sabato 25 dicembre 2021

Il blog proletari comunisti riprenderà il 2 gennaio 2022

Internazionalismo - Di Maio in Tunisia - una dichiarazione diffusa in italia e Tunisia

 I ministri del governo dell’imperialismo italiano Draghi, Di Maio e Lamorgese con le mani sporche di sangue nuovamente in Tunisia per rafforzare le politiche anti migranti


Il ministro degli affari esteri italiano Di Maio accompagnato dal ministro dell'interno Lamorgese si reca in visita in Tunisia il prossimo 28 Dicembre con l'obiettivo di rinnovare le pressioni italiane circa un'ulteriore rafforzamento repressivo delle politiche migratorie nel paese nordafricano.

Come già successo negli innumerevoli incontri bilaterali degli scorsi mesi, si annunciarenno doni e finanziamenti per rafforzare il controllo delle frontiere marittime e terrestri della Tunisia e probabilmente si chiederà per l'ennesima volta la creazione di strutture detentive per migranti simili ai CPR italiani per alleggerire la pressione su quest'ultimi e si proverà ad aumentare la quota settimanale di rimpatri.

La Tunisia post- 25 luglio a guida Saied nonostante i proclami di principio di quest'ultimo, non ha modificato la propria politica anti-migranti al servizio degli interessi dell'imperialismo italiano in particolare e dei paesi imperialisti europei in generale.

Si sono moltiplicate le operazioni di contrasto della guardia costiera tunisina, le espulsioni di cittadini dei paesi subsahariani in pieno deserto ai confini con la Libia e tutto ciò ha avuto come conseguenza il moltiplicarsi degli episodi di razzismo.


Intanto l'Italia investe nella militarizzazione delle proprie frontiere con la sponda sud del Mediterraneo con l'intenzione di piazzare batterie missilistiche a Pantelleria e Lampedusa, finanzia la repressione anti-migranti non solo in Tunisia ma anche in Libia, mentre migliaia di migranti sono morti negli ultimi anni e continuano a morire annegati ogni giorno (una recente stima enumera a 5.000 solo negli ultimi 10 anni), i migranti che ce la fanno ad arrivare sani e salvi sulle coste italiane sono oggetto di persecuzione poliziesca e incarcerazione illegittima nei CPR dove spesso trovano la morte com'è successo recentemente a due tunisini: Wissem Bel Abdel Latif morto nel suo letto d'ospedale dove era stato legato per tre giorni e Ezzdine Anani morto suicida, l'ennesimo, a causa delle estreme condizioni di detenzione in questi centri.


Morire in mare nei CPR o essere rimpatriati, questo è il destino riservato ai migranti dalla Tunisia da parte del governo italiano!


Nelle ultime settimane vi sono state alcune manifestazioni di protesta a Tunisi in centro città e davanti la sede dell'ambasciata italiana e in altre città del paese, per chiedere verità e giustizia sulla morte di Wissem Bel Abdel Latif e sulla sorte di centinaia di scomparsi in mare.


Salutiamo tali manifestazioni di sdegno e protesta che mostrano quanto la prossima visita dei rappresentanti del governo italiano in Tunisia sia indesiderata.


Di Maio e Lamorgese, governo italiano Draghi, assassini!


Regime tunisino complice!


Abbasso l'imperialismo italiano ed il regime capitalistico burocratico-compradore tunisino al suo servizio!


Per la libera circolazione dei migranti!


Per tutti i martiri migranti, pagherete caro, pagherete tutto!


Per l’unità dei proletari italiani e masse popolari tunisine in nome dell’internazionalismo proletario!


Proletari Comunisti/PCm Italia

26 dicembre 2021


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Internazionalismo - Contro l'ingerenza imperialista in Tunisia - comunicato congiunto italo/tunisino

 Contro l'ingerenza imperialista in Tunisia


I reazionari di tutti i tipi in Tunisia concordano come al solito sui benefici dell'ingerenza imperialista in Tunisia, ora vogliono che gli imperialisti vengano in loro aiuto dopo aver subito un duro colpo quando gli oppressi si sono ribellati ancora una volta in diverse città del paese.

I fondamentalisti oscurantisti e i liberali, servi dell'imperialismo, chiedono ai loro padroni americani ed europei di intervenire rapidamente in Tunisia e questo dopo la rivolta popolare del 25 luglio 2021 e le decisioni prese dal presidente Kaïs Saïed come il congelamento del parlamento, la revoca dell'immunità dei suoi deputati e il licenziamento del governo di Hichem Méchichi, al soldo dell'imperialismo e della reazione.

