Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia
Ci occupiamo oggi dei fascisti, dei fascisti veri, di quelli travestiti, di quelli al governo e di quelli nelle strade, degli squadristi e dei ministri fascisti. Da tempo noi diciamo che questo governo è di stampo fascista e vuole uno stato, una società di stampo noderno fascista. Lo abbiamo più volte denunciato trovando consensi, ma anche dissensi.
Dobbiamo dire che i consensi fondamentali sono venuti tra i proletari e le masse, i giovani, le donne, non organizzate in generale; mentre i dissensi vengono dalle cosiddette forze organizzate a sinistra, arrampicandosi sugli specchi della sinistra parlamentare o extraparlamentare, nell'universo dei sindacati di base, come nei centri sociali, che dicono no, non è fascista, è in continuità con i governi dei padroni, ecc., col risultato di gettare confusione e di non riuscire a ricostruire l'antifascismo militante come attività permanente che si lega alla lotta sociale, alla lotta politica, alla solidarietà internazionalista, alla lotta contro la guerra e alla più generale lotta contro il governo.
Si sono incontrati ieri i governi più fascisti d'Europa, il governo Orban che da tempo pratica nel suo paese una sorta di dittatura mascherata da democrazia che reprime l'opposizione, la vuole cancellare, quella di sinistra innanzitutto e con un odio particolare verso l'antifascismo di coloro che denunciano il
fascismo di Orban. Tutti conoscono la vicenda di Ilaria Salis che dall'Italia insieme ad altri compagni di altre realtà andò a contestare un raduno nazista che Orban aveva permesso nel suo paese, e che permette ogni anno, in cui si trasforma una giornata in una specie di raduno internazionale dei nazisti. In quell'occasione il gruppo di compagni antifascisti provenienti da diversi paesi andati a contestare, ebbero uno scontro con alcuni di questi squadristi nazisti. Chiaramente in questo caso qualcuno di quei fascisti ebbe la peggio.Su questo è stata imbastita la gigantesca montatura nei confronti di Ilaria Salis che alla fine è stata smontata a livello soprattutto internazionale, e questo ha permesso a Ilaria non solo di abbandonare le carceri di Budapest, ma anche di essere un simbolo dell'antifascismo militante contro il regime di Orban, così apprezzata da essere arrivata perfino, con l'aiuto dei parlamentari, al Parlamento europeo. Un'esperienza giusta e virtuosa.
Finora la Salis si è mantenuta coerente non tanto col partito d'appartenenza, quanto con la battaglia che aveva fatto prima, durante e che vuole continuare anche dagli scranni del Parlamento europeo. Chiaramente Orban vuole che la Salis venga riportata in carcere, e con la complicità di mezzo Parlamento ha provato in tutte le maniere a far cadere l'immunità parlamentare della Salis per poterla nuovamente arrestare e processare.
Ecco chi ha incontrato la Meloni, il più fascista dei governi in Europa.
I giornali parlano soprattutto della posizione dell'Ungheria rispetto alla Russia, che non è la questione principale della natura del governo Orban - questo fa parte delle contraddizioni che ci sono nell'est nel diventare paesi pedina, paesi piazzaforte dell'aggressione imperialista della Russia all'Ucraina.
Ma non è questo che ci interessa, ci interessa l'affinità fascista tra Meloni, Salvini e Orban. Come ci interessa l'affinità fascista tra Meloni e Millei che ha recentemente rivinto le elezioni in Argentina. Ci interessa l'affinità fascista con i fascisti e neonazisti e neofranchisti della Spagna e ci interessa il legame organico con i nazisti di tutta Europa di Salvini.
Ci interessa la collocazione di questo governo al carro del fascio imperialista Trump e all'interno della destra più reazionaria che esiste nel nostro paese, in Europa e in parte nel mondo.
La Meloni poi è una trasformista e una politicante di lungo corso, altro che giovane - è probabilmente una del ceto politico che stava da più anni in Parlamento e in tutto ciò che ha a che fare con il ceto politico dominante in questo paese. Ma la Meloni è fascista come è fascista il vicepresidente della Camera La Russa, come sono fascisti parte dei suoi ministri, parte dei gruppi dirigenti dei partiti della Meloni e di Salvini.
Ed è chiaro che questo clima di fascismo di Stato, fascismo di governo, di fascismo dall'alto, di fascismo poliziesco, di revisionismo storico, punta a cambiare la Costituzione, alla costruzione di uno Stato di Polizia, di uno Stato neocorporativo di cui i sindacati facciano parte - e la Cisl già fa parte di questo assetto.
Però in questi giorni ci sono stati anche fatti molto seri, proprio sul piano dei fascisti veri, veri per modo di dire, gli squadristi prezzolati da sempre a servizio di tutti i governi, di tutte le destre, di tutti i padroni. Sono quei fascisti che si dicono “alternativi”, ma poi hanno sostenuto tutto il peggio dei governi in tutti questi anni, sono stati una stampella dei governi, in primis quello di Berlusconi, e di tutte le parti più marce di questo sistema sociale, compreso la grande malavita.
Ebbene, in questi giorni i fascisti stanno facendo delle azioni squadristiche. Ci sono state alcune abbastanza gravi che vengono denunciate e giustamente nella denuncia si parla di sottovalutazione. Un articolo del Presidente dell’Ampi, apparso su Domani, parla di un “ottobre neofascista”, e perché le aggressioni nere ci devono preoccupare.
