sabato 23 agosto 2025

Draghi - testo intervento al meeting di CL a Rimini - info per il dibattito

Il discorso integrale di Mario Draghi al Meeting di Rimini 2025

Per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno, in cui questa illusione è evaporata.

Abbiamo dovuto rassegnarci ai dazi imposti dal nostro più grande partner commerciale e alleato di antica data, gli Stati Uniti. Siamo stati spinti dallo stesso alleato ad aumentare la spesa militare, una decisione che forse avremmo comunque dovuto prendere -ma in forme e modi che probabilmente non riflettono l’interesse dell’Europa. L’Unione Europea, nonostante abbia dato il maggior contributo finanziario alla guerra in Ucraina, e abbia il maggiore interesse in una pace giusta, ha avuto finora un ruolo abbastanza marginale nei negoziati per la pace.

Nel frattempo la Cina ha apertamente sostenuto lo sforzo bellico della Russia mentre espandeva la propria capacità industriale per riversare l’eccesso di produzione in Europa, ora che l’accesso al mercato americano è limitato dalle nuove barriere imposte dal governo negli Stati Uniti.

Le proteste europee hanno avuto poco effetto: la Cina ha chiarito che non considera l’Europa come un partner alla pari e usa il suo controllo nel campo delle terre rare per rendere la nostra dipendenza sempre più vincolante.

L’Europa è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava. Questi eventi hanno fatto giustizia di qualunque illusione che la dimensione economica da sola assicurasse una qualche forma di potere geopolitico. Non è quindi sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi. Ma è importante chiedersi quale sia veramente l’oggetto di questo scetticismo.

Non è a mio avviso uno scetticismo nei confronti dei valori su cui l’Unione Europea era stata fondata: democrazia, pace, libertà, indipendenza, sovranità, prosperità, equità. Anche coloro che sostengono che l’Ucraina dovrebbe arrendersi alle richieste della Russia non accetterebbero mai lo stesso destino per il loro paese; anche loro attribuiscono valore alla libertà, all’indipendenza e alla pace, sia pure solo per se stessi.

Credo piuttosto che lo scetticismo riguardi la capacità dell’Unione Europea di difendere questi valori. Ciò è in parte comprensibile. I modelli di organizzazione politica, specialmente quelli sopra-statuali,

La disumanizzazione degli aiuti umanitari a Gaza: l’Italia coopera alla “soluzione finale” di Netanyahu

 Durante la conferenza stampa in cui il premier genocida israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato come il piano di occupazione militare e deportazione da Gaza City di oltre un milione di abitanti preveda pure “la creazione di corridoi sicuri per la distribuzione degli aiuti umanitari, l’aumento del numero di punti di distribuzione sicuri gestiti dai contractor militari-privati USA-Israel e un maggior numero di lanci aerei da parte delle forze israeliane e di altri partner”.

Paracadutare gli “aiuti” da velivoli da guerra è l’ennesimo atto di disumanizzazione dell'”intervento umanitario”, vergognosamente costoso, pericoloso e soprattutto funzionale ad accrescere le tensioni e il caos tra la popolazione di Gaza e, di conseguenza, i “tiri al bersaglio” contro chi tenta di appropriarsi dei “doni” piovuti dal cielo.

Dal 9 agosto anche l’Aeronautica Militare italiana ha avviato i lanci degli aiuti dai C-130 della 46^ brigata aerea di Pisa. “Solidarity Path Operation” è il nome dato alla missione: i velivoli italiani decollano da una base militare della Giordania per poi raggiungere la Striscia di Gaza e “liberarsi” dei

venerdì 22 agosto 2025

Un appello degli allenatori italiani per escludere Israele da ogni competizione calcistica

Il calcio non è mai stato soltanto un gioco. È uno dei grandi spazi simbolici della società, capace di modellare l’immaginario collettivo e di parlare a milioni di persone in un linguaggio immediato, popolare, universale. 

Ed è proprio per questo che la sua apparente “neutralità” non esiste: quando davanti ad un genocidio, all’apartheid, a occupazioni e a violazioni sistematiche del diritto internazionale si sceglie di non prendere posizione, quel silenzio diventa complicità. 

Oggi il nodo è chiaro: le istituzioni sportive internazionali, UEFA e FIFA in testa, continuano a garantire ad Israele piena legittimità sportiva, come se nulla stesse accadendo. 

Eppure il mondo del calcio non è una bolla avulsa dalla realtà, non può ignorare le macerie, i

SOLIDARIETA' AL LEONKA, MA NELLA CHIAREZZA

 

Primo comunicato del circolo proletari comunisti Milano

Siamo solidali col Leoncavallo sgomberato per una condivisione di un percorso politico che ci appartiene, quello della lotta di classe, e da cui, però, il Leoncavallo si era “autosgomberato” da molto tempo, scegliendo la strada della contrattazione col potere borghese e il palcoscenico parlamentare per rivendicare una illusoria alternativa al sistema capitalista. 

Nessun ripristino della “legalità” come strillato dagli esponenti del governo fascista Meloni, ma un segnale ben preciso e sintetizzato dal titolo del Manifesto: “lo sgombero del Leoncavallo è una minaccia per chi, semplicemente “dissente”. E' questo il cuore, nero, del moderno fascismo: instaurare una moderna dittatura, uno stato di polizia, razzismo, riarmo, repressione, al servizio degli interessi delle multinazionali e della guerra ai diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti, della solidarietà.