Gli imperialisti hanno risposto intensificando la pressione sul presidente tunisino affinché invertisse le sue decisioni e facesse un voltafaccia al popolo, soprattutto perché il regime tunisino è ancora sotto il loro controllo.

Le forze popolari rivoluzionarie, progressiste e patriottiche, così come la maggioranza del popolo tunisino, si oppongono a qualsiasi forma di ingerenza straniera anche se necessitano di una maggiore unità d'azione per contrastare più efficacemente i piani dell'imperialismo che mirano a restaurare il parlamento con le vecchie forze che lo compongono fino a una possibile aggressione imperialista.

Al riguardo, le parti e le organizzazioni che hanno sottoscritto la presente dichiarazione esprimono quanto segue:


Primo: denunciamo con forza l'ingerenza degli imperialisti in Tunisia che mira a mantenere il paese in uno stato semicoloniale e, tra gli altri, a rendere il paese un servo dei loro interessi "proteggendo" i loro confini marittimi dai proletari migranti come nel caso degli imperialisti francesi e italiani, che continuando ad esportare capitali nel Paese e controllandolo economicamente, contribuiscono al ricatto permanente del debito finanziario.


Secondo: facciamo appello a tutte le forze rivoluzionarie, progressiste e patriottiche in Tunisia affinché combattano attivamente contro questa ingerenza imperialista e i suoi agenti che operano all'interno dei confini nazionali e all'estero.


Terzo: chiediamo alle forze rivoluzionarie e progressiste del mondo di sostenere l'eroica lotta del popolo tunisino per l'indipendenza nazionale e il socialismo firmando e facendo circolare questo appello.


Partito Comunista maoista - Italia.

Partito degli Elkadehines* - Tunisia 03 novembre 2021


* in arabo (lavoratori più sfruttati/i più sfruttati)                       

Contre l’ingérence impérialiste en Tunisie


Les réactionnaires de tout bord en Tunisie sont d’accord comme d’habitude sur les bienfaits de l’ingérence impérialiste en Tunisie maintenant ils veulent que les impérialistes viennent à leur aide après avoir subi un coup dur quand les opprimés se sont une fois encore révoltés dans plusieurs villes à travers le pays.

Les intégristes obscurantistes et les libéraux; valets de l’impérialisme demandent à leurs maitres américains et européens d'intervenir vite en Tunisie et ceci après le soulèvement populaire du 25 juillet 2021, et les décisions prises par le président Kaïs Saïed tels que le gel du parlement le levé de l'immunité de ses députés et le limogeage du gouvernement de Hichem Méchichi, qui était à la solde de l’impérialisme et la réaction.

Les impérialistes ont répondu en intensifiant leurs pressions sur le président Tunisien en ce sens pour qu’il fasse marche arrière en revenant sur ses décisions et faire volte face au peuple surtout que le régime tunisien est encore sous leur contrôle. Les forces populaires révolutionnaires, progressistes et patriotiques, ainsi que la majorité du peuple tunisien, s'opposent à toute forme d'ingérence étrangère même si elles ont besoin d'une plus grande unité d'action pour contrer plus efficacement les plans de la l'impérialisme qui visent la restaurauration du parlement avec les forces anciennes qui le composent jusqu'à une éventuelle agression impérialiste .

À cet égard les partis et organisations signataires de cette déclaration expriment ce qui suit:


Premièrement : nous dénonçons fermement l’ingérence des impérialistes en Tunisie qui vise le maintient du pays dans un état semi-colonial et parmi plusieurs autre buts de faire du pays un serviteur de leurs intérêts en gardant leurs frontières maritimes contre les proletaires migrants comme c’est le cas pour les impérialistes Françaix et Italiens, tout en continuant à exporter des capitaux vers le pays en le contrôlant économiquement et en contribuant au chantage permanent de la dette financière.


Deuxièmement : nous appelons toutes les forces révolutionnaires, progressistes et patriotiques en Tunisie à lutter activement contre cette ingérence impérialiste et ses agents opérant à l'intérieur des frontières nationales et à l'étranger

Troisièmement : Nous appelons les forces révolutionnaires et progressistes du monde à soutenir la lutte héroïque du peuple tunisien pour l’indépendance nationale et le socialisme en signant et en faisant circuler cet appel.


Parti Communiste maoiste - Italie.

Parti Kadéhines - Tunisie. 03 novembre 2021




venerdì 24 dicembre 2021

Politica proletaria - La pandemia diventa ingovernabile, anche e sopratutto per la politica dei governi del capitale in Italia e nel mondo

La variante Omicron mostra il carattere endemico devastante che sta assumendo la pandemia in corso
Contagi e morti sembrano irrefrenabili.

