO PARLANO DELLA VIOLENZA SESSUALE

pc 17 marzo - UN NUOVO DOSSIER SULLA LOTTA DEI MIGRANTI A TARANTO - richiederlo a slaicobasta@gmail.com

pc 17 marzo - In Turchia i padroni tedeschi usano in senso antioperaio il regime fascista di Erdogan

Turchia: multinazionali tedesche contro i sindacati

La società di abbigliamento tedesca Roy Robson ha licenziato undici iscritti al sindacato nella sua fabbrica di Smirne, in Turchia. La società è uno dei principali sponsor delle squadre di calcio della Bundesliga, tra cui Werder Brema e VfL Wolfsburg.

pc 17 marzo - COLPO DI MANO DEL GOVERNO SU TEMPA ROSSA - COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV

COMUNICATO STAMPA
AD APPENA 7 GIORNI DALL'INSEDIAMENTO DEL NUOVO PARLAMENTO, NELLA SEDUTA ODIERNA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI SBLOCCA L'ADEGUAMENTO LOGISTICO DELLA RAFFINERIA DI TARANTO E SPIANA DI FATTO LA STRADA A TEMPA ROSSA
Con un vero e proprio colpo di mano (e di coda), nella seduta di oggi " ... il Consiglio dei Ministri ha deliberato di superare il dissenso della Regione Puglia e di consentire la prosecuzione del procedimento per l’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto richiesto da ENI S.p.a., con specifico riferimento all’autorizzazione paesaggistica, a norma dell’articolo 14-quater, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241".
"La delibera tiene conto del fatto -recita il comunicato di Palazzo Chigi- che il progetto costituisce un importante tassello nell’ambito delle opere strategiche previste dal piano degli interventi nel comparto energetico e che le opere previste sono già state oggetto di valutazione positiva sotto i profili della tutela ambientale e della sicurezza da parte delle competenti amministrazioni".
NOTA
Non avendo a disposizione l'atto (scandaloso che non sia stato ancora reso pubblico), possiamo al momento soltanto SUPPORRE che il Governo si sia avvalso di quanto stabilito dall'art 14-quinquies della legge n. 214/1990, modificata dal d. lgs. n. 127/2016, che detta le modalità di superamento del dissenso espresso dalle amministrazioni preposte alla tutela di interessi qualificati (tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali della salute dei cittadini), che ha assunto la forma di un’opposizione dinnanzi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (art. 14-quinquies, della l. n. 241/1990, come introdotti dal d.lgs. n. 127/2016).
Roma, 16 marzo 2018
Coordinamento Nazionale No Triv

pc 17 marzo - Sui muri delle borgate di Taranto

pc 17 marzo - Manifesto nazionale dello slai cobas per il sindacato di classe

pc 17 marzo - “Bastonati e investiti dagli italiani”. Il segretario della Lega Salvini oggi verrà a ringraziare i suoi elettori, perché proprio in Calabria ha conquistato il seggio da senatore

Dal 3 editoriale dopo elezioni 
Solo chi non ha lavorato tra le masse durante la campagna elettorale può dire che il voto Lega/M5S sia espressione della piccola borghesia e dei ceti dei piccoli imprenditori messi in crisi ecc.
Questi sono voti che avevano già e che ne costituiscono l’effettiva “base sociale” strutturale; quindi non è questo il dato importante, ma il fatto che questa volta abbiano raccolto massicciamente il voto proveniente da operai e masse astenuti o propensi all’astensionismo e/o addirittura prosciugato la parte rilevante della base operaia e popolare dei partiti della falsa sinistra...
C’è solo una cosa che resta saldamente nelle nostre mani: sono i bisogni e gli interessi dei proletari e delle masse. Non c’è dubbio alcuno che, a parte qualche incursione demagogica temporanea, queste forze faranno gli interessi della borghesia e degli strati sociali che effettivamente rappresentano. 
Facendo leva su questo, comunisti e avanguardie proletarie possono rovesciare la tendenza e conquistare la loro base di massa. Ma dentro un’acuta lotta ideologica e politica tra le masse, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con esse.

E’ evidente, invece, che chi strilla all'aumento dell'astensionismo questo lavoro non lo può fare, non è in grado di fare e quindi non è utile, anzi è dannoso.

