La
rivoluzione indiana ha le proprie radici nella rivolta dei contadini
di Naxalbari nel 1967, quando per la prima volta i contadini
occuparono le terre dei latifondisti supportati dal governo e dal
revisionista pci (marxista).
Da
quel momento i rivoluzionari all’interno di quel partito si
ribellarono contro la propria direzione, supportarono il movimento
contadino e infine fondarono un nuovo partito il pci (m-l).
l’India
è ancora un paese semicoloniale e semifeudale anche se nelle grandi
città la classe operaia diventa sempre più numerosa e attiva. Il
PCI (m-l) decise quindi di portare avanti la rivoluzione di Nuova
Democrazia tramite la strategia della GP di l.d. organizzando i
contadini e le popolazioni tribali nelle campagne e nelle foreste,
costruendo gli embrioni del nuovo potere li con l’obiettivo di
accerchiare le città dalle campagne.
Dopo
varie scissioni e successive fusioni, dal 2004 il PCI(m) viene
fondato riuscendo ad unire tutte le principali esperienze
rivoluzionarie che nel corso degli anni avevano aderito alla GP.
L’India
è un paese enorme, circa 1 miliardo e 300 milioni di persone, ci
sono oltre 20 lingue ufficiali e migliaia di dialetti, sono presenti
quindi diverse nazionalità oppresse dal governo centrale e
popolazioni tribali che pur essendo formalmente cittadini della “più
grande democrazia del mondo” subiscono gravi discriminazioni,
vengono cacciati dalle loro terre che vengono concesse alle
multinazionali per sfruttare le ricche risorse nazionali del paese.
l’imperialismo quindi non ha mai smesso di controllare
economicamente il paese tramite il governo locale in mano alla
borghesia compradora in affari con l’imperialismo stesso.
Le
donne sono anche oggetto di gravi discriminazioni e negli ultimi anni
si sono verificati gravi casi di stupri e uccisioni che diventano
sempre più numerosi.
Il
PCI (m) quindi organizza tutti questi settori della società
nell’EGPL e nel FDR nella GP.
Attualmente
le forze rivoluzionarie controllano vaste aree chiamate ZCR e dalla
borghesia CR, per avere un’idea, l’area in cui si sviluppa la
rivoluzione è in 15 stati e 165 distretti, nelle zone liberate dal
PCI (m) in cui non vi è più la presenza del vecchio Stato, vivono
circa 60 milioni di persone che già si autogovernano in maniera
embrionale: i contadini sono proprietari della terra che coltivano,
vi sono scuole, ospedali e tribunali popolari. Sono state costituite
milizie popolari a difesa dei villaggi dagli attacchi della polizia.
Invece l’EGPL, si occupa di portare avanti la riv. Tramite la
guerra di guerriglia.
Nel
2009 il primo ministro indiano ha definito i maoisti “il più grave
pericolo alla sicurezza interna del paese” lanciando l’operazione
Green Hunt, una vera e propria guerra contro il popolo. Con
l’utilizzo di forze paramilitari, il governo per permettere alle
multinazionali di sfruttare le risorse, ha raso al suolo interi
villaggi, ucciso e stuprato, ha incominciato a usare armi sempre più
sofisticate anche con il supporto dell’entità sionista, esperta
nella guerra contro il popolo palestinese, con cui sono stati firmati
vari accordi militari e di vendita di armi.
Possiamo
affermare che la Rivoluzione di Nuova Democrazia è la più grande
rivoluzione al mondo in corso. Diretta dal più grande partito
rivoluzionario, con un esercito guerrigliero forte di decine di
migliaia di combattenti e organizzazioni di massa (sindacati, donne,
studenti ecc) forti di milioni di aderenti nelle campagne e nelle
città. La vittoria di questa rivoluzione rappresenterebbe un forte
colpo per l’imperialismo e una grande speranza per tutti i popoli
oppressi e i lavoratori di tutto il mondo.
