sabato 1 novembre 2025

pc 1 novembre - Melfi in piazza per la Palestina

Da  Melfi for Palestine

Ci devono spaventare l'indifferenza, l'impunità dei crimini di guerra, la narrazione tossica, la repressione del dissenso.

Le "streghe" fanno paura solo a chi non vuole che si porti luce sulle verità scomode al potere costituito.

Questa sera ci siamo confrontati sul caso di @freeanan, giovane palestinese detenuto ingiustamente nel carcere di Melfi, abbiamo parlato del massacro in Sudan e abbiamo letto insieme dei brani tratti dal libro di @francesca.albanese.unsr.opt "Quando il mondo dorme".

Il risveglio è possibile, basta aprire gli occhi.
Palestina libera.

Grazie a @assemblealucananocpr
@comitato.per.la.pace.potenza per la preziosa collaborazione



Un pomeriggio di letture condivise e dialogo aperto a partire dal libro di Francesca Albanese, per approfondire e comprendere ciò che continua a succedere in Palestina, Cisgiordania e nel mondo.

📢Perché quella che vogliono far passare come “pace” è solo una finta tregua che non interrompe

pc 1 novembre - Il massacro nelle favelas di Rio nella valutazione dei compagni brasiliani della Rivista Rivoluzione Culturale

 traduzione in italiano dell'articolo - in originale allegato

Brasile - RRC - Il populismo funerario di Cláudio Castro - dalla Rivista della Rivoluzione Culturale

Le immagini del giorno dopo la mega operazione di polizia condotta dalla polizia di Cláudio Castro, che ha provocato la morte di più di 130 persone, sono impressionanti. Più di settanta corpi salvati dagli stessi residenti distesi in una piazza, molti dei quali con segni di esecuzione, come colpi alla nuca e torture. La portata delle uccisioni è senza precedenti: nelle settimane di assedio del Venezuela, le forze militari statunitensi hanno giustiziato circa 50 persone nei Caraibi. In un solo giorno, la polizia militare di Rio ha ucciso ben più del doppio in una unica località.

Bisogna dirlo senza mezzi termini: questa non è una guerra, perché non c'è un progetto politico o nazionale indipendente da parte dell'avversario, cioè del Comando Rosso. In realtà, il traffico di droga è un business miliardario transnazionale, i cui maggiori agenti e beneficiari sono magnati posizionati all'apice del potere politico ed economico. E' ridicolo supporre che possa essere utilizzato da giovani provenienti da ambienti poveri e con poca istruzione, assediati nelle baraccopoli. Se così fosse, il Brasile, che negli ultimi anni ha moltiplicato la sua popolazione carceraria e registra tassi senza

pc 1 novembre - Tunisia - Le storiche manifestazioni a Gabès preoccupano il regime antipopolare e filo-imperialista di Saied

 traduzione in italiano della corrispondenza dalla Tunisia - allegata in inglese in coda all'articolo

Le storiche manifestazioni a Gabès preoccupano il regime antipopolare e filo-imperialista di Saied

Da una ventina di giorni la città di Gabès (130.000 abitanti), città industriale costiera nel sud della Tunisia, si sta mobilitando in seguito agli ultimi casi di asfissia in alcuni quartieri periferici nei pressi del Gruppo Chimico Tunisino (GCT).

Le manifestazioni sono scoppiate in particolare a seguito di ripetuti casi di asfissia nel corso di diversi giorni, che hanno colpito alcuni bambini della scuola elementare Qananiya nel quartiere di Chott Essalem, il quartiere operaio non lontano dall'impianto industriale.

Sebbene le proteste in città contro l'inquinamento da TCG non siano nuove (il collettivo Stop Pollution organizza tali proteste dal 2012, dopo la rivolta popolare del 2010-2011), questa è la prima volta che hanno raggiunto proporzioni di massa, coinvolgendo decine di migliaia di persone.

Un passo indietro

Lo stabilimento GCT è stato fondato durante il regime di Bourguiba nel 1972, sedici anni dopo l'indipendenza formale del paese. La piccola cittadina di Gabes (con un ecosistema unico: l'unica oasi sul Mar Mediterraneo) è stata scelta per ospitare l'impianto per la lavorazione dei fosfati estratti nell'interno del Paese (nel bacino minerario di Gafsa). L'impianto dispone anche di un proprio porto commerciale per l'esportazione. Anni dopo, un po' più a nord, a Sghira (a 50 km) e a Sfax (a 120 km) sarebbero stati costruiti altri impianti di produzione.

L'anno successivo viene inaugurata la cementeria: Gabès si trasforma da piccolo paese di pescatori e

pc 1 novembre - Morti due giovani migranti nel porto di Livorno - Stato imperialista e governo fascio/razzista della Meloni ASSASSINI

Livorno, due migranti si gettano dalla nave per evitare di essere rimpatriati: inghiottiti dalle eliche

Simone Lanari e Antonella Mollica (dal Corriere Fiorentino)




LIVORNO - Erano stati sorpresi all’interno di un container su una nave arrivata all’alba dalla Tunisia. E quando sono stati affidati al comandante della nave danese perché li riportasse indietro, i due migranti si sono buttati in acqua pensando probabilmente di riuscire a fuggire. 

Dopo un viaggio di oltre mille chilometri, nascosti a bordo del cargo, di fronte alla paura di un rimpatrio non voluto, hanno rischiato il tutto e per tutto. Non avevano fatto i conti con un traghetto in transito che proprio in quel momento stava entrando nel porto. In pochi secondi la grossa elica li ha risucchiati. Uno è stato ritrovato morto, dell’altro non si sa più nulla. Ufficialmente risulta disperso ma le probabilità di ritrovarlo in vita sono decisamente poche.