Sandro(ne) Dazieri ha detto una cosa giusta: “la destra ha paura di chi pensa” e noi ricordiamo bene cosa disse Mussolini nei confronti di Gramsci: “bisogna impedire a questo cervello di pensare”, ecco la paura lo spettro che si aggira per il mondo. Sempre Dazieri ha detto “non assolvo la giunta progressista”, ed è giusto. Ma chiamare progressista la giunta Sala non si può sentire. Cos'è progressista aver portato alle estreme conseguenze la gentrificazione di Milano, inaugurata nel 2015 e dove il Leoncavallo ospitò le primarie per scegliere il candidato? E che si è tradotta, questi si che sono sgomberi che grondano sangue e sacrifici, in sgomberi quotidiani di chi un affitto, una casa, non se lo può permettere, in primis i proletari e le classi più povere. Qualcuno, per questi sgomberi, ha visto Sala “indignato” di non essere stato avvertito, come ha dichiarato ora? Questa volta Sala è indignato perché percepisce, aggiungiamo noi, l'attacco alla fortezza, il consiglio comunale, che il governo fascista sta portando in tutte le istanze sociali, cioè occupare tutto e svuotarli da qualsiasi barlume di dissenso e da un standard minimo di agibilità democratico borghese.

L'assemblea convocata ieri ha deciso un percorso di mobilitazioni che porti ad una manifestazione nazionale per il 6 settembre con la parola d'ordine: GIU' LE MANI DALLA CITTA'. "Contro lo sgombero del Leoncavallo, contro il fascismo di governo, la gentrificazione ed espropriazione dei patrimoni pubblici e autogestiti. Costruiamo assieme un corteo nazionale contro la gentrificazione e la democrazia del metroquadro per il diritto ad esistere degli spazi autogestiti e una democrazia dal basso". 

Ma questo sgombero riguarda anche tutti quelli che non condividono le scelte del Leoncavallo e in vario modo lottano per il cambiamento dello stato di cose esistente, e pongono la questione di come lottare contro il moderno fascismo e come vincere. Riteniamo necessario, quindi, che si avvii una riflessione e un agire consequenziale non solo guardando al 6 settembre ma al contesto generale

SGOMBERATO IL LEONCAVALLO A MILANO: Non resteremo a guardare, non ci lasceremo intimidire

📌 L'ufficiale giudiziario era previsto per il 9 settembre, dopo numerosi rinvii. Questa mattina la polizia in via Watteau. Lo stabile era occupato dal 1994

👉 Continuano le dimostrazioni dello Stato di polizia in cui ci troviamo ormai da tempo.

‼️A chi festeggia per l'operazione di polizia di stamani diciamo: non resteremo in silenzio a guardare.
Ci organizzeremo per combattere stato di guerra e polizia in ogni sua forma. 

https://www.instagram.com/reel/DNnL_dEtJ2t/?igsh=a3Nubmh1eXNsa3kw
info milano today

È stato sgomberato (dopo 133 rinvii) il centro sociale Leoncavallo. Sala: "Nessuno mi ha avvisato"

Polizia e carabinieri sono entrati nel capannone di via Watteau nella mattinata di giovedì 21 agosto con l'ufficiale giudiziario. All'interno della struttura non c'era nessun attivista

Le forze dell'ordine sul posto (foto St.Me.Pa,))

È stato sgomberato il centro sociale Leoncavallo. L’operazione è scattata nella mattinata di giovedì 21 agosto, quando polizia e carabinieri sono entrati nella struttura insieme all’ufficiale giudiziario. All’interno del capannone al civico 7 di via Antoine Watteau, in zona Greco, non è stato trovato nessun attivista, come appreso da MilanoToday.

La via è stata cinturata dai reparti mobili di polizia e carabinieri, con il supporto della Digos. Nel

Palestine resistance... Non toccare quella bandiera!

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Migranti: “Buttati in mare come rifiuti” dalla Guardia costiera libica finanziata, armata e protetta dal governo Meloni/Nordio

 

Da Fanpage

I naufraghi erano stati gettati in mare con la forza dai trafficanti libici che si erano avvicinati alla nave di Mediterranea Saving Humans. I soccorritori hanno salvato tutti, nonostante le onde alte.

Intorno alle 3:20 di questa notte (21/8) la nave Mediterranea Ship di Mediterranea Saving Humans ha effettuato il salvataggio di 10 persone, provenienti prevalentemente da Siria ed Egitto, al largo delle coste libiche. I naufraghi, tutti di giovane e giovanissima età, sono stati letteralmente gettati in mare da un gommone militare guidato da criminali libici. Da un gommone di tipo militare. Alcuni uomini hanno iniziato a gettare in mare le persone che erano a bordo, chi tra loro ha provato ad opporsi è stato spinto in acqua a calci. Dopodiché il gommone militare è scappato via, lasciando tra le onde i naufraghi, tutti tratti in salvo dai soccorritori di Mediterranea Saving Humans.