“Bastonati e investiti dagli italiani”. Nell’inferno di Rosarno che attende Salvini

Nelle baraccopoli 2.500 braccianti vivono in condizioni disumane. Emergency: “Almeno 30 colpiti volontariamente dagli automobilisti”

Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, divenne famosa nel gennaio 2010, per la rivolta di alcune centinaia di lavoratori stranieri impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata

LA STAMPA Pubblicato il 17/03/2018
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A ROSARNO
Erano in quattro, tre minorenni. Di sera andavano a caccia di neri. Salivano su una Fiat Punto targata DH510MV e iniziavano la ronda con i bastoni sotto ai sedili. Ogni tanto rallentavano, accostando verso il ciglio della strada. Da un finestrino partiva la randellata. Doveva essere abbastanza forte da far vacillare il migrante, uno qualunque, mentre in bicicletta stava tornando dai campi verso la baraccopoli. Seba Traore, nato in Mali il 4 ottobre 1990. Isaka Yanogo, nato in Burkina Faso il 13 ottobre 1987. Idriss Yoada, nato in Costa d’Avorio il 2 marzo 1985. Kone Nouhoum, nato in Mali l’8 marzo 1984. Salifou Ganakini, nato in Burkina Faso il 1° gennaio 1973. Woude Keuta, nato in Mali il 6 giugno 1994. Sono solo alcune delle vittime. Nasi spaccati. Braccia rotte. Fratture scomposte. Traumi celebrali con «temporanea perdita di coscienza». A Saliu Ba, nato in Senegal il 10 marzo 1981, era andata anche peggio. «Quattro ragazzi di età giovanile, dopo essere scesi dal mezzo, lo colpivano armati di catene, bastoni, coltelli» ha scritto il gip Barbara Borelli nell’ordinanza di custodia cautelare. A Rosarno, in Italia. Dove il segretario della Lega Matteo Salvini oggi verrà a ringraziare i suoi elettori, perché proprio in Calabria ha conquistato il seggio da senatore.

Tutto era cominciato qui, quindi. Anche se non ce n’eravamo accorti. Il 22 ottobre 2017 i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, su mandato della procura di Palmi, avevano arrestato quattro ragazzi

pc 17 marzo - Il SOLE 24 ORE giornale dei padroni è in campo per trovare soluzioni alla formazione del governo... ovvero al loro nuovo comitato d'affari per portare avanti gli interessi dei borghesi contro i proletari, alimentando razzismo e populismo

PROGRAMMI SOTTO LA LENTE
Dalla Fornero al Jobs act: cosa unisce e cosa divide M5S e Lega
–di Mariolina Sesto  16 marzo 2018

L’ipotesi di un governo M5S-Lega tiene banco. Almeno per ora. Non è però un mistero che i programmi dei due partiti - pur convergenti su alcuni temi - differiscono non poco su argomenti rilevanti come il fisco e il lavoro. Si comincia allora a ragionare su quali potrebbero essere i punti di un potenziale piano programmatico comune: quali linee di mediazione potrebbero passare? Su quali temi si può dialogare e su quali invece è esclusa ogni trattativa?

Le affinità sul no alla Fornero
L’ostilità alla legge Fornero avvicina i due potenziali alleati. Più tranchant il leader leghista che in mille occasioni ha promesso di abolire la “Fornero” nel primo consiglio dei ministri di un suo ipotetico esecutivo. I Cinque stelle usano l’espressione «superare la riforma Fornero» ma la sostanza non cambia molto: si tratterebbe di introdurre quota 41 di contributi per consentire di andare in pensione prescindendo dall’età anagrafica. Tra abolizione e superamento comunque non sembra così difficile trovare una linea comune.

PROVE TECNICHE DI ALLEANZA  16 marzo 2018
Reddito di cittadinanza, i «paletti» della Lega ai Cinque Stelle
Sul jobs act linee poco conciliabili
Sul centralissimo tema lavoro il prossimo governo dovrà ripartire dal jobs act. In questo caso è Salvini a parlare prudentemente di «superamento». La linea - comune anche a Forza Italia - è quella

pc 17 marzo - L'IMPERIALISMO VISTO DAL The Financial Times

Per la formazione teorica, ideologica, politica della classe operaia combattente d'avanguardia nella costruzione del partito e nella battaglia rivoluzionaria

ESCALATION PROTEZIONISTA
America contro Cina: quando la guerra commerciale rischia di diventare guerra reale
–di Gideon Rachman  13 marzo 2018

Le basi del rapporto tra Cina e Stati Uniti si sono sgretolate la scorsa settimana, sotto i colpi di due eventi chiave: la sbandata protezionistica negli Usa e la virata cinese verso un sistema monocratico. Negli ultimi quarant'anni, le due maggiori economie mondiali hanno abbracciato entrambe la globalizzazione, fondandosi ognuna sulla certezza che l'altra si sarebbe comportata in un certo modo: i cinesi davano per scontato che gli Stati Uniti avrebbero continuato a sostenere il libero commercio; gli americani confidavano che la liberalizzazione economica in Cina alla fine avrebbe determinato anche una liberalizzazione politica.

