sabato 25 gennaio 2025

pc 25 gennaio - Taranto - per la palestina si ricomincia dalla piazza per costruire un nuovo corteo popolare


 

pc 25 gennaio - Riapre il sito internazionale del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India


Nuevo sitio del Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India CIAGPI – ICSPWI 1



 



International Committee to Support the People's War in India

El Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India, nació del llamado lanzado en la reunión internacional en París en enero de 2010 y ganó la participación de camaradas de varios países, ha mostrado un alcance internacional y jugado un papel importante en la promoción de la información y la toma de partido en apoyo de la Guerra Popular dirigida por el Partido Comunista de la India (maoísta).

Los invitamos a visitar su nuevo sitio web y apoyar todo su trabajo:

ICSPWI: https://icspwindia.site/

Dirección de contacto: csgindia@gmail.com

CIAGPI – ICSPWI

pc 25 gennaio - La nostra linea nelle manifestazioni contro la guerra imperialista e l'imperialismo italiano



 

pc 25 gennaio - Un saluto a Gianfranco Manfredi

 

... se ne è andato Gianfranco Manfredi cantautore, sceneggiatore e voce musicale del movimento del ’77.

La sua “Ma chi ha detto che non c’è” ha interpretato lo spirito di quegli anni e rimane una delle canzoni fondamentali del canzoniere dei ribelli.

Manfredi è stato anche un prolifico autore nel mondo del fumetto firmando albi di Dylan Dog, Nick Raider, Tex e ha creato la serie di ambientazione western Magico Vento.

Nel 2017 ha pubblicato il libro “Ma chi ha detto che non c’è. 1977, l’anno del Big Bang” per Agenzia X: una serie di affreschi letterari per capire e immergersi nelle ragioni di un movimento complesso e visionario, denso di creatività, negazioni e conflitti radicali. Di recente pubblicazione per DeriveApprodi i suoi saggi “C’era una volta il popolo. Storia della cultura popolare, “A qualcuno piace scorretto: per una storia delle provocazioni letterarie” e “Il collasso della coscienza borghese: dall’uomo della folla all’uomo senza qualità” che da diverse prospettive indagano le trasformazioni sociali attraverso le lenti della letteratura, della cultura e dell’arte.

da infoaut

venerdì 24 gennaio 2025

pc 24 gennaio - Contro Trump e imperialismo USA in tutto il mondo - contro il governo Meloni in Italia


pc 24 gennaio - A giorni il primo numero della nuova serie 2025 del settimanale di agitazione e propaganda rivolto alle fabbriche

pc 24 gennaio - Il fondamentale contributo di Mao al pensiero comunista - un intervento utile ad aprire un dibattito


di Eros Barone


  1. Una carenza della cultura politica italiana

L’anno scorso ricorreva il centotrentesimo anniversario della nascita di Mao Zedong, noto alla mia generazione come Mao Tse-tung (1893-1976). Era facile prevedere che su quell’anniversario sarebbe calato, come infatti è calato, il totale silenzio non solo dei ‘mass media’ borghesi, ma anche, tranne poche eccezioni, delle stesse organizzazioni della sinistra comunista.

Sennonché, tralasciando i primi che, in quanto ‘armi di distrazione di massa’, si limitano a fare il loro mestiere, sarebbe invece opportuno interrogarsi sul comportamento delle seconde per capire le ragioni della debolezza manifestata dalla cultura politica italiana (e dalla cultura ‘tout court’) nei confronti dell’esponente di una delle maggiori esperienze, sia politiche che filosofiche, del Novecento.

In effetti, nonostante per alcuni versi la Cina sia ormai così vicina all’Italia da poter essere considerata (che si aderisca alla “Via della Seta” o che se ne esca) una delle componenti più rilevanti dell’economia del nostro paese, per altri versi, come dimostra la debolezza or ora menzionata, la Cina resta lontana.

Eppure, è difficile negare che se il pensiero di Mao non ha influito a sufficienza sulla cultura politica del nostro paese e non è stato a sufficienza assimilato e discusso dal fragile marxismo italiano, ciò si è risolto in un danno per quest’ultimo.

È infatti sorprendente che le pagine, pur verbalmente celebrate, del magistrale saggio di Mao Sulla contraddizione 1 non abbiano trovato l’attenzione e l’approfondimento che ancor oggi esse attendono.

pc 24 gennaio - Massimo sostegno alle manifestazioni per la Palestina del 25 gennaio

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pc 24 gennaio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Ora più che mai con il popolo palestinese, con la resistenza, contro lo stato sionista genocida, Trump e Meloni

 

giovedì 23 gennaio 2025

pc 23 gennaio - Trump, ovvero l'imperialismo americano alla "guerra dei dazi"

 

Dazi contro tutti e dazi pesanti… alzare barriere contro le merci provenienti dagli altri paesi, alzando i costi, è così che Trump, in maniera diretta e sfacciata, senza peli sulla lingua e nessun rispetto per nessuno ha minacciato i paesi di tutto il mondo. In realtà, la minaccia era già arrivata prima di insediarsi, ma adesso insiste e sta passando ai fatti: una vera e propria dichiarazione di guerra “commerciale” soprattutto contro gli altri paesi imperialisti.

Trump, in questi primi tre giorni del suo secondo mandato, in particolare sulla questione dei dazi, ha costretto tutti i dirigenti dei paesi imperialisti a prendere posizione, e l’argomento è tanto importante che ne sono piene le pagine dei quotidiani a livello internazionale e le trasmissioni televisive che chiamano fior di “esperti” a cercare di capire cosa potrà succedere.