Lo scenario che hanno dovuto affrontare i soccorritori dell'associazione italiana è stato davvero drammatico. Onde alte e dei ragazzini che chiedevano aiuto. Tre di loro sono minorenni non

giovedì 21 agosto 2025

Sull'Ucraina, importante è l'analisi corretta e la chiarezza sul ruolo dei comunisti - 2 - Dall'opuscolo "Guerra imperialista e proletari"

...L’invasione ucraina da parte dell’imperialismo russo è senz’altro parte delle politica neo zarista della borghesia imperialista russa. Ma non siamo ai tempi dello zar. Siamo ai tempi della post restaurazione capitalista in Russia che ha portato al potere prima un regime socialimperialista e socialfascista all’interno, poi un regime capitalista dominato dai grandi capitalisti e dall’oligarchia finanziaria con una dittatura all’interno espressione di queste classi dominanti, ora rappresentate in forma maggioritaria da Putin.

Chi lo nega nel campo dei comunisti assume, che lo voglia o no, un carattere simile ai partiti falso socialisti, falso comunisti che al tempo di guerra sono il bersaglio di Lenin...

...Quindi, la nostra tattica non è l'unita', che non potrebbe essere altro che 'unita' con l'opportunismo e la divisione della classe; ma, appunto, la separazione della classe e delle masse dall'opportunismo e dai settori, sia pur minoritari di classe e masse organizzati e diretti dall'opportunismo e uniti alla borghesia nazionale... necessita' della lotta anche nelle nostre fila, nelle fila del movimento operaio non solo contro l'opportunismo dichiarato e gia' identificato, ma contro quelle posizioni, forze, anche piccole, che formalmente sono nel campo del marxismo ma conciliano con l'opportunismo...

Dobbiamo combattere risolutamente nelle fila del movimento comunista e nelle fila degli operai d'avanguardia sia posizioni di attendismo e adeguamento codista allo stato delle cose, sia attitudini estremiste, finaliste; entrambi questi atteggiamenti aiutano e servono gli interessi della borghesia e delle forze sociali riformiste ad essa alleate o accodate...

I comunisti non possono fare discorsi a meta'. La tattica deve misurare parole e metodi di lotta e di

Milano 23/08 - LA PALESTINA RESISTE e la solidarietà non si ferma – Tutte e tutti in piazza per fermare DEPORTAZIONE E GENOCIDIO

La Palestina resiste con ogni fibra dei corpi del suo popolo.

La Palestina resiste perché è dalla parte giusta della storia e dell’umanità nel suo senso più compiuto.

La Palestina resiste perché la Resistenza all’occupazione coloniale è ormai parte integrante della sua vita ed è impressa con il sangue dei suoi martiri sulla terra in cui affondano le radici degli alberi di ulivo e del gelso. I disegni di sopraffazione del sionismo genocida e dell’alleato imperialista si sono infranti, si infrangono e si infrangeranno davanti al Sumud, la resistenza attiva, la dignità e l’orgoglio del popolo palestinese. 

Il popolo palestinese non si è mai piegato e ancora non si sottometterà alla deportazione e alla strategia della grande Israele. 

Il popolo palestinese aspira ad un futuro di pace di uguaglianza di diritti in un’unica Palestina dal fiume al mare.

Una Palestina futura terra di pace senza più occupazione militare, apartheid e il razzismo del colonialismo suprematista ebraico. 

La Palestina ha già comunque idealmente vinto perché, con la sua Resistenza e con il sangue versato dal suo popolo, ha finalmente gettato trai rifiuti più degradanti della storia la strumentalizzazione politico-ideologica dell’orrore della Shoah. L’ olocausto ebraico utilizzato come giustificazione per ogni crimine inflitto al popolo palestinese. Un’ indicibile sofferenza usata come arma, come giustificazione storico messianica dell’occupazione coloniale sionista imposta al popolo palestinese.

La Palestina ha lavato con il suo sangue le incrostazioni di ignoranza e malafede che nascondevano l’ignobile impunità per i suoi crimini garantita dall’ imperialismo occidentale.

Con il 7 ottobre il popolo palestinese ha imposto il suo punto di vista e la tragica ed eroica narrazione del suo presente e della sua storia passata, svelando agli occhi del mondo il progetto strategico e il sogno sionista della Grande Israele. Il sogno del suprematismo ebraico sionista che ha affondato i suoi artigli e si è nutrito fin da prima del 1948 con il sangue del popolo palestinese.  

CPR Torino - Topi nei seminterrati

TORINO — All’interno del CPR di via Brunelleschi, il Centro di permanenza per i rimpatri dei migranti irregolari, sono stati segnalati topi e ratti, e stavolta l’allarme non arriva dagli ospiti della struttura, ma dagli stessi agenti di Polizia. I roditori sarebbero stati avvistati nei pressi della stanza destinata alla pausa del personale, un locale situato nei seminterrati del centro.

in Prefettura è stato tracciato un quadro preoccupante delle condizioni igienico-sanitarie del CPR, riaperto solo di recente dopo un lungo periodo di chiusura seguito alle rivolte interne e al tragico suicidio del giovane guineano Moussa Balde.

La cosiddetta “sala benessere” destinata al ristoro del personale sarebbe ormai inutilizzabile, trasformata in uno spazio invaso da escrementi e segni evidenti del passaggio dei roditori. Una situazione definita “insostenibile” dai sindacati, che lamentano anche turni prolungati in ambienti degradati e privi dei requisiti minimi di sicurezza e igiene.

mercoledì 20 agosto 2025

Le vittime a Gaza: “non 60.000, ma oltre mezzo milione”

DDalle testimonianze mediche e militari emerge il volto genocida dell’assedio israeliano, sostenuto dagli Stati Uniti.