La pandemia frutto del modo di produzione capitalista/imperialista, si è sposata con la crisi e si scarica su proletari e popoli oppressi

A fronte di essa esiste una soluzione strategica di lunga durata, la rivoluzione proletaria e  socialista nel mondo che affronti le cause strutturali e gli effetti della pandemia e le colpisca con una politica unica su scala nazionale e internazionale e una soluzione tattica per contenerla, secondo le condizioni di ciascun paese.

Qui e ora, noi siamo per la vaccinazione obbligatoria; le chiusure dei luoghi di vita dove non è possibile organizzare distanziamento, mascherine, tracciamento ecc; protocolli stringenti  a tutela del contagio e dei colpiti dal COVID, condivisi dalle organizzazioni dei lavoratori sui posti di lavoro; postazioni sanitarie di vaccinazione e supporto sanitario nei luoghi di lavoro, quartieri popolari, con il coinvolgimento di sindacati e associazioni a supporto delle strutture sanitarie di medici, infermieri e specialisti; emergenza sanitaria con più infermieri, più medici, più apparecchiature sanitarie necessarie; brevetti gratuiti su scala mondiale, senza discriminazioni geopolitiche che sono al servizio dei profitti delle grandi multinazionali farmaceutiche; repressione anti NOVAX con divieto di manifestazioni Novax e/o travestite da no green pass, chiusura dei siti delle fake news prevalentemente fascio/naziste, legate al circuito dei Trump, Bolsonaro, ecc., colpendo insieme le organizzazioni fascio/naziste negazioniste comunque si chiamino e si presentino; unita a una campagna rigida di base di isolamento e messa in condizione di non nuocere sui posti di lavoro e settori del popolo di posizioni novax - senza alcuna ambiguità.

Salvaguardia rigida, rispettando le normative strettamente sanitarie, della libertà di sciopero e di manifestazione delle lotte proletarie e popolari e della opposizione politica proletaria e popolare alla politica generale dei governi dei padroni

proletari comunisti
pcro.red@gmail.com
24 dicembre 2021

Politica proletaria - Presidente della repubblica - NO a Draghi - No a Berlusconi

L'elezione del presidente della repubblica ha preso come era nelle previsioni una brutta piega 

I signori del parlamento al servizio della classe dominante e dei loro alleati di piccola e media borghesia si trovano a una scelta tra Draghi con un suo uomo a capo del governo e saremmo di fronte a un semi-presidenzialismo di fatto - fuori dalle regole scritte della Costituzione - come tappa di transizione al presidente eletto direttamente dal 'popolo' - da sempre soluzione autoritaria e moderno fascista e Berlusconi, un presidente corrotto e corruttore gran padrino storico del malaffare e con evidente indegnità morale, giuridica e politica, che porterebbe rapidamente - elezioni o non elezione - a un governo fascista/razzista/populista a guida Salvini

Queste scelte sarebbero comunque la bancarotta dei partiti parlamentari e il Parlamento subirebbe un altro colpo di fatto, nel quadro in corso della debacle della democrazia borghese - testimoniata anche dal massiccio astensionismo elettorale

Niente di nuovo, nè di non previsto, in particolare dalla nostra analisi generale. Il problema resta che fa l'opposizione sociale, l'opposizione democratica, l'opposizione politica di sinistra di fronte a questo quadro ed eventualmente a queste scelte; che fanno sindacati confederali e di base, associazionismo antirazzista, antifascista, antimperialista e ambientalista.

E in questo quadro, che fanno i comunisti marxisti-leninisti-maoisti e le forte rivoluzionarie e antagoniste.

Di questo bisognerà parlare con le parole ed azioni da gennaio e in particolare da febbraio, quando questa vicenda avrà comunque una prima conclusione.

proletari comunisti
pcro.red@gmail.com
24 dicembre 2021

giovedì 23 dicembre 2021

Sindacato di classe - Soluzione per la GKN? Diamo la porola al Collettivo di fabbrica che finora ha guidato la lotta.

nei prossimi giorni una valutazione e

 8 gennaio con invito al collettivo di fabbrica GKN - assemblea nazionale telematica autoconvocata

per il fronte unico di classe

Assemblea Autoconvocata
Sabato 8 gennaio 2022 · 09:00 – 13:00
Informazioni per partecipare di Google Meet
https://meet.google.com/esf-jfig-qeb


Collettivo di Fabbrica Lavoratori Gkn Firenze

 Documento approvato dall’assemblea dei lavoratori Gkn #insorgiamo


1. E’ stato annunciato sui giornali il passaggio di proprietà da Gkn Firenze da Melrose a Francesco Borgomeo. E’ un accordo tra privati i cui termini probabilmente non saranno nemmeno mai conosciuti fino in fondo. Noi non possiamo che prendere atto di questo passaggio, su cui non c’era nulla da concordare con noi e nulla, per il momento, è stato concordato. I termini di questo passaggio dovrebbero essere spiegati non sui giornali, ma con una comunicazione dettagliata in sede istituzionale.


