Lenny Bottai, classe 1977, detto “Mangusta”, livornese DOC, pugile, ultras, militante comunista.

stralci da una intervista

Quale delle tre vite è quella che ti rappresenta di più?
Direi entrambi. A prescindere che nel pugilato vedo l’anima del socialismo, sono due persone di fronte che hanno scelto una sfida leale ed ad armi pari, e che devono sfidare prima sé stessi che il prossimo. Devono sacrificare tempo, corpo e anima per ottenere qualcosa che poi, può anche non arrivare. Devono affrontare le proprie paure e superare i propri limiti, dimostrare di avere un piano in testa.  Ma questa è una mia visione. Ad ogni modo amo sempre dire che l’atleta va sul ring ma si porta con sé anche l’uomo. Il professionismo poi richiede che vi siano entrambi, altrimenti qualcosa salta. Bisogna essere bravi per non sovrapporre i piani ma senza dimenticare che ci sono tutti e due.

Hai intrapreso la carriera nella Boxe ad alti livelli. Il pugilato quanto ha inciso nella tua