Gaza, il bilancio occultato delle vittime: tra stime ufficiali e genocidio denunciato dagli esperti, il numero delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza continua a essere oggetto di contestazioni sempre più forti. Ralph Nader, storico attivista e voce critica della politica statunitense, punta il dito contro il bilancio “ufficiale” di circa 60.000 morti diffuso finora.

Secondo Nader, tale cifra sarebbe gravemente sottostimata rispetto alla realtà di un conflitto che egli definisce apertamente “genocidio”, perpetrato da Israele con la complicità degli Stati Uniti.

Le testimonianze sul campo

Il dottor Feroze Sidhwa, chirurgo traumatologico che ha prestato servizio volontario due volte negli ospedali di Gaza dal 2024.

Secondo il medico, la realtà che emerge da studi indipendenti e osservazioni dirette spinge a rivedere radicalmente le stime: “Ritengo che il bilancio delle vittime abbia ormai superato le 500.000 persone”, ha dichiarato. Un numero, questo, che restituirebbe l’immagine di una catastrofe umanitaria su scala senza precedenti.

Sidhwa insiste sull’importanza di un conteggio accurato: non solo per rendere onore alle vittime, ma

Nelle vicende in corso sull'Ucraina, importante è chiarire cosa è l'Ucraina e il carattere della guerra - 1 - Dall'opuscolo "Guerra imperialista e proletari"


(Occorre) "un'analisi corrispondente di quando si può parlare di paesi oppressi dall'imperialismo, dato che gli sviluppi e i cambiamenti avvenuti nella fase imperialista hanno fatto sì che molti di questi paesi sia divenuti non paesi oppressi dall'imperialismo, ma paesi capitalisti essi stessi inseriti nella catena mondiale del sistema imperialista e nella divisione internazionale del lavoro e dello sviluppo disuguale che c'è sempre stato tra paesi capitalisti e ancor più vi è nella fase dell'imperialismo. 

Estendere il concetto di paese oppresso dall'imperialismo porta ad estendere in seno a paesi divenuti capitalisti sia pur dipendenti il concetto di "difesa della patria", di "guerra difensiva". Questo produce la collaborazione di classe alle guerre del proprio paese, la subordinazione del proletariato e delle masse popolari alle borghesie capitaliste del proprio paese; e di conseguenza l'affermazione nelle fila proletarie e popolari dell'ideologia del nazionalismo e l'abbandono della lotta per il socialismo.

Questo ad esempio è del tutto evidente nel caso dell'Ucraina.

L'Ucraina non è un paese oppresso dall'imperialismo, è un paese capitalista dipendente, dove per altro il capitalismo è stato restaurato dopo il cambio di natura della Russia. 

La guerra Russia/Ucraina, anche se non ci fosse, come in questo caso, l'intervento di tutte le potenze imperialiste in contesa con la Russia a farne una pedina dello scontro inter imperialista, sarebbe sempre una guerra tra l'imperialismo russo e l'Ucraina capitalista. nella quale la posizione indipendente del proletariato sarebbe comunque quella di lottare contro l'imperialismo aggressore e contro la borghesia capitalista aggredita nel proprio paese.

Questo vale ancora di più nel contesto di quella che è oggi, in realtà, una guerra inter imperialista.

In Ucraina, e nella quasi totalità dei paesi dell'Est... non ci sono lotte di liberazione nazionale, e di

Ex Ilva: confusione al servizio dei piani di governo e nuovi padroni - ma gli effetti su operai e masse della città sono chiari e concreti


L'intesa sottoscritta il 12 agosto da tutte le parti volutamente parla realmente solo dei tre forni elettrici a Taranto che dovrebbero sostituire via via gli altoforni attuali. Per il resto - impianti Dri e dove installarli, gas/nave rigassificatrice, tempi di decarbonizzazione, dice nulla o poco; soprattutto non parla degli effetti della permanenza della situazione attuale - sempre grave dal punto di vista del lavoro, della sicurezza e dell'inquinamento,- e di quella futura sugli operai e sulla popolazione: rispetto a questo l'unica cosa certa (ad latere, però, dell'intesa) è la permanenza/aumento della cassintegrazione per 4.000 operai di cui dovrebbero discutere il 28 agosto Commissari e OO.SS.

Questa intesa è da un lato volutamente reticente, perchè l'obiettivo era portare tutti, anche il Sindaco di Taranto (quello dei: No, però, Sì), alla firma, compresa l'accettazione dell'Aia che prevede ancora 12 anni del modo di produzione attuale; dall'altro non poteva non essere reticente perchè sono in ballo diverse soluzioni (spezzatino, collocazione di Dri e gas) e soprattutto è tornata alla casella di partenza la questione dei nuovi padroni che si prendono l'ex Ilva. Su questa svendita/regalo anche a settembre non si definirà ancora niente.  

Quindi si è trattato di un SI a scatola chiusa.