2. I licenziamenti in Gkn sono stati sconfitti non una ma due volte. Avevamo detto che se sfondavano qua, avrebbero sfondato dappertutto. Qua non hanno sfondato. E questo è quanto portiamo in dote a chiunque voglia trarne coraggio, lezione, bilanci, metodo. Il rischio ora è di essere in un nuovo calcolo. Entriamo in una fase di attesa, dove non si rischia la morte improvvisa ma per lenta agonia. Chi ci acquista non ha un proprio piano industriale ma lo fa per venderci a un terzo soggetto industriale. E veniamo acquistati non per tornare a fare semiassi, ma per una reindustrializzazione che potrebbe comprendere lo svuotamento totale del capannone e una produzione completamente diversa. Un’operazione complessa la cui riuscita è tutta da verificare. 


E’ la fase dove rischiamo di fare la fine della rana bollita di Chomsky. La rana immersa in un pentolino d’acqua fredda prova sollievo quando accendi il fuoco perché avverte un certo tepore. Man mano che l’acqua sale di temperatura la rana si abitua al calore. Quando infine avverte pericolo di morte, l’acqua calda le ha tolto ogni forza e non riesce più a saltare fuori dalla pentola.

Internazionalismo - India - Nuovo appello del PCI (Maoista) - Intensificare il movimento di solidarietà internazionale per il rilascio dei prigionieri politici!

PARTITO COMUNISTA D’INDIA (MAOISTA)  Comitato Centrale

Dichiarazione Stampa

16 dicembre 2021


Intensificare il movimento di solidarietà internazionale per il rilascio dei prigionieri politici!

Condannare con forza le leggi draconiane dello Stato indiano!

Protestiamo e lottiamo per l’archiziazione del caso Bhima Koregaon!


Cari compagni e amici della rivoluzione indiana!

 Vi esprimiamo la nostra gratitudine e saluto rivoluzionario al vostro apprezzato movimento e agli sforzi compiuti negli ultimi 8 anni in solidarietà a livello internazionale internazionale per la liberazione dei prigionieri politici che languono nelle prigioni indiane. In una situazione di aggravamento della crisi finanziaria, economica e politica dell’imperialismo, si intensificano gli attacchi fascisti contro le masse rivoluzionarie, i dirigenti e gli attivisti dei movimenti rivoluzionari, di liberazione nazionale, democratici, laici, patriottici e antimperialisti. Il Comitato Centrale del nostro Partito fa appello ai compagni e agli amici internazionali del movimento rivoluzionario indiano, in particolare all'organizzazione in solidarietà con la guerra popolare indiana, a denunciarla con forza e a lottare con ancora più energie per la liberazione delle voci di dissenso imprigionate con gfalse accuse in diversi processi.

Negli ultimi anni avete costruito il movimento di solidarietà per il rilascio incondizionato del leader del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF), il compagno professor Saibaba, per l’intellettuale Prof. Anand Teltumbde, per il compagno scrittore rivoluzionario Varavara Rao e i tanti altri attivisti ingiustamente imputati nel caso Bhima Koregaon (BK-16). Come sapete, il 5 luglio lo Stato Hindutwa ha assassinato , padre Stan Swamy, uno degli accusati nell’infame montatura BK-16, negandogli l’accesso alle cure mediche. Il 13 novembre il compagno Milind Teltumbde, membro del nostro Comitato Centrale, ha versato il suo sangue per la Rivoluzione di Nuova Democrazia insieme ad altri 26 compagni guerriglieri, combattendo eroicamente contro la polizia in uno scontro a Gadchiroli, Maharashtra. Il compagno Milind era accusato di essere il principale responsabile degli incidenti di Bhima Koregaon e del piano per uccidere Modi. Una montatura per proteggere gli interessi dei politici Hindutwa al potere e coprire i criminali fascisti. I governanti Hindutwa stanno cospirando per uccidere anche gli altri compagni implicati. È nostra responsabilità proteggerli tutti. Tutti loro stanno combattendo senza sosta per la democrazia e per gli oppressi di comunità sociali quali i dalit, le minoranze tribali e religiose, le donne. Il nostro Partito fa appello a lottare fermamente per proteggerli dalle cospirazioni dei fascisti, intensificando il movimento popolare per la loro liberazione.

