martedì 8 ottobre 2024
pc 8 ottobre - Palermo - la questione e l'intervento alla Fincantieri - circolo proletari comunisti palermo
Noi abbiamo come punto di riferimento dell'attività politico-sindacale nel nostro campo, nella regione, nella nostra città, Palermo, soprattutto la Fincantieri. E negli anni c'è stata anche la ex Fiat di Termini Imerese.
La Fincantieri attualmente è la fabbrica più grande che c'è, addirittura dentro la città, e quindi la sua importanza per l'attività dei compagni, per noi, è veramente rilevante. È bene inquadrare innanzitutto la Fincantieri in questo momento, nello sviluppo che ha avuto in questi anni.
In questi ultimi anni la Fincantieri man mano ha trasformato la sua produzione di navi che sempre più si è spostata verso navi di tipo militare. Era un'attività che già svolgeva in parte, negli anni precedenti, ma come uno dei piccoli rami di cui si occupava, probabilmente per sperimentare anche forme produttive di elaborazione tecnologiche. Ma adesso lo sviluppo è veramente enorme. Vediamo in che forma questo si inserisce nel contesto dell'economia di guerra e di quello che diceva il compagno, del fatto che la Fincantieri diventa parte, come deciso dal governo, come fonte di produzione di guerra. La dimensione innanzitutto è internazionale, perché la Fincantieri è presente in quasi tutti i paesi del mondo. Secondo loro, tranne l'Africa. Poi è praticamente presentata dappertutto. La produzione principale è in Italia, poi ci sono gli Stati Uniti che hanno una grande produzione tutta militare, e diciamo altri paesi, per esempio in Australia dove c'è pure la produzione. 22.000 operai, secondo le statistiche loro, di cui 10.000 circa in Italia distribuiti 8 stabilimenti.
Quello di Palermo è uno dei più piccoli, dal punto di vista dei numeri: facciamo un esempio, Marghera ha 1000 operai Fincantieri, mentre Palermo fra operai e impiegati ne ha circa 400, metà operai e metà
pc 8 ottobre - Gravina di Puglia, un nuovo terribile femminicidio pluri annunciato - dal blog femminismorivoluzionario
Maria Arcangela Turturo temeva di essere uccisa. Ed è avvenuto. Il marito "ha dato fuoco all'auto su cui si trovava la moglie e poi, quando la donna ricoperta di ustioni è riuscita a uscire dalla vettura in fiamme, l'ha raggiunta, bloccata a terra e soffocata con il peso del proprio corpo e premendole un ginocchio sull'addome. "Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola, mi ha chiuso in auto con le fiamme", le ultime parole della donna prima di morire.
lunedì 7 ottobre 2024
pc 7 ottobre - Tiziano libero subito!
"Tiziano è attualmente agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni.
Accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni gravi.
La prossima udienza sarà il 14 novembre.
In tante e tanti stamattina a Piazzale Clodio abbiamo aspettato l'esito.
Nonostante tutto si respirava un'aria buona.
La solidarietà scalda i cuori e spezza le catene dell'isolamento che ci
vorrebbero imporre. Nessun3 da sol3! Palestina libera! ❤️🔥"
Inviato da iPhone
pc 7 ottobre - Napoli, operaio muore nel porto commerciale - padroni e governo assassini - la strage quotidiana continua!
Napoli, operaio muore nel porto commerciale: travolto da un mezzo meccanico a 60 anni. Antonio Nazzaro era un operaio dei Magazzini Generali
pc 7 ottobre - Ultim''ora: hanno vietato la fiaccolata per la Palestina di stasera a Torino MA SI FARA' LO STESSO!
dalla necessità che sentivamo e sentiamo di metterci al servizio dei diritti, primo quello di
manifestazione del pensiero, tanto spesso negato o calpestato sotto i talloni degli anfibi.
La decisione di vietare la fiaccolata di questa sera a Torino da parte del Questore ci allarma e
impone anche a noi di far sentire la nostra voce.
