Collettivo Universitario Autonomo Bologna
Lorenzo, conosciuto da tutti come Dibi,
resta in carcere a Piacenza. Il giudice nonostante il parere favorevole
del Pm alla scarcerazione e alla richiesta dei suoi legali, ha deciso di
lasciarlo in cella per l’accusa di semplice resistenza. E’ la prima
volta in Italia che per una resistenza semplice viene ordinata e
mantenuta la carcerazione rendendo palese l’intento di differenziazione
di trattamento per un militante politico. Quindi questa è una decisione
esclusivamente politica con cui il giudice vuole punire l’intero
movimento antifascista italiano che ha saputo realizzare nel mese di
febbraio una
straordinaria mobilitazione di contrasto al “Prima gli Italiani” della peste nera di Lega Nord, Casa Pound e Forza Nuova. Insieme a lui resta in carcere anche Giorgio, altro compagno antifascista piemontese in attesa del riesame. Il tribunale con questa scelta conferma la linea da campagna elettorale ordinata da Minniti, il ripescato, e Renzi, l’eterno perdente non più segretario, che con lo “sbatteteli in carcere” e l’intensificazione “spettacolare” degli arnesi repressivi contro le piazze (elicotteri, idranti, grate, lacrimogeni) pensavano di racimolare qualche voto nelle recenti elezioni che invece passeranno alla storia come il capolinea indecoroso del partito democratico.
Da questo punto di vista la decisione del giudice è una
palese ripicca dettata da interessi politici reazionari contro il
movimento antifascista anche nella fase post-elettorale.straordinaria mobilitazione di contrasto al “Prima gli Italiani” della peste nera di Lega Nord, Casa Pound e Forza Nuova. Insieme a lui resta in carcere anche Giorgio, altro compagno antifascista piemontese in attesa del riesame. Il tribunale con questa scelta conferma la linea da campagna elettorale ordinata da Minniti, il ripescato, e Renzi, l’eterno perdente non più segretario, che con lo “sbatteteli in carcere” e l’intensificazione “spettacolare” degli arnesi repressivi contro le piazze (elicotteri, idranti, grate, lacrimogeni) pensavano di racimolare qualche voto nelle recenti elezioni che invece passeranno alla storia come il capolinea indecoroso del partito democratico.
La
mobilitazione piacentina fu invece una giornata di lotta importante per
il movimento antifascista che vide protagonisti gli operai della
logistica, giovani proletari della regione e solidali battersi con
coraggio contro l’apertura della sede di Casa Pound, ennesimo covo in
regione dove si allenano le milizie suprematiste a sparare contro
africani e stuprare studentesse ebree, e a propagandare il loro
messaggio di violenza e sopraffazione neofascista. E’ stata una giornata
rivendicata dal movimento intero che in contemporanea sfilava a
Macerata in 30000 dopo la tentata strage del leghista Luca Traini. E’
stato un corteo rabbioso e tumultuoso contrastato con sciocche rigidità
dalla celere e dai carabinieri. Sarà molto interessante durante il
processo sapere infatti la ragione che ha spinto qualcuno ad ordinare a
quattro carabinieri di bloccare il passaggio del corteo nel percorso
autorizzato mentre gli altri celerini si ritiravano in gran fretta.
Quanto avvenuto a Piacenza d’altronde sono cose che possono succedere, e
di routine, durante una manifestazione, ma che vedono nella stragrande
maggioranza dei casi i manifestanti colpiti con ferocia a terra. Questa
volta però l’occasione per mediatizzare l’accaduto e farne pretesto del
solito mantra degli opposti estremismi era per il governo occasione
troppo ghiotta, ed oggi Dibi è ancora in carcere solo per soddisfare
quell’interesse politico ben chiaro e definito. Contro Dibi è infatti
iniziata fin da subito una campagna di disinformazione e calunnia,
attivata da ben precisi account nei social network e ripresi dalla
stampa che ha reso note generalità della famiglia e biografia
completamente inventata del nostro compagno. Abbiamo aperto una sfilza
di fascicoli per querele che siamo certi aiuteranno la cassa di
solidarietà e sostegno alle spese processuali dei nostri compagni.
Lorenzo
è un giovane precario e studente che per tirare avanti e pagarsi gli
studi lavorava come fattorino per just eat. E’ uno come noi, che quando
non studia e non lavora si alza la mattina di buon'ora per andare a
difendere le famiglie dagli sfratti o per raggiungere nella periferia
emiliana qualche magazzino dove gli operai della logistica sono in
sciopero, oppure lo si incontra nelle piazze e nelle strade di Bologna
insieme ai movimenti della città a lottare contro lo ingiustizie e per
la dignità da sempre calpestata da governi e sfruttatori. Contro di lui,
così come contro Giorgio, si sta scatenando la reazione all’importante
febbraio antifascista e facciamo appello a tutti i compagni e le
compagne in Italia a solidarizzare e ad attivarsi per pretenderne
l’immediata liberazione. Per quanto ci riguarda attiveremo una campagna
di solidarietà che si articolerà con numerose iniziative e fin da subito
caratterizzeremo la nostra partecipazione al presidio di domenica
mattina alle 10h in via Mascarella in memoria per Francesco Lorusso nel
segno della solidarietà antifascista e della pretesa di scarcerazione
immediata degli antifascisti in carcere. Si tratta del primo passo a cui
seguiranno altri momenti sia a Bologna che nel resto d’Italia. Un tempo
ci chiamavano banditi, oggi ci chiamano delinquenti ma siamo sempre gli
stessi e le stesse giovani, che con generosità e coraggio hanno messo
al primo posto nei propri scopi di vita il contrasto alla peste nera
fascista. Andiamo orgogliosi di Dibi e di Giorgio, detto Brescia, e con
serena determinazione e a testa alta ci batteremo per la loro immediata
scarcerazione così come oggi salutiamo con gioia la scarcerazione di
Mustafà, l’altro compagno operaio antifascista che era stato arrestato
in pompa magna proprio come gli altri due, manco fossero stati i nemici
pubblici dell’umanità. Ma tant’è, cosa non si è fatto pur di
accontentare i capricci di Minniti, il ripescato…
W il febbraio antifascista contro la peste nera!
Dibi libero!
Giorgio libero!
Libertà per gli/le antifa!
Dibi libero!
Giorgio libero!
Libertà per gli/le antifa!
Collettivo Universitario Autonomo Bologna
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