Trump sta calibrando questa nuova sanzione generale paese per paese o per gruppi di paesi, con molti dei quali sono già in vigore accordi come il Free Trade Agreement (FTA-Accordo di libero commercio) con l’Unione europea, Gran Bretagna e Giappone, con una clausola particolare per tenere bassi i dazi, o

pc 23 gennaio - Formazione operaia - Continuiamo sullo Stato - con Marx ed Engels

Continueremo da questo giovedì e nelle prossime settimane a parlare della natura dello Stato borghese, di questo Stato espressione oggi dell'ordinamento della società capitalista, riprendendo parti di scritti di Marx ed Engels. 

Questa formazione/chiarezza sullo Stato oggi è importante per sgomberare il campo, tra i proletari e compagni e compagne dei movimenti di lotta, da false idee, propagandate dal riformismo, opportunismo anche quello più radicale, circa il fatto che questo stesso Stato può cambiare, si può migliorare, senza necessità di abbatterlo con la rivoluzione proletaria e socialista. Liberarsi di queste illusioni deve portare le avanguardie di lotta, i lavoratori e lavoratrici più coscienti, a comprendere la necessità di fare il primo passo essenziale per la rivoluzione, la costruzione del Partito comunista, senza il quale non è possibile nessuna rivoluzione vincente; quindi la necessità di dare il proprio contributo di testa, di cuore, di azione a questo compito entusiasmante.

opuscolo da richiedere 
Ricordiamo che nelle giornate del giovedì, i testi della FO su "Stato e rivoluzione" di Lenin escono su Spotify 

https://open.spotify.com/episode/2HwPRjCni4n3lG388DVfEi



*****

 (Karl Marx, Glosse marginali di critica all'articolo: Il re di Prussia e la riforma sociale, Firmato : Un Prussiano, 1844)

Lo Stato come presunto arbitro imparziale tra interessi universali e interessi particolari (^)

Lo Stato non troverà mai nello "Stato e nell'ordinamento della società" il fondamento dei mali sociali... Là dove sono partiti politici, ciascuno trova il fondamento di ciascun male nel fatto che al timone dello Stato si trova non già esso ma il suo partito avversario. Perfino i politici radicali e rivoluzionari cercano il fondamento del male non già nell'essenza dello Stato ma in una determinata forma di

pc 23 gennaio - Almasri, la Corte dell’Aja accusa il governo: “Rilasciato senza preavviso o consultazione con la Corte, e ancora nessuna spiegazione”...

...la spiegazione, non detta, sta nei rapporti politici con il regime libico, negli interessi economici imperialisti dell'Italia; per questo val bene rilasciare un poliziotto torturatore, assassino. La spiegazione sta nella natura moderno fascista di questo governo. Che marcia a passo spedito verso uno stato di polizia. Un pericolo per i diritti democratici, per i lavoratori, le donne... Un governo da cacciare


La nota della Corte penale internazionale precisa inoltre che "La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autorità sui passi che sarebbero stati compiuti".

di Franz Baraggino | 22 Gennaio 2025 

Mentre le opposizioni chiedono al governo di riferire in Parlamento sulla liberazione del generale libico conosciuto come Almasri, la Corte penale internazionale dell’Aja pubblica una nota in cui spiega la sua versione dei fatti, le procedure rispettate, i contatti e il coordinamento con l’Italia e le tempistiche della vicenda. Ma soprattutto accusa il governo italiano di aver rilasciato e rimpatriato in Libia l’uomo accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, “senza preavviso o consultazione con la Corte“.

Ecco cosa scrive la Corte dell’Aja. “Il 18 gennaio 2025, la prima Camera preliminare della Corte Penale Internazionale (“CPI” o “la Corte”), a maggioranza, ha emesso un mandato di arresto per Osama

pc 23 gennaio - Libertà per tutti gli antifascisti incriminati in Ungheria - Nessuna estradizione da nessun paese verso il regime filonazista di Oreban!

Allemagne: 7 « Antifas de Busdapest » se livrent aux autorités

Après une décision collective, 7 militants antifascistes se sont livrés ce lundi 20 janvier aux autorités allemandes, ils étaient recherchés dans le cadre de l’affaire dite des «antifas de Budapest» (voir article ici). Ils se sont présentés lundi au tribunal de première instance de Kiel, aux préfectures de police de Cologne, Brême et Hamm. Les militants vivaient jusqu’à présent en clandestinité, ils sont soupçonnés d’avoir participé à des attaques contre des membres de l’extrême droite lors de la «  journée de l’honneur » à Budapest en février 2023.

Durant près de deux ans, les autorités ont harcelé et espionné les accusés, leurs proches et leur entourage, exerçant une forte pression. Des avis publics de recherche, relayés par les médias et les autorités, ont été émis, plus de vingt perquisitions domiciliaires ont eut lieu, il y a eut des descentes des unités spéciales d’intervention de la police, des surveillances et des tentatives de trouver des indicateurs, les services de renseignement ont épuisé tout l’éventail des mesures policières et judiciaires contre le milieu d’extrême gauche.

Bien qu’ils encourent une extradition vers la Hongrie, une peine pouvant aller jusqu’à 24 ans d’emprisonnement, ils ont pris la décision de se livrer « comme une étape autodéterminée vers un nouveau chapitre de cette affaire ».

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mercoledì 22 gennaio 2025

pc 22 gennaio - Il senato proroga di un altro anno gli aiuti militari all'Ucraina

Mentre il governo guarda alla ricostruzione e prepara la partecipazione militare italiana in Ucraina.  E la cancellazione dell'art. 11 della Costituzione.
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La risoluzione del governo è stata approvata con 97 voti a favore, 40 astenuti e 26 contrari, sul decreto che autorizza un nuovo invio di attrezzature militari al governo ucraino.