Entrambe queste certezze sono andate in frantumi: domenica scorsa l'Assemblea nazionale del popolo ha ratificato senza fiatare una modifica costituzionale che consentirà al presidente cinese Xi Jinping di governare a vita; tre giorni prima, il presidente americano Donald Trump aveva annunciato l'introduzione di dazi su acciaio e alluminio, twittando che «le guerre commerciali sono belle e facili da vincere».

Ma la spensierata sicurezza di Trump non tiene conto dei pericoli che comporta scatenare una guerra commerciale. I rischi non sono semplicemente di natura economica: una guerra commerciale aumenta

pc 17 marzo - Capire e lottare contro il mondo esistente - Lenin, “...la divisione del mondo tra due potenti trust non esclude che possa avvenire una nuova spartizione non appena sia mutato il rapporto delle forze, in conseguenza dell’ineguaglianza di sviluppo come effetto di guerre, di crack, ecc.”

dalla formazione operaia on-line...
E’ sempre necessario e lodevole in ogni epoca in cui ci si trova e si utilizza l’imperialismo di Lenin, fare questa analisi aggiornata, utilizzando i dati dell’epoca. Ma non è questo lo scopo del corso di formazione che ha invece l’obiettivo chiaro e semplice di dare ai proletari che vogliono capire e lottare contro il mondo esistente, l’arma per leggere i processi che sono comunque sotto gli occhi di tutti e che producono gli eventi generali e particolari delle condizioni di vita e di lavoro delle masse.
Con i progressi nella tecnica del capitalismo, i “cartelli” si concentrano sempre più e, grazie alla funzione che svolgono le banche, diventano concentrazioni industriali e finanziarie, e nelle crisi, in realtà, lungi dall’andare in rovina, accelerano quei processi che portano all’aumento della potenza di fuoco dei grandi cartelli industrial-finanziari, che possiamo chiamare, per semplificare, multinazionali. Sin dall’epoca di Lenin erano nei grandi paesi capitalistici, segnatamente Usa e Germania, che si concentravano questi cartelli e questi processi.
Nel tempo è chiaro che si è sgranato il quadro dei paesi del mondo e che comunque il centro di esso è divenuto sempre più gli Usa.

La sgranatura dei paesi capitalisti e di paesi imperialisti e dei cartelli a cui essi fanno riferimento, ha portato innanzitutto ad una spartizione mondiale dei mercati tra questi paesi. Una spartizione non immutabile, ma, come dice Lenin, “...la divisione del mondo tra due potenti trust non esclude che possa avvenire una nuova spartizione non appena sia mutato il rapporto delle forze, in conseguenza dell’ineguaglianza di sviluppo come effetto di guerre, di crack, ecc.”...

- Nell'esplorazione, si prevede di spendere circa 3,5 miliardi con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari, perforando circa 115 pozzi in 25 Paesi.

TENARIS -  (target a 15,5 euro) apprezzati il posizionamento in Argentina, Messico e shale Usa; la solida struttura finanziaria; il miglioramento della generazione di cassa attesa nei prossimi anni oltre 2 mld

Tenaris Dalmine torna a volare 
con il gas del Mediterraneo 
L’utile sale del 133%

Al lavoro per i grandi giacimenti in Egitto e Israele. Con la commessa «Leviathan» volumi record di tubi fino al 2018. E tornano le assunzioni. 130 dipendenti sperimentano il telelavoro

Equita vede il petrolio in media a 64 dollari, buy Eni e Tenaris
Entro la fine del decennio potrebbero esserci pressioni al rialzo sui prezzi del petrolio vista la prolungata fase di sotto-investimenti nel periodo 2014-2018. Eni (target alzato a a 17 euro) è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi del piano e migliorare la remunerazione per gli azionisti. Di Tenaris (target a 15,5 euro) apprezzati il posizionamento in Argentina, Messico e shale Usa; la solida struttura finanziaria; il miglioramento della generazione di cassa attesa nei prossimi anni oltre 2 mld
di Francesca Gerosa

