La
mattina dell'8 marzo centinaia di donne e uomini erano in piazza
Maggiore a Bologna per partecipare allo sciopero globale delle donne
organizzato dalla rete Non Una Di Meno.
A
metà mattinata si sono affacciati in piazza la leghista Lucia
Borgonzoni e il capogruppo di Forza Italia Marco Lisei dichiarando che
"la piazza è di tutti".
Una chiara
provocazione da parte di chi ogni giorno porta avanti politiche
razziste, fasciste e non perde occasione per fare becero populismo sui
corpi delle donne.
Dalla bambola
gonfiabile sul palco di Matteo Salvini, alla giustificazione della
tentata strage di Macerata la Lega ha sempre usato la violenza sulle
donne come scusa per fomentare odio e razzismo.
La
violenza sulle donne esiste solo se possono essere loro a difenderle.
Quindi la donna deve essere
bianca ed eterosessuale e l'uomo ne.gro, se musulmano ancora meglio. Le migranti possono anche morire tutte annegate in mare e se sfortunatamente sopravvivono per loro c'è la ruspa.
bianca ed eterosessuale e l'uomo ne.gro, se musulmano ancora meglio. Le migranti possono anche morire tutte annegate in mare e se sfortunatamente sopravvivono per loro c'è la ruspa.
Al
grido di "siamo tutte antifasciste" la piazza ha creato un cordone per
impedire la sfilata ai due, e non ha fatto un passo indietro fino a
quando non hanno lasciato la piazza, Lisei ha poi dichiarato: "È
intervenuta subito la polizia" e "Stiamo ragionando se esporre o meno
denuncia. Questa gente è la vergogna di Bologna e una vergogna per tutte
le donne."
Le donne che difendono
l'autonomia della propria piazza secondo Lisei andrebbero quindi
denunciate e sono cosa vergognosa per chi non ammette la lotta come
autodeterminazione dal modello patriarcale e maschilista.
La
Borgonzoni, invece, si lagna per la mancata solidarietà femminile: "per
loro una donna di centrodestra può essere insultata e spintonata", ma
centra il punto: sono le idee a dividerci e non la fi.ga ad unirci. In
una piazza dichiaratamente antifascista e antirazzista non c'è posto per
chi gioiva dello sgombero dell'Ex Telecom. Dov'era la solidarietà per
tutte quelle donne buttate in mezzo ad una strada con le loro famiglie?
E
per non smentire la tradizione della gogna mediatica, Lisei pubblica
sul suo profilo Facebook il video che ha girato in piazza scatenando
centinaia di commenti. Il repertorio è sempre il solito: dall'augurio di
stupro alla difesa delle vere donne passando per epiteti come cesse,
vacche, isteriche, pelose, tro.ie. Tutto l'immaginario che spunta ogni
volta che si nomina una femminista!
Eccoli
dunque i paladini delle donne, pronti ad augurarti la morte o lo stupro
se non ti comporti come una vera donna (sempre secondo loro)!
Ma
non abbiamo bisogno di essere salvate e sappiamo benissimo da che parte
stare: ogni volta che un fascista o un razzista proverà a prendere
parola sui nostri corpi, ci troverà là.
Ci vorrebbero sottomesse, ma siamo libere e autodeterminate!
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