La tragedia è avvenuta giovedì 30 ottobre nel porto di Livorno. 

Non si sa niente dei due migranti che hanno tentato di entrare clandestinamente in Italia, né nomi, né età e neppure nazionalità certa. Non avevano documenti, come è prassi in questi casi per rendere più difficile il rimpatrio nel Paese d’origine in caso vengano scoperti, e quando li hanno sorpresi i marinai della nave della compagnia danese Stena Shipper loro hanno inizialmente detto di essere marocchini. In realtà i due, età apparente intorno ai vent’anni ma potrebbero essere anche più giovani, secondo quanto ricostruito, possono essere entrati nel container della nave solo mentre era ormeggiata in un porto della Tunisia.

La nave cargo è in affitto alla compagnia tunisina CoTuNav e fa servizio tra Livorno e la Tunisia, in particolare con il porto di Rades. Era arrivata a Livornola mattina alle 6.30 e proprio dopo l’attracco i due sono stati sorpresi all’interno del container. Hanno inizialmente provato a scappare ma sono stati subito bloccati. 

La Polizia di frontiera marittima ha eseguito le pratiche di rito e dal momento che non avevano ancora varcato la frontiera, così come prevedono le norme, li ha affidati al comandante della nave per il rientro in patria. I due sono stati chiusi in una cabina ma intorno alle 13.30 sono riusciti a forzare la porta e ad uscire mentre il cargo danese era ormeggiato. Con un gesto fulmineo si sono lanciati in acqua nel canale tra il varco Zara e la calata Bengasi. Sono stati visti annaspare tra le onde del mare già agitato dal temporale. Probabilmente non sapevano neppure nuotare. In quel momento stava entrando al porto il traghetto ro-ro (roll on-roll off, un tipo di nave a caricamento orizzontale per trasportare merci su ruote, come auto o camion)della compagnia Grimaldi, spinto da un rimorchiatore e l’elica non ha lasciato scampo.

I soccorsi sono scattati immediatamente. I marinai hanno assistito alla scena drammatica dei due risucchiati dalla corrente. Poche ore dopo è stato recuperato il corpo di uno, mentre l’altro risulta scomparso. Per tutto il pomeriggio sono andate avanti le ricerche della guardia costiera,dei vigili del fuoco e della guardia di finanza, coordinati dalla prefettura, con motovedette, sommozzatori e con l’aiuto di un elicottero, nonostante l’ondata di maltempo eccezionale che ha creato problemi in tutta la provincia. Le ricerche si sono rivelate più difficili del previsto dal momento che l’acqua del mare era piena di detriti a causa delle forti piogge. In quella zona c’è un fondale di oltre 15 metri e c’è molta corrente che porta al largo.
Intanto la capitaneria di porto sta cercando di ricostruire tutto l’accaduto. Sono stati ascoltati i testimoni per capire come abbiano fatto a scappare dalla nave. 

Sperando che le condizioni meteo migliorino, dovrebbero continuare le ricerche del disperso.

pc 1 novembre - SPESE MILITARI: 32 MILIARDI ALLA DIFESA NEL 2026 - Contro la finanziaria di guerra verso lo sciopero generale del 28 novembre

SPESE PAZZE MILITARI: 32 MILIARDI ALLA DIFESA NEL 2026

da Byoblu, la Tv dei cittadini

Austerità per i cittadini, spese pazze per il settore militare. Così può essere riassunto il testo della manovra finanziaria su cui sta lavorando il Governo e che il Parlamento è chiamato ad approvare entro il prossimo 31 dicembre.

I soldi messi in campo per i cittadini italiani sono pochi: 19 miliardi di euro. Quest’austerità forzata ha lo scopo, secondo il Governo Meloni, di far uscire il Paese dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Rispettare oggi le regole, sperando in qualche concessione in un futuro ipotetico. Gli stessi che oggi sono al Governo, quando erano nei banchi dell’opposizione avrebbero definito quest’approccio come ingenuo.

Mentre si centellinano le risorse per sanità, istruzione e salari, dall’altra c’è un settore che continua a gonfiarsi di finanziamenti pubblici: la difesa.

I dati sugli investimenti nella difesa

Secondo i dati forniti dall’osservatorio sulle spese militari italiane, il trend in questo settore è in

pc 1 novembre - In Sardegna si protesta contro l’espansione di un’azienda di armi - info solidale

Uno striscione di protesta contro RWM (in una foto pubblicata nel 2024 sul gruppo Facebook “Campagna stop RWM”)
Uno striscione di protesta contro RWM (in una foto pubblicata nel 2024 sul gruppo Facebook “Campagna stop RWM”)
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Nella regione del Sulcis, nel sud ovest della Sardegna, ci sono proteste contro la RWM, una società del gruppo tedesco di armi Rheinmetall che ha diversi stabilimenti in zona: qui produce esplosivi e munizioni, e tre settimane fa ha annunciato l’avvio della produzione di una nuova linea di droni in Sardegna in collaborazione con Uvision Air, società israeliana che a sua volta è specializzata in difesa.

Non si sa se di questi droni troverà il modo di usufruirne Israele (la società ha solo specificato che andranno a otto paesi europei, tra cui alcuni membri della Nato e altri no), ma l’annuncio della sola collaborazione con un’impresa israeliana ha rinvigorito un’opposizione all’azienda di armi, che sul

pc 1° novembre - Massima solidarietà, sostegno pieno a Francesca Albanese - SI', che le streghe ritornino in tante e vi facciano realmente tremare...!