Il compagno Varavara Rao, ottantenne, è stato rilasciato su cauzione per motivi di salute, ma il tribunale non gli ha concesso di vivere insieme alla sua famiglia nella sua residenza. Non è che un altro tipo di detenzione. Gowtam Navlakha e Sudha Bharadwaj soffrono di diversi problemi di salute e hanno chiesto la libertà su cauzione ma il tribunale si è pronunciato a favore della polizia e non gliel’ha concessa. Giuristi di tutto il paese e all’estero lo hanno criticato definendolo la decisione niente di meno di un insulto alla Costituzione indiana. Il nostro partito dichiara che la pronuncia della corte per cui le 17 false accuse formalizzate dalla polizia contro Anand Teltumbde sarebbero corrette non è altro che un soccorso alla polizia. È un’ingiustizia. In questa situazione, tutte le forze democratiche internazionali devono intraprendere la lotta per la liberazione immediata e incondizionata di tutti gli imputati e per la caduta della monatura giudiziaria contro di loro. Il nostro partito chiede alla magistratura indiana di arrestare immediatamente l'insegnante Hindutwa Milind Ekbote e Anil Bhide inizialmente indiziati e indagati, di accelerare le indagini e l'inchiesta del Maharashtra SIT e pubblicarne i risultati e punire severamente le forze Hindutwa che hanno attaccato centinaia di migliaia di persone.

Politica proletaria - CALENDARIO 2022 - L'ANNO NUOVO SI APRIRA' CON IL NUOVO BLOG DI PROLETARI COMUNISTI

 

mercoledì 22 dicembre 2021

Ancora dal blog Soccorso Rosso Proletario: Chiudere i Cpr-lager di Stato! Massimo sostegno ai migranti prigionieri in sciopero della fame al Gradisca di Gorizia

https://soccorsorossoproletario.noblogs.org/

20 DICEMBRE 2021 DI COLLETTIVO TILT

Voci dal Cpr: siamo in sciopero della fame!

Ieri, 19 dicembre 2021, ci siamo ritrovate assieme a compagni e compagne da tutta la regione sotto il lager di Gradisca. La morte di B.H.R. pochi giorni fa, la terza da quando il CPR ha riaperto il 17 dicembre di due anni fa, non poteva rimanere sotto silenzio.

Come sempre uno degli obiettivi dell’iniziativa era farsi sentire dai reclusi per comunicare loro la nostra solidarietà e vicinanza. Nonostante la questura avesse come sempre relegato il presidio al lato opposto della strada, un cospicuo gruppo di partecipanti al presidio si è spontaneamente spostato davanti al lager urlando slogan e ricevendo una risposta da dentro. Le voci gridavano: libertà!

Mentre cercavano di comunicare con l’esterno, alcune persone recluse sono state minacciate di venir denunciate se avessero continuato a comunicare con i solidali.

Oggi abbiamo scoperto che dentro al CPR, ci sono diverse persone in sciopero della fame, almeno tre in zona verde e qualcuno in zona rossa. Uno non mangia da tre giorni, altri hanno iniziato tra ieri e oggi. Da dentro, chiedono di condividere fuori la notizia del loro sciopero; la rivendicazione è la libertà, tutti vogliono uscire da lì.

Nel frattempo, la rete No Cpr di Milano ha riportato nuove notizie sul suicidio avvenuto nel Cpr di

Dal blog Soccorso Rosso Proletario: Apriamo le celle perchè continua a dilagare il Covid nelle galere: casi a Trieste/Monza/Milano

https://soccorsorossoproletario.noblogs.org/

Nel carcere di Trieste "dopo i primi casi segnalati negli scorsi giorni una zona è stata isolata. Un detenuto è stato ricoverato in codice rosso in ospedale. All'interno sarebbero scoppiati anche alcuni piccoli incendi."


"70 positivi al covid nel carcere milanese di San Vittore". "Secondo il sindacalista nelle carceri italiane i contagiati sono raddoppiati in 2 settimane mentre, dal 13 al 19, si è registrato un aumento del 40%".


"Sale intanto la preoccupazione tra i famigliari dei detenuti, che lamentano una mancanza di comunicazioni da parte dell’amministrazione carceraria".
"Alcuni detenuti sono stati dirottati verso gli istituti di Bollate e San Vittore" 

Imperialismo italiano/UE ASSASSINI! 163 migranti hanno perso la vita in questo fine settimana al largo della Libia

163 migranti hanno perso la vita in questo fine settimana al largo della Libia: 102 dispersi al largo di Surman, 61 cadaveri recuperati al largo di Sabratha.

Sono 1508 le persone morte nel 2021 lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, la più pericolosa nel mondo.