Purtroppo il (nuovo) Questore - forse anch'egli vittima dell'imponente campagna mediatica che da
mesi difende i crimini del Governo di Israele, a dispetto anche delle decisioni ed argomentazioni
della Corte Internazionale di Giustizia e di vari organismi delle Nazioni Unite, o forse mal
informato dai suoi stessi uffici - sembra aver dimenticato o non aver colto che il 7 ottobre è la data
di inizio di uno dei più evidenti e gravi atti contro i diritti fondamentali di una intera popolazione e
di messa in atto di un programma genocidiario ai danni della popolazione di Gaza (e, oggi del
Libano). Parole come “animali umani” rivolte ai cittadini gazawi, o l'esaltazione dell'obiettivo di
“distruggere Gaza”, così come le quotidiane immagini di migliaia e migliaia di morti, di
devastazione, di distruzione, non hanno evidentemente lasciato un segno maggiore di una scritta
sulla carlinga di un aereo pubblicitario o di un paio di manifestazioni. Le decine di migliaia di
donne, uomini, bambini, di civili, massacrati sino ad oggi non hanno trovato alcuno spazio nelle
pc 7 ottobre - I divieti di manifestare a Roma del governo fascio imperialista Meloni si scontrano con l'estensione della protesta e con la solidarietà
Dai compagni operai di Bergamo di proletari comunisti fermati e minacciati di "foglio di via" - Seguono messaggi, foto dei blocchi di tanti altri compagni e compagne
I divieti a manifestare a Roma il 5 ottobre e tutte le iniziative di polizia concretamente realizzate in questa direzione sono stati sostenuti anche con l’accentuazione della campagna mediatica di criminalizzazione della resistenza palestinese e di tutto il sostegno e la solidarietà che in questo anno si sono consolidati in tantissime iniziative di piazza e non solo.
Giornali e tv poi, tra una valanga di menzogne, diffamazioni e insulti al movimento pro Palestina, (uno per tutti l’antisemitismo strumentalizzato per sostituirlo e oscurare l’antisionismo) si sono via via concentrati per esaltare gli allarmi del Ministero degli Interni fino alla sintesi del ‘pericolo infiltrati violenti nelle manifestazioni del 5 ottobre’.
E quindi giustificare la macchina repressiva del governo fascista
Tra le operazioni di controllo e di filtro, del ‘movimento pro Palestina’, c’è il grande spiegamento di forze che ha realizzato una cintura attorno alla città, e in alcuni casi direttamente dai posti di partenza fermando, perquisendo ordinari bus di linea facendo scendere e bloccando i compagni, praticando il divieto di manifestazione mirato, tanto quanto illegittimo, verso chi ‘aveva precedenti di ordine pubblico’, riaccompagnando a Bologna scortandolo con le auto della polizia il bus da Bologna, fermando un bus da Pisa. I blocchi sono stati molti ai caselli di Roma, con compagni che hanno attivamente protestato in mezzo all’autostrada per il fermo, alcuni sono stati portati nelle questure per la consegna dei fogli di via, lasciati in piedi per ore in una stanza senza possibilità di andare in bagno guardati a vista, senza possibilità di mangiare, senza telefoni.
Un’azione preventiva da stato di polizia, fortemente centrata sull’uso dei fogli di via, strumenti amministrativi emessi dalle Questure, che permettono di colpire immediatamente i compagni, che ha avuto uno dei suoi momenti a Poggio Mirteto, piccolo centro alle porte di Roma dove è stato fermato il
pc 7 ottobre - Il comunicato dei Giovani Palestinesi d'Italia - GPI e dell'Unione Democratica Arabo Palestinese - UDAP sulla grande giornata del 5 ottobre a Roma
OLTRE LA REPRESSIONE:
PIÙ DI 15MILA IN PIAZZA PER LA PALESTINA
Comunicato sulla piazza
nazionale del 5 ottobre a Roma
Qualcuno aveva detto che l'Italia non era pronta a manifestare a un anno dal 7 ottobre. Invece, più di 15mila persone, da Roma e da tutta Italia, hanno paralizzato la capitale per la Palestina.
Mentre il 5 ottobre in tutto l’Occidente il movimento in solidarietà al popolo palestinese scendeva in piazza, l’Italia è stato l’unico paese a non permettere che ciò accadesse. Centinaia di manifestazioni si sono tenute a sostegno e in favore della libertà per i popoli colpiti dalla morsa violenta del sionismo. Da Londra, New York, Toronto, Parigi, Barcellona, Madrid, Berlino, Amsterdam, Bruxelles e tante altre.
