"In violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso e tutela dei diritti umani, ometteva senza giustificato motivo di accogliere le richieste di Pos (il porto sicuro, ndr) inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto da Imrcc (il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma, ndr) in data 14, 15 e 16 agosto. Fatto aggravato per essere stato commesso da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni, nonché per essere stato commesso in danno di minori
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«Salvini ha abusato
dei suoi poteri. Conte voleva lo sbarco dalla Open Arms»
Un mare di guai. Le motivazioni del tribunale dei Ministri
di Palermo sul sequestro dei migranti nell’agosto scorso. Il caso il 27 alla
Giunta del Senato
Matteo Salvini deve andare a processo «per avere, nella
sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri,
privato della libertà personale 164 migranti»: è quanto si legge nelle
motivazioni della richiesta inoltrata dal tribunale dei Ministri di Palermo al
Senato. I migranti erano quelli salvati il primo agosto dall’ong catalana Open
Arms, rimasti bloccati sulla nave fino al 20 agosto. Il Tar del Lazio il 14
bocciò il divieto di ingresso nelle acque territoriali disposto
dal Viminale, e controfirmato da Trasporti e Difesa, ma Salvini in solitaria decise di dare di nuovo lo stop così rimasero alla fonda al largo di Lampedusa per altri sei giorni, fino a quando il procuratore di Agrigento li fece sbarcare sequestrando l’Open Arms. A bordo, per 19 giorni, solo due gabinetti alla turca: erano ammassati sul ponte, protetti unicamente da un telo, niente coperte termiche o kit per l’igiene personale, circondati da cumuli di rifiuti. Salvini e il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, sono accusati di sequestro di persona aggravato e omissioni di atti di ufficio.
dal Viminale, e controfirmato da Trasporti e Difesa, ma Salvini in solitaria decise di dare di nuovo lo stop così rimasero alla fonda al largo di Lampedusa per altri sei giorni, fino a quando il procuratore di Agrigento li fece sbarcare sequestrando l’Open Arms. A bordo, per 19 giorni, solo due gabinetti alla turca: erano ammassati sul ponte, protetti unicamente da un telo, niente coperte termiche o kit per l’igiene personale, circondati da cumuli di rifiuti. Salvini e il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, sono accusati di sequestro di persona aggravato e omissioni di atti di ufficio.
IL TRIBUNALE dei Ministri spiega: «In violazione di
convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso e tutela
dei diritti umani, ometteva senza giustificato motivo di accogliere le richieste
di Pos (il porto sicuro, ndr) inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto da Imrcc
(il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma, ndr) in data 14, 15 e 16
agosto. Fatto aggravato per essere stato commesso da un pubblico ufficiale, con
abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni, nonché per essere stato commesso
in danno di minori». I naufraghi erano stremati dal periodo di prigionia,
terrorizzati di venire riportati in Libia, in una «situazione di profonda
prostrazione psicologica e di altissima tensione emozionale che avrebbe potuto
provocare reazioni difficilmente controllabili, delle quali, peraltro, i
diversi tentativi di raggiungere a nuoto l’isola costituivano solo un
preludio».
Del resto il tribunale spiega che, fin dal salvataggio,
Salvini qualificò l’operazione «come episodio di immigrazione clandestina, a
dispetto del riferimento alla situazione di distress del natante su cui i
soggetti stavano viaggiando». Ma dalla politica dei «porti chiusi» ad agosto la
componente 5S cominciò a prendere le distanze. Agli atti c’è lo scambio di mail
tra il leader leghista e il premier Conte, che lo invitava «ad adottare con
urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori
sull’imbarcazione» respingendo «ogni responsabilità al riguardo» anche se poi
confermava di aver dato mandato all’Avvocatura generale di impugnare il decreto
del Tar del Lazio, che aveva rimosso ogni ostacolo all’ingresso in acque
territoriali. Il 16 agosto Conte lo invitava a farli sbarcare «potendo
configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento avendo
anche già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità a
condividere l’ospitalità dei migranti indipendentemente dalla loro età». Le
pressioni si moltiplicavano così il 17 agosto Salvini diede l’assenso allo
sbarco di quelli che per lui erano «presunti» minori, in totale 27, ma avvenne
il giorno dopo e solo su disposizione della magistratura.
IL MARE ERA IN TEMPESTA, la Capitaneria di porto il 14
agosto chiese a Piantedosi di concedere il porto di sbarco, la risposta fu che
«il pos a Lampedusa non sarebbe stato concesso suggerendogli, piuttosto, di
inviare la nave a Trapani o a Taranto senza che tali località venissero
indicate come Pos». Le giudici chiariscono: «Fu sulla scorta della
classificazione della vicenda come un episodio di immigrazione clandestina e
non come un evento Sar (di ricerca e soccorso, ndr) che il Gabinetto omise
l’avvio delle attività per la concessione del Pos, anche perché è stata da
subito chiara la volontà di negare l’accesso da parte del vertice politico».
Piuttosto, l’ufficio di Gabinetto si attivò per la predisposizione di un nuovo
decreto interdittivo o eventuali iniziative per ribattere al Tar del Lazio.
SECONDO IL TRIBUNALE, «Salvini era pienamente consapevole»
delle conseguenze, «le autorità ministeriali coinvolte erano perfettamente a
conoscenza che all’origine vi fossero episodi di soccorso in mare di persone in
situazione di difficoltà, tanto che lo stesso decreto interministeriale del
primo agosto assume tale dato tra le premesse». Sapevano della presenza di
minori nonché delle condizioni sempre più critiche dei naufraghi, testimoniante
dalle ispezioni a bordo. Così come era chiaro che non ci fossero armi o
esplosivi né alcuna «condizione oggettiva o soggettiva di pericolo conseguente
allo sbarco. Il richiamo alla tutela della sicurezza pubblica e al contrasto
alla immigrazione illegale non risultava dunque fondato».
LA GIUNTA per le immunità del Senato ieri ha fissato la data
del 27 la votazione sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti
di Salvini. Mentre il 12 febbraio l’aula di Palazzo Madama deciderà se far
processare l’ex ministro dell’interno per il caso Gregoretti.
DA IL MANIFESTO DI OGGI
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