 Dal blog femminismorivoluzionario 

Il movimento femminista proletario rivoluzionario, le lavoratrici, le compagne del mfpr sono pienamente dalla parte di Francesca Albanese e le esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
L'hanno chiamata, attaccata, offesa in tutte le maniere, con parole che solo i reazionari, gli assassini fascisti al potere hanno nelle loro nere corde; ma dimostrando così solo chi sono e da che parte stanno: criminali, macellai di donne, bambini, dalla parte del genocidio del popolo palestinese, di cui gli Usa/Trump e tutti i paesi imperialisti, in prima fila l'Italia, sono pienamente complici.  
La attaccano volgarmente perchè Francesca Albanese dice semplicemente la verità e la verità accusa e colpisce. 
Mao Tse tung ha detto: “È bene se siamo attaccati dal nemico, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi. È ancora meglio se il nemico ci attacca con violenza e ci dipinge a fosche tinte e senza un’ombra di virtù, poiché ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi, ma abbiamo anche riportato notevoli successi nel nostro lavoro.”
Le ultime espressioni volgari, isteriche gridate dal rappresentante di Israele all'Onu, non volendo, illudendosi di offendere, invece hanno detto una cosa giusta: "Lei è una strega...".
Ma per noi donne questo è un complimento, è uno slogan da tempo del movimento femminista: "Tremate, tremate... le streghe son tornate"
Ebbene sì, volevate offendere Francesca e invece le avete fatto un complimento.
E tutte noi diciamo: Attenti, ci sono tante streghe che sono tornate e tante altre ne verranno che vogliono farvi realmente tremare e vogliono rovesciare questi governi, questi Stati imperialisti che producono solo guerre, orrore, crimini contro l'umanità. 
Siamo le "streghe" che sono con le donne eroiche palestinesi che trasformano il loro immenso dolore in forza, in resistenza. 
Francesca Albanese continua nel tuo lavoro!
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Da Il Manifesto
Genocidio a Gaza «crimine collettivo», una strega si aggira per il mondo
di Roberta De Monticelli
"...Il volto terreo, le labbra serrate dall’ira di Danny Danon, rappresentante di Israele all’Onu, hanno fatto il giro del mondo, insieme alle parole con cui ha apostrofato la relatrice speciale Francesca Albanese: «Lei è una strega e questo

pc 1 novembre - India tra rivoluzione e controrivoluzione - Contro imperialismo e regime fascista di Modi - Un mese di controinformazione - propagande e agitazione a partire dal 7 novembre

 

Comunicato del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India

Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India chiama tutto il proletariato mondiale, le organizzazioni rivoluzionarie e democratiche a partecipare attivamente alla campagna prolungata contro la Operazione Kagaar.

Non possiamo permettere che il governo indù-fascista e genocida di Modi attui i suoi piani per cancellare il PCI (maoista) entro il marzo 2026.

Per questo motivo, come Comitato Internazionale, lanciamo una serie di proposte e azioni per fare fronte con l'internazionalismo proletario i piani genocidi di Modi.

Il futuro dei nostri compagni in India è il nostro futuro, perciò non possiamo stare fermi a guardare lo sterminio dei nostri compagni.

Ora più che mai, è tempo di agire e combattere con le unghie e con i denti contro l'Operazione Kagar e il governo indù-fascista e genocida di Modi. Pertanto, proponiamo le seguenti azioni:

  • Diffusione straordinaria in tutte le lingue possibili via internet e tra i proletari e masse popolari del messaggio del PCI (Maoista) per il 21° anniversario della fondazione del PCI (Maoista) contro l’infame campagna dell'imperialismo e del regime di Modi sulla "fine della guerra popolare" e la capitolazione del Partito.

  • Una Campagna di Emergenza Prolungata contro l'Operazione Kagaar, rivolta ai proletari e ai popoli del mondo, con una delegazione internazionale in India. I membri delle delegazioni, designati da comitati, partiti e organizzazioni, nonché la data e le modalità di viaggio, saranno definiti entro la fine di novembre.

  • Una manifestazione internazionale proletaria e internazionalista il 21 o 28 marzo in una grande città europea contro l'Operazione Kagar a sostegno della guerra popolare e del PCI (Maoista). Altre manifestazioni contemporanee si terranno in America Latina, Asia, Africa e Stati Uniti ove non sia possibile partecipare alla manifestazione internazionale in Europa. La data e il luogo di questo evento internazionale saranno stabiliti a dicembre e l’appello e manifesto saranno pubblicati il 1° gennaio 2026.

Viva l’internazionalismo proletario!

Viva la guerra popolare!

Viva il PCI (Maoista)!

Lal Salaam

 Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India -

ICSPWI info csgpindia@gmail.com 

venerdì 31 ottobre 2025

pc 31 ottobre - BELGRAVIA (BG) SCIOPERO PER IL SALARIO CONTRO LA REPRESSIONE IN FABBRICA

Oggi è stato indetto lo sciopero dalle 12.00 alle 15.00 degli operai alla Belgravia di Azzano S. Paolo, rivendicando l’aumento della paga e contestando l'uso del contratto agricolo, sottopagato e a tutele ridotte nonostante il lavoro industriale dello stabilimento, l'altra faccia dei bassi salari. Un contratto utilizzato come stagionale, quindi ultra precario, (clamoroso il caso dell’operaio da 18 anni precario ‘fisso’) mentre le commesse industriali sono ininterrotte 365 giorni l'anno.