Femminismo proletario rivoluzionario: LOTTA IN TUTTI I CAMPI, PER CAMBIARE LA TERRA E IL CIELO

Dall'intervento del MFPR all'assemblea del 4 dicembre

Anche in questi giorni il governo, i padroni stanno portando avanti un ulteriore peggioramento della condizione della maggioranza delle donne. 

Questo chiama nel nuovo anno alla necessità di un rafforzamento della lotta delle donne, ponendo una differenza tra la lotta delle donne proletarie, e quella del femminismo piccolo borghese.
La manifestazione del 27 novembre a Roma è stata una grossa manifestazione e non era affatto scontato. Essa è stata importante anche per la fase. Siamo sempre in una fase di pandemia che per un anno e mezzo, se non di più, ha portato il governo, le prefetture a vietare le manifestazioni, e ogni volta che, comunque, le lotte le abbiamo fatte abbiamo dovuto fare una battaglia con la polizia, la questura per i permessi ecc. Anche in questi mesi, lo Stato, il governo hanno messo molti bastoni tra le ruote, voleva che i cortei non ci fossero ma solo sit-in stanziali, la CGS ha, oltrepassando anche i suoi compiti già fortemente limitanti, vietato scioperi in interi settori lavorativi proprio quelli a maggioranza donne, scuola, sanità.
Quindi non era una manifestazione scontata e facile. E invece c'è stata, e anche quest'anno è stata la più grande manifestazione, non solo di tutte quelle che ci sono state in questo periodo, in questi mesi - e ce ne sono state, c'è stato il G20 a Roma, ci sono state le manifestazioni, gli scioperi dell’11 ottobre, ci sono state le manifestazioni al sud, quelle degli studenti, ecc.
Quando le donne scendono in piazza sono tantissime. Quindi era importante starci, e noi ci siamo state! Perché quando ci sono 50mila e forse più donne in

Internazionalismo e repressione - India Riprende la campagna per la liberazione del prof Saibaba - dal Brasile


 

Centenario del PCI - un'anno proficuo di dibattito e approfondimento espresso in 3 Quaderni - altri ne usciranno nel prossimo anno


 

martedì 21 dicembre 2021

In Libia continua la guerra per procura: invece che elezioni-farsa, blocco dei pozzi e scontri armati. L’Italia di Draghi e l’ENI cercano di riposizionarsi nel pantano della Libia

Manca ancora l’ufficialità, ma è certo che le elezioni che gli imperialisti – e tra questi l’imperialismo italiano in prima linea – volevano imporre alla Libia non si terranno. Invece che elezioni-farsa, blocco dei pozzi e scontri armati tra le varie fazioni libiche. Alcuni uomini armati affiliati alle Guardie delle strutture petrolifere (Pfg) in Libia hanno annunciato la chiusura forzata di quattro giacimenti di idrocarburi (Wafa, El Feel, Sharara e Hamada) e di due raffinerie (Zuara e Mellitah). Il giacimento di Wafa, nella Libia centro-occidentale (gestito dalla Mellitah Oil and Gas Company, società compartecipata paritariamente dall’italiana ENI e da Noc), è collegato al gasdotto Green Stream che rifornisce l’Italia del gas libico. Il Green Stream, composto da una linea di 520 chilometri, realizza l’attraversamento sottomarino del Mar Mediterraneo collegando l’impianto di trattamento di Mellitah sulla costa libica con Gela, in Sicilia, punto di ingresso nella rete nazionale di gasdotti.


Ora il Noc (National Oil Corporation, la compagnia petrolifera della Libia) ha applicato la clausola di “forza maggiore” ai campi di Sharara e Wafa, secondo l’Agenzia Nova, “l’azienda libica statale guidata da Mustafa Sanallah ha comunicato di non potere adempiere ai propri obblighi contrattuali “relativamente alla produzione di petrolio greggio nei giacimenti petroliferi”, cessando “le operazioni di esportazione ai terminal di Zawia e Mellitah”. La Noc spiega che l’annuncio è causato da “circostanze non prevenibili e al di fuori del suo controllo”….. La produzione petrolifera nel Paese nordafricano membro del Cartello petrolifero Opec dovrebbe essere scesa da 1,2 milioni a circa 920-950 mila barili al giorno, dal momento che Sharara (gestito dalla joint venture Akakus, che riunisce la libica National Oil Corporation, la spagnola Repsol, la francese Total, l’austriaca Omv e la norvegese Statoil) da solo vanta una produzione di circa 280 mila barili al giorno.

