sabato 22 luglio 2017

pc 22 luglio - IL G8 CE LO HA INSEGNATO IL VERO TERRORISMO E’ QUELLO DELLO STATO!

20 luglio 2001- 20 luglio 2017

CARLO VIVE E LOTTA INSIEME A NOI,
LE IDEE DI RIVOLTA NON MORIRANNO MAI!

Lo SLAI Cobas sc. Policlinico Palermo, presente anch’esso al G8 di Genova del 20-21 luglio 2001, esprime  la propria rabbia e il proprio sconcerto in merito alle criminali e barbare affermazioni  sulla morte di Carlo Giuliani,da parte di quella feccia di Diego Urbisaglia, consigliere del Pd di Ancona

Le aberranti e criminali affermazioni di ieri, da parte del consigliere del Pd di Ancona sulla morte di Carlo Giuliani che, a suo avviso, meritava di essere ucciso, oltre a dimostrare concretamente la feccia di cui è formato il Pd, mostrano apertamente l’humus fascista e barbaro dispiegato a piene mani da questa barbara società capitalistica -  attraverso lo stato,i suoi governi, le sue istituzioni, le sue forze dell’ordine borghese, i suoi rappresentanti politici- che istiga finanche ad uccidere quanti manifestano il proprio dissenso contro l’oramai putrido sistema.
 
IL G8 CE LO HA INSEGNATO
IL VERO TERRORISMO E’ QUELLO DELLO STATO!

In tal senso ricordiamo anche la morte, negli anni ’70, per mano della polizia, di Francesco Lo Russo e Giorgiana Masi, due giovani compagni che non abbiamo mai dimenticato, così come pure Carlo.
Carlo, sulla cui morte è stata insabbiata la verità, pur di assolvere quell’assassino di Placanica e il suo mandante:lo stato borghese. I video girati quel giorno durante la manifestazione e l’assassinio del giovane compagno no global, parlano chiaro: Carlo viene prima colpito allo zigomo dal proiettile sparato dal carabiniere Placanica, cade a terra, ma non è ancora morto; sarà la jeep del carabiniere ad ammazzarlo passando per ben due volte sul suo corpo, nonostante i compagni presenti chiedessero di fermare il mezzo blindato.

Non vi è stata nessuna “legittima difesa”, per quale invece, nel 2003 è stato assolto un assassino e il suo mandante: lo stato borghese!

Ma per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti!
PER I COMPAGNI UCCISI NON BASTA IL LUTTO
PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO!!!
                                                                              Pa,22.07.2017                 
Lavoratrici/lavoratori SLAI Cobas sc Policlinico Palermo

pc 22 luglio - Razzismo istituzionale quotidiano in Sicilia, da Castell’Umberto a Milazzo i sindaci ora provano a fare soldi sulla pelle dei migranti

Da una “barricata” all'altra, da un paesino all’altro, il razzismo profuso a piene mani soprattutto dalle istituzioni locali continua quotidianamente.

Dopo l’assemblea di una 40ina di sindaci dei Nebrodi che alla fine “hanno accettato il piano di accoglienza del ministero” come riporta La Repubblica, impegnandosi “a evitare altre proteste plateali come quella di Castell'Umberto”, come se fosse invece accettabile che si facciano proteste di altro tipo! Questo, detto tra l’altro da una “autorevole” istituzione come la Prefettura, è proprio uno dei modi per legittimare e diffondere razzismo!

Visto il clamore nel frattempo il sindaco di Milazzo aveva pensato bene di farsi avanti per l’accoglienza di circa 60 migranti, suscitando le “proteste” di alcuni suoi oppositori politici e cittadini espressamente razzisti. Anche qui è intervenuta la Prefettura e le acque si sono calmate grazie soprattutto a questa risposta della Prefettura:
"In proposito - prosegue la nota - tutti i sindaci hanno concordato sulla necessità di attivare il sistema Sprar considerata l'importanza strategica di tale tipo di accoglienza quale strumento per una efficace integrazione.”

Il sistema Sprar prevede che i Comuni agiscano direttamente sull’accoglienza attraverso la messa a disposizione di centri, personale e soprattutto gestione dei fondi che arrivano dal Ministero!

Si tratta di un’altra miserabile forma di sfruttamento della immane tragedia che tocca ad una consistente parte dell’umanità.

pc 22 luglio - Corrispondenze dalla Tunisia: monta il razzismo nel Maghreb arabo contro gli “africani”. Le ultime dall’Algeria.

