In questi primi cento giorni il
governo Musumeci è stato accusato, dai mezzi di comunicazione che se ne sono
interessati, di essere un governo “fantasma”, insomma un governo che non
governa. Sarà perché finalmente, dopo aver provato e riprovato, il burocrate
ingessato Musumeci, è riuscito nell’intento di diventare Presidente della
Regione, e soddisfatto della vittoria si è fatto vedere il meno possibile (è
stato accusato dai suoi e dai suoi alleati di non essersi impegnato in questa
ultima campagna elettorale), sarà perché lui e il suo governo sono
assolutamente incapaci di risolvere alcunché, fatto sta che questa è stata anche
la percezione nella cosiddetta opinione pubblica.
Ai dati di questi sconsolanti
primi cento giorni, si aggiungono quelli “economici” e della condizione della
popolazione siciliana più in generale come riportato dallo studio periodico della
Diste Consulting commissionato dalla Fondazione Curella. (per chi volesse
leggere il resoconto fatto da palermo today: http://www.palermotoday.it/economia/report-sicilia-2018-diste-fondazione-curella-dati.html)
(I funerei Musumeci e Armao)
E sono dati (ancorché
“ufficiali”) che confermano a dir poco la gravità della situazione in Sicilia:
“… più di 200 mila famiglie residenti vivono in assoluta povertà, per
un totale di quasi 600 mila persone che contribuiscono alla crescita delle
disuguaglianze sociali”; i ricchi in Sicilia rispetto ai
poveri sono ancora più ricchi che in tutta Italia: “… il quinto più ricco della popolazione siciliana avrebbe un reddito di oltre otto volte del quinto più povero; su scala nazionale il rapporto sarebbe di circa sei volte (Istat).”
poveri sono ancora più ricchi che in tutta Italia: “… il quinto più ricco della popolazione siciliana avrebbe un reddito di oltre otto volte del quinto più povero; su scala nazionale il rapporto sarebbe di circa sei volte (Istat).”
“… i disoccupati – tra quelli ufficiali e quelli potenziali – restano vicini a un milione, mentre i pochi posti di lavoro creati nel triennio
sono per lo più precari e a basso salario, se non in nero.”
“La disoccupazione giovanile rimane assai problematica (58% circa),
malgrado un gran numero di giovani si sia ritirato dal mercato del lavoro
scoraggiato dalle scarse prospettive d’impiego.”
E quelli che lavorano diventano
sempre più vecchi! “La polarizzazione dell’occupazione verso le classi d’età
più avanti negli anni ha alzato l’età media dei lavoratori, raffigurando nel
tempo una specie di “senilizzazione” del
mercato del lavoro: dai 40 anni circa del 2007 l’età media è salita nel
2016 a 44 anni”.
“Crescita” del prodotto interno
lordo di fatto inesistente…
Davanti a questa condizione
generale nessun governo borghese, per di
più politico-mafioso, ha la capacità di risolvere i problemi. E infatti, il
nuovo vicepresidente della Regione e assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao,
che tanto piace a Berlusconi, riferendosi a questi dati non fa nemmeno lo
sforzo di apparire ottimista: “… la pur lenta ripresa non è ancora accompagnata
da un rilancio degli investimenti in Sicilia. La spesa europea deve ancora partire, ma non potrà che sortire effetti
limitati. Il Patto per la Sicilia
– ha aggiunto Armao - è frammentato e deve essere rimodulato ed il governo
nazionale, che ha riaperto la questione del Sud, non riesce ancora a rendere
operativa la clausola di salvaguardia sul vincolo del 34% delle risorse
destinate agli interventi nel Mezzogiorno.”
Certo il quadro a tinte fosche di
ogni precedente amministrazione serve ai “nuovi” a mettere la mani avanti sugli
effetti che avranno le loro politiche, ma è comunque il riconoscimento che i vari
governi nazionali, come hanno fatto in tutti questi anni, attuano politiche che
impoveriscono ancora di più tutto il sud.
Ma Armao, e quindi il governo
regionale, sono complici di queste politiche, per cui le uniche “soluzioni” che
trova sono chiacchiere fondate sul nulla: “Occorre investire in conoscenza – ha
proseguito Armao …” e questo lo dicono tutti, tanto per fare bella figura! E poi
ancora la solita solfa degli aiuti alle imprese che già fa il pieno con quelli
nazionali: “occorre puntare a una Regione innovatrice [innovatrice di che?, ndr]
che attragga investimenti mediante la
leva fiscale e sostenga nuove iniziative imprenditoriali” anche con il
tentativo di istituire le Zone Economiche
Speciali che permettono ai padroni di non pagare le tasse e portare via tutti i
profitti!
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