Genova. C’è fermento nel mondo portuale e antimilitarista in vista dell’arrivo della Bahry Yambu, la nave della flotta saudita Bahri il cui carico a Genova era stato bloccato a maggio e considerata un po’ il simbolo delle cosiddette ‘navi delle armi’ che transitano dal porto di Genova per poi dirigersi a scaricare elicotteri, carri armati e munizioni nei principali teatri di guerra in Medio Oriente.
La Yambu che è attraccata ieri nel porto tedesco di Bremerhaven,
arriverà a Genova al terminal Csm non più il 12 febbraio bensì il 16.
Il 1 febbraio intanto Anversa si è svolto un presidio contro il traffico
d’armi e mezzi, proprio in previsione del prossimo arrivo della Yanbu
nel porto belga dove proprio a maggio aveva caricato munizioni da
cannone.
Nel frattempo, i portuali del Calp segnalano come la Bahri
Hofuf, transitata il 18 gennaio per il porto di Genova abbia fatto scalo
a Iskerdun, prima di dirigersi verso Jeddah. Iskerdun è un porto turco,
a circa 150 km da Aleppo e 100 km da Afrin, Siria del Nord.
“Cosa porta una nave che rifornisce la guerra in tutto il Medio
Oriente in un piccolo porto turco a non più di 70 km dal confine siriano
e precisamente da quei territori recentemente occupati militarmente
dall’esercito turco di Erdogan?” si domandano i portuali genovesi.
“Possiamo solo supporlo, perché ormai verificare cosa c’è a bordo delle
navi della guerra, è diventato davvero difficile, e comunque non
dovrebbe competere ai lavoratori portuali. In ogni caso qualche foto
scattata di sfuggita sulla Hofuf qualcosa riesce a mostrarlo: elicotteri
da guerra Boeing Chinook CH-47 destinati all’Indian Air Force, proprio
come nel luglio scorso sulla Bahri Jeddah e arrivati poi a Mundra”.
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