Chiunque conosca sufficientemente un paese del Maghreb arabo (Marocco, Algeria, Tunisia; e nella sua concezione allargata anche Libia, Egitto e Mauritania) sa bene come gli arabi si riferiscano ai popoli dell’Africa subsahariana con il termine di “africani”. Per un occidentale abituato ad un’idea omogenea di Africa cio’ suona un po’ strano. 
Inoltre in questi paesi ci sono “arabi più arabi degli altri” ovvero vi è una discriminazione razziale verso i propri connazionali con la pelle nera…
Cio’ si manifesta con alcuni epiteti, “il nero” quando al contrario nessuno penserebbe di dire “il bianco”, e con la segregazione che principalmente si traduce con il tacito divieto di matrimoni “misti” e, quando cio’ avviene, la società in generale “condanna” queste coppie che diventano oggetto di pettegolezzi, offese e discriminazione spesso anche a partire dalla famiglia del coniuge “bianco”. Spesso le “arabe nere” sono considerate dal maschio bianco ancor più un oggetto sessuale.
In altra sede sarebbe necessario approfondire quanto il colonialismo sia responsabile di questa “eredità”.
Oltre a questa discriminazione “interna”, come dicevamo nei paesi arabi è diffuso il razzismo verso gli “africani”, per esempio a Tunisi vi sono state diverse occasioni in cui dei tunisini abbiano aggredito degli studenti universitari provenienti da paesi dell’Africa subsahariana.
Chi scrive qualche anno fa ha avuto l’occasione di soggiornare qualche mese in uno studentato di Tunisi destinato a studenti stranieri che in Tunisia sono al 99,9% provenienti dall’Africa subsahariana per l’appunto. Al di là dell’anomalia in quanto unico studente bianco insieme a due studenti coreani presenti nella struttura di centinaia di studenti africani, il dato evidente è la segregazione razziale anche in questo ambito della vita quotidiana. In Italia sarebbe impensabile uno studentato per soli “studenti erasmus” o solo stranieri (quantomeno finora ma niente è da escludere visti i recenti rigurgiti razzisti e neofascisti).
Tornando al Nord Africa “arabo” recentemente hanno fatto scalpore le dichiarazioni del ministro degli esteri algerino Abdelkadher Messadhel che ha definito gli immigrati una “minaccia per la sicurezza nazionale”.
Queste dichiarazioni sono solite dei rappresentanti dei governi imperialisti, e probabilmente, leggendo la notizia con disattenzione, in maniera quasi meccanica si potrebbe pensare che sia un ministro francese che dica cio’ a proposito degli algerini risiedenti in Francia…
Giustamente il giornalista algerino Faycal Mettaoui del quotidiano el Watad (la Nazione n.d.a.) ha fatto notare che “la diplomazia algerina e chi rappresenta l’Algeria è tenuto ad avere sempre un approccio di solidarietà verso i paesi africani. Stiamo per sviluppare un approccio securitario. Stiamo riproponendo le posizioni dell’estrema destra europea?”
Per completare il quadro, recentemente nel paese Nord Africano si è sviluppata una campagna razzista “virtuale” sotto l’hashtag di “No agli africani in Algeria”, lo scrittore algerino Kamel Daoud ha denunciato questa campagna razzista collegandola a un modo di vita e pregiudizi occidentali nei cosiddetti paesi “arabi” (virgolette sue).
C’è da dire che tutto cio’ è stato accompagnato recentemente da espulsioni “ingiustificate” di migranti dell’Africa subsahariana dall’Algeria. 
Anche in Tunisia recentemente, cio’ che rimaneva del campo profughi (circa 45 migranti) di Chuchia giusto fuori la città di Ben Guardane al confine con la Libia, sono stati sgomberati con un blitz all’alba durante il Ramadan. I migranti sono stati semplicemente cacciati via dalle proprie tende del sito desertico, alcuni di loro hanno provato a muoversi verso Tunisi (600 km più a nord) ma giunti alla stazione ferroviaria più vicina (a 200 Km nella città di Gabès) sono stati bloccati per ore. In questa occasione dei solidali anti-razzisti internazionali hanno aiutato attivamente i migranti nelle loro diverse tappe verso la capitale e alcuni di loro sono stati anche arrestati, denunciati e poi rilasciati.
Anche in Nord Africa si stanno replicando delle dinamiche “europee” in materie di politiche razziste anti-immigrazione: espulsioni, distruzione di campi profughi e attentato alla libertà di movimento anche all’interno del territorio nazionale. Cio’ è l’evidente riflesso delle politiche della “Fortezza Europa” i cui confini ( ed il paradigma conseguente) si spostano sempre più a Sud...

pc 22 luglio - Venerdì di sangue, palestinese, a Gerusalemme. Si accende la rabbia popolare contro i nazi/sionisti

da Nena News


21 lug 2017
Redazione
Israele vieta l’accesso alla Spianata delle Moschee ai palestinesi con meno di 50 anni. Dieci arresti nella notte, 22 feriti negli scontri. Un giovane ucciso vicino a Betlemme, mentre 3mila poliziotti vengono dispiegati intorno alla Città Santa

