L’incontro Trump/Putin è stato il culmine finora di un processo avviato dalla presidenza Trump per riproporre da un lato il dominio americano come superpotenza egemone, dall’altro operare per la subordinazione europea e il distacco della Russia dalla Cina, come visione e tendenza nel quadro della marcia verso una nuova guerra imperialista mondiale; questo a partire dalla guerra in Ucraina, evidenziatasi come guerra di spartizione tra l’imperialismo Usa/Nato e la Russia.
In questo quadro è stato un passaggio positivo per entrambe le due superpotenze. Nel merito ha comportato una vittoria politico-tattica dell’imperialismo russo che vede legittimata l’invasione dell’Ucraina e il diritto alla tutela, più o meno integrale, dei suoi interessi imperialisti.
Ma Trump non ha perso nella sua azione strategica, la vittoria di Putin è per ora solo tattica, si tratta certo di un passo in questa direzione, a cui seguiranno altri.
Per Trump si tratta di allineare Zelensky e la frazione dominante da esso rappresentata al riconoscimento che non c’è futuro per l’Ucraina se non all’interno della guerra di spartizione.
L’Europa imperialista - da non considerare come blocco unico ma divisa al suo interno dagli interessi specifici delle borghesie imperialiste dei singoli Stati nell’attuale rappresentazione dei singoli governi - i suoi strilli non sono da definirsi “strilli guerrafondai” a fronte dei piani di “pace” di Trump, bensì non riconoscimento adeguato degli Stati imperialisti europei nella guerra di spartizione. In questo senso, le contraddizioni in questo campo non hanno la portata strategica, per quanto riguarda l’Ucraina, di divisione del blocco imperialista a guida Usa.
Certamente il successo putiniano al meeting spinge ancora di più i governi imperialisti europei a far sentire la loro voce, celata ma non tanto, nella difesa dell’Ucraina di Zelensky e della non accettazione di una eventuale vittoria di spartizione della Russia imperialista.
L’effettiva portata di questo Vertice è, però, giudicabile solo alla luce della concretizzazione dei passi ulteriori, legati anche all’imprevedibilità e al grado di sostegno che Trump ha all’interno degli Usa.
Dal punto di vista degli interessi dei proletari e dei popoli oppressi dall’imperialismo, tutti gli incontri e i movimenti in corso nel campo dell’imperialismo dimostrano che non esistono "imperialismi buoni", non esiste una teoria del “nemico principale Usa/Nato", che giustifichino il legame a diversi livelli con l’imperialismo russo e cinese.
Nessun futuro per gli interessi dei proletari, per il diritto all’autodeterminazione dei popoli, è ottenibile e garantito all’interno dell’attuale assetto del sistema imperialista mondiale e dei suoi attori. Anzi, vale esattamente il contrario.
Le contraddizioni interne al campo imperialista tutto, Usa e Cina comprese, vengono scaricate sui proletari e i popoli oppressi del mondo.
Sul piano, quindi, internazionale è solo la lotta dei proletari e dei popoli oppressi del mondo per opporsi alla guerra imperialista e all’oppressione dei popoli la risorsa difensiva e offensiva rispetto ai piani dell’imperialismo.
Gli imperialisti – e il Vertice e le sue contraddizioni lo dimostrano – parlano di pace e preparano la guerra.
Ci opponiamo alla guerra imperialista e alla pax imperialista in ogni angolo del mondo. E proprio l’Ucraina, e ancor più la Palestina, stanno lì a dimostrare che non esistono “amici del popolo” nel campo dell’imperialismo e nel campo delle classi dominanti ad esso asservite direttamente o indirettamente.
A partire da questo, è possibile definire la posizione proletaria e internazionalista.
In Ucraina serve ora più che mai la lotta e l’autonomia proletaria e popolare contro l’invasione e ogni imperialismo, che passa inevitabilmente dal rovesciamento della dittatura guerrafondaia rappresentata dal regime di Zelensky.
Così come va ribadito anche nel cuore-teatro della guerra di spartizione che il carattere della lotta di liberazione in Ucraina ha come obiettivo la rivoluzione proletaria e socialista.
Al di fuori di questa visione e di questo obiettivo, l’appoggio all’Ucraina attuale è dentro le posizioni dell’imperialismo e non del proletariato e delle masse popolari.