Nei giorni scorsi, in prossimità della data delle elezioni, le milizie armate hanno circondato il palazzo del governo. La ribellione è scoppiata dopo che il Consiglio aveva licenziato il comandante del Distretto militare. La "Brigata Al-Samoud" aveva avvertito: "Non ci saranno elezioni". A Sebha, nel sud della Libia, ci sono stati pesanti scontri a fuoco tra le forze del Governo di unità nazionale e l’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) che fa capo al generale Khalifa Haftar.

Conferenze di “pace”, dichiarazioni dei governi imperialisti, dell’ONU….sono il castello di carte puntualmente sbaragliato dalle varie fazioni che decidono sul campo quando chiudere i pozzi di petrolio e gas, quando ridurre la produzione approfittando anche dell’aumento dei prezzi, quando bloccare la confluenza di migliaia di dollari nelle casse dello Stato libico e decidere quando accendere i piccoli fuochi della guerra civile sempre latente dopo l’aggressione della NATO. Come sempre sono il piano internazionale con Italia, Francia, Russia e in misura minore gli USA e quello regionale con il ruolo dei regimi reazionari di Turchia, Egitto, Quatar, EAU a mantenere la destabilizzazione della Libia per il petrolio e per il controllo dei principali porti e vie marittime.

Un sonoro schiaffo alle pretese di stabilizzazione imperialista per il controllo su petrolio e gas e per i respingimenti delle ondate migratorie verso l’Italia e l’Europa. 


L’Italia, con l’ENI, ha forti interessi per i profitti legati all’estrazione del petrolio (che tuttavia non riceverà grosse perdite da quest’ennesimo blocco perché si tratta di greggio onshore mentre quelle offshore e di gas sarebbero ancora in produzione), così come fiumi di denaro pubblico l’imperialismo italiano – oggi rappresentato dal governo Draghi – fa confluire alle bande criminali che costituiscono la famigerata Guardia costiera libica e arricchiscono le mafie nostrane. La Libia per l’Italia è strategicamente importante perché nel quadro degli interessi imperialisti del Mediterraneo Allargato. Dalle elezioni sarebbe dipeso il ruolo dell’Italia di Draghi nel realizzare una nuova conferenza internazionale sulla Libia, dopo quella di Parigi e Berlino che ad oggi sembra un’ipotesi sfumata.

Intanto l’Italia contribuisce ad alimentare la criminale, razzista, politica dei respingimenti che ha trasformato la Libia nell’inferno per i migranti. “Il Viminale ha un nuovo partner per i programmi di formazione, addestramento e riarmo della Guardia costiera libica contro migranti e migrazioni: l’AID - Agenzia Industrie Difesa, l’ente che gestisce gli stabilimenti del Ministero della Difesa e che fornisce mezzi e sistemi bellici alle forze armate. E per addolcire la pillola un po’ di soldi e di servizi verranno affidati in Libia all’OIM, l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni delle Nazioni Unite” (fonte Antonio Mazzeo).

Ma non basta. Il quotidiano Avvenire e IrpiMedia (Investigative Reporting Project Italy) hanno pubblicato un’inchiesta chiamata “Libyagate, il sistema di interessi che ha cambiato il volto del Mediterraneo coinvolgendo faccendieri, trafficanti di uomini, capi milizia, signori della guerra, governi di numerosi Paesi ed esponenti delle principali organizzazioni mafiose internazionali… In Sicilia agiscono infatti i clienti dei contrabbandieri, coloro che secondo le ipotesi di diverse procure distribuiscono il carburante in tutta Europa. E che con gli incassi favoriscono anche l’organizzazione mafiosa siciliana. Sono un anello fondamentale affinché il traffico funzioni, perché le autorità maltesi possono lasciar perdere solo se il traffico porta fuori dalla giurisdizione maltese. ..le mosse di alcuni acquirenti del gruppo di contrabbandieri conducono fino a Mazara del Vallo, feudo di Matteo Messina Denaro…..Dal 2016, dunque, il gruppo dei “catanesi” si approvvigiona di gasolio presso il deposito mazarese con il favore di Francesco Burzotta, il cui fratello fu legato al boss di Cosa nostra Mariano Agate, morto nel 2013, noto anche per essere stato iscritto alla loggia massonica “Iside 2” di Trapani e considerato l’uomo di riferimento di Totò Riina a Trapani. Nel 2004 Agate venne intercettato mentre, dal carcere al 41 bis, ordinava al figlio Epifanio di comunicare gli sviluppi dei traffici illeciti al superlatitante Matteo Messina Denaro, capo indiscusso di Cosa nostra in provincia di Trapani”.

Di tutto questo è responsabile l’imperialismo italiano. Le denunce, gli appelli, non bastano. Per i proletari e le masse si tratta di rovesciarlo come assoluta necessità perchè epicentro di una fogna che riversa i suoi liquami sui lavoratori, sulle masse, sui migranti in fuga dall’inferno libico che l’Italia, assieme agli altri paesi imperialisti, ha creato.