E' in miglioramento la dinamica domanda/offerta nel settore petrolifero ed Equita  conferma la sua preferenza per Eni  e Tenasris. Il saldo tra domanda e offerta di petrolio sta migliorando, hanno spiegato gli analisti della sim, sia per la decisione dell'Opec di estendere

venerdì 16 marzo 2018

pc 16 marzo - 8 MARZO RIVOLUZIONARIO IN CANADA



pc 16 marzo - Savona. Una morte che viene da lontano

L’uomo impiccato sul treno a Savona era coinvolto nel processo Andreotti-Sindona

Genova - L’uomo trovato impiccato ieri nel bagno del treno Thello in viaggio fra Nizza e Milano, mentre era fermo in stazione a Savona, è l’88enne Osvaldo Cocucci, italo-argentino il cui nome figura nelle carte dei processi a Giulio Andreotti in cui vennero esaminati anche i “misteri” legati al faccendiere Michele Sindona, morto suicida in carcere dopo essere stato condannato per avere commissionato l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore del Banco Ambrosiano.
Secondo quanto rivelato dagli investigatori, le indagini sulla ricostruzione della morte di Cocucci a bordo del Thello sono state avviate dalla Polfer e dalla squadra Mobile della di Savona: il suo nome compare nelle relazioni della commissione Antimafia, in cui si dice che era a capo di una banda italo-argentina di cui faceva parte anche Federico Corniglia, personaggio della malavita milanese, collaboratore di giustizia ascoltato dai magistrati riguardo alla ricostruzione di un presunto incontro fra il senatore Andreotti e “Frank” Coppola a Roma nel 1970.

pc 16 marzo - Thyssenkrupp - ma quale grazia!? ci vorrebbe ben altro!

Rogo Thyssen, ex manager chiede la grazia al presidente Mattarella

Marco Pucci sta scontando dal 2016 la pena a 6 anni e 3 mesi di reclusione. Nell’incendio morirono 7 operai

Le famiglie dei sette operai morti contrarie. 

I dirigenti tedeschi pur condannati mai in carcere


Ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica uno degli ex manager della Thyssenkrupp

pc 16 marzo - Perché è importante sostenere lo Spring Thunder Tour a sostegno della guerra popolare in India?

Perché è importante sostenere lo Spring Thunder Tour?

In India la guerra popolare si intensifica ogni giorno di più. Guidata dal Partito Comunista dell'India Maoista coinvolge e gode dell'appoggio di milioni di contadini poveri, donne, masse di intoccabili, e oggi controlla una decina di Stati della Confederazione indiana.
Una guerra di popolo contro la miseria, lo sfruttamento capitalistico feudale, nelle Regioni dove sono più acute le contraddizioni prodotte dal turbolento sviluppo di saccheggio di risorse, oppressione di caste e sfruttamento, da parte del capitalismo indiano legato all'imperialismo.

Le masse indiane, dirette dal Partito Comunista dell'India maoista, stanno scrivendo una pagina storica nello scontro di classe attuale nel mondo.
Lo sviluppo della guerra popolare in India conferma che è la rivoluzione oggi la tendenza principale nel mondo e che il maoismo assume un ruolo di comando e guida nella nuova ondata cdella rivoluzione mondiale contro l'imperialismo in crisi.
Il proletariato mondiale comprende che l'avanzamento della guerra di popolo in India mette in discussione i rapporti di forza non solo nella Regione sud asiatica ma in tutto l'assetto del sistema imperialista mondiale.

Il Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare lancia una grande campagna internazionale attraverso l’Europa, lo Spring Thunder Tour, da condursi in tutte le forme, nel maggior numero di paesi possibili.
Questa campagna è e deve essere l'espressione dell'internazionalismo proletario e dell'avanzamento dell'unità del proletariato internazionale, dei rivoluzionari, delle forze democratiche e delle nazioni e dei popoli oppressi di tutto il mondo.

Comitato Internazionale di Sostegno alla guerra popolare in India
csgpindia@gmail.com
marzo 2018


¿Por qué es importante apoyar el Spring Thunder Tour? (Comunicado del Comité Iinternacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India)

La Red de  Blogs Comunistas  (RBC) se une a la difusión de la campaña Spring Thunder Tour (Trueno de primavera) del Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India (CIAGPI), en solidaridad internacionalista con la lucha de los pueblos de la India contra el capitalismo, el sistema de castas y contra toda explotación.

