Sono anni che il fascioleghista
Salvini fa campagna elettorale sulla favola della costruzione del ponte sullo Stretto
di Messina; non si era fermato neanche in estate quando tutto contento aveva
comunicato che il progetto era stato approvato dal Cipess.
E sono anni in cui non si sono mai
fermate le proteste fatte di tante manifestazioni e cortei anche di 10.000
persone sia a Messina che a Reggio Calabria, così come non si sono fermate le
denunce di diversi organismi, tra cui ambientalisti e abitanti delle due sponde
che il governo moderno fascista vuole sfrattare. E tanto per non smentire l’attitudine
fasciorepressiva in diverse occasioni le contestazioni a Salvini sono finite
con cariche della polizia.
La doccia gelata per Salvini però è arrivata in serata con la notizia che la Corte dei Conti ha bocciato la
delibera del Cipess che dava via libera alla spesa di 13,5 miliardi di euro. E dire che in mattinata Salvini gongolava mentre presentava in videoconferenza senza alcuna vergogna un tratto di ferrovia ad “alta velocità”!!! la Catania Bicocca-Catenanuova di circa ben 40 chilometri!Di motivazioni per la bocciatura
la Corte dei Conti ne ha trovati tanti, ma già tantissimi erano stati trovati
ed elencati da tutti coloro che contrastano questa operazione di pura propaganda
elettorale.
“La decisione della Corte –
scrive il Sole 24 ore di oggi - arriva al termine di un mese di verifiche,
richieste di chiarimenti e tensioni istituzionali che hanno accompagnato il
percorso del dossier.” Le integrazioni richieste dalla Corte riguardavano “il piano
economico-finanziario, l’allineamento tecnico del progetto alle
prescrizioni ambientali e sismiche e la questione del superamento della
soglia del 50% dei costi del progetto riavviato senza nuova gara. I giudici
in particolare chiedevano lumi sulle coperture finanziarie, la completezza
degli atti tecnici e le tempistiche di attuazione. I giudici
contabili avevano inoltre domandato ulteriori elementi sulle modalità di approvazione
del progetto definitivo e sulla coerenza della documentazione trasmessa
con quanto previsto dal decreto-legge n. 35 del 2023, che disciplina la
ripresa delle attività della società Stretto di Messina. Tra i dubbi anche l’esclusione
dal procedimento dell’Autorità di regolazione dei trasporti e del Nucleo
di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi
di pubblica utilità dal procedimento”.
A leggere già solo queste prime
motivazioni si capisce quanto il progetto sia stato imposto in modo truffaldino,
forzando tutte le procedure legali. Tutto a scopo propagandistico certo, ma soprattutto
per avere a disposizione miliardi da poter spendere per le proprie clientele,
foraggiare padroni di ogni tipo (la compreso
le “aziende” nelle mani della mafia, e non ultimo chi ha occupato in tutti
questi anni la società Stretto di Messina.
È chiaro che né Salvini, né la
Meloni, che hanno dovuto ingoiare questo enorme rospo, hanno intenzione di
lasciar passare questa bocciatura e si apprestano a dare battaglia in tanti
altri modi.
Ma nemmeno chi ha protestato in
questi anni ha intenzione di fermare la battaglia, anzi, a partire da questa
bocciatura, il prossimo obbiettivo che si sono dati i militanti No-Ponte è la
chiusura della “società” Stretto di Messina e lo diranno a chiare lettere già
alla prossima manifestazione che stanno organizzando per il 29 novembre a
Messina.

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