I lavoratori denunciano le pesanti condizioni di lavoro che negli anni hanno usurato i lavoratori, l’antisindacalità e la repressione dell’azienda in risposta alle rivendicazioni degli operai, ora in particolare verso il delegato sindacale e RLS, per ostacolarne l’azione e intimidire l’insieme dei lavoratori.

Nel complesso una buona iniziativa per i lavoratori Belgravia, solidali con i popoli oppressi in lotta, dalla Palestina all’India, che ha rilanciato le iniziative in corso in fabbrica ed ha salutato positivamente, la prospettiva dello sciopero generale del 28 novembre, una obiettivo necessario per nuovi rapporti di forza tra la classe operaia governo, padroni e il loro sistema di sfruttamento. Per i salari, contro la finanziaria di guerra, per una Palestina libera dal fiume al mare.

pc 31 ottobre - Si allunga il processo per Anan, Ali e Mansour – Chiesta l’audizione dell’ambasciatore israeliano per il 21 novembre


E’ ripreso oggi il processo italo-israeliano alla resistenza palestinese, che vede imputati, con l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo internazionale”, Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh. La fase istruttoria, che doveva chiudersi oggi, è stata ulteriormente dilatata al 21 novembre per ascoltare l’ambasciatore israeliano. Così la requisitoria dell'accusa slitta al 28 novembre, le arringhe della difesa e le dichiarazioni degli imputati al 19 dicembre.

Non sappiamo ancora se ci sarà sentenza quel giorno, ma sappiamo di sicuro che Anan vedrà prolungarsi di un altro mese la conclusione del primo grado di giudizio.

Anan è apparso in videoconferenza dimagrito. Per salutarlo abbiamo esposto bandiere e kefiah. Subito dopo le abbiamo dovute rimuovere perché PM e presidente della corte minacciavano di sospendere l’udienza. Fuori del Tribunale era presente un piccolo presidio di solidarietà, con una delegazione da Roma e altri solidali dall'Abruzzo.

Nell’udienza di oggi, in presenza della giudice a latere trasferita, sono state compiute dai periti alcune precisazioni sulle traduzioni dall’arabo, richieste dal PM, e dall'ebraico, richieste dalla difesa. Quest’ultima aveva richiesto la traduzione di un documento, tratto dal sito della pagina Facebook dell'IDF (Brigata Militare

pc 31 ottobre - Organizzare la lotta operaia, il problema più importante

Ci occupiamo spesso i volentieri delle fabbriche perché siamo un'organizzazione che lavora per ricostruire il Partito della classe operaia, per raccogliere l’ avanguardia operaia e proletaria nella costruzione di un Partito comunista rivoluzionario, capace di nascere e svilupparsi nel fuoco della rotta di classe in stretto legame con le masse operaie e le masse popolari.

Ma nelle fabbriche la situazione non va in questa direzione.

I piani dei padroni si affermano nelle fabbriche attraverso licenziamenti, riduzione dei salari e peggioramento delle condizioni di lavoro, delle condizioni di salute e sicurezza che incarnano lo sfruttamento capitalistico, l'estorsione del plusvalore degli operai e dei lavoratori a servizio dei profitti che sono il feticcio, la questione da difendere ad ogni costo per i padroni, qualunque siano le condizioni.

Questo avviene nelle grandi, medie, piccole fabbriche, ma è chiaro che nelle grandi fabbriche esiste comunque la forza numerica e spesso di esperienza e di possibilità di lottare contro tutto questo.

E quindi lo scontro nelle grandi fabbriche - che ora ancora non c'è o comunque è sotterraneo e comunque di livello inadeguato - è quello a cui bisogna prestare attenzione, perché se si riesce a riattivare lo scontro nelle fabbriche tutto il movimento operaio e popolare non solo sulle questioni economiche e sociali ma anche sulle grandi questioni politiche trova un punto di riferimento e, in prospettiva, una guida quando la classe operaia si dà un suo Partito.

Nelle fabbriche gli operai sono tuttora disorganizzati, esistono sindacati confederali che sono succubi - per non dire complici - dei piani del padrone, esistono sindacati di base che fanno fatica a radicarsi in esse o comunque in generale lo fanno sulle piccole questioni di cui riescono ad intercettare l'attenzione ma non certo per mettere in discussione il potere dei padroni e il monopolio del sindacalismo borghese e filo patronale all'interno delle fabbriche. Ebbene questo è invece quello che noi vogliamo fare ed è questo l'impegno principale a cui dovrebbero dedicarsi le forze comuniste e rivoluzionarie e le forze autenticamente proletarie, perché se si riusciranno si vedrà subito come si rifletterà nelle dimensioni del movimento di massa e soprattutto del suo carattere di classe, nel suo mettere in discussione non una singola cosa ma tutto il potere della classe dominante.

pc 31 ottobre - Il governo Meloni porta avanti lo sfrenato attacco alla magistratura

 

Il governo Meloni è il governo complice del genocidio in Palestina, è il governo della guerra, del riarmo, dell'aumento delle spese militari, è il governo del razzismo antimmigrati, è il governo della massima demagogia in materia economica, della repressione, dello stato di polizia, dell'attacco frontale alla magistratura borghese che è la magistratura di uno Stato capitalistico borghese. Nei tribunali di tutti i paesi capitalisti e imperialisti non c'è giustizia, c'è la giustizia di classe, la giustizia per i ricchi e la giustizia del popolo. Però ci sono leggi nate dalle circostanze storiche con cui si sono formate le Costituzioni che pretendono di dare giustizia all'insegna del diritto, del diritto internazionale, dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Ma quando questo viene fatto dai magistrati va contro la normalità dei governi e degli Stati, delle classi dominanti dei paesi capitalisti e imperialisti.