Nessuna sorpresa dall’iter parlamentare per il decimo pacchetto di aiuti militari deciso dal governo Meloni/Crosetto, con la compattezza della maggioranza parlamentare assieme al PD intorno alle scelte della politica imperialista dello Stato italiano rappresentate dal governo guerrafondaio e fascio imperialista Meloni e dal ministro della Difesa Crosetto. I numeri dell’opposizione parlamentare alla guerra sono troppo deboli - come sempre in particolare quando si tratta di politica estera e di guerra, di missioni militari - e sicuramente dal parlamento avverrà l’approvazione definitiva a fine febbraio del

pc 22 gennaio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Dalla Ex-Ilva di Taranto alle fabbriche la denuncia proletaria comunista di Trump/Meloni

 

pc 22 gennaio - Sui muri delle fabbriche a partire da Acciaierie d'Italia Taranto

pc 22 gennaio - Storie di ordinario razzismo istituzionale Collettivo Cesura Piacenza

Infinita notte al gelo sotto la questura in attesa del permesso di soggiorno

20 Gennaio 2025 03:56

Che ne sappiamo noi delle vite di quelle persone che a un certo punto dell’esistenza percorrono migliaia di chilometri con qualche straccio addosso, vagano per anni tra il Mediterraneo o la rotta balcanica, e all’improvviso si ritrovano, chissà perché e chissà per come, a Piacenza, un puntino mai sentito sulla cartina geografica mai sentito nominare prima? Nulla. E forse non lo sapremo mai.

Dopo un mese e mezzo Libertà è tornata lì, dove c’è un mondo a parte a cui quasi sempre voltiamo le spalle, per disinteresse, per menefreghismo o per egoismo. E solo perché la fortuna ci ha fatto nascere e crescere lontano da terre martoriate e dimenticate.

“Col bigliettino in mano, come al banco dei salumi”

Siamo tornati davanti alla questura di viale Malta, di martedì sera, dove decine di stranieri si ammassano sul marciapiede per trascorrere la notte in attesa del mercoledì mattina e di un appuntamento con l’ufficio immigrazione per rinnovare il permesso di soggiorno, quello sì un problema. Ci siamo tornati con l’obiettivo fotografico del professionista del Collettivo Cesura Marco Zanella, autore degli scatti che vedete. “Ho trascorso con loro quasi tutta la notte – spiega – ci sono persone che arrivano lì la mattina del giorno prima confidando poi di essere tra i primi a essere chiamati la mattina successiva. Qualcuno ha un bigliettino in mano, come al banco dei salumi al supermercato”.
Come ogni settimana sfidano il freddo – “e l’altra notte faceva freddo davvero” – aiutati solo da giubbotti, coperte, cartoni qualche bicchiere di tè caldo, gentilmente portato da Monia e Aurora del bar Ohana.

L’ARTICOLO DI MARCELLO POLLASTRI SU LIBERTÀ

Il reportage fotografico del collettivo cesura

pc 22 gennaio - Per la libertà di Gino e di tutti gli antifascisti incriminati in Ungheria

 

The updated list of signatories can be found at this hyperlink and below: https://cryptpad.fr/pad/#/2/pad/view/zYqyCz-ZdqQQGEBHjwRiR8JFwH5PiXaqAzKnLi78nz8/

More than 350 international figures call on French justice system not to extradite an anti-fascist activist to Hungary 

Every February since 1997, Budapest has been the scene of the “Day of Honor”, a parade organized by neo-Nazi groups from all over Europe, in commemoration of the attempt by Hungarian Nazi and collaborationist troops to flee the city in February 1945. Not only is the event tolerated by the current government, but according to concerns

pc 22 gennaio - 71 miliardari hanno un patrimonio complessivo di 272,5 miliardi di euro...

Un contributo

Nel nostro paese si contano infatti almeno 71 miliardari che hanno un patrimonio complessivo di 272,5 miliardi di euro. Ma viene calcolato che la loro ricchezza continua ad aumentare, almeno di 61,1 miliardi in un solo anno. Con un dettaglio: questi rentiers (ovvero gente che campa di rendita, ndr) hanno fatto poco o nulla per ritrovarsi più ricchi. Infatti in Italia quasi due terzi della ricchezza miliardaria (il 63%) è frutto di eredità, sulle quali però è praticamente impossibile – a causa della feroce resistenza dei ricchi e dei loro partiti di riferimento – introdurre delle tasse di successione decenti e adeguate che in qualche modo redistribuiscano al paese questa ricchezza “immeritata” ma solo ereditata.

Ma anche nel resto del mondo, secondo un rapporto reso pubblico da Oxfam al Forum Economico Mondiale di Davos “Tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato il fenomeno del grande trasferimento di ricchezza, per cui

pc 22 gennaio - Contro la scuola reazionaria conservatrice e fascista del governo Meloni/Valditara

Valditara, uno dei ministri più reazionari del governo Meloni, del Mim, il ministero dell'Istruzione del merito, in questi giorni ha presentato in Consiglio dei ministri le nuove linee guida per i programmi scolastici che si prevedono dall'anno scolastico 2026-27, che ha poi anche illustrato in un'intervista sulla stampa borghese più asservita a questo governo.

Tra le novità annunciate dal ministro, la reintroduzione del latino come materia opzionale sin dalle scuole medie, l'epica e la mitologia a partire dalle elementari, l'apprendimento a memoria delle poesie alle superiori, l'eliminazione della geostoria, avrebbero lo scopo, come ha spiegato Valditara, di introdurre - invece noi diciamo di imporre - agli studenti e alle studentesse, una visione della storia centrata principalmente sull'Italia, su quella storia "italica" legata alla concezione di “patria” che così tanto piace a Valditara e al governo Meloni, e sull'Occidente con un approccio, dice il Valditara, che deve essere “privo di influenze ideologica”. 