¿Por qué es importante apoyar el Spring Thunder Tour ?
Resultado de imagen de comite de apoyo a a guerra popular en la indiaLa Guerra Popular en la India se está intensificando día a día, dirigida por el Partido Comunista de India Maoísta, que implica y cuenta con el apoyo de millones de campesinos pobres, mujeres, masas de los intocables, y controla ahora cerca de diez Estados de la Confederación de la India.

Una Guerra Popular contra la pobreza y la explotación capitalista y feudal, en las regiones donde son más agudas las contradicciones creadas por el turbulento desarrollo del saqueo de recursos, de la opresión de casta y de la explotación, por el capitalismo hindú vinculado al imperialismo.
Las masas de toda la India, dirigidas por el Partido Comunista Maoísta de la India, están escribiendo una página historica de la lucha de clases en el mundo actual.
El desarrollo de la Guerra Popular en la India confirma que hoy la revolución es la tendencia

pc 16 marzo - Migranti/polizia succede anche a Madrid

Madrid. Notte di scontri con la polizia dopo la morte di un immigrato


A Madrid una serata di scontri con la polizia a seguito della manifestazione di immigrati a attivisti antirazzisti che ieri sera sono scesi in strada nel quartiere di Lavapies, a Madrid, per protestare dopo la morte di Mame Mbaye Ndiaye, un venditore ambulante senegalese di 35 anni.
L’uomo è morto per un arresto cardiaco, ma secondo alcuni testimoni sarebbe stato colto

pc 16 marzo - 16 marzo 2003: contro fascismo e razzismo DAX vive nelle lotte!

















STORIA DI CLASSE - 16 marzo 2003: Dax odia ancora!

Nella notte tra il 16 e il 17 marzo 2003, Davide “Dax” Cesare, usciva insieme ad alcuni compagni da un bar della zona ticinese, a Milano, vicino al Centro Sociale O.R.So. Fuori, ad aspettare i ragazzi, un paio di neofascisti armati di coltello spalleggiati da un terzo elemento più anziano. Si scoprirà poi, che i due ragazzi sono fratelli e che ilterzo uomo è il padre. L’aggressione dei neofascisti è rapida e particolarmente violenta. Numerose coltellate vengono inferte nei punti vitali: Dax non giungerà vivo all'ospedale; altri due ragazzi sono feriti (uno in modo grave).
I tre, Davide e i due compagni, vengono infine portati al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, dove oltre alla notizia della morte di Dax si assiste al delirio poliziesco di quella notte. Gli amici ed i compagni che si erano radunati nei pressi del pronto soccorso infatti, vengono duramente caricati dalla polizia fino all’interno dell’ospedale, con aggressioni selvagge e caccia all’uomo al solito grido di “comunisti bastardi”. Il motivo è chiaro: la questura di Milano ha subito cercato di fermare qualsiasi reazione dei compagni.
Infine giunge l’ultima vergogna: le menzogne che i giornali e i mezzi stampa pubblicano dal giorno dopo, presentando l’aggressione come “una rissa tra bande”. Il pestaggio dei giovani al San Paolo come una giusta reazione delle forze dell’ordine alle intemperanze dei compagni, che, a quanto dichiarato dal questore “volevano portare via la salma del loro amico”. Le testimonianze di chi all’ospedale era presente hanno in seguito smentito quelle prime ricostruzioni volte a coprire il comportamento della questura.

Neanche a dirlo, nessuno dei poliziotti coinvolti è stato condannato.

pc 16 marzo - Marocco: violenti scontri a Jerada contro povertà e disoccupazione

Marocco in piazza dopo l’ennesimo omicidio di stato

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2016/11/pc-11-novembre-marocco-in-piazza-dopo.html
riportiamo Da TUNISIERESISTANT un utile articolo del 2016 per capire la situazione di oggi dei proletari in Marocco
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dal quotidiano Il manifesto
INTERNAZIONALE  

Inverno rovente in Marocco. Sotto tiro gli irriducibili del Rif

Nordafrica ribelle. Cresce la repressione contro Hirak, il «Movimento» che da oltre un anno protesta nelle strade. Anche a Jerada le rivendicazioni sociali diventano lotta per la libertà dei prigionieri




pc 16 marzo - Migliaia in piazza in Brasile per l'assassinio di Marielle - info mfpr

Migliaia di donne e di uomini hanno invaso le piazze di Rio e di altre città brasiliane per stringersi ancora una volta a Marielle.

pc 16 marzo - Altri 4 morti sui luoghi di lavoro anche ieri 15 marzo.