Per questo tutti i governi capitalisti al servizio dei padroni sanno bene che le leggi valgono per gli altri, non per loro, non per gli esponenti della politica, della corruzione, dell'intreccio economia-affari,

pc 31 ottobre - MILANO: SABATO 1 NOVEMBRE SEMPRE IN PIAZZA CON LA PALESTINA! SENZA GIUSTIZIA NESSUNA PACE

 

pc 31 ottobre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - Mettere al centro la battaglia per il salario

 

pc 31 ottobre - La ripresa alla Stellantis di Melfi deve essere a partire dal ridare il lavoro a chi è stato tolto - Slai cobas per il sindacato di classe

“Ridateci il lavoro che ci avete tolto, non siamo carne da macello”

“Ridateci il lavoro che ci avete tolto, non siamo carne da macello”
I lavoratori davanti ai cancelli della Stellantis

Nella giornata in cui a Melfi si celebra la ‘Jeep Compass’, protesta simbolica degli operai dell’Indotto “buttati fuori” in seguito ai processi di internalizzazione delle produzioni. In 90 sono già in presidio dal 13 ottobre davanti a Pmc

Mentre dentro lo stabilimento centrale si festeggia il lancio della nuova Jeep Compass, noi siamo stati buttati sul lastrico e in Cassa integrazione a zero ore”. Parlano per disperazione, sono i lavoratori della Pmc, stamani davanti al cancello c di Stallantis, a Melfi, per far sentire la propria voce, per non finire nell’oblio. Fino allo scorso 7 ottobre realizzavano scocche e operazioni di Lastratura nell’Indotto, per Stellantis. Poi il declino improvviso, la perdita della commessa da parte di Pmc, e infine il baratro. Molti di loro da 30 anni lavoravano nell’area industriale di Melfi, quando la loro azienda ancora si chiamava Iplam, Itca e via dicendo. Sono oltre 90, fino a ottobre 2026 vivranno di Cassa straordinaria a zero ore, poi il vuoto più assoluto.

Protesta operai Pmc ai cancelli di Stellantis

Sono in presidio dal 13 ottobre davanti i cancelli della Pmc e stamani erano davanti la fabbrica principale, Stellantis, mentre si inaugurava ufficialmente la nuova Compass, con cartelli più che

pc 31 ottobre - Appello per uno sciopero unitario di tutti i sindacati - proprio tutti no... - che senso avrebbe che la Cisl partecipasse allo sciopero generale'?

Appello per uno sciopero unitario di tutti i sindacati

Come lavoratori e lavoratrici, rsu e delegati sindacali, esprimiamo una fortissima preoccupazione per i contenuti sociali presenti nella Legge finanziaria presentata dal Governo Meloni e dal progetto di riarmo che il governo, in piena sintonia con una parte consistente dei governi europei, sta sistematicamente portando avanti con effetti presenti e futuri veramente devastanti. Le lotte sulla Palestina, caratterizzate da un forte processo di aggregazione popolare e sociale, ci hanno insegnato quanto sia importante e desiderata l’unità dal basso di tutti i sindacati siano essi di base che confederali, come nel caso dello sciopero generale del 3 Ottobre.

Non abbiamo mai condiviso le forzature, le fughe in avanti, la corsa a chi decide le date di sciopero in solitaria, né tanto meno l’attendismo di chi aspetta tempi troppo lunghi per la proclamazione degli scioperi.

Separarsi nelle lotte e negli scioperi per ragioni di sigla sindacale è davvero deleterio, si

pc 31 ottobre - Non si ferma a Torino la solidarietà al popolo palestinese - info

Manifestazione organizzata per la Palestina. Il coordinamento “Torino per Gaza” aveva chiamato nuovamente i torinesi in piazza dopo la violazione del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Con l’intensificarsi dei bombardamenti israeliani, che  hanno causato oltre cento morti nelle ultime 24 ore, il movimento aveva lanciato un nuovo appello alla mobilitazione in solidarietà con il popolo palestinese.

Assemblea e appelli allo sciopero

In serata, mentre si concludeva un’assemblea di lavoratori impegnati nella causa palestinese, alcune

pc 31ottobre - Il massacro in Brasile - 2 - Ancora materiali dai compagni brasiliani

Brasil - RRC – O populismo funerário de Cláudio Castro - da Revista Revolução Cultural

Foto: REUTERS/Folhapress/Ricardo Moraes

Republicamos aqui o “Que Fazer?” da Revista Revolução Cultural “O populismo funerário de Cláudio Castro”.

As imagens no dia seguinte à megaoperação policial comandada pela polícia de Cláudio Castro, que resultou na morte de mais de 130 pessoas, são impressionantes. Mais de setenta corpos resgatados pelos próprios moradores estirados em uma praça, muitos deles com sinais de execução, como tiros na nuca, e torturas. A escala da matança é inédita: em semanas de cerco à Venezuela, as forças militares dos Estados Unidos executaram cerca de 50 pessoas no Caribe. Num único dia, a Polícia Militar do Rio assassinou bem mais do que o dobro em uma única localidade.

