neXt quotidiano | 3 Febbraio 2020
«Di Maio ci ha delusi. All’inizio sembrava una persona capace di farsi rispettare,poi se ne è andato agli Esteri ed è sparito. Patuanelli sarà pure una brava persona, ma non ha esperienza in questo settore. Ci vorrebbe qualcuno che abbia esperienza industriale. Avevo votato per il Movimento 5Stelle per protesta, sperando di risvegliare il Pd, e mi è andata male. Non li rivoterò. Gliel’ho già detto»: un operaio di Whirlpool citato oggi dal Mattino racconta tutto il suo scoramento per la conclusione della vicenda dello stabilimento di Napoli, che chiuderà il 31 ottobre nonostante i ripetuti annunci grillini, che in questo anno e mezzo avevano proclamato il salvataggio in più occasioni mentendo clamorosamente, visto che parlavano di passi indietro dell’azienda che non sono stati mai fatti e di accordi mai arrivati, compreso quello per riportare la produzione in Italia dalla Polonia.
«È solo un eufemismo. Sono passati 8 mesi. Ci sono stati due ministri per poi arrivare al tavolo del 29
gennaio e sentirci dire che non hanno gli strumenti coercitivi per far cambiare idea alla multinazionale. E in 8 mesi cosa hanno fatto? Ci hanno pensato che dopo Whirlpool tutte le multinazionali faranno lo stesso? Il tavolo con Invitalia è solo un atto di resa del ministro». Dal catastrofico bilancio sulla lunga vertenza scaturisce poi per Antonio – operaio trentaseienne, a via Argine fin dall’adolescenza – un’altra certezza.
«I 5 Stelle ebbero il mio voto solo perché la scena politica era vuota e loro sembravano l’unica alternativa alle destre, ma non mi sono mai piaciuti e sottolineo mai. Ma, se avessi saputo come sarebbe andata a finire, il 4 marzo del 2018 mi sarei fratturato una mano pur di non votare per loro».

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