Da Carlo Sorcinelli

Un solo appunto pubblico da parte nostra: 
Carlo, il governo del paese che sta per nascere anche su questo sarà peggiore del precedente, che era peggiore dell'altro precedente....
I fascio/populisti 5 stelle-lega ecc. sono un'altra forma di governo dei padroni..
Solo un governo operaio può fare cose diverse... Ma questo governo non nasce, nè nascerà mai dalle elezioni
Sarà anche arrivato il momento di capirlo?

Urge un governo del paese che abbia a cuore la vita dei lavoratori, cosa che non è stata fatta in questi dieci anni di monitoraggio In questi dieci anni di monitoraggio mi sono reso conto di quanto è distante la politica da chi lavora: politica che non ha a cuore neppure l’incolumità dei lavoratori.ma come hanno fatto quelli che hanno governato le amministrazioni nazionali e locali ad avere questo atteggiamento. Oltre 14000 morti sul lavoro complessivi in questi dieci anni, di questi oltre 6500 sui luoghi di lavoro, Nessun calo, nonostante ci vogliono far credere il contrario per alleggerire le loro responsabilità. In questa ultima legislatura sono stati oltre 6000 i morti complessivi di questi oltre 3500 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere. In questi giorni l’anniversario della tragedia di Elisabetta Montanari, una nave dove persero la vita 13 lavoratori, morti come topi in trappola. La stessa morte dei 4 lavoratori morti a Milano. Stessa sorte. Anche ieri sono morti due agricoltori a causa del trattore. Sono già nove dall’inizio dell’anno, Con Martina Ministro delle politiche agricole oltre 500 e abbondantemente oltre i 600 nell’ultima legislatura. Gli altri due morti di ieri: a Chiavari, dove ha perso la vita Dino Rocca di 48 anni, una morte orrenda, schiacciato da un cassone di un camion; per estrarlo da sotto il cassone ci sono voluti mezzi speciali dei Vigili del Fuoco. Anche in provincia dell’Aquila ce stato un altro lavoratore morto alla cartiera Burgo di Avezzano. Marco Di Donato aveva solo 43 anni Davvero speriamo nel prossimo governo, speriamo che ci siano primo ministro e ministri attenti alla vita di chi lavora. 

pc 16 marzo - ACCORDO CONFINDUSTRIA/CGIL-CISL-UILI: LA DITTATURA SINDACALE


L'articolo "Il "regalo" alle lavoratrici per l'8 marzo di Camusso/Cisl/Uil e padroni" sul nuovo modello contrattuale (http://proletaricomunisti.blogspot.it/2018/03/pc-10-marzo-il-regalo-alle-lavoratrici.html) ha suscitato alcuni commenti, nella mailing list di nonunadimeno, alcuni negativi altri no.
Ne riportiamo alcuni:
"Certo fa impressione vedere le mani di politici, confindustria (controparti di lavoratrici e lavoratori) e sindacati (che dovrebbero rappresentare lavoratrici e lavoratori) strette una all'altra e sentire parlare di accordo positivo. Sono 40 anni ormai che questi "concertano"e fanno patti, con i risultati che conosciamo tutte, e ancora non basta?... l'accordo è una ennesima iattura per tutti, in primis le donne".
Invece:
Direi che allegare il testo dell'accordo sarebbe stato cosa utile e gradita dal momento che ci si rivolge a una platea che non è detto si occupi quotidianamente di modello contrattuale...
specifico che non sto difendendo l'accordo che pur trovo positivo ma che sto criticando l'uso di questo indirizzario per le proprie propagande (perché affermare che a prescindere un sindacato di base è migliore di uno confederale o di un altro è pura propaganda - in quanto i giudizi si danno sulle azioni ai vari livelli e non in modo generico e anche in quanto i sindacati di base sono miriadi e dentro c'è di tutto....).
Ancora:
"E' ora di finirla con queste decisioni scellerate a discapito dei lavoratori che "lorsignori " dei sindacati concertativi usano solo per mantenersi ben saldi alle loro poltrone.
Sia i Contratti Nazionali che gli accordi oramai salvaguardano solo il benessere dei padroni creando così  stipendi da fame per i lavoratori e incentivi per i vari capi e capetti.
Io direi che è arrivata l'ora che si miri a sradicare questo regime e che i sindacati di base, oramai messi in angolo proprio dagli accordi fatti da "lorsignori", facciano di tutto, che tutti noi facciamo di tutto, per dare dignità ai lavoratori sempre più sottopagati e sfruttati.
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In effetti è necessario tornare proprio sulla questione dei sindacati che nel punto dell'accordo è affrontato nel capitolo "Democrazia e misura della rappresentanza" che, guarda caso (?), all'inizio si sofferma sul TU sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 che fissa le strette regole e i paletti per cui i sindacati possono essere "rappresentanti" dei lavoratori e sedersi ai Tavoli contrattuali.
"Guarda caso", perchè, come abbiamo scritto il dieci marzo sul "patto di fabbrica", la "misura della