É preciso que se diga sem rodeios: não se trata de uma guerra, porque não há da parte do oponente, isto é, o Comando Vermelho, nenhum projeto político ou nacional independente. Na verdade, o tráfico de drogas é um negócio bilionário transnacional, cujos maiores agentes e beneficiários são magnatas posicionados no cume do poder político e econômico. É ridículo supor que ele possa ser operado por jovens de origem pobre e escassa instrução, sitiados em favelas. Se assim fosse, o Brasil, que multiplicou sua população carcerária nos últimos anos e coleciona índices sem paralelo no mundo de

pc 31 ottobre - Israele rompe la tregua e ricomincia ad uccidere bambini

da  ORE 12 Controinformazione rossoperaia  del 30.10.25

“Assassini, assassini, giù le mani dai bambini!”, questo è stato un grido che ha caratterizzato le manifestazioni per la Palestina, un grido lanciato spesso da donne palestinesi. L'abbiamo visto direttamente in occasione della manifestazione di Roma di circa un milione di persone del 4 ottobre nel nostro spezzone caratterizzato dallo striscione “Con la resistenza palestinese guerra di popolo fino alla vittoria”, a cui si sono unite donne palestinesi, giovani e meno giovani. E una donna palestinese ha preso con impeto il megafono, caratterizzando un'ampia parte del corteo, in cui ha insistito: “assassini, assassini, giù le mani dai bambini” e lo ha fatto con voce forte, indignata e commossa; questo grido ha raccolto intorno al nostro spezzone molti giovani e tanti hanno fatto da ala a questo pezzo del corteo, richiamati da questo grido di denuncia, perché l'uccisione dei bambini è stata il punto di caduta più drammatico del piano genocida del regime di Netanyhau.

Ebbene nelle due giornate scorse proprio l'uccisione dei bambini è ripartita in maniera selvaggia e barbara con la rottura della tregua da parte dello Stato sionista di Israele.

L'ignobile e cinico uomo che risponde al nome di Trump, prima di salire sull'aereo ha detto che siccome

giovedì 30 ottobre 2025

pc 30 ottobre - Il massacro poliziesco di Rio all'ombra del governo falso progressista di LULA - notizie dai compagni brasiliani - 1 -

 La mayor masacre de la historia en Rio de Janeiro deja 130 muertos

La mayor masacre de la historia en Rio de Janeiro deja 130 muertos

Imagen de cabecera: Fabiano Rocha / Agência O Globo

La mayor operación de guerra contra el pueblo en las favelas de Rio de Janeiro ha dejado por el momento 130 personas asesinadas confirmadas y más de 113 detenidos, entre ellos 10 menores. La invasión se extendió por varias favelas, entre ellas el Complexo do Alemão y de Penha, dejando a su paso un reguero de sangre y un escenario de guerra.

Los vecinos relatan las llamas, drones y los blindados que pasaron por sus viviendas. La operación movilizó a más de dos mil policías civiles y militares, incluyendo los equipos especiales COE, CORE y los batallones de toda la región metropolitana.

Los ataques violentos y la violencia contra el pueblo fueron denunciados desde un inicio por los

pc 30 ottobre - Passa al Senato la riforma della giustizia, a tutela dei potenti, governanti, dei padroni

Il Senato ha approvato la riforma costituzionale sulla giustizia voluta dal governo di Giorgia Meloni. 

Il segno effettivo di questa (contro) riforma, oltre che le dichiarazioni della Meloni e le espressioni di felicità della destra, l'hanno data gli esponenti di Forza Italia, inneggiando e innanzando ritratti di Berlusconi. Con questa legge ora i tanti "Berlusconi" che ci sono dentro e fuori governo e parlamento stanno più tranquilli, hanno una giustizia controllata dal governo fascista...

RIPUBBLICHIAMO UN ARTICOLO FATTO ALL'ATTO DELL'APPROVAZIONE ALLA CAMERA.

La riforma della giustizia e la giustizia reale che non cambia - Un commento dell'Avvocata Antonietta Ricci di Taranto


La riforma introduce un cambiamento notevole nell’ordinamento della magistratura: la cosiddetta separazione delle carriere, cioè l’introduzione di carriere con concorsi di ammissione diversi e diverse norme interne per i magistrati inquirenti, ovvero i pubblici ministeri che conducono le indagini, e quelli giudicanti, ovvero i giudici che emettono le sentenze.

Questa riforma è presentata come la risoluzione a tutti gli attuali squilibri del processo che, invece, hanno cause complesse e molteplici: il numero troppo elevato di procedimenti e la conseguente eccessiva durata dei processi; un sistema normativo smisurato e la conseguente incertezza interpretativa di leggi e regolamenti.

Un ordine separato di pubblici ministeri, con un proprio organo di autogoverno, rischia di accentuare

pc 30 ottobre - Le manifestazioni a Gabes Tunisia - info

 Historic demonstrations in Gabès are worrying Saied’s anti-people and pro imperialist regime

For about twenty days now, the city of Gabès (130,000 inhabitants), an industrial coastal city in southern Tunisia, has been mobilizing following the latest cases of asphyxiation in some peripheral neighborhoods near the Tunisian Chemical Group (GCT).
The demonstrations erupted in particular following repeated cases of asphyxiation over several days, affecting some children at the Qananiya elementary school in the Chott Essalem neighborhood, the working-class neighborhood not far from the industrial plant.
Although protests in the city against pollution from the GCT are not new (the Stop Pollution collective has been organizing such protests since 2012, following the 2010-2011 popular uprising), this is the first time they have reached mass proportions, involving tens of thousands of people.