Niente di più falso e deviante. Il reazionario Ministro Valditara, al suo insediamento, dopo aver modificato il nome del ministero introducendo la parola "merito", non aveva perso tempo a presentarsi, agli studenti in primis, e poi a tutto il mondo della scuola, con una oscena circolare che -  come scrivemmo allora - era un chiaro e diretto attacco alla storia dei popoli, all'ideologia rivoluzionaria, in particolare al comunismo, prendendo a pretesto l'anniversario del crollo del muro di Berlino; una circolare nella quale il ministro univa all'esaltazione del capitalismo, squallide e banali falsità e accuse sul comunismo, sull'esperienza dei paesi socialisti, col fine di esaltare la politica e la pratica quotidiana del capitalismo e dell'imperialismo definito dal ministro come “unico ordine politico e sociale di garanzia, di vera umanità, di vera giustizia, di vera libertà e verità”.

Ma quali? Quelle "libertà, giustizie, umanità" che ogni giorno proletari, giovani, masse popolari

martedì 21 gennaio 2025

pc 21 gennaio - Anniversario della nascita del PCI - Oggi i comunisti e i proletari/proletarie avanzati sono impegnati alla ricostruzione del Partito comunista di tipo nuovo

In occasione del centenario della nascita del PCI abbiamo prodotto dei Quaderni, raccolti nella rivista "La Nuova bandiera".
In questo anniversario pubblichiamo l'introduzione.



Il partito fondato nel ‘21 dai comunisti italiani era un partito formato dalle avanguardie migliori espresse all'epoca dal proletariato, militanti rivoluzionari che dedicavano la loro vita alla causa della liberazione del proletariato. 

Dobbiamo utilizzare questo centenario per una riflessione e attraversamento storico, politico e ideologico del movimento comunista nel nostro paese che serva a rafforzare le basi ideologiche, teoriche, programmatiche, politiche e organizzative e di radicamento nell'avanguardia operaia e proletaria, e che renda merito a chi ci ha preceduto in questa gigantesca epopea della costruzione del partito della rivoluzione, il partito per il comunismo.


Il Partito Comunista è costituito dal nucleo di compagni più avanzati, temprati nella lotta di classe, ferrati in ideologia, politica e programma, capaci di condurre, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, l’impresa storica della rivoluzione proletaria nel nostro paese.

Non è tempo di “Viva” né di trionfalismo, questi cent'anni, sotto certi aspetti, fanno tristezza perché pensiamo obiettivamente che il movimento comunista in Italia e il proletariato italiano meritino molto di più. Noi siamo più propensi a considerare che coloro che hanno lavorato per la ricostruzione del Partito vadano considerati pionieri di tentativi fondamentalmente falliti. Siamo obiettivamente di fronte a una situazione meglio descritta da Marx a fronte dei fallimenti delle rivoluzioni; Marx diceva che non è la rivoluzione che è fallita ma i tentativi, i progetti incarnati che hanno cercato di di realizzarla, che erano figli di illusioni e progetti che alla fin fine non appartenevano alla classe operaia, al proletariato.

Bisogna oggi liberarsi di queste fantasie per poter realmente far avanzare il processo di costruzione del Partito Comunista in un paese imperialista come il nostro, in stretto legame con quando avviene nel

pc 21 gennaio - Leggi e fai circolare il blog internazionalista marxista-leninista-maoista - da tutto il mondo in lingua originale

 

pc 21 gennaio - La (s)vendita dell'ex Ilva: le parole di Jindal e la realtà per gli operai e abitanti dei quartieri

Dal blog tarantocontro

Uno stralcio dell'intervista

"Stimiamo investimenti superiori ai 2 miliardi di euro per il rilancio e la modernizzazione degli impianti esistenti e per i forni elettrici»

Ha detto il Director of European Operations di Jindal Steel (International), in un'intevista apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno.  Jindal è una delle 3 multinazionali (le altre due sono dell'Azerbaijan e degli Usa, che ha presentato l'offerta per l'intero gruppo di Acciaierie d'Italia- ex Ilva, e rispetto alle due sarebbe in pole position.

Nell'intervista il Director Narendra kumar Misra (che si occupa della "definizione della strategia internazionale del gruppo e dell'ottimizzazione dell'efficienza operativa") dice: «Si tratta di un'opportunità unica per espandere la nostra presenza nel mercato europeo... riteniamo che questa rappresenti una straordinaria e sfidante occasione di crescita... Qui intendiamo rispondere alle esigenze dei clienti... dei settori automotive, elettrodomestici e alimentare... Il nostro progetto mira a trasformare l'ex Ilva in uno dei principali e maggiori produttori di acciaio a basse emissioni in Europa... prevediamo una completa integrazione a monte dello stabilimento di Taranto, utilizzando le nostre miniere in Camerun, Mozambico e India. Questo garantirà un approvvigionamento diretto di materie prime, migliorando l'efficienza dei costi e la sostenibilità del processo produttivo...

E ancora: "prevediamo il rilancio, modernizzazione e il miglioramento degli impianti esistenti e per la transizione dal processo a forno al processo DRI/EAF... una capacità produttiva annuale di 5 milioni di tonnellate... Jindal ha sviluppato un piano dettagliato di decarbonizzazione...in piena conformità con le normative del Green Deal europeo e con la progressiva eliminazione delle quote gratuite di CO2 entro il 2034, dismissioni degli altoforni entro il 2030 sostituiti a Taranto da due forni elettrici ad arco... chiusura degli impianti di cokeria per rispondere alle preoccupazioni della comunità sugli impatti ambientali"; "il nostro piano industriale prevede di attrarre industrie a valle come quelle dell'automotive, della produzione di turbine eoliche e degli elettrodomestici, le quali utilizzeranno il nostro acciaio a basse emissioni..."

