ROMA Alcuni giorni fa sono state notificate 4 denunce ad aderenti del Comitato Popolare Casal Bruciato, della Rete Popolare Tiburtina e dell’Asia Usb. I provvedimenti si riferiscono a uno dei tanti blocchi stradali effettuati negli ultimi mesi da abitanti, comitati e realtà sociali per protestare contro l’assenza dei riscaldamenti nelle case popolari di tantissime periferie romane. Azioni che hanno rappresentato l’unico metodo per ottenere l’attenzione delle amministrazioni, come dimostrato dall’attivazione degli assessori competenti e delle ditte di manutenzione solo a seguito di ogni blocco effettuato.
Le denunce riportano accuse di per sé gravissime (fino a circa 15 anni di carcere complessivi per ognuno) e chiamano in causa direttamente l’articolo (re)introdotto dalla Legge Salvini sulla
“sicurezza” relativo al reato di blocco stradale: un articolo, come sollevato da tanti giuristi, che va a minare nella sostanza il diritto a manifestare e la cui costituzionalità è tutta da dimostrare.
Ma soprattutto queste denunce esprimono il momento politico attuale. Chi governa questa città e questo paese sta negando di fatto un diritto basilare come quello all’abitare “dignitosamente” e tramite la repressione ha deciso coscientemente di arginare ogni forma di protesta. Questa situazione è l’emblema dell’impossibilità da parte di tutti gli attuali partiti politici di rappresentare una soluzione per gli abitanti delle periferie.
Non lo è l’amministrazione dei 5 Stelle, dimostratasi totalmente incapace di gestire le problematiche ordinarie e straordinarie della città. Non lo sono il Pd e le altre forze politiche del centro “sinistra” che ora gridano allo scandalo, ma che hanno governato per anni la città – e che ancora governano la regione – consegnando i quartieri popolari e le periferie al degrado e alla povertà. E non lo sono partiti come la Lega o Fratelli d’Italia, che vorrebbero candidarsi adesso ad alternativa, un’alternativa evidentemente fatta di repressione e condanne contro chi rivendica diritti di base e contro tutti i movimenti, i comitati e le persone che lottano per il diritto alla casa.
Ma non basterà qualche denuncia a cancellare la consapevolezza sulle conseguenze di questa politica sui quartieri popolari, né a fermare le giuste e sacrosante rivendicazioni degli abitanti e dei loro comitati e associazioni. Già in questi giorni sono state chiamate altre iniziative, a partire proprio da quelle palazzine protagoniste delle mobilitazioni per l’immediata riattivazione dei riscaldamenti e che ancora aspettano la soluzione definitiva del problema.
Comitato Popolare Casal Bruciato
Le denunce riportano accuse di per sé gravissime (fino a circa 15 anni di carcere complessivi per ognuno) e chiamano in causa direttamente l’articolo (re)introdotto dalla Legge Salvini sulla
“sicurezza” relativo al reato di blocco stradale: un articolo, come sollevato da tanti giuristi, che va a minare nella sostanza il diritto a manifestare e la cui costituzionalità è tutta da dimostrare.
Ma soprattutto queste denunce esprimono il momento politico attuale. Chi governa questa città e questo paese sta negando di fatto un diritto basilare come quello all’abitare “dignitosamente” e tramite la repressione ha deciso coscientemente di arginare ogni forma di protesta. Questa situazione è l’emblema dell’impossibilità da parte di tutti gli attuali partiti politici di rappresentare una soluzione per gli abitanti delle periferie.
Non lo è l’amministrazione dei 5 Stelle, dimostratasi totalmente incapace di gestire le problematiche ordinarie e straordinarie della città. Non lo sono il Pd e le altre forze politiche del centro “sinistra” che ora gridano allo scandalo, ma che hanno governato per anni la città – e che ancora governano la regione – consegnando i quartieri popolari e le periferie al degrado e alla povertà. E non lo sono partiti come la Lega o Fratelli d’Italia, che vorrebbero candidarsi adesso ad alternativa, un’alternativa evidentemente fatta di repressione e condanne contro chi rivendica diritti di base e contro tutti i movimenti, i comitati e le persone che lottano per il diritto alla casa.
Ma non basterà qualche denuncia a cancellare la consapevolezza sulle conseguenze di questa politica sui quartieri popolari, né a fermare le giuste e sacrosante rivendicazioni degli abitanti e dei loro comitati e associazioni. Già in questi giorni sono state chiamate altre iniziative, a partire proprio da quelle palazzine protagoniste delle mobilitazioni per l’immediata riattivazione dei riscaldamenti e che ancora aspettano la soluzione definitiva del problema.
Comitato Popolare Casal Bruciato
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