L’Italia infatti è stato l’unico paese in Europa a vietare la manifestazione ad un anno dall’inizio del genocidio. Le istituzioni italiane hanno provato con ogni mezzo a impedire la riuscita di questa piazza. Fin dal divieto alla manifestazione è stato chiaro quale fosse l'intento del Governo, del quale la Questura di Roma si è fatta portavoce. L'intenzione era quella di spegnere una mobilitazione che si sta dimostrando capace di poter disturbare gli interessi delle classi dirigenti, pienamente allineate e complici del sionismo.
Nell’ultimo anno, infatti, ciò che, come realtà palestinesi, abbiamo portato avanti, insieme al movimento di solidarietà, non è mai stata solo una vaga richiesta di “stop al genocidio”.
Le nostre rivendicazioni puntano alla radice della questione: il problema non è riducibile a Netanyahu, è il sistema di occupazione coloniale ad essere sotto accusa, e per fermare questo sistema bisogna inceppare la macchina bellica, dalla progettazione delle armi alla loro commercializzazione.
È per questo che sabato siamo scesi in piazza per la Palestina e per il Libano, ma anche contro il DDL 1660, vile strumento repressivo che mira a criminalizzare il dissenso e la lotta, ben oltre la causa palestinese. Precisamente perchè questo orizzonte di lotta è stato accolto e alimentato da migliaia di
pc 7 ottobre - Dichiarazione congiunta internazionale a base della Settimana internazionalista d'azione a sostegno della Resistenza Palestinese
Intensificare le azioni e fare avanzare in maniera sempre più poderosa il movimento militante, di massa, in appoggio alla causa palestinese.
Sono passati già 12 mesi dall’inizio dell’offensiva criminale da parte dello stato terrorista di Israele contro il popolo palestinese. Da allora oltre 40.000 palestinesi sono stati assassinati, tra essi donne e bambini e oltre 100 mila risultano feriti
I sionisti durante i loro bombardamenti, massacri e occupazioni, hanno obbligato più di un milione di palestinesi a spostarsi verso il sud della striscia di Gaza. Senza dubbio i genocidi sionisti stanno sviluppando un’operazione per occupare il sud della striscia di Gaza. I sionisti vogliono annientare il popolo palestinese, appropriarsi del suo territorio e risorse, cercando di spingere i palestinesi nel deserto del Sinai in Egitto, vecchio progetto di spostamento forzato che lasci il cammino libero all’occupazione definitiva di tutto il territorio della Palestina.
La loro intenzione di annientare il popolo palestinese pere appropriarsi del suo territorio e risorse, cercano di spingere i palestinesi nel deserto del Sinai in Egitto. Un vecchio progetto di deportazione forzata che lasci il cammino libero ad Israele per occupare definitivamente il territorio della Palestina.
Rafah, città a sud della striscia di Gaza, è servita come rifugio dei palestinesi, concentrando quasi un milione e mezzo di persone in un piccolo territorio, dove vivono sotto bombardamenti e ostacoli posti dalle forze israeliane perché arrivino aiuti umanitari.
Questo aggrava la crisi umanitaria poiché la popolazione palestinese che si trova a Rafah sta soffrendo malattie infettive prodotte dalla mancanza di acqua potabile, scarsità di mezzi di igiene, insicurezza alimentare, mancanza di ospedali e rifugi in buone condizioni causati dalla costante offensiva dei sionisti. Sono tanti i bambini che muoiono non solo per i bombardamenti ma per la mancanza di cure e di cibo.
Secondo le informazioni della stessa Agenzia sanitaria dell’ONU, circa l’80% dei bambini palestinesi minori di 5 anni non riescono a mangiare tutti i giorni.
Questo si unisce con l’intenzione dei sionisti di colpire anche moralmente il popolo palestinese con atti violenti che vanno al di là del massacro dei civili. La distruzione premeditata dei templi, dei luoghi di vita, scuole, università, ospedali, unita alla privazione di acqua, energie, attacca selvaggiamente la vita dei palestinesi, distrugge le speranze, li espone a morte lenta.
Gli assedi agli ospedali violano le fondamentali regole della guerra, causando effetti pesanti con distruzione delle infrastrutture per assistere infermi e feriti, assassinare il personale medico e assediare le zone vicine.
