Dal CorriereMezzogiorno, 17 luglio 2017
Catania, arriva la nave anti-Ong. Ma è scontro con la rete antirazzista: «Non la fate attraccare»
di Fabio Giuffrida
CATANIA - Si chiama “C-