Non sappiamo ancora se ci sarà sentenza quel giorno, ma sappiamo di sicuro che Anan vedrà prolungarsi di un altro mese la conclusione del primo grado di giudizio.
Anan è apparso in videoconferenza dimagrito. Per salutarlo abbiamo esposto bandiere e kefiah. Subito dopo le abbiamo dovute rimuovere perché PM e presidente della corte minacciavano di sospendere l’udienza. Fuori del Tribunale era presente un piccolo presidio di solidarietà, con una delegazione da Roma e altri solidali dall'Abruzzo.
Nell’udienza di oggi, in presenza della giudice a latere trasferita, sono state compiute dai periti alcune precisazioni sulle traduzioni dall’arabo, richieste dal PM, e dall'ebraico, richieste dalla difesa. Quest’ultima aveva richiesto la traduzione di un documento, tratto dal sito della pagina Facebook dell'IDF (Brigata Militare
Jenin), e in particolare del contenuto di un cartello, posto all’entrata della caserma di Avnei Hefetz, in cui si dà il “benvenuti al comando militare di Avnei Hefetz”.Abbiamo “scoperto” così che Avnei Hefetz è anche il nome di un insediamento militare israeliano responsabile dell'occupazione, e come tale obiettivo legittimo da parte della resistenza palestinese. Il carattere militare di Avnei Hefetz è centrale in questo processo, perché tutta l'ipotesi accusatoria si fonda sul fatto che quando si parla di Avnei Hefetz debba farsi riferimento a un insediamento di civili che sarebbe stato l'obiettivo individuato dalla resistenza palestinese per un attentato.
Non contenta, la PM ha prima incalzato il suo perito fino a farle dire che di Avnei Hefetz ce ne sono 2, dopodiché ha chiesto di far entrare nel processo un documento redatto dall’ufficiale di collegamento tra Israele e il Sud Europa che afferma che Avnei Hefetz deve essere indicata come un insediamento di 2000-3000 abitanti.
Trattandosi di un documento con contenuto dichiarativo, per aggirare le regole codicistiche in base alle quali le dichiarazioni devono essere rese oralmente nel contraddittorio delle parti e in pubblica udienza, la Corte ha ritenuto di disporre l'audizione dell'ambasciatore israeliano o un suo delegato.
Probabilmente quindi, il 21 novembre, lo stato genocida di Israele sarà presente all'interno di un'aula giudiziaria italiana in veste accusatoria, e a nulla sono valsi i richiami della difesa a una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia nel 2024, in cui si fa divieto a tutti gli Stati delle nazioni unite di cooperare per il mantenimento dello status quo nei territori occupati da Israele.
A controprova è stata accolta la richiesta della difesa di far rientrare nel processo Leopold Lambert, professore e studioso degli insediamenti coloniali in Cisgiordania, o un altro dei tanti testimoni esclusi all’inizio del processo, per spiegare cosa si celi dietro i cosiddetti insediamenti israeliani ed in particolare dietro Avnei Hefetz.
Il 21 quindi verranno sentiti l'ambasciatore israeliano o un suo delegato, il testimone della difesa a controprova e la perita, per delle precisazioni su tre nuovi documenti delle Nazioni Unite forniti oggi, due dei quali prodotti dalla difesa, da cui emergono i dati terribili di questi due anni di genocidio, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania.
Oggi un bambino è stato ucciso a Ramallah, mentre il nazista Ben-Gvir diffondeva un video in cui mostrava numerosi prigionieri palestinesi ammanettati in modo brutale e disumano ed invocava la pena di morte per i "terroristi". Dal 7 ottobre 2023, le forze di occupazione e i coloni hanno intensificato i loro attacchi in Cisgiordania, provocando il martirio di 1.062 palestinesi e il ferimento di circa 10.000 persone, oltre all'arresto di oltre 20.000 palestinesi, tra cui 1.600 bambini.
Per il 21 novembre è previsto anche l’appello per Tarek Dridi, un altro prigioniero per la Palestina, condannato a 4 anni di carcere per gli scontri del 5 ottobre 2023.
Facciamo perciò appello a presidiare i 2 processi senza dimenticare nessuno, perché la Resistenza non si arresta e non si processa.
La Resistenza è l'unica speranza di un popolo senza speranza, e va difesa.
Anan, Ali, Mansour e Tarek Liberi!

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