Dopo le commemorazioni che riguardano Falcone, come OGNI
ANNO, arrivano quelle di Borsellino, DA 25 ANNI! Sempre e solo chiacchiere da
presidenti, ministri, questori, dirigenti vari dello Stato… proprio mentre la “mafia”
oltraggia i simboli dell’"antimafia" (la statua di Falcone e la tomba di Livatino…)
e mentre le “ultime” notizie confermano la “vitalità”, come ha detto un
giudice, della mafia che si “riorganizza” ecc. ecc. riportiamo stralci solo di quelle di OGGI dalla Repubblica online
via d'amelio
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Mafia, scoperta una cosca di insospettabili. 34 arresti,
smantellato il clan di Brancaccio
Giuseppe Lo Porto
Palermo, blitz di polizia e guardia di finanza. Il clan era
retto da un boss scarcerato, Pietro Tagliavia. Racket a tappeto in città,
nessun commerciante ha denunciato. Il questore Cortese: "Un segnale
preoccupante". Riciclaggio attraverso un maxi giro di fatture false nel
nord Italia. Tra gli arrestati anche il fratello del cooperante Lo Porto,
rapito da Al Qaeda in Pakistan e ucciso in un attacco di droni Usa
19 luglio 2017
L’alba più bella sul golfo di Palermo è quella che vedi da
Brancaccio, diceva sorridente don Pino Puglisi. Sarà. Ma è ancora notte sulla
città. Una notte buia. E questa grande periferia fa paura. Strade deserte e
auto della polizia che sfrecciano a velocità. Rumore di porte che sbattono e
uomini che corrono. Non c’è pace per la terra del piccolo parroco martire della
mafia dal 1993. Nella terra del beato Puglisi c’era la nuova testa dell’acqua
di Cosa nostra, la testa di una piovra ancora insidiosa, perché è riuscita a
reclutare insospettabili in tutti gli ambiti della città. Nel blitz di stanotte
contro 34 persone, coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi, la sezione
Criminalità organizzata della squadra mobile ha arrestato per associazione
mafiosa anche il fratello di Giovanni Lo Porto, l’operatore umanitario rapito
da Al Qaeda nel 2012, in Pakistan, e ucciso tre anni fa da un drone americano
nel corso di un'operazione antiterrorismo....
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Panifici, negozi, macellerie: tutti pagavano il racket.
Nessuna denuncia
19 luglio 2017
Macellerie, panifici, negozi di arredamento, di
antiquariato, una nota catena di supermercati cittadina, imprese edili, persino
una casa di riposo. Nessuna attività commerciale sfuggiva al racket nei
quartieri di Corso dei Mille, Brancaccio e Roccella. Giuseppe Ficarra,
Salvatore Giordano, Giacomo
Teresi, Giuseppe Caserta, Santo Di Giuseppe,
Giovanni Vinci, Giuseppe Di Fatta si occupavano quotidianamente di estorcere il
pizzo a tutte le attività commerciali e imprenditoriali delle tre zone. Una
raccolta a tappeto, organizzata ed efficiente. Come perfetti agenti di
commercio, gli esattori del pizzo giravano ogni giorno per i quartieri, con
programmati tutti gli appuntamenti. Ogni bersaglio del racket era stato prima
passato in rassegna dai mafiosi: gli esattori sapevano tutto di lui, dall’auto
che guidava all’indirizzo di casa, dagli orari di rientro a casa a quelli di apertura
dell’attività. Istruttorie precisissime che poi servivano a facilitare il
compito degli esattori.
Nessun commerciante ha denunciato le estorsioni, come
invece era accaduto nelle ultime indagini della procura....
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Una villa a Mazara e una girandola di conti correnti. Ecco il tesoretto di
Totò Riina
I
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