A step back

The GCT plant was founded during the Bourguiba regime in 1972, sixteen years after the country’s formal independence. The small town of Gabes (with a unique ecosystem: the only oasis on the Mediterranean Sea) was chosen to host the plant for processing phosphates mined in the country’s interior (in the Gafsa mining basin). The plant also has its own commercial port for export. Years later,

pc 30 ottobre - Dal blog tarantocontro - info Flotilla: arriva la “Ghassan Kanafani” al porto di Taranto

Riceviamo e pubblichiamo Flotilla: arriva la “Ghassan Kanafani” al porto di Taranto presidio alle ore 18 in piazza Maria Immacolata

E torna anche la “Seasalvia”: nuova protesta in città


TARANTO: «al Molo Sant’Eligio attraccherà l’imbarcazione della Flottilla Ghassan Kanafani»: è l’annuncio diffuso sui social dal collettivo Taranto per la Palestina.

Si tratta della nave di appoggio della Al Awda, partita dal porto di Otranto lo scorso 25 settembre e costretta a fermarsi a Heraklion (Creta) per due avarie. Sulla Al Awda si trovava anche la sindacalista barese Francesca Amoruso che ha fatto ritorno proprio a causa dei guasti dell’imbarcazione Kanafani. Ora anche la nave di supporto torna in Puglia, con arrivo previsto al porto di Taranto.

Alle ore 22, sempre secondo il collettivo, è previsto anche l’attracco della Seasalvia, la stessa nave che, dopo le proteste e un primo blocco dei manifestanti, il 26 settembre aveva poi attraccato al porto ionico nonostante le contestazioni. L’imbarcazione era attesa per caricare circa 30 mila tonnellate di greggio, che sindacati e associazioni locali indicavano come destinato all’aviazione militare israeliana.

Per l’occasione, Taranto per la Palestina ha annunciato un presidio alle ore 18 in piazza Maria Immacolata per accogliere la Flottilla e manifestare contro il nuovo arrivo della Seasalvia.

pc 30 ottobre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia - Palestina sempre assassini di bambini - Lo sfrenato attacco alla magistratura - Organizzare la lotta operaia, il problema più importante

 

pc 30 ottobre - La Palestina, il movimento di massa, noi comunisti

La Palestina non è solo la madre di tutte le ingiustizie, dei crimini verso i popoli oppressi, verso l’umanità, la Palestina significa resistenza e la Palestina libera anche noi. 

La questione del ruolo del governo, del ruolo del moderno fascismo, l'appoggio criminale da parte del governo italiano ad Israele, forniscono il terreno per porre la possibilità del suo rovesciamento.

Le masse stanno lottando per una causa che ne vale la pena, in questo scoprono che lottare per una causa non è assolutamente una cosa non concreta. Lottare per una causa è la questione vitale di cui hanno bisogno, chiaramente soprattutto i giovani, perché evidentemente sono predisposti per questo, ma anche tutti gli altri, tutte le masse attaccate, devastate ideologicamente, politicamente e materialmente dall'oppressione capitalista e dall'intreccio crisi, oppressione, guerra, dalla drammaticità delle cose che appaiono nel mondo e dalla miseria quotidiana.

La miseria della vita quotidiana ci spinge a comprendere che ci vuole una causa per poter uscire da questa miseria e riscattarsi. In questo senso la Palestina è questo, invade, aiuta, trasforma.

Il movimento ha queste caratteristiche, e noi, comunisti, ci stiamo bene.

Chiaramente il materialismo dialettico ci insegna il rapporto oggettivo e soggettivo e ci insegna anche quella cosa che è più difficile da imparare, la questione dei tempi.
Anche i tempi sono importanti, da tenere in conto. Siamo sull'onda del movimento, ci mettiamo al suo

pc 30 ottobre - Contro Meloni e padroni, SI' allo sciopero generale

L'azione di questo governo, le dichiarazioni della Meloni, dei suoi ministri vogliono mascherare una finanziaria al servizio della guerra e che continua ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro, i servizi sociali, dei proletari e delle masse popolari più povere; una finanziaria che si pone sempre al servizio degli interessi dei padroni, delle banche e dell'insieme del Capitale nel nostro paese, che punta a legare a sè settori del cosiddetto “ceto medio". 

La risposta a questi piani del governo resta la lotta e, quindi, la necessità e l'importanza di uno sciopero generale. 

Landini, alla fine della grande manifestazione di Roma, ha detto “vedremo”, e sicuramente è più un NO che un SI' allo sciopero generale.

Da questo punto di vista l'unica proposta di sciopero generale in corso è quella fatta dai sindacati di base, dei maggiori che indica nel 28 di novembre questo sciopero generale.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderirà e parteciperà a questo sciopero generale e là dove è presente lavorerà perché in questo sciopero vi siano manifestazioni, cortei, blocchi che facciano sentire la forza dell'opposizione dei proletari e delle masse popolari al governo, alla sua finanziaria e all'intera sua politica guerrafondaia, complice del genocidio, da stato di polizia nell’ esclusivo interesse delle multinazionali, dell'imperialismo italiano, dell'imperialismo americano e delle frazioni più reazionarie dell'imperialismo europeo.

pc 30 ottobre – La Corte dei Conti boccia il ponte: Meloni e Salvini starnazzano e schiumano rabbia contro la magistratura

 

Sono anni che il fascioleghista Salvini fa campagna elettorale sulla favola della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina; non si era fermato neanche in estate quando tutto contento aveva comunicato che il progetto era stato approvato dal Cipess.