ALLORA TUTTO BENE? NIENTE AFFATTO:

Sul fronte dell'occupazione l'altra vera faccia della medaglia sono tagli : "Il nostro obiettivo - dice Jindal - è mantenere il personale necessario per gestire la transizione verso una produzione più sostenibile, adattando il numero dei lavoratori in base alle necessità operative e alle dinamiche del mercato"; tagli di almeno 3mila operai diretti, che si aggiungono ai circa 1500 operai in cigs permanente in Ilva AS che non passeranno mai con i nuovi padroni, e che avranno effetti ancora più gravi per gli operai dell'appalto suia sul fronte dei posti di lavoro che dei contratti sempre più precari;  insieme a un uso sempre della cassintegrazione per adattare il numero degli operai alle sue esigenze produttive e alle richieste del mercato. Combinando quindi migliaia di esuberi, operai appesi ad un filo con la cassintegrazione sempre presente e operai da sfruttare di più nei momenti di richieste e a fronte di meno operai. 

Sul fronte dell'ambientalizzazione, da un lato siamo a promesse smentite dai fatti, già sperimentati, a Piombino, dove è presente Jindal, la chiusura nel 2014 dell'altoforno da sostituire con forni elettrici ancora non si è vista, dopo 10 anni; dall'altro lato siamo alle fantasie, usate per acquisire consenso dalla popolazione di Taranto. Il Director parla nell'intervista di "iniziative destinate a migliorare la qualità della vita a Taranto; tra cui la pianificazione urbana per la creazione di nuove aree residenziali e scuole" - ma che vuol dire? - "la promozione di attività culturali ed educative e progetti di riforestazione urbana e mobilità sostenibile" - Parole che non costano niente. Alcune anche ambigue e preoccupanti, come le nuove aree residenziali - ritornerebbe per caso il progetto (già detto nel processo "Ambiente svenduto" sdai legali dei Riva) di spostare i quartieri inquinati?

Gli investimenti, sono pochissimi. Siamo, come nel passato, con  Riva, con Mittal, ad una svendita dell'Ilva - il più grande stabilimento siderurgico d'Europa - da parte del governo, a cui, tra l'altro, si chiedono incentivi (per la realizzazione di impianti DRI e la fornitura di gas); solleticando per questo il made in Italy del governo Meloni/Urso. "Puntiamo a coinvolgere - dice Jindal - numerosi fornitori italiani... per sostenere e diffondere il concetto di "Made in Italy...".

Per gli operai, per gli abitanti di Taranto, tutta questa "elaborata" (s)vendita, rischia di portare un "già visto".

Mancano i bisogni, gli interessi operai, manca una piattaforma operaia chiara di classe, manca la mobilitazione degli operai per imporla a governo e nuovi padroni.

Questo è allora il problema che hanno gli operai. Il resto sono anche da parte sindacale solo lamentele, con timide richieste al governo di prepensionamenti e incentivi alle dimissioni. 

Queste offerte di svendita che prevedono tagli, sfruttamento e nessun impegno concreto di ambientalizazione, di difesa della salute, vanno tutte respinte. E' il governo che deve assumersi la responsabilità diretta del futuro dello stabilimento, nella su

pc 21 gennaio - Lenin è vivo e lotta insieme a noi/ le sue opere e azioni non moriranno mai!



Nel 101 anniversario della morte di Lenin  'non fiori ma opere'

Gli opuscoli sono richiedibili a pcro.red@gmail.com

pc 21 gennaio - Domani 22 a ORE 12 Controinformazione rossoperaia: L'insediamento di Trump/la Meloni - la nostra DENUNCIA e il che fare

pc 21 gennaio - La fandonia ridicola degli attentati alle ferrovie del ministro Salvini e del suo compagno di merende Piantedosi

 un commento

UNO STRANO TEMPISMO

Sarà sicuramente un caso, non vogliamo passare per complottisti o peggio, ma suona davvero strana la vicenda della presunta “catena di bicicletta” utilizzata – almeno in apparenza – per sabotare, all’altezza della stazione di Montagnana (Padova), la linea ferroviaria Mantova-Monselice.

Andiamo con ordine: giorni addietro, Rete Ferroviaria Italiana – immediatamente rilanciata dal ministro Matteo Salvini – ha lanciato un allarme circa la possibilità che le problematiche, che si sono verificate negli ultimi tempi sulle strade ferrate, potrebbero non essere state fortuite.

Casualmente – ma forse anche no – dopo circa settantadue ore ecco il primo di quelli che la cloaca massima dello pseudo giornalismo italiano d'accatto, il Giornale, non si vergogna di definire attentato alle ferrovie, naturalmente da addebitare a priori a NO TAV ed anarchici, leggasi “antagonisti”.

Basta, però, effettuare una piccola ricerca su internet per capire che nella vicenda sono molti i lati

pc 21 gennaio - TREGUA, PER ORA, A GAZA MA LE TRUPPE GENOCIDE CONTINUANO IN CISGIORDANIA, una testimonianza: Giornalisti senza paura…

… come Gideon Levy, Alex Levac, Sam Husseini, Max Blumenthal

Dopo Gaza, ai soldati israeliani è permesso fare qualsiasi cosa. Anche nascondersi in un’ambulanza palestinese – Gideon Levy

La scorsa settimana, il fotografo Alex Levac ed io abbiamo visitato il campo profughi di Balata nella città di Nablus in Cisgiordania per indagare sulle circostanze dell’uccisione di due civili innocenti in un’operazione dell’Unità antiterrorismo sotto copertura dell’esercito Duvdevan. Uno era una donna di 80 anni che camminava innocentemente per strada. L’altro era un barbiere di 25 anni che era seduto a casa con la sua famiglia e faceva colazione in cucina.