Ma
da quando l’operazione GH si è intensificata omicidi selettivi di
rivoluzionari sono stati portati avanti e si è cercato di zittire il
movimento democratico nelle grandi città che denuncia l’operazione
genocida del governo.
Per
questo è nato il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra
Popolare Indiana con comitati nazionali in differenti paesi: Italia,
Francia, Stato Spagnolo, Germania, Austria, Olanda, Irlanda,
Inghilterra, Finlandia, Norvegia, Svezia, Serbia, Brasile, Cile,
Equador, Messico, USA, Canada, Sri Lanka e Tunisia.
L’obiettivo
dei comitati è quella di denunciare a livello internazionale la
natura fascista e repressiva del governo indiano e dell’operazione
GH, di denunciare che l’India non è affatto la “più grande
democrazia del mondo” ma la più grande prigione di popoli come
dicono i compagni.
Secondariamente
il comitato sostiene la strategia della GP in India: in tutti i paesi
non vi puo’ essere reale cambiamento delle condizioni di vita delle
masse popolari senza la conquista del potere politico e cio’ puo’
avvenire tramite l’organizzazione cosciente del “mare armato
delle masse” contro ogni pia illusione elettorale e pacifista. È
necessario in altre parole costruire gli strumenti necessari, un
partito rivoluzionario, un fronte unito delle classi sociali
oppresse, e una forza popolare armata per fronteggiare il nemico
altrettanto organizzato. È una contraddizione parlare di
“democrazia” quando vi è uno stato di polizia che accusa di
terrorismo chi si ribella per i propri diritti, che arresta gli
attivisti sinceramente democratici perché criticano il governo e che
permettono ad estremisti religiosi di organizzarsi, contro tutto
questo la risposta è proprio la Rivoluzione di Nuova Democrazia
portata avanti con la strategia della GP di ld.
I
singoli comitati nazionali conducono attività diverse e variegate in
base alle specifiche condizioni nazionali e alla loro composizione.
Si va da assemblee come queste, a manifestazioni davanti le
ambasciate indiane (come facciamo qui per GIA) a petizioni di
solidarietà firmate da lavoratori e studenti, a scritte sui muri, a
grandi manifestazioni di contadini come successo in Brasile. Attività
simili sono state fatte anche qui in Tunisia, il movimento contadino
di Jemna per bocca di Taher Tahri ha già espresso la solidarietà e
anche Ridha Barkati ha fatto lo stesso rinnovando recentemente il suo
supporto alla rivoluzione indiana.
Nei
prossimi mesi il Comitato condurrà una campagna internazionale per
la liberazione di tutti i prigionieri politici indiani (circa 10
milioni) e in particolare di 3 prigionieri simbolici: Saibaba, Ajith
e Kobadh Ghandi.;
Il
caso di Saibaba è emblematico: è un prof di inglese all’Università
di Nuova Delhi. Come prof ha organizzato diversi meeting denunciando
le atrocità dell’Operazione Green Hunt dentro e fuori
l’università. Per questa ragione è stato arrestato con l’accusa
di terrorismo ed è stato anche condannato all’ergastolo! È bene
sapere che il prof. G.N. Saibaba è disabile al 90% ed è su una
sedia a rotelle.
Tra
questi prigionieri politici vi sono anche molti operai metalmeccanici
che hann scioperato e sono stati accusati dal governo di appartenere
al pci (m) e anche molti studenti che hanno denunciato l’operazione
GH come genocida dimostrando che non si tratta affatto di una “lotta
antiterrorista”.
La
campagna prenderà il nome di “Spring Thunder” e si svolgerà nei
paesi sopracitati durante i mesi di aprile e maggio con diverse
attività e, dove possibile, si organizzeranno manifestazioni sotto
le ambasciate indiane per chiedere l’immediato rilascio dei
prigionieri politici indiani. Speriamo che questa assemblea possa
gettare le basi per rafforzare questa importante campagna
internazionale anche in Tunisia.
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