Il popolo palestinese deve sopportare soldati delle forze sioniste che burlano e disprezzano la loro condizioni, ballano sulle rovine delle loro case e riprendono disprezzabili scene che esaltano le loro azioni, fuse con assurdi spot commerciali delle TV. I loro video nei social sono pieni di discorsi anti palestinesi, uniti a dichiarazioni razziste dei governanti israeliani ed educazione violenta sui bambini, insegnandoli ad odiare i palestinesi fin da piccoli.
Il genocidio contro il popolo palestinese non è solo opera del sionismo israeliano. Gli Stati imperialisti che prestano il loro appoggio sono responsabili, specialmente Stati Uniti, Gran Bretagna con gli altri governi imperialisti europei, Germania, Francia, Italia, ecc. complici.
Gli imperialisti yankee appoggiano senza condizione il loro cane da guardia in Medio Oriente. Utilizzano il loro potere di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU per bloccare qualunque misura di iniziativa di pace, inviano armi e denaro ai sionisti per rafforzare il loro potere militare, e recentemente con un atto che molti considerano storico il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un progetto di legge per sanzionare la Corte Penale Internazionale per aver disposto l’arresto dei dirigenti politici sionisti.
A fronte di tutto questo il popolo palestinese e le sue Organizzazioni di Resistenza, oppongono nelle condizioni date un’eroica resistenza, continuando ad assestare colpi alle truppe di occupazione, di invasione genocida.
Esprimiamo il massimo appoggio a questa Resistenza.
Il genocidio contro il popolo palestinese ha acceso la solidarietà internazionale che da ottobre non si è mai fermata.
I proletari e i popoli del mondo hanno mantenuta alta la causa della liberazione della Palestina, condannando la feroce offensiva sionista.
Respingendo la repressione degli Stati reazionari, le masse hanno realizzato meeting e grandi manifestazioni, richiedendo di fermare l’aggressione, sviluppando il boicottaggio delle imprese israeliane e di quelle che appoggiano i sionisti, esigendo la rottura delle relazioni e i trattati dei governi con Israele; fino allo straordinario sviluppo negli ultimi mesi del movimento degli studenti che ha incendiato le Università, le strade, dagli Usa, all’Europa a tutto il mondo, ricordando il movimento di solidarietà con la causa del popolo vietnamita degli anni 60 e 70.
Sotto la pressione delle masse, alcuni governi hanno interrotto le relazioni con Israele e hanno obbligato parte degli organismi internazionali a promuovere azioni giuridiche.
La Corte Internazionale di Giustizia ha accolto la domanda presentata dal Sud Africa e sostenuta da altri Stati che ordina ai sionisti la cessazione immediata delle operazioni militari contro la striscia di Gaza. La Corte Penale Internazionale ha emesso ordini di arresto contro il Ministro Netanyahu e il suo Ministro di Difesa, Gallant.
Ma nello stesso tempo ha ordinato la detenzione dei dirigenti di Hamas.
Quest’ultimo fatto dimostra il carattere borghese della CPI nell’equiparare la violenza degli oppressori e quella degli oppressi.
A fronte della situazione è necessario ora più che mai intensificare le azioni e fare avanzare in maniera sempre più poderosa il movimento militante, di massa, in appoggio alla causa palestinese.
La pressione popolare deve elevarsi a scioperi di solidarietà, ad azioni sempre più dure contro i governi che appoggiano Israele e le Ambasciate israeliane in ogni angolo del mondo.
I partiti e le organizzazioni comuniste marxiste-leniniste-maoiste devono svolgere un ruolo sempre più di prima fila in questo movimento, intorno alle rivendicazioni di massa condivise:
esigere che le truppe israeliane abbandonino la striscia di Gaza e la Cisgiordania;
esigere che le truppe imperialiste abbandonino la regione e cessino le loro azioni militari in Medio Oriente in appoggio allo stato di Israele e contro le forze solidali con il popolo palestinese, in Mar rosso, in Libano, ecc.;
esigere la rottura delle relazioni diplomatiche, commerciali, militari con Israele;
esigere che i governanti sionisti siano giudicati per crimini di guerra e genocidi.