Dopo l’operazione, le Forze di Difesa Israeliane e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno affermato che “il comandante dell’ala militare di Fatah, ucciso dall’Unità”, riceveva “finanziamenti iraniani, aveva legami con il Libano e pianificava attacchi all’interno di Israele”. Che schifezza. Gli uomini assassinati stanno sempre “pianificando attacchi”. Anche i due bambini piccoli, di 8 e 10 anni, che l’esercito ha

lunedì 20 gennaio 2025

pc 20 gennaio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Contro la scuola reazionaria conservatrice moderno fascista di Valditara e Meloni

 

pc 20 gennaio - Un video da Gaza nei giorni della "tregua"

 

pc 20 gennaio - Speciale Ore12 Controinformazione rossoperaia sull'accordo/tregua a Gaza


19 gennaio 2025
Da qualche ora è in atto la tregua sancita dall'accordo in Palestina. Questa è una buona notizia e giustifica ampiamente le giornate di esultanza che le masse palestinesi hanno realizzato nelle piazze della Striscia di Gaza all'annuncio di questo accordo. Le masse palestinesi vogliono che finiscano i bombardamenti, che finisca il quotidiano stillicidio di morti e distruzione che l'esercito genocida dello Stato di Israele, armato dall'imperialismo, ha realizzato da circa un anno e mezzo.

Il popolo e solo il popolo è la forza motrice della storia.

Noi gioiamo insieme alle masse, così come salutiamo le valutazioni positive che vengono dalle organizzazioni della resistenza palestinese. La resistenza palestinese è l'unico depositario delle decisioni nel corso di questa guerra, le masse palestinesi e la resistenza palestinese hanno realizzato con il loro straordinario, indomabile, sacrificio e resistenza in un anno e mezzo di genocidio i cui particolari non stiamo qui a riprendere perché sono stati sotto gli occhi di tutti e sotto l'occhio del mondo.

L'accordo, dal punto di vista della resistenza, contiene dei punti ritenuti positivi:

Lo scambio dei prigionieri. La liberazione dei prigionieri palestinesi è un risultato assolutamente importante. Il ritiro delle forze israeliane. Scrive il comunicato, espressione delle forze in Italia che sostengono la resistenza: “l'esercito israeliano si ritirerà nel corso delle fasi di cessate il fuoco dalla Striscia di Gaza. Il ritiro comprenderà anche l'asse Netzarim che divide in due la Striscia e l'asse Philadelphia che separa Gaza dall'Egitto. E’ riconosciuto nell'accordo il ritorno dei profughi al Nord, il piano di pulizia etnica per svuotare il nord di Gaza è così respinto. Secondo l'accordo, gli sfollati del nord di Gaza che sono stati spinti verso il sud potranno fare ritorno senza limitazione. Infine, è previsto l'ingresso degli aiuti umanitari che sono stati finora usati come strumento di pressione contro i palestinesi, specialmente al Nord della Striscia di Gaza. L'ingresso degli aiuti riprenderà a ritmi concordati e arriveranno anche a nord di Gaza.

Questi sarebbero risultati di una tregua che giustificherebbero la posizione attuale della resistenza di adesione all'accordo e il sostegno che viene alla resistenza dalla solidarietà internazionale che si è espressa in forma estesa e grande sul piano mondiale.

Il piano genocida dello Stato di Israele ha creato condizioni tali che la resistenza per fermarlo ha accettato questo accordo. Ogni altra soluzione avrebbe permesso allo Stato sionista di Israele di continuare ininterrottamente i bombardamenti e nello stesso tempo di rendere ancora più difficili le incredibili condizioni di sopravvivenza delle masse in tutta la Striscia di Gaza, per di più in un contesto generale che evidentemente non è favorevole alla resistenza palestinese e alla lotta del popolo palestinese.

In Cisgiordania l’autorità collaborazionista ha aperto il fuoco e ha sviluppato la repressione verso la brigata Jenin per imporre nella Striscia di Gaza il dominio assoluto di questa forza collaborazionista, nel mentre i coloni, sostenuti dall'esercito israeliano, hanno continuato la loro azione di aggressione e di occupazione di parte del territorio della Cisgiordania. Quindi la resistenza e le masse palestinesi si sono trovate sostanzialmente tra due fuochi, il fuoco dell'esercito sionista sostenuto dall'imperialismo e l'aggressione interna in Cisgiordania di un'Autorità palestinese che ha sposato le ragioni dell'occupante e risponde ai diktat dell'imperialismo. Anzi, per essa viene prevista, nelle dichiarazioni, nei piani del sionismo e dell'imperialismo, una installazione come governo fantoccio non solo in Cisgiordania ma nella Striscia di Gaza. Questa è una condizione sfavorevole alla resistenza del popolo palestinese.

E’ andato avanti il piano israeliano di soffocare, almeno temporaneamente, le forme di solidarietà e le forze della solidarietà col popolo palestinese. Questo in Libano con l'attacco a Hezbollah e l'occupazione di una parte del territorio libanese, come in Siria dove, approfittando del crollo del regime antipopolare di Assad, lo Stato di Israele ha bombardato il territorio siriano, le sue postazioni militari, ha occupato le alture del Golan e ha esteso questa occupazione, con la chiara intenzione di conservare il controllo in Libano di parti del territorio e di avere sia in Siria che in Libano governi favorevoli alla repressione delle forze solidali al popolo palestinese.