In cui ciò che è certo sono, ora e anche con la vendita, migliaia di ore di cassintegrazione e poi esuberi per gli operai dell’Acciaierie con l’inevitabile caduta a cascata sugli operai dell’appalto; nessun vincolo immediato per manutenzione ordinaria e straordinaria, per interventi di riduzione inquinamento; anzi

In uscita il 2° quaderno del MFPR che raccoglie tutti i fogli usciti da giugno 2015 a giugno 2025 - dal blog femminismorivoluzionario

 

martedì 19 agosto 2025

Mao, Sulla guerra di lunga durata - il nostro punto di riferimento nella lotta contro la guerra imperialista

La storia dimostra che le guerre si dividono in due categorie: le guerre giuste e le guerre ingiuste. Tutte le guerre progressiste sono giuste e tutte le guerre che impediscono il progresso sono ingiuste. Noi comunisti ci opponiamo a tutte le guerre ingiuste che impediscono il progresso, ma non ci opponiamo alle guerre giuste, progressiste. Noi comunisti non solo non ci opponiamo alle guerre giuste, ma vi partecipiamo attivamente.

Non siamo pacifisti che si oppongono a tutte le guerre.

La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Quando la politica raggiunge un certo stadio del suo sviluppo che non può essere superato con i mezzi abituali, scoppia la guerra per spazzare via gli ostacoli che impediscono il cammino.

La guerra è la più alta forma di lotta per risolvere le contraddizioni. Quando la contraddizione tra le nazioni oppresse e l’imperialismo non può essere risolta con mezzi pacifici, deve essere risolta con la guerra. Lo scopo ultimo della guerra è la pace. Quando il nemico sarà eliminato, verrà la pace. Noi combattiamo la guerra per mettere fine alla guerra, facciamo la guerra per ottenere una vera pace

Mao, Sulla guerra di lunga durata

Sindacato Lavoratori Arabi - Nazareth e sciopero generale in Israele

Sindacato Lavoratori Arabi - Nazareth

Abbiamo respinto gli appelli israeliani a partecipare allo sciopero generale di domenica prossima perché non chiede la fine dell'aggressione e della fame contro il nostro popolo a Gaza.

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L'Unione dei Lavoratori Arabi a Nazareth ha respinto le richieste delle associazioni israeliane di invitare i lavoratori arabi a partecipare allo sciopero annunciato domenica prossima per fare pressione sul governo israeliano affinché raggiunga un accordo per liberare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza.

Wahba Badarneh, direttore dell'Unione Araba dei Lavoratori a Nazareth, ha dichiarato: "Ci siamo rifiutati di partecipare e chiediamo questo sciopero perché non chiede esplicitamente la fine della guerra e la fame del nostro popolo a Gaza. Gli appelli a fermare la guerra sono una richiesta concreta per liberare gli ostaggi e aprire la strada alla continuazione della guerra e al genocidio, alle uccisioni e alla fame del nostro popolo a Gaza. Questo nonostante la presenza di alcune voci sulla strada israeliana che chiedono la fine del genocidio e della fame a Gaza. "Badarneh ha aggiunto: "Le richieste umanitarie sono indivisibili. È impossibile chiedere libertà e giustizia per i rapiti mentre le sofferenze umanitarie degli abitanti della Striscia di Gaza vengono completamente ignorate. Qualsiasi appello di protesta e sciopero che non tenga conto della necessità di fermare la guerra e la catastrofe a Gaza può essere considerato solo un segno dell'ipocrisia della società israeliana. Pertanto, ci rifiutiamo categoricamente di partecipare a questo sciopero e invitiamo i lavoratori palestinesi all'interno di Israele a non rispondere alle richieste di partecipare allo sciopero."

Nazareth: 12 agosto 2025

Con la Resistenza palestinese in ogni forma e sempre

AI LAVORATORI: Canzone "Lavoratori di tutto il mondo, unitevi"

 Sito web - www.mistahi.com

Con amore e rispetto, questa canzone è rivolta 
a tutti i lavoratori del mondo. 
Spezzate le catene dello sfruttamento e dell'oppressione. 
Basta con la guerra imperialista, il saccheggio e l'aggressione.

Testo di "Lavoratori di tutto il mondo, unitevi"

Lavoratori di tutto il mondo, unitevi, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene
Alzatevi e combattete, cogliete l'attimo, un mondo completamente nuovo vi attende,
sorgete contro la nostra negazione, ricostruite le nostre nazioni,
i governanti tremano al nostro potere, quando organizziamo la nostra classe,
perché questa terra ci appartiene!

Lavoratori di tutto il mondo, unitevi, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene,
Alzatevi e combattete, Cogliete l'attimo, Un mondo completamente nuovo vi attende,
L'agenda neoliberista porta guerra e indicibili sofferenze,
Disarmate ogni loro illusione, La finzione dei governanti,
I nostri diritti, la nostra lotta per garantirli,

Lavoratori di tutto il mondo, unitivi, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene,
Alzatevi e combattete, Cogliete l'attimo, Un mondo completamente nuovo vi attende,
Nelle miniere, nelle fabbriche, nei mulini e nei campi, Lavoratori di tutto il paese,
La giustizia scaturisce dalla nostra lotta, Per porre fine allo sfruttamento, Per essere liberi con dignità,

Lavoratori di tutto il mondo, unitivi, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene,
Alzatevi e combattete, Cogliete l'attimo, Un mondo completamente nuovo vi attende

L'asse Italia imperialista governo Meloni/Libia in azione per respingere i migranti

Da Fanpage

Gommoni con miliziani armati minacciano la nave di Mediterranea: “Ci hanno detto di andare via dalla Libia”

Miliziani libici armati e con il volto coperto minacciano la nave che soccorre i migranti di Mediterranea Saving Humans. Per ora hanno girato intorno alla nave in modo minaccioso. Un solo messaggio via radio: “Andate via dalla Libia”.