Il 3 ottobre viene aggredito un medico dell'Istituto Nazionale delle Malattie Infettive, Lazzaro Spallanzani, mentre andava via dal flashmob per la Palestina. Il medico è stato ricoverato poi al San Camillo. Il 5 ottobre una trentina di squadristi in un bar con caschi e bastoni aggredisce un gruppo di persone che avevano partecipato alla manifestazione per la Palestina. Il 18 ottobre a Cesena un cittadino italiano di origine albanese e un ragazzo marocchino sono presi a calci e pugni da un gruppo di una quarantina appartenenti ad ambienti neofascisti. Chiaramente in tutte queste aggressioni si può vedere la viltà assoluta dei fascisti che si accaniscano su persone inerme, perché sanno bene che se ci fossero dei veri scontri con l'antifascismo militante che ancora c'è, sarebbero loro a finire con le teste rotte. E se ciò non avviene sempre è perché la Polizia sta lì per proteggere i fascisti, per supportarli nelle loro azioni squadristiche.
Il 19 ottobre sulla strada statale di Terni viene attaccato un pullman di tifosi e viene assassinato un autista. E qui tutti a parlare di ultra, della violenza ultra e balle varie.
Si tratta senz'altro di ultra, ma fascisti. Lo stesso giudice è costretto a dire che queste france sono infiltrate, dominate da forze fascio naziste, da gruppi oscuri o palesi di fascio nazisti che utilizzano lo sport, la tifoseria per rafforzarsi, avere una base di massa giovanile e militante, che viene poi usata per le azioni di carattere teppistico e razzistico dentro e fuori gli stadi, ma in prospettiva come parte dell'esercito neofascista, a cui aspirano le france di estrema destra, a fare da supporto neosquadrista del governo moderno fascista della Meloni, che ne ha bisogno ma fino a un certo punto.
Ancora, il 25 ottobre a Roma un giornalista viene aggredito in via Melurana, mentre accompagna il suo bimbo, perché volevano che si togliesse la felpa con la scritta azione antifascista.
Il 26 ottobre a Genova un gruppo di squadristi armati di spranghe fa irruzione nel liceo Vinci, occupato dagli studenti al grido “viva il duce”, devasta alcune aule, disegna una svastica. Sempre quel giorno un migliaio di nostalgici a Predappio dà vita a una manifestazione più che nostalgica perché, perfino con contraddizione nella loro fila, rivendica apertamente non solo l'eredità del fascismo, ma il programma di restaurazione del fascismo nel nostro paese. Tutto questo avviene all'ombra di questo governo con la complicità, la simpatia di molti dei suoi ministri e dei suoi esponenti principali, con il silenzio del governo Meloni che solo quando proprio il fatto è troppo sporco prende le distanze, fa delle dichiarazioni di diritto, ma naturalmente è ben interna alla ripresa del moderno fascismo nel nostro paese.
Scandaloso poi è il ruolo della polizia, di Piantedosi che da sempre praticano “due pesi e due misure” nei confronti delle manifestazioni di sinistra, progressiste e di solidarietà, che invece vengono considerate un vero pericolo e focolaio di violenza, mentre ciò non sarebbe il caso di tutti i gruppi neofascisti che fanno proprio della violenza reazionaria, quella contro i proletari, i giovani, i migranti e così via, la loro carta d'identità.
E che questo sia vero lo vediamo molto facilmente nella giornata di ieri. Nella giornata di ieri a Torino un gruppo di neofascisti, di gioventù nazionale, quindi in questo caso dell'organizzazione giovanile che fa direttamente capo a Fratelli d'Italia e quindi alla Meloni, a sua sorella, agli esponenti principali di questo partito che ci sono nelle stesse istituzioni e nel Parlamento, ha fatto un volantinaggio davanti ad una scuola.
Gli studenti reagiscono e il risultato è che vengono aggrediti, la polizia arriva puntuale e la Digos arresta uno studente antifascista. Chiaramente gli studenti della scuola e parte del movimento hanno reagito con un'immediata manifestazione. Ma come si vede esiste una complicità costante e sistematica tra fascisti e polizia.
In questi giorni questi episodi si stanno moltiplicando, ringalluzziti dal governo Meloni e dalle sue leggi e soprattutto dalla prospettiva della acutizzazione dello scontro di classe, dello sviluppo della lotta contro questo governo che ha visto e vede manifestazioni così significative come quella del 4 ottobre e una crescente consapevolezza della sua natura e della necessità di una opposizione vera.
Questi fascisti sentono che si avvicina la loro ora, l'ora in cui possono agire a viso aperto, ed essere una parte paramilitare dell'apparato repressivo dello Stato borghese e della sua polizia. Guerra, fascismo e oppressione dei popoli vanno insieme, il caratterizzarsi in senso fascista dei governi è dentro il sistema imperialista che produce reazione e fascismo in connessione con la guerra e la battaglia per essere l'unica forma di governo, di Stato nel sistema mondiale in crisi.
Per questo l'antifascismo militante non è qualcosa dei gruppi di estrema sinistra, ma è una questione di fondo.
Attraverso l'antifascismo militante si contrastano le truppe di complemento del governo e dello Stato borghese e ci si prepara a una guerra su più larga scala, che naturalmente non richiederà solo l'antifascismo militante, ma richiederà la forza militante del movimento di massa e i livelli di militarizzazione necessari per fronteggiare gli Stati imperialisti e i governi della guerra, della repressione, della dittatura aperta.
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