Ventimiglia,
illegittimi i fogli di via ai no borders. Tar: “Sproporzionati e gravemente
lesivi di libertà garantite“
Passano i
mesi e sale l’importo che il Viminale si trova costretto a rimborsare ai
giovani del cosiddetto “movimento no borders” per la raffica di provvedimenti
di rimpatrio con foglio di via emanati dalla Questura di Ventimiglia,
giudicati illegittimi e annullati dal Tar della Liguria. I rimborsi
delle spese processuali vanno infatti dai 500 ai 1.500 euro per
ogni singolo ricorrente, per un totale di oltre 7.000 euro di spesa da
un anno a questa parte.
“Manifestare
con i migranti in difesa della libertà di movimento non rappresenta un fatto
idoneo a giustificare un provvedimento di rimpatrio con foglio di via, bensì
rientra nei diritti costituzionalmente garantiti di manifestazione del proprio
pensiero, libertà di riunione e di associazione”. Così si legge una delle
sentenze del Tar che in questi mesi stanno accogliendo i ricorsi dei solidali
giudicando illegittimi i fogli di via. Anche le ultime cinque sentenze,
emanate nella giornata di ieri, sembrano ribaltare l’impianto accusatorio
portato avanti dalla Questura di Imperia, che con questi provvedimenti
definivano i solidali come “soggetti socialmente pericolosi” sulla base della
sola partecipazione a iniziative di solidarietà con i migranti bloccati al
confine tra l’Italia e la Francia. Come già avvenuto in altre sentenze di annullamento le azioni dei solidali sono state
giudicate dal Tar “totalmente prive di elementi idonei a suffragare il giudizio
di pericolosità”.
Inoltre,
l’estensione dei provvedimenti di allontanamento dal territorio di Ventimiglia
ad altri quindici comuni limitrofi viene definita dai giudici “ingiustificata,
sproporzionata e gravemente lesiva del diritto fondamentale costituzionalmente
garantito di libertà di circolazione e soggiorno sul territorio nazionale”.
Tanto più grave quanto illegittima anche nelle modalità di emanazione, in
quanto la Questura di Imperia in tutti i casi ha “omesso la doverosa
comunicazione di avvio del procedimento”.
Da quanto si
legge nelle ultime sentenze, questi provvedimenti, che per loro natura
determinano una “cospicua compressione di libertà e diritti fondamentali”,
sarebbero state emesse senza la presenza di alcun “comportamento pericoloso o
di rilievo” atto a giustificarle. I ricorrenti risultano inoltre essere “assai
distanti dal paradigma di soggetto socialmente pericoloso”. Nelle sentenze
viene ribadita la centralità del diritto di manifestazione ed espressione del
proprio pensiero, oltre che il “dovere della solidarietà sancito dall’articolo
2 della Costituzione, che in nessun caso può essere ostacolato o
criminalizzato”, come ribadiscono i legali dello studio di Alessandra
Ballerini che hanno difeso i solidali di Ventimiglia.
Nessun commento:
Posta un commento