Pandemia e capitale - Questo sistema è come un cane che si morde la coda...

Governo nazionale e istituzioni regionali, Lombardia in testa, dicono la stessa cosa: prima i profitti, nessun intervento strutturale, l'economia di padroni e commercianti deve continuare sulla pelle dei lavoratori e proletari.

Dichiarazione Draghi di 6 giorni fa: «La variante Omicron ci impone la massima attenzione nella gestione della pandemia»
E quella di ieri:

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato la Cabina di regia il 23 dicembre. Stretta per Natale e Capodanno, Draghi: “Nulla di deciso, aspettiamo i dati su Omicron"

Così intanto si arriva a fine anno...
MA I DATI CI SONO E PARLANO CHIARO:
 Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe ha rilevato che nella settimana dal primo al 7 dicembre c'è stato un aumento del 22,4% dei nuovi casi Covid, una crescita del 12% dei decessi, del 16,3% di ricoverati e del 13,6% di pazienti in terapia intensiva. "Da 7 settimane - spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - continuano ad aumentare i nuovi casi con una media giornaliera più che sestuplicata: da 2.456 casi registrati il 15 ottobre ai 15.110 del 7 dicembre".


Questa è la cronaca sull’andamento dell’epidemia di covid-19 in italia:

oggi in iIalia sono stati comunicati circa 16mila casi di coronavirus con 137 morti, il dato più alto dal 27 maggio. le persone positive sono il 4,8% di quelle che hanno fatto il tampone, in aumento rispetto al 4,3% di ieri. i pazienti ricoverati continuano ad aumentare e ora quelli in terapia intensiva sono quasi mille. in questo contesto il governo sta valutando la possibilità di nuove misure anti-covid.

Il virologo Massimo Galli: "La situazione è diventata, di nuovo, abbastanza critica"

...molto di quello che accadrà è già accaduto gran parte delle infezioni che potevano esserci si sono già verificate..abbiamo margine per contenere più possibile diffusione ma molta gente non vaccinata contribuisce al mantenimento della circolazione del virus...senza mai risolvere in maniera radicale il problema è come un cane che si morde la coda.....

"È chiaro che tutti i nostri conti e tutte le nostri proiezioni sono state messe in crisi dalla variante Omicron, generatasi, guarda caso, nei Paesi dove il vaccino non è arrivato o non è arrivato in maniera assolutamente sufficiente. Per cui, una volta e per tutte, dobbiamo anche cacciarci in testa che dobbiamo tornare a proteggere tutto il mondo perché la soluzione di questo problema, in un Paese solo, non ce l’abbiamo”

In Lombardia ieri è stato superato il milione di casi e si è arrivati a 40 morti al giorno, in questo contesto per mantenere la zona bianca e quindi le aperture di locali e commercianti la giunta ha pensato bene di alzare il numero delle terapie intensive di 20 ma senza gli operatori necessari e dei posti letto COVID a 1500 ma a parità di personale con la conseguenza che molti infermieri stanno tornando ad infettarsi .
Fontana e Salvini al brindisi nella sede della Lega

Le dichiarazioni del presidente Fontana, sono in continuità con quelle della prima fase della pandemia trasformata in strage in particolare in Lombardia e sono sconcertanti: 
 "Dopo Natale speriamo di regalare anche un Capodanno in zona bianca"

"Il numero dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva sta crescendo ma è ancora sotto controllo". 

"Non sono per l'obbligo vaccinale ma per il convincimento delle persone scettiche" - (in Lombardia sono circa un milione e 200mila persone non vaccinate, e le persone che ancora non hanno fatto la terza dose, siamo intorno ai quattro milioni/quattro milioni e mezzo di persone.)

Solidarietà internazionalista - Fedayin, le combat de Georges Abdallah - Dicembre solidale


Projos décembre.jpg



pensiamo di organizzare un giro del film in italia
info   srpitalia@gmail.com


"Fedayin, le combat de Georges Abdallah retrace le parcours d’un infatigable communiste arabe et combattant pour la Palestine. Des camps de réfugié·e·s palestinien·ne·s qui ont forgé sa conscience à la mobilisation internationale pour sa libération, nous allons à la découverte de celui qui est devenu l’un des plus anciens prisonniers politiques d’Europe."


- Le site du film

- Quelques articles de presse ici :
et un entretien du collectif Vacarme(s) Films sur le Media TV :

N'hésitez pas à nous contacter pour plus d'infos.

A bientôt

Le Collectif Vacarme(s) Films