Nello stesso tempo invitiamo che nelle manifestazioni di solidarietà con il popolo della Palestina e di denuncia del genocidio dei sionisti, si realizzi anche la denuncia dell’azione che sta realizzando lo stato fascista hindutva di Modi/India, grande sostenitore del governo di Netanyahu, appoggiato dall’imperialismo Usa contro i popoli indigeni, tribali in questo paese. Una campagna di stampo genocida, denominata ‘Operazione Kaghaar’, nel mezzo della quale vengono perpetrati massacri e deportazioni forzate, assassinati civili e dirigenti dei popoli tribali, attivisti e dirigenti rivoluzionari; così come vengono perseguitati giornalisti, difensori dei diritti umani che si oppongono. Operazione che mira a soffocare la lotta di liberazione delle masse indiane, la guerra di popolo anti imperialista delle masse popolari.
I lavoratori e i popoli del mondo devono appoggiare la resistenza e la guerra di liberazione nazionale del popolo palestinese, dentro la lotta di liberazione definitiva dei popoli dallo sfruttamento e l’oppressione capitalista, imperialista, che sarà possibile con il trionfo delle rivoluzioni in ogni paese e l’avanzata della rivoluzione proletaria mondiale, per sradicare dalla faccia della terra ogni forma di oppressione e sfruttamento.
Proletari e popoli del mondo uniamoci contro l’imperialismo!
Viva la lotta di liberazione del popolo palestinese!
Palestina libera!
Lista aperta di adesioni
International Commitee Support People's War India
Communist (Maoist) Party of Afghanistan
Communist Party of Australia (Marxist-Leninist)
Communist Party of Turkey - Marxist Leninist (TKP-ML)*
Communist Worker Union (mlm) Colombia
Construction Committee of the Maoist Communist Party of Galicia
Maoist Communist Party – Italy
Proletarian Party Of Purbo Bangla(PBSP)/Bangladesh*
Red Road of Iran (Maoist group)
Revolutionary Study Group (USA)
Revolutionary Communist Party of Uruguay
Chinese Proletarian Alliance Communist Party*
Partito marxista-leninista italiano
Russian Maoist Party
Reagroupacion Proletaria de Peru'
Maoist Communist Committee – Brazil.
per materiali e adesioni alla Dichiarazione e alla settimana di azione
info per l'Italia pcro.red@gmail.com
ICSPWI csgpindia@gmail.com
*con nota di commento
pc 7 ottobre - Le ragioni della manifestazione del 5 ottobre e la mobilitazione internazionale dal 7 al 13 ottobre
Proletari comunisti e una rappresentanza di
lavoratori e lavoratrici dello Slai Cobas sc e del Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario sono stati alla manifestazione nazionale del 5 ottobre
indetta dai Giovani Palestinesi e da altre realtà palestinesi.
Dalla Controinformazione rossoperaia ORE 12 di venerdì 4 ottobre
"Questa
manifestazione ha avuto una larga adesione e condivisione da parte innanzitutto
di tutti i compagni e compagne, di realtà politiche, sindacali, studentesche
che si sono mobilitati in questo lungo anno dopo il 7 ottobre a sostegno del
popolo palestinese, la più grande mobilitazione di tipo politico che ci sia
stata in questo paese nell'arco di questo anno, a dimostrazione dei grandi
sentimenti di solidarietà internazionale e internazionalista che animano una
parte delle masse nel nostro paese. Pensiamo alle prese di posizione che vi
sono state nelle realtà dei posti di lavoro, con partecipazione di gruppi di
lavoratori alle manifestazioni. Pensiamo alla grande mobilitazione giovanile e
in particolare studentesca nelle università e nelle differenti città italiane
in cui ci sono state manifestazioni che non si sono limitate a solidarizzare
con il popolo palestinese, ma hanno messo sotto accusa le autorità
universitarie e governative che permettevano nelle università la piena libertà
allo Stato di Israele, la sua penetrazione economica, politica, militare,
culturale e, strettamente legata ad essa, la penetrazione delle grandi
industrie belliche che in questo conflitto sono schierate con lo Stato di
Israele e in parte contribuiscono ad armarle, in primo luogo la Leonardo.