Una condizione quindi di oggettivo accerchiamento della resistenza e di possibilità che il regime sionista producesse un'ulteriore sforzo nella pulizia etnica e nel genocidio.

Né la resistenza ha potuto contare sull'aiuto degli Stati arabi reazionari. Lo stesso Iran che si è sprecato in dichiarazioni di solidarietà al popolo palestinese e alle forze che hanno combattuto a suo fianco, dagli Hezbollah agli Houthi, è restato sostanzialmente immobile di fronte agli attacchi ricevuti sul suo territorio da parte dello Stato sionista d'Israele.
Per non dire il ruolo che hanno svolto il regime giordano, il regime egiziano e i regimi delle monarchie petrolifere arabe.

Quindi la resistenza non ha avuto il sostegno dei paesi arabi nonostante lo Stato di Israele abbia apertamente attaccato i regimi arabi e abbia fatto capire che il suo disegno è quello di essere potenza predominante a livello regionale.

Infine il cambio di Presidenza negli Stati Uniti ha reso credibile la minaccia imperialista di un passo ulteriore nel piano genocida. Trump ha apertamente dichiarato di avere tutte le intenzioni di lasciare mani libere allo Stato sionista di Israele, intensificando il suo sostegno economico, militare, politico e diplomatico con Israele perché possa condurre fino in fondo la sua guerra contro Hamas, contro la resistenza, contro il popolo palestinese e perchè venga ristabilita l'alleanza di ferro sotto l'egida dell'imperialismo tra lo Stato d'Israele e regimi arabi.
Trump, ancora prima del suo insediamento, ha dichiarato che se il 20 gennaio non ci fosse stato un accordo a difesa degli interessi generali dell'imperialismo USA e della copertura totale del regime sionista governato da Netanyahu, avrebbe scatenato l'inferno. Nello stesso tempo Trump, proprio nelle ore che precedono il suo insediamento, fa sentire chiara la sua voce attraverso ministri e parti della sua amministrazione che dichiarano apertamente che la Presidenza Trump dell'imperialismo americano sarà la più vicina che ci sia mai stata alla storia al regime sionista israeliano.

Sono state queste le condizioni che hanno reso possibile il sì del governo Netanyahu all’accordo. Sono state queste le assicurazioni che sono state date al regime di Netanyahu che l'hanno spinto a firmare l'accordo e a sopportare la dissidenza interna al governo, testimoniata dalle dimissioni, poche ore fa, dei ministri dell'estrema destra, tranne il ministro delle Finanze che indebolisce solo parzialmente il regime di Netanyahu, visto che ottiene subito il consenso all'accordo della cosiddetta opposizione interna allo Stato d’Israele.

Quindi, nel valorizzare i risultati che la resistenza palestinese e il popolo con i suoi festeggiamenti fa in queste ore dell'accordo, è assolutamente necessario guardare al quadro complessivo che ci fa dire, come proletari comunisti, che è presto per festeggiare come una grande vittoria questo accordo; e quando si dice che è presto per festeggiare in nessuna maniera si vuole sottovalutare il peso e l'importanza che la resistenza ha conseguito in questo drammatico anno e mezzo in cui non solo è riuscita a evitare la sua distruzione pianificata dal regime sionista sostenuto dall'imperialismo, non solo è riuscita a far sì che numerose perdite siano state inflitte alle forze armate genocide del sionismo, ma non si è per nulla indebolito il rapporto, soprattutto a Gaza, tra masse popolari e resistenza.

Non va utilizzata l'argomentazione che la resistenza del popolo e delle masse popolari è invincibile per sottovalutare lo stato reale delle cose in questo momento drammatico e cruciale della lotta del popolo palestinese.

La resistenza è invincibile se il popolo è unito. La resistenza è invincibile se ha nel suo DNA un progetto e un piano di una guerra di popolo di lunga durata guidata dalle forze proletarie progressiste in grado di sconfiggere, come la storia ha sempre dimostrato, il regime sionista sostenuto dall'imperialismo. Altrimenti, dietro la tregua e dietro l’elogio della resistenza e del popolo, si cela non l'avanzamento, ma lo status quo.

Lo status quo rende fragile la tregua e l'accordo. Tutti sanno che la tregua è fragile, come pure l'accordo, tutti sanno che il regime sionista è pronto ad utilizzare qualsiasi pretesto anche nel corso dell'attuazione dell'accordo per continuare sistematicamente l'attacco alle forze della resistenza con il piano di estensione dell'occupazione e del genocidio.

Quindi in questo contesto è necessario non fermarsi, ma avanzare. In questo contesto è necessario riorganizzare la resistenza delle masse, è necessario ricostruire e far avanzare l'unità del popolo palestinese perché agisca come blocco unico contro il regime sionista. È molto positivo che i tanti martiri della resistenza palestinese, uccisi dalla mano criminale dello Stato d'Israele, abbiano trovato nel contesto della barbarie sionista la possibilità di rinnovare le proprie forze, perché è chiaro che nuove leve, come viene dichiarato, hanno alimentano la resistenza, dimostrando che il piano genocida non ferma ma alimenta la ribellione e la volontà delle masse palestinesi di resistere e contrattaccare e costruire le condizioni, interne e internazionali, perché la vittoria sia possibile.

Per questo il nostro punto di vista è che bisogna ora più che mai intensificare la solidarietà internazionale e internazionalista intorno alla resistenza palestinese, ora più che mai essere vicini alla parola d'ordine di fondo della resistenza palestinese che dice che la Palestina deve essere liberata “dal fiume al mare”, ora più che mai continuare la lotta all'interno dei nostri paesi per mettere fine al sostegno incondizionato, politico, militare ed economico, che tutte le forze dell'imperialismo, a partire dall'imperialismo americano, intendono fare per chiudere per sempre la partita della resistenza palestinese, per chiudere per sempre il futuro della Palestina e ripristinare a livelli più alti il tallone di ferro del dominio dello Stato sionista come gendarme mondiale in tutta l'area contro le nazioni e i popoli oppressi, contro la resistenza di tutti i popoli e la lotta di liberazione nazionale e sociale di essi.

