Molfetta,
tutti assolti per i 5 operai morti nella cisterna del Truck Center. I parenti
delle vittime: “Non è giustizia”
Ribaltata la sentenza di primo grado per i nove
imputati. Nell'incidente del 3 marzo 2008 i cinque lavoratori pugliesi morirono
a causa delle esalazioni di acido solfidrico. Revocati anche i risarcimenti
alle parti civili
Dopo nove anni nessun colpevole per i 5
operai morti avvelenati dentro l’autocisterna satura di acido
solfidrico al Truck Center di Molfetta. Per i nove
imputati, accusati di omicidio colposo aggravato, la Corte di Appello di Bari
ha dichiarato prescritti alcuni reati. Mentre altri sono stati assolti
“per non aver commesso il fatto”. È stata così ribaltata la sentenza di
condanna del primo grado. Sono state assolte anche tre delle quattro società
coinvolte nel processo: FS Logistica-B.U. Cargo Chemical Spa, La Cinque
Biotrans Snc, Nuova Solmine Spa. Confermata soltanto la responsabilità della
società Truck Center Sas per violazione delle norme sulla sicurezza
sul lavoro, con una riduzione della sanzione amministrativa a 300mila
euro. Revocati anche i risarcimenti danni alle parti civili: la Regione Puglia,
il Comune di Molfetta e alcuni familiari degli operai morti. I cinque
lavoratori dell’azienda di Molfetta, in provincia di Bari, morirono a
causa delle esalazioni velenose. Il 3 marzo 2008, mentre
stavano pulendo la cisterna per il trasporto dello zolfo liquido, uno di
loro si sentì male. Si era sporto sull’oblò della cisterna e, investito
dall’aria tossica, cadde nel ventre del veicolo.
Poi, la corsa ad aiutarlo dei
colleghi. Tra questi anche il titolare Vincenzo Altomare.
Oltre al 64enne proprietario della Truck Center, persero la vita nel
tentativo reciproco di salvarsi gli operai Luigi Farinola, di 37 anni, Guglielmo
Mangano, di 44, Michele Tasca, di 19, e l’autotrasportatore Biagio
Sciancalepore, di 24 anni. L’indagine sulla Truck Center di Molfetta,
coordinata dalla Procura di Trani, ha dato vita a diversi procedimenti
penali che hanno coinvolto complessivamente più di 20 persone fisiche e
cinque società. Il primo processo ha riguardato i dirigenti della Fs
Logistica, proprietaria della cisterna, Alessandro Buonopane e Mario
Castaldo, e Pasquale Campanile, dirigente della società La Cinque
Biotrans Snc, incaricata del trasporto della cisterna alla Truck Center. In
primo grado, il 26 ottobre 2009, i tre sono stati condannati alla pena di 4
anni di reclusione dal Tribunale Monocratico di Trani. Il secondo processo ha
coinvolto, invece, dirigenti e dipendenti della Nuova Solmine di
Grosseto, l’azienda in cui la cisterna venne svuotata dello zolfo liquido
caricato all’Eni di Taranto e poi ripartita vuota verso la Puglia. In
primo grado, l’11 luglio 2014, il Tribunale di Trani ha condannato alla
pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione l’ad Ottorino Lolini, il
presidente Luigi Mansi, il direttore dello stabilimento Giuliano
Balestri e i dipendenti Gabriele Pazzagli e Mauro Panichi. In
secondo grado i due procedimenti sono stati riuniti dando vita ad un unico
processo conclusosi il 19 luglio: tutte assoluzioni e dichiarazioni di prescrizione.
Sulla vicenda Truck Center un terzo procedimento, conclusosi in via definitiva
con assoluzioni, riguardava sette dirigenti Eni e la stessa società, coinvolta
in quanto produttrice dello zolfo liquido trasportato nella cisterna.
“È uno schifo, sono morte cinque persone e
nessuno ne ha colpa”. Queste le parole la mamma del 19enne Michele
Tasca. “Questa non è giustizia – ha detto – dovevano essere figli loro per
capire”. La donna si è presentata in udienza accompagnata dai fratelli,
indossando una maglietta con il volto sorridente del figlio.
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