Lo Stato vuole far pagare il conto ai cittadini che
ormai da diversi mesi stanno difendendo le coste e l'entroterra salentino
dall'aggressione del gasdotto TAP . Questa mattina, alcune decine di sanzioni
amministrative sono state recapitate nelle abitazioni di chi, secondo le
immagini della questura, avrebbe partecipato ai blocchi stradali tra il 3 e il
4 luglio. Quella notte, centinaia di persone si erano riversate in strada per
impedire il trasferimento degli ultimi 43 ulivi dall'area in cui dovrebbe sorgere
il cantiere del “pozzo di spinta”. Le multe per blocco stradale oscillano tra i
2.582 e i 10.329 euro. Secondo l'ufficio stampa della questura di Lecce non
sarà possibile il pagamento in forma ridotta della sanzione, mentre il Prefetto
ha già annunciato che invierà comunicazione dell'importo esatto.
Dopo diversi mesi di lotta popolare contro il
gasdotto, insomma, è iniziato il contrattacco di polizia e magistratura.
Evidentemente non sono bastate le belle parole della multinazionale del gas, la
propaganda attraverso la sponsorizzazione di eventi e feste o i tentativi di
distensione di alcuni rappresentanti istituzionali a convincere la popolazione
a desistere. Gli abitanti del Salento non vogliono il gasdotto e stanno
portando avanti la battaglia ormai da cinque mesi. Proprio nelle ultime
settimane erano stati scritti due nuovi capitoli della mobilitazione, con la
manifestazione in mare contro le operazioni di Tap e le contestazioni alla
festa della Confindustria leccese, sponsorizzata dalla stessa azienda. Il
susseguirsi di proteste e il vasto consenso guadagnato dal movimento
infastidiscono non poco chi utilizza la legge per reprimere il dissenso dei
cittadini e proteggere l'illegalità e l'illegittimità di una multinazionale in
combattutta con organizzazioni criminali e regimi autoritari. L'utilizzo delle
multe contro i No Tap si inserisce nella traiettoria nazionale di un uso sempre
più massiccio delle sanzioni amministrative per reprimere le diverse forme di
mobilitazione politica. Sembra quasi che a livello simbolico lo Stato voglia
equiparare le proteste e il dissenso alle violazioni del codice della strada,
depoliticizzando le rivendicazioni che le animano. La questione delle multe può
risultare particolarmente complicata da fronteggiare. Sia perché i ricorsi non
sono di merito, ma riguardano soltanto gli aspetti procedurali, sia perché
l'aspetto pecuniario della questione a volte finisce per gravare in maniera
consistente sulle casse dei movimenti. Già in passato però, dalla Val Susa alle
mobilitazioni metropolitane, la solidarietà di tanti è riuscita a fronteggiare
questo tipo di attacchi. In questo caso, comunque, gli avvocati dei
manifestanti si sono detti fiduciosi di poter contrastare queste sanzioni. Comunque,
gli attivisti No Tap hanno immediatamente risposto alla questura, rifiutando i
tentativi di intimidazione e anzi affermando la determinazione a continuare la
battaglia in difesa del Salento.
Movimento NO
TAP
PUNTUALE SI
È MESSA IN MOTO LA MACCHINA REPRESSIVA: ARRIVA LA PRIMA ONDATA DI SANZIONI, CON
MULTE DA 2.500 A 10.000 EURO, PER AVER "IMPEDITO/OSTACOLATO LA LIBERA
CIRCOLAZIONE" LA NOTTE DEL 4 LUGLIO. L'UFFICIO STAMPA DELLA QUESTURA DI
LECCE COMUNICA CHE SIAMO SOLO ALL'INIZIO.
Il 18 luglio
abbiamo appreso delle prime notifiche a nostro carico e relative alla lunga
notte degli scudi, la notte del 4 luglio scorso: si contestano violazioni che
prevedono sanzioni amministrative pec...
Un attivista No Tap ha scritto: “le vostre sanzioni
saranno un motivo per organizzare più feste, ballare di più e fare di più
l'amore”. E sicuramente da oggi ci sarà bisogno di organizzare dei momenti di
finanziamento in giro per l'Italia. Per estendere la solidarietà con i No Tap e
sostenere politicamente e materialmente questa lotta. Divertendoci alla faccia
di chi vuole male alla terra del Salento.
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