AGGIORNAMENTI:
ore 22:25  3 coloni uccisi nell’insediamento di Chalamish (Cisgiordania). Abbas, intanto, annuncia: “Sospensione di tutti i contatti con Israele”
Tre coloni, due uomini di 40 e 60 anni e una donna di 40 anni sono stati accoltellati a morte stasera nell’insediamento di Chalimish (nella zona centrale della Cisgiordania). Un’altra donna israeliana di 60 anni è stata trasferita all’ospedale Sharei Tzedek di Gerusalemme. Le sue condizioni sono giudicate serie.
Il presidente palestinese Abbas, intanto, annuncia la sospensione di “tutti i contatti” con Israele.
ore 18.45 – BILANCIO DELLA MEZZALUNA ROSSA: 390 PALESTINESI FERITI
La Mezzaluna rossa ha appena dato il bilancio della giornata di scontri tra Gerusalemme e Cisgiordania: 390 palestinesi sono stati feriti, la maggior parte per inalazione di gas lacrimogeni, 38 a Gerusalemme e 66 in Cisgiordania da pallottole vere e proiettili di gomma. Cinque gli agenti di polizia israeliani feriti.
ore 16.30 – TERZA VITTIMA PALESTINESE AD ABU DIS, CISGIORDANIA
Un terzo palestinese è morto in un ospedale di Ramallah, dove era stato portato a causa delle ferite riportate in scontri con l’esercito israeliano ad Abu Dis, Cisgiordania

pc 22 luglio - Gli "uomini" del PD stanno con gli assassini di Carlo



Morte Giuliani, consigliere Pd di Ancona: "Sparare e prendere bene la mira"


Post su Facebook di Diego Urbisaglia: "Se lì dentro ci fosse mio figlio... Carlo Giuliani non mi mancherai". Deferito alla commissione di garanzia del Pd. Guerini: "Ho chiesto sanzioni". I genitori del giovane morto nel 2001: "Si vergogni". Lui alla fine chiede scusa per "i toni" ma ribadisce: "Il concetto resta"
di MATTEO PUCCIARELLI

21 luglio 2017
ANCONA - "Se in quella camionetta ci fosse stato mio figlio, gli avrei detto di prendere bene la mira e sparare". Un post shock su Facebook nell'anniversario della morte di Carlo Giuliani, il giovane morto a Genova 16 anni fa durante il G8, firmato da un consigliere comunale Pd ad Ancona torna ad aprire una ferita mai rimarginata. Diego Urbisaglia, 39 anni, consigliere comunale e provinciale, ha affidato i suoi pensieri a un post non pubblico, visibile solo ai suoi contatti. Non per questo meno scandaloso: "Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l'estate per aiutare i miei a pagarmi l'università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e dentro di me tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva parteggiavo per quest'ultimo".
Poi continua: "Oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì, sono cattivo e senza cuore, ma lì c'era in ballo o la vita di uno o la vita dell'altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani". 
Dopo il putiferio scatenato dalle sue parole, contattato dall'agenzia Dire, Urbisaglia fa marcia indietro: "Ho già chiesto scusa questa mattina, con un post di rettifica, per le parole e i toni usati. Ho solo fotografato il momento perché all'epoca avevo l'età dei due protagonisti e quel fatto mi segnò molto. Ricordo che mi domandavo 'tu che avresti fatto?'". Parole e retromarcia che non sono state apprezzate nel Pd. Tanto che Urbisaglia viene deferito alla commissione di garanzia. E il coordinatore della segreteria dem, Lorenzo Guerini, chiarisce di aver "chisto alla commissione competente di assumere senza indugi i provvedimenti sanzionatori previsti dal nostro statuto" perché "quanto detto dal consigliere Urbisaglia è inaccettabile e assolutamente ingiustificabile". Secco Giuliano Giuliani, il padre di Carlo: "Ho ben altro a cui pensare. Queste cose sono da ignorare. Certe frasi non meritano risposta. Non commento queste affermazioni". Anche la mamma Heidi non si risparmia: "Quel signore può vergognarsi!". Durissime le critiche dalle forze politiche alla sinistra del Pd. Il deputato di Mdp Arturo Scotto scrive: "Mi vergogno per lui, spero che qualcuno lo cacci". "È sconcertante - critica il responsabile nazionale Enti Locali di Sinistra Italiana, Paolo Cento - il mio pensiero non può che andare alla famiglia Giuliani, e a quanti lo conobbero, soprattutto in questi giorni a 16 anni anni da quella catastrofe. Dopo un post come questo mi domando come fa Renzi, segretario del Pd, a non cacciarlo dal partito".