giovedì 15 marzo 2018

pc 15 marzo - LE MOSTRE - 2 - LE DONNE DELLA LEGA: CASA, PATRIA E SICUREZZA

«I nostri temi femminili? Legittima difesa, famiglia e immigrati»
di FLAVIA PERINA
...41 donne elette nei collegi uninominali e almeno 27 nel proporzionale... Le donne per la Lega non sono un genere o un sesso titolare di particolari questioni e di specifici diritti ma heimat, patria, focolare, radice della comunità.  
Rispetto alle donne degli altri partiti hanno superato una selezione particolarmente dura, di cui sono consapevoli e anche orgogliose. La Lega non è mai stata un partito amico delle donne. Nessuna quota, scarsissima attenzione. Uno Statuto fatto dagli uomini per gli uomini....
«La battaglia per la declinazione al femminile degli incarichi non ci interessa», dice Claudia Maria Terzi, classe ’74, già sindaco di Dalmine e assessore lombardo all’Ambiente.
"In archivio dovrà andare l’idea di imporre una parità assoluta tra uomo e donna: noi sappiamo che i ruoli sono distinti, che ci sono cose che le donne fanno meglio e cose più adatte agli uomini». 
...i suoi problemi sono quelli di tutti: la fragilità della famiglia, i soldi, la fatica delle cure parentali ad anziani e bambini, e ovviamente la sicurezza che resta in cima alle priorità attraverso le proposte programmatiche sulla lotta all’immigrazione e sulla legittima difesa.
Tutte giurano che nella Lega non hanno mai avuto problemi di discriminazione. Però quando fai una domanda concreta - «Ma davvero senza quote tu avresti avuto un capolistato, un collegio, un’opportunità?» - la risposta collettiva è un onesto «no» e qualcuna ride dicendo: «Ma figuriamoci, in lista ci sarebbero solo uomini, come dappertutto, peraltro»

pc 15 marzo - LE MOSTRE - 1 - LA TORTURATRICE HASPEL

In un normale stato di diritto, un funzionario pubblico con il curriculum di Gina Haspel dovrebbe essere implicato in vari processi penali e, quasi certamente, ritrovarsi con una lunga condanna sulle spalle. 
L’ascesa fino ai vertici dell’agenzia di Langley di Gina Haspel è inestricabilmente legata al dilagare del ricorso a metodi illegali e criminali da parte dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti negli anni successivi agli attentati dell’11 settembre 2001...
Al 2002 risale l’incarico più controverso di Gina Haspel, quando cioè fu inviata in Thailandia per dirigere le prigioni segrete destinate a ricevere sospettati di terrorismo rapiti in varie parti del mondo, dal Marocco al Pakistan al Medio Oriente, all'Italia nel caso di Abu Omar...
i maltrattamenti, le torture e le violenze descritte in maniera esplicita da chi li aveva subiti, ma anche dall’introduzione al rapporto del Congresso sugli interrogatori della CIA, pubblicato nel 2014, erano dunque responsabilità diretta della Haspel.
I casi di due detenuti, in particolare, appaiono come macchie indelebili... ad esempio che Abu Zubaydah era stato soggetto alla famigerata tecnica del “waterboarding” per ben 83 volte in un solo mese. Altri

pc 15 marzo - IL BUSINESS DELLA MONTELLO HA DIETRO IL LAVORO SPORCO DELLE DONNE, IMMIGRATE - MA L'8 MARZO HANNO SCIOPERATO!