Otto gommoni, con a bordo uomini armati con fucili e mitragliatrici, alcuni di loro a volto coperto. È questo quello che si sono trovati davanti gli attivisti di Mediterranea Ship, la nave dell'associazione italiana Mediterranea Saving Humans, entrata nella zona SAR libica alle prime luci dell'alba di oggi. Una intimidazione in piena regola quella che denunciano gli attivisti italiani, impegnati nella prima missione della nuova nave per la ricerca e soccorso in mare impegnata nel Mediterraneo centrale e partita pochi giorni fa dal porto di Buriana in Spagna. I gommoni delle milizie libiche hanno svolto una serie di manovre pericolose intorno alla nave di soccorso, hanno rifiutato di identificarsi nonostante le

Gli sbirri uccidono col taser - 2 assassinii in 2 giorni!

Il taser strumento di tortura, che uccide. Due vittime in 24 ore

Taser alle forze dell’ordine. Uno strumento di tortura gira per le città. Due vittime in 24 ore, riaprono  il dibattito sulla dotazione del taser alle forze di polizia. Tra effetti sulle categorie fragili e uso improprio.

Dopo il caso del  57enne morto sabato notte a Olbia, un’altra persona è morta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi che è deceduto a Sant’Olcese, sulle alture di Genova, nella serata di domenica. I colpi, secondo gli inquirenti, potrebbero aver provocato nell’uomo un arresto cardiaco. Secondo quanto ricostruito al momento, i carabinieri sono stati chiamati dai vicini dell’uomo, che avevano sentito urla e forti rumori provenire dall’appartamento. Sul posto sono arrivate due pattuglie che hanno trovato il 47enne in “stato di agitazione”. A quel punto uno dei militari ha sparato un colpo col taser, che ha raggiunto di striscio sia l’uomo sia un collega. É stato dunque sparato un secondo colpo, ma anche questo non avrebbe avuto effetto. Sempre secondo le prime ricostruzioni, la pistola elettrica sarebbe a quel punto passata nelle mani di un secondo carabiniere, che ha colpito l’uomo. Quando il personale del 118 è arrivato, non ha potuto fare altro che constatare il decesso.

Sono intanto indagati per omicidio colposo i due carabinieri intervenuti ad Olbia la sera di sabato scorso dopo che alcuni cittadini avevano segnalato aggressioni da parte di un uomo per le strade del

lunedì 18 agosto 2025

Da una giornalista palestinese di Gaza: bloccate tutto! Fermateli!

 

La raccolta di ORE 12 Controinformazione rossoperaia da dicembre 2024 a giugno 2025 mostra il lavoro politico di proletari comunisti

La raccolta - la 6° fatta da maggio 2023 - di tutti i testi - fatti in primis in audio settimanalmente nei giorni di lunedì-mercoledì-venerdì, più 'speciali' in altre giornate e poi trascritti - è lo specchio dello sforzo di fare il 'quotidiano comunista' nella situazione attuale. 

Un quotidiano comunista, come agitatore e propagandista, per l'orientamento e l'indicazione, come possibilità di servire all'organizzazione collettiva dei compagni, delle avanguardie dei movimenti di lotta, sociali, delle avanguardie operaie, delle realtà di donne, di giovani, oggi è più che mai indispensabile.

Gli avvenimenti politici nazionali e internazionali, le guerre imperialiste, la situazione in Palestina oggi cuore della contraddizione tra imperialismo, suoi Stati/governi e lotta dei popoli, la marcia verso il moderno fascismo, l'azione del governo Meloni sul fronte ideologico, di leggi reazionarie e illegali, del riarmo, sul fronte scuola, mass media, sul fronte immigrati, carceri, decreti sicurezza, ecc, ecc; e nell'altra collina, la situazione, difficile ma strategica per la lotta di classe, delle fabbriche, degli operai, i movimenti di lotta contro la repressione, la guerra imperialista, per la Palestina, le proteste/lotte dei migranti, la condizione di guerra di bassa intensità contro cui devono lottare le donne.... E potremmo continuare; tutto questo richiede la voce dei comunisti, l'analisi, la denuncia, le parole d'ordine giuste al momento giusto. 

Per questo servirebbe un vero giornale comunista che esca ogni giorno, che arrivi in ogni posto, nelle mani di operai, lavoratori, delle masse, dei veri democratici, ecc. 

Per tutti gli altri impegni militanti, per i costi enormi di un quotidiano stampato, non siamo ancora in grado di fare questo tipo di giornale. Ma ORE 12 Controinformazione rossoperaia vuole rispondere, in parte, a questa necessità. 

Oltre la forma audio, periodicamente pubblichiamo in un giornale stampato i testi di ORE 12 sugli avvenimenti principali, diffuso soprattutto alle fabbriche, alle altre realtà di lavoratori, lavoratrici, nelle manifestazioni, iniziative di lotta. 

Questo "giornale" quasi quotidiano, parlato e stampato, è differente, è altra cosa dagli articoli che si possono trovare nei siti, blog, in FB, instagram, perchè il suo scopo è portare, schierare su una posizione di parte - di classe, rivoluzionaria - i proletari e gli elementi più coscienti delle masse; un giornale, in senso leninista, che serva, nell'elevamento della conoscenza/coscienza, all'azione.

