sabato 1 novembre 2025

pc 1 novembre - SPESE MILITARI: 32 MILIARDI ALLA DIFESA NEL 2026 - Contro la finanziaria di guerra verso lo sciopero generale del 28 novembre

SPESE PAZZE MILITARI: 32 MILIARDI ALLA DIFESA NEL 2026

da Byoblu, la Tv dei cittadini

Austerità per i cittadini, spese pazze per il settore militare. Così può essere riassunto il testo della manovra finanziaria su cui sta lavorando il Governo e che il Parlamento è chiamato ad approvare entro il prossimo 31 dicembre.

I soldi messi in campo per i cittadini italiani sono pochi: 19 miliardi di euro. Quest’austerità forzata ha lo scopo, secondo il Governo Meloni, di far uscire il Paese dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Rispettare oggi le regole, sperando in qualche concessione in un futuro ipotetico. Gli stessi che oggi sono al Governo, quando erano nei banchi dell’opposizione avrebbero definito quest’approccio come ingenuo.

Mentre si centellinano le risorse per sanità, istruzione e salari, dall’altra c’è un settore che continua a gonfiarsi di finanziamenti pubblici: la difesa.

I dati sugli investimenti nella difesa

Secondo i dati forniti dall’osservatorio sulle spese militari italiane, il trend in questo settore è in

costante crescita. Il totale previsto dalla legge di bilancio per la difesa è di 32,3 miliardi di euro con una crescita netta di oltre 1,1 miliardi di euro (+3,52%) rispetto alle previsioni di spesa del 2025.

Viene così confermato il superamento della soglia di 30 miliardi avvenuto nel 2025. Se l’aumento rispetto all’anno precedente può sembrare all’apparenza di ridotte dimensioni, è utile osservare lo storico per capire la tendenza degli ultimi anni.

Nel 2017, solo 8 anni fa, il bilancio per la difesa si attestava a 19,7 miliardi di euro. In soli 8 anni quindi la spesa è aumentata di 13 miliardi. Nel 2022 arrivava già a 25 miliardi. Di questi 32 miliardi previsti per il 2026, 7 sono destinati ai carabinieri, 6 all’esercito, rispettivamente 2,4 e 2,9 a marina e aeronautica. Per le missioni internazionali la cifra è di circa 1 miliardo.

Gli aumenti sono in buona parte riconducibili ai nuovi obiettivi imposti dalla NATO. Si tratta infatti della parte “pura” di spesa militare, cioè quella effettivamente riguardante costi per personale, esercizio e investimento (acquisti) in armamento da parte dello Stato. Quella per cui la NATO ha posto come obiettivo entro il 2035 una spesa pari al 3,5% del PIL.

E infatti se si allarga l’orizzonte delle spese, le risorse per il settore della difesa arrivano addirittura a 130 miliardi nei prossimi quindici anni. Tutto questo viene fatto, dicono, per difenderci da uno Stato, la Russia, che non ci ha mai attaccato, non ci ha mai minacciato e che fino a poco tempo fa era il nostro principale fornitore di gas

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