E sono anni in cui non si sono mai fermate le proteste fatte di tante manifestazioni e cortei anche di 10.000 persone sia a Messina che a Reggio Calabria, così come non si sono fermate le denunce di diversi organismi, tra cui ambientalisti e abitanti delle due sponde che il governo moderno fascista vuole sfrattare. E tanto per non smentire l’attitudine fasciorepressiva in diverse occasioni le contestazioni a Salvini sono finite con cariche della polizia.

La doccia gelata per Salvini però è arrivata in serata con la notizia che la Corte dei Conti ha bocciato la

pc 30 ottobre - Palestina: Netanyahu/Trump rompono la tregua e riprendono il genocidio


La tregua travestita da accordo di pace in Palestina finisce ogni volta che Netanyahu vuole, con la copertura degli Usa di Trump.

Lo Stato sionista di tipo nazista, massacratore e genocida, ha ripreso l'azione militare nei confronti del popolo palestinese a Gaza mentre non si era mai fermata l'azione per annettere la Cisgiordania con le iniziative violente e aggressive, sostenute dall'esercito, dei coloni nazisionisti d'Israele.

La rottura della tregua dimostra che le speranze riposte dal popolo palestinese e raccolte per stato di necessità dalla resistenza con gli accordi di Sharm el-Sheikh, sono in ogni momento cancellate da chi invece vuole perseguire la via del genocidio e della deportazione del popolo palestinese attraverso accordi che realizzano in realtà gli obiettivi della guerra di aggressione.

Ogni pretesto è buono per il regime sionista, sostenuto dall'imperialismo americano, per riprendere il suo piano genocida, omicida, contrario ai diritti umani, così come viene segnalato a tutti i livelli dalla Corte penale internazionale.

Quindi il "piano di pace" è parte dell'azione di guerra dell'imperialismo e del sionismo, non vi possono essere dubbi e su questo la resistenza palestinese e il movimento di solidarietà con la Palestina non hanno altra strada che continuare la lotta a tutti i livelli contro questo piano.

Di conseguenza è necessario nel nostro paese ripartire dal 4 ottobre per ricostruire a livello di movimento e di opinione pubblica di massa, le condizioni per una mobilitazione prolungata, estesa e più incisiva e che naturalmente colpisca i criminali del nostro paese: il governo Meloni, che è culo e camicia con Trump e Netanyhau, che non riconosce lo stato di Palestina, che non riconosce la Corte penale internazionale e non vede l'ora di mettere all'interno della Striscia di Gaza non solo armi, come ha già fatto finora, ma anche soldati.

Quindi mobilitiamoci a fianco del popolo palestinese contro il regime sionista di Israele e l'imperialismo americano che hanno violato la tregua e hanno dimostrato che le loro affermazioni di pace sono false, per riprendere forte e chiaro i messaggi “senza giustizia nessuna pace/il piano di Trump non ci piace”, “la resistenza non si può fermare/Palestina libera dal fiume al mare” e per chiamare i proletari, le masse popolari del nostro paese, a riaffermare che “il popolo sa da che parte stare...”.

pc 30 ottobre - Venerdì 31 ottobre, Presidio al Tribunale dell’Aquila per la liberazione di Anan Yaeesh, in sostegno della Resistenza palestinese

Riprenderà domani, con la chiusura dell’istruttoria dibattimentale, il processo italiano alla resistenza palestinese, che vede imputati, con l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo internazionale”, Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh.

In occasione dell’udienza, saremo ancora una volta in Presidio davanti al Tribunale dell’Aquila, venerdì 31 ottobre dalle ore 9:30, per reclamare la liberazione di Anan, ingiustamente detenuto da oltre 21 mesi nelle carceri italiane, e l’assoluzione di tutti e tre i cittadini palestinesi, perché la resistenza non è terrorismo e non si processa.

Il vero terrorismo sono le bombe dell’imperialismo, fornite allo stato genocida di Israele per il profitto di pochi criminali che si credono i padroni del mondo.

Terrorista è lo stato sionista di Israele, che non ha mai smesso di bombardare e

mercoledì 29 ottobre 2025

pc 29 ottobre - Aggressioni fasciste al servizio della marcia moderno fascista del governo e dello Stato del capitale

Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia

Ci occupiamo oggi dei fascisti, dei fascisti veri, di quelli travestiti, di quelli al governo e di quelli nelle strade, degli squadristi e dei ministri fascisti. Da tempo noi diciamo che questo governo è di stampo fascista e vuole uno stato, una società di stampo noderno fascista. Lo abbiamo più volte denunciato trovando consensi, ma anche dissensi.

Dobbiamo dire che i consensi fondamentali sono venuti tra i proletari e le masse, i giovani, le donne, non organizzate in generale; mentre i dissensi vengono dalle cosiddette forze organizzate a sinistra, arrampicandosi sugli specchi della sinistra parlamentare o extraparlamentare, nell'universo dei sindacati di base, come nei centri sociali, che dicono no, non è fascista, è in continuità con i governi dei padroni, ecc., col risultato di gettare confusione e di non riuscire a ricostruire l'antifascismo militante come attività permanente che si lega alla lotta sociale, alla lotta politica, alla solidarietà internazionalista, alla lotta contro la guerra e alla più generale lotta contro il governo.

Si sono incontrati ieri i governi più fascisti d'Europa, il governo Orban che da tempo pratica nel suo paese una sorta di dittatura mascherata da democrazia che reprime l'opposizione, la vuole cancellare, quella di sinistra innanzitutto e con un odio particolare verso l'antifascismo di coloro che denunciano il