Quindi nell’unirci alla resistenza e al popolo palestinese, tocca a noi fare la nostra parte, e la nostra parte è di valutare esattamente lo stato delle cose dentro cui si muove il rafforzamento della nostra azione tattica e strategica, a fianco del popolo palestinese e della resistenza fino alla vittoria.

Tutti noi consideriamo come fondamentale la lotta di liberazione del popolo palestinese e pensiamo che essa sia ritenuta tale da tutti i proletari e dai popoli oppressi di tutto il mondo che stanno manifestando la loro solidarietà. Il migliore aiuto alla resistenza palestinese, alla lotta di liberazione, è rendere sempre più forte la lotta all'interno dei paesi imperialisti e all'interno di tutti gli Stati, le nazioni oppresse, la via della liberazione internazionale dall'imperialismo, via che storicamente non può che essere la guerra di popolo in ogni paese oppresso dall'imperialismo e nelle condizioni adatte a ciascun paese, e la guerra rivoluzionaria che rappresenta il necessario strumento di unità all'interno dei paesi imperialisti.

pc 20 gennaio - Craxi/la visita di Stato in Tunisia e gli interessi dell'imperialismo italiano - Una corrispondenza da Tunisi

Visita di Stato di La Russa e Tajani in Tunisia: non solo riabilitazione del ladrone Craxi ma nuovi accordi di spoliazione delle risorse e unità nazione dei due regimi contro i migranti

Il governo moderno fascista della Meloni attraversato da divisioni interne che corrono tra le sue tre principali componenti (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) e tra gli scandali di corruzione che periodicamente investono alcuni dei suoi ministri (adesso è toccato alla Santanchè), sembra essere intenzionato a riabilitare politicamente Bettino Craxi.

L'ex primo ministro italiano del Partito Socialista Italiano com'è noto, in seguito alla condanna per corruzione e finanziamento illecito al suo partito, si rifugio' ad Hammamet in Tunisia accolto a braccia aperte dal dittatore Ben Ali (sua volta salito al potere nel 1987 grazie al ruolo determinante del governo

pc 20 gennaio - Gaza Resistere è un passo fondamentale per continuare a lottare per la vittoria

un commento

Sfilata militare, ieri a Gaza, delle forze Qassam e delle brigate Jihad. Tutta l’area è ricoperta da relitti di carri e blindati israeliani, come i relitti della Wehrmacht a Stalingrado.

Gaza, un piccolissimo posto senza difese aeree, senza rifornimenti, con tutte le strutture sanitarie distrutte non ha mai smesso di combattere! Mai, mai, mai! Esattamente come il Vietnam.

Tutto l’occidente contro Gaza, con un ponte aereo militare continuo degli USA verso Israele. Eppure Gaza ha vinto!

Dopo la firma degli accordi di Doha di 8 mesi fa, Hamas ha detto che “o si accettano quegli accordi o niente“. E Israele era per il “niente”, così continuava l’opera di genocidio. E Hamas rispondeva che Israele sarebbe entrato in una crisi irreversibile anche con gli USA. E così è stato.

Gli accordi attuali sono quelli di Doha di 13 mesi fa, con pochissime modificazioni, come il fatto che Israele deve liberare 1.800 prigionieri palestinesi, molti di più di quanto fu pattuito a Doha.

Inoltre Israele deve evacuare tutto il territorio di Gaza e ha dovuto rinunciare alla richiesta di disarmare Hamas. L’amministrazione civile rimane in mano a Hamas…

Nel frattempo, l’esercito israeliano è completamente in crisi con oltre il 33% dei riservisti che non si presenta quando richiamati e decine e decine di migliaia di mutilati. Verrà fuori che i caduti, dai 1.800 ufficialmente ammessi adesso, saliranno di tre o 4 volte. Perdite che Israele non poteva permettersi.

Inoltre, circa un milione di persone con la doppia cittadinanza ha lasciato il paese. La maggioranza appartiene a quel 15% cruciale di popolazione che lavora nello high-tech e che sostiene sia le relazioni economiche con l’estero che il complesso militare.

Non ritorneranno.

pc 20 gennaio - L'Esercito sionista genocida e autore dei crimini di guerra deve essere processato

 La pubblicazione del manuale da parte di Ynet non è un episodio isolato, rientra in una strategia governativa volta a proteggere i propri militari da eventuali responsabilità penali internazionali

Con la pressione internazionale che aumenta e sempre più Paesi che chiedono che si indaghi sui crimini di guerra commessi a Gaza, i media israeliani hanno pubblicato una guida, pensata per i propri soldati e per chiunque abbia avuto un ruolo diretto o indiretto nelle operazioni di massacro e distruzione nella Striscia, per eludere la giustizia internazionale quando si trovano a viaggiare all’estero. Si tratta di una guida al crimine perfetto, confezionata ad arte per depistare le indagini internazionali. I media israeliani, da sempre al servizio del potere, ci offrono una dimostrazione lampante di come la propaganda possa essere utilizzata per nascondere la verità e proteggere i colpevoli. Un manuale che trasforma i soldati in burattini, addestrati a mentire e a manipolare la realtà.

Il sito israeliano Ynet, in un articolo apparentemente innocuo intitolato “Ecco come comportarsi se si viene arrestati all’estero”, ha di fatto pubblicato un vero e proprio manuale di occultamento per i propri