La raccolta che ora pubblichiamo e che riguarda ciò che è stato detto e scritto nel periodo dicembre 2024/giugno 2025 tocca tutti gli avvenimenti, le lotte, le questioni principali che sono accadute in questi importanti mesi. A volte sono stati utilizzati importanti contributi esterni, in generale nella forma di interviste.

Per richiedere la raccolta - di 124 pagine - scrivere a ro.red@gmail.com, inviando un contributo di 5 euro (le modalità del versamento verranno comunicate a chi ci scrive)

Anche le precedenti 5 raccolte sono a disposizione.

Stellantis Melfi: meno operai più sfruttamento

Dal 25 agosto Stellantis a Melfi al montaggio riduce gli operai ma per fare le stesse operazioni o, in alcuni casi, più operazioni, in tempi più strettiQuindi vi sarà un aumento del carico di lavoro per i lavoratori rimasti, aumento dei ritmi di lavoro e di conseguenza attacco alla salute. E c'è il rischio che la situazione possa ulteriormente peggiorare, con sempre meno operai a gestire le linee di produzione. 

OCCORRE RIBELLARSI! E' GIUSTO RIBELLARSI. Proprio la fabbrica di Melfi ha dimostrato che è possibile; che se gli operai, i delegati decidono autonomamente di avviare la lotta, la lotta si fa, riesce. 
Anche oggi occorre accendere la scintilla: scioperare contro il padrone, ma anche contro i sindacati (Fim, Uilm, Fismic) che accompagnano le decisione del padrone e ne sono gli agenti tra gli operai.

Dalla stampa:
Dal 25 agosto, alla ripresa della produzione nello stabilimento Stellantis di Melfi, sulle linee di montaggio ci saranno ancora meno operai, pur mantenendo invariato il numero di auto da produrre. 
Lo annunciano i sindacati Fim, Uilm e Fismic in un messaggio ai lavoratori: “A parità di auto prodotte saranno tolti altri due addetti linea”.

A Melfi, con la ripartenza post-ferie cambierà il mix dei modelli assemblati: la Jeep Compass nella sua versione

domenica 17 agosto 2025

Il Vertice Trump/Putin e le sue implicazioni, nel campo dell'imperialismo e del proletariato - Editoriale


L’incontro Trump/Putin è stato il culmine finora di un processo avviato dalla presidenza Trump per riproporre da un lato il dominio americano come superpotenza egemone, dall’altro operare per la subordinazione europea e il distacco della Russia dalla Cina, come visione e tendenza nel quadro della marcia verso una nuova guerra imperialista mondiale; questo a partire dalla guerra in Ucraina, evidenziatasi come guerra di spartizione tra l’imperialismo Usa/Nato e la Russia.

In questo quadro è stato un passaggio positivo per entrambe le due superpotenze. Nel merito ha comportato una vittoria politico-tattica dell’imperialismo russo che vede legittimata l’invasione dell’Ucraina e il diritto alla tutela, più o meno integrale, dei suoi interessi imperialisti.

Ma Trump non ha perso nella sua azione strategica, la vittoria di Putin è per ora solo tattica, si tratta certo di un passo in questa direzione, a cui seguiranno altri. 

Per Trump si tratta di allineare Zelensky e la frazione dominante da esso rappresentata al riconoscimento che non c’è futuro per l’Ucraina se non all’interno della guerra di spartizione.


L’Europa imperialista - da non considerare come blocco unico ma divisa al suo interno dagli interessi specifici delle borghesie imperialiste dei singoli Stati nell’attuale rappresentazione dei singoli governi - i suoi strilli non sono da definirsi “strilli guerrafondai” a fronte dei piani di “pace” di Trump, bensì non riconoscimento adeguato degli Stati imperialisti europei nella guerra di spartizione. In questo senso, le contraddizioni in questo campo non hanno la portata strategica, per quanto riguarda l’Ucraina, di divisione del blocco imperialista a guida Usa. 

Certamente il successo putiniano al meeting spinge ancora di più i governi imperialisti europei a far sentire la loro voce, celata ma non tanto, nella difesa dell’Ucraina di Zelensky e della non accettazione di una eventuale vittoria di spartizione della Russia imperialista. 


L’effettiva portata di questo Vertice è, però, giudicabile solo alla luce della concretizzazione dei passi ulteriori, legati anche all’imprevedibilità e al grado di sostegno che Trump ha all’interno degli Usa.


Dal punto di vista degli interessi dei proletari e dei popoli oppressi dall’imperialismo, tutti gli incontri e i movimenti in corso nel campo dell’imperialismo dimostrano che non esistono "imperialismi buoni", non esiste una teoria del “nemico principale Usa/Nato", che giustifichino il legame a diversi livelli con l’imperialismo russo e cinese.

Nessun futuro per gli interessi dei proletari, per il diritto all’autodeterminazione dei popoli, è ottenibile e garantito all’interno dell’attuale assetto del sistema imperialista mondiale e dei suoi attori. Anzi, vale esattamente il contrario. 

Le contraddizioni interne al campo imperialista tutto, Usa e Cina comprese, vengono scaricate sui proletari e i popoli oppressi del mondo.

Sul piano, quindi, internazionale è solo la lotta dei proletari e dei popoli oppressi del mondo per opporsi alla guerra imperialista e all’oppressione dei popoli la risorsa difensiva e offensiva rispetto ai piani dell’imperialismo.