Nello stesso tempo, la lotta di liberazione del popolo palestinese per uno Stato palestinese in prospettiva dal fiume al mare è centrale e interna strategicamente alla lotta mondiale delle nazioni e popoli oppressi dall’imperialismo. Vittoria e sconfitta di questa lotta influiscono in maniera importante nei rapporti di forza tra imperialismo in tutte le sue forme e proletariato e masse popolari nel mondo.
Tornando allo scenario interno ai paesi imperialisti, anche alla luce degli aspetti emergenti dal Vertice del 15 agosto e dalle sue contraddizioni, è evidente che ogni indebolimento della posizione di Trump negli Usa e a livello internazionale ostacola la marcia dell’imperialismo verso la guerra di ripartizione e ostacola l’affermarsi in Usa di una dittatura fascio-imperialista, con influenza mondiale.
Così come deve essere chiaro che ogni risultato di Putin e dell’imperialismo russo lo rafforza all’interno, e “all’interno” significa comunque più guerra, più dittatura, più scaricamento sulle condizioni di vita delle masse proletarie e popolari dei costi della guerra. Quindi oggi più che mai occorre essere per lo sviluppo dell’opposizione proletaria e popolare al regime di Putin, allo sciovinismo da “grande Russia”; così come sul campo occorre essere per la fraternizzazione tra masse e soldati ucraini e masse e soldati russi.
Le contraddizioni tra imperialismo Usa a guida Trump e Stati e governi imperialisti europei che attraversano la struttura militare congiunta Nato, in Europa si traducono in un’attività frenetica di riamo imperialista, di economia di guerra e di scaricamento selvaggio sui proletari e masse dei costi di tutto questo. Il Vertice alimenta questa situazione. La politica, azione reazionaria, moderno fascista e guerrafondaia attraversa indiscriminatamente tutti i governi imperialisti e capitalisti esistenti nella UE, qualunque sia la natura attuale e spesso transitoria dei governi al potere.
Contro questi governi esiste solo l’alternativa proletaria e popolare che fermi la marcia del riarmo imperialista e della guerra, e contrasti la crescente affermazione reazionaria, da Stato di polizia, moderno fascista, come la conseguente subordinazione della classe operaia e delle masse popolari all’economia di guerra e al lavoro per la guerra nelle fabbriche, il taglio delle spese sociali per finanziare il riarmo, l’intensificazione dello sfruttamento, la cancellazione dei diritti e delle libertà dei lavoratori, delle masse popolari, dei giovani, delle donne, le leggi antimmigrati e il razzismo antimmigrati.
All’interno dell’Italia imperialista, il governo Meloni è il più allineato tra le potenze imperialiste alla presidenza Trump e agisce diverse volte come ‘quinta colonna’ dell’imperialismo Usa anche nel quadro dell’Europa.
Questa sua natura alimenta la marcia moderno fascista nel nostro paese e chiama con forza la necessità di elevare ed estendere l’opposizione proletaria e popolare anticapitalista, antifascista e antimperialista.
Questo autunno serve che essa si manifesti in tutte le forme possibili e adeguata a tutti i livelli di scontro necessari.
Questa posizione non può e non deve contare sulla sinistra parlamentare che, al di là delle parole e delle contraddizioni che pure ci sono con l’attuale governo, si riconosce negli interessi generali dell’imperialismo italiano, dell’imperialismo europeo. Per questo, l'opposizione proletaria e popolare è fuori dal campo della sinistra parlamentare.
E’ fuori da questo campo che costruisce i suoi strumenti, il nuovo partito del proletariato, il fronte unito e la forza militante necessaria allo scontro tra Stati, governi del capitale e il proletariato e masse.
Nel campo dell’opposizione proletaria e popolare, vanno combattute le posizioni filo imperialismi russo, cinese comunque travestite; così quelle, a volte estremiste a volte riformiste, dell’economismo, del “il movimento è tutto e il fine è nulla”, di un internazionalismo che non si incarna nell’analisi concreta della situazione concreta esistente nei diversi paesi del mondo nel fronte del nemico e nel nostro fronte, che influenza il carattere della lotta e degli obiettivi tattici e strategici neri diversi paesi del mondo.
16 agosto 2025
proletari comunisti - PCm Italia