Manifestazioni che hanno cercato di contrastare a livello di opinione pubblica
e popolare la narrazione tossica, falsa, espressa dalla parte rilevante dei
giornali della stampa borghese e padronale e dalle televisioni che hanno
criminalizzato il popolo palestinese per essersi ribellato con una grande e
clamorosa azione di resistenza in occasione del 7 ottobre, un'azione che
intendeva dire basta con l'occupazione, basta con l'invasione dei
territori palestinesi, basta con i massacri e gli arresti, basta con
l'operazione che voleva fare della Palestina una grande prigione, un grande
lager.
Le masse palestinesi si sono ribellate attraverso le loro organizzazioni della Resistenza. Chi ha partecipato all'azione del 7 ottobre è parte della Resistenza palestinese, delle sei
domenica 6 ottobre 2024
pc 6 ottobre - LIVE Roma, manifestazione pro-Palestina la piazza, gli interventi, il corteo... - L'intervento del compagno operaio dell'Ilva dello Slai cobas sc di Taranto
pc 7 ottobre - La parola ai manifestanti del 5 ottobre su Radio onda rossa
Diecimila in piazza per la Palestina nonostante intimidazioni e repressione
Data di trasmissione
Corrispondenza con un'avvocata del Legal Team, dopo la mattinata di identificazioni
Durata 6m 47s
Corrispondenza da piazzale Ostiense
Durata 4m 10s
Un compagno di Firenze da piazzale Ostiense
Durata 2m 53s
Corrispondenza con un compagno di Bergamo. Bus fermato a Poggio Mirteto
Durata 2m 23s
Corrispondenza da piazzale ostiense
Durata 1m 57s
Corrispondenza da piazzale ostiense
Durata 4m 46s
Corrispondenza da piazzale ostiense di una compagna di Milano per la Palestina
Durata 2m 7s
Corrispondenza di uno studente pisano dal casello di Roma Ovest
Durata 4m 12s
Corrispondenza da piazzale ostiense
Durata 9m 13s
Corrispondenza da piazzale ostiense
Durata 2m 22s
Corrispondenza dalla piazza dopo le cariche
Durata 4m 21s
Corrispondenza da via Marmorada
Durata 4m 7s
Durata 11m 9s
Diretta della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre 2024: dopo la mattinata che ha visto le forze dell'ordine bloccare, identificare, emettere fogli di via in diversi quadranti di Roma, nel pomeriggio abbiamo seguito la piazza con varie corrispondenze e sentito compagne/i di altre città i cui pullman sono stati bloccati prima dell'ingresso a Roma. In particolare un bus da Pisa è stato bloccato al casello di Roma ovest dove studenti e altri manifestanti hanno manifestato in autostrada.
A fine pomeriggio le forze dell'ordine hanno impiegato idranti, blindati, manganelli e una pioggia di lacrimogeni di fatto rendendo complesso il deflusso dalla piazza
[Palestina] [5ottobre] [piazziale ostiense] [manifestazione] [cariche]
pc 6 ottobre - Grandi manifestazioni per la Palestina anche a Parigi e a Londra - Report e foto da nostre compagne e compagni presenti
Più di 10.000 persone si sono ritrovate a Place de la Republique ed hanno attraversato la città invocando il cessate il fuoco e la fine del genocidio a Gaza.
« In questo momento, le nostre grida per il Libano occupato e invaso, verso Gaza, verso i popoli palestinesi negati da coloro che si vestono di simboli di libertà!".
Il corteo ha invocato la fine del massacro, la Palestina - e ora il Libano - sono diventati uno spazio "senza civili". Tutti terroristi, meritevoli di morire. Uomini, donne, bambini, è una mostruosità che deve finire.
Noi siamo la Francia, che rifiuta la complicità del suo governo con Netanyahu.
Tutti i mezzi di potere devono essere utilizzati per ottenere un cessate il fuoco immediato e incondizionato: la fine delle forniture di armi, una rottura dell'accordo di associazione economica, sanzioni contro il governo israeliano.
Ogni giorno che passa è una macchia di sangue in più sulla nostra umanità...
Emblematiche le parole del giornalista franco-israeliano Charles Enderlin: "Israele non è una democrazia, ma un'etnocrazia e un regime di apartheid genocida messianico."
La manifestazione si è svolta senza tensioni, blocchi o cariche della polizia.
I manifestanti, liberamente e democraticamente, hanno espresso il proprio dissenso forte e compatto verso il genocidio in atto.