Gli imperialisti – e il Vertice e le sue contraddizioni lo dimostrano – parlano di pace e preparano la guerra. 

Ci opponiamo alla guerra imperialista e alla pax imperialista in ogni angolo del mondo. E proprio l’Ucraina, e ancor più la Palestina, stanno lì a dimostrare che non esistono “amici del popolo” nel campo dell’imperialismo e nel campo delle classi dominanti ad esso asservite direttamente o indirettamente.


A partire da questo, è possibile definire la posizione proletaria e internazionalista.

In Ucraina serve ora più che mai la lotta e l’autonomia proletaria e popolare contro l’invasione e ogni imperialismo, che passa inevitabilmente dal rovesciamento della dittatura guerrafondaia rappresentata dal regime di Zelensky. 

Così come va ribadito anche nel cuore-teatro della guerra di spartizione che il carattere della lotta di liberazione in Ucraina ha come obiettivo la rivoluzione proletaria e socialista.

Al di fuori di questa visione e di questo obiettivo, l’appoggio all’Ucraina attuale è dentro le posizioni dell’imperialismo e non del proletariato e delle masse popolari. 

Nello stesso tempo, la lotta di liberazione del popolo palestinese per uno Stato palestinese in prospettiva dal fiume al mare è centrale e interna strategicamente alla lotta mondiale delle nazioni e popoli oppressi dall’imperialismo. Vittoria e sconfitta di questa lotta influiscono in maniera importante nei rapporti di forza tra imperialismo in tutte le sue forme e proletariato e masse popolari nel mondo.  

 

Tornando allo scenario interno ai paesi imperialisti, anche alla luce degli aspetti emergenti dal Vertice del 15 agosto e dalle sue contraddizioni, è evidente che ogni indebolimento della posizione di Trump negli Usa e a livello internazionale ostacola la marcia dell’imperialismo verso la guerra di ripartizione e ostacola l’affermarsi in Usa di una dittatura fascio-imperialista, con influenza mondiale.

Così come deve essere chiaro che ogni risultato di Putin e dell’imperialismo russo lo rafforza all’interno, e “all’interno” significa comunque più guerra, più dittatura, più scaricamento sulle condizioni di vita delle masse proletarie e popolari dei costi della guerra. Quindi oggi più che mai occorre essere per lo sviluppo dell’opposizione proletaria e popolare al regime di Putin, allo sciovinismo da “grande Russia”; così come sul campo occorre essere per la fraternizzazione tra masse e soldati ucraini e masse e soldati russi.

 

Le contraddizioni tra imperialismo Usa a guida Trump e Stati e governi imperialisti europei che attraversano la struttura militare congiunta Nato, in Europa si traducono in un’attività frenetica di riamo imperialista, di economia di guerra e di scaricamento selvaggio sui proletari e masse dei costi di tutto questo. Il Vertice alimenta questa situazione. La politica, azione reazionaria, moderno fascista e guerrafondaia attraversa indiscriminatamente tutti i governi imperialisti e capitalisti esistenti nella UE, qualunque sia la natura attuale e spesso transitoria dei governi al potere.

Contro questi governi esiste solo l’alternativa proletaria e popolare che fermi la marcia del riarmo imperialista e della guerra, e contrasti la crescente affermazione reazionaria, da Stato di polizia, moderno fascista, come la conseguente subordinazione della classe operaia e delle masse popolari all’economia di guerra e al lavoro per la guerra nelle fabbriche, il taglio delle spese sociali per finanziare il riarmo, l’intensificazione dello sfruttamento, la cancellazione dei diritti e delle libertà dei lavoratori, delle masse popolari, dei giovani, delle donne, le leggi antimmigrati e il razzismo antimmigrati. 


All’interno dell’Italia imperialista, il governo Meloni è il più allineato tra le potenze imperialiste alla presidenza Trump e agisce diverse volte come ‘quinta colonna’ dell’imperialismo Usa anche nel quadro dell’Europa. 

Questa sua natura alimenta la marcia moderno fascista nel nostro paese e chiama con forza la necessità di elevare ed estendere l’opposizione proletaria e popolare anticapitalista, antifascista e antimperialista.

Questo autunno serve che essa si manifesti in tutte le forme possibili e adeguata a tutti i livelli di scontro necessari. 


Questa posizione non può e non deve contare sulla sinistra parlamentare che, al di là delle parole e delle contraddizioni che pure ci sono con l’attuale governo, si riconosce negli interessi generali dell’imperialismo italiano, dell’imperialismo europeo. Per questo, l'opposizione proletaria e popolare è fuori dal campo della sinistra parlamentare. 

E’ fuori da questo campo che costruisce i suoi strumenti, il nuovo partito del proletariato, il fronte unito e la forza militante necessaria allo scontro tra Stati, governi del capitale e il proletariato e masse.


Nel campo dell’opposizione proletaria e popolare, vanno combattute le posizioni filo imperialismi russo, cinese comunque travestite; così quelle, a volte estremiste a volte riformiste, dell’economismo, del “il movimento è tutto e il fine è nulla”, di un internazionalismo che non si incarna nell’analisi concreta della situazione concreta esistente nei diversi paesi del mondo nel fronte del nemico e nel nostro fronte, che influenza il carattere della lotta e degli obiettivi tattici e strategici neri diversi paesi del mondo.


16 agosto 2025

proletari comunisti - PCm Italia

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