Dal tondino alla differenziata L’arte dell’economia circolare - Il caso dell’azienda Montello: oggi trasformano i rifiuti della Lombardia


Dal Corriere della Sera di oggi: "...Oggi la Montello ha raddoppiato i suoi dipendenti (sono 662) e tratta ogni anno 200 mila tonnellate di rifiuti plastici, più o meno quelli prodotti da 8 milioni di abitanti, mentre è in crescita l'altro grande business dell'azienda, il riciclo di rifiuti organici... La Montello è diventata anche un'azienda virtuosa: funziona con energia autoprodotta, riutilizza tutta l'acqua delle lavorazioni, svolge opera di alfabetizzazione sulle numerose scuole in visita e, ed è alla ricerca di nuovi business...".

MA SULLA PELLE DI CHI STA COSTRUENDO PADRON SANCINELLI QUESTA FORTUNA? 

Ce lo hanno detto le operaie della Eko-Var una delle tante cooperative che lavorano nella Montello; le donne, di cui la maggioranza immigrate, che fanno il vero lavoro tra i rifiuti.
La faccia "pulita" della Montello, i suoi profitti, ha dietro il lavoro "sporco" delle cooperative dell'appalto, in cui le donne sono pagate meno degli uomini, in cui lavorano 8 ore ma ne vengono pagate meno, operaie a cui vengono negati diritti sindacali, che subiscono ricatti di ogni tipo...
Ma l'8 marzo queste operaie con coraggio hanno scioperato per la prima volta! 

 Sciopero donne operaie Montello



pc 15 marzo - Brasile - nuovo crimine reazionario - Uccisa l'attivista Marielle Franco



Marielle Franco, 38 anni,è stata uccisa in pieno centro a Rio de Janeiro mentre in un auto stava tornando da una manifestazione per la difesa dei diritti delle donne di colore. Anche il suo autista è stato ucciso mentre un’altra donna che era in macchina è rimasta illesa. Secondo i primi elementi dell’inchiesta, i colpi sono stati esplosi da un’altra macchina che ha affiancato l’auto della consigliera.
L’associazione per i diritti umani Amnesty International ha chiesto "un’indagine immediata e rigorosa", in modo che "non ci sia dubbi sul contesto, le motivazioni e gli autori "dell’assassinio della consigliera comunale.
Nelle ultime settimane Marielle Franco aveva denunciato l’aumento della violenza della polizia nelle favelas. Lei aveva anche contrastato la decisione del presidente brasiliano Michel Temer di affidare all’esercito la sicurezza di Rio per cercare di contenere l’escalation della violenza ....
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Marielle Franco

Marielle aveva 38 anni e si presentava come "figlia della Marea" (cria da Maré). Il Maré è la favela o quartiere della zona Nord di Rio.

pc 15 marzo - Brasile: il governo super corrotto e assassino di Temer, in fortissima crisi politica ed economica, decreta l’intervento militare a Rio de Janeiro…


Sulla turbolenta situazione in Brasile riportiamo l’editoriale del giornale A Nova Democracia.

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Brasile - Intervento militare e colpo di stato
Editoriale – Giornale A Nova Democracia.
Anno XVI, n. 205 – prima quindicina di marzo 2018

Il decreto federale di intervento militare a Rio de Janeiro, che copre tutto il settore della sicurezza, tra cui polizia civile, vigili del fuoco e sistema carcerario, è un ulteriore passo verso il colpo di stato militare controrivoluzionario che prepara una futura e inevitabile insurrezione popolare che già tormenta l'asse Washington-Brasilia. In definitiva, è un ballon d’essai nella preparazione dell'opinione pubblica nazionale e internazionale per lo stesso.

Una quadriglia composta dal presidente e del suo ministro della Difesa, due bambolotti ventriloqui, circondati da due generali, ha fatto l'annuncio di un intervento militare in uno scenario di crisi generalizzata. Lì, la supremazia dell'esercito sul dirigente demoralizzato esprime chiaramente il completo fallimento del sistema politico di uno stato in aperta decomposizione.

Le forze armate di un paese sono la forza principale del suo Stato, il potere di fatto e, quindi, l'ultima istanza per garantire la legge e l'ordine imposto dalle classi dominanti - nel caso del Brasile, la grande borghesia e i proprietari terrieri al servizio degli imperialisti, principalmente yankee - come coloro che mantengono storicamente la nostra sottomissione nazionale.

Rio de Janeiro è la vetrina del Brasile, all'interno e all'esterno del paese, e la sede della Rete Globo, egemone nel monopolio dei media che pretende l'ultima parola in termini di politiche pubbliche applicate allo Stato e la difesa degli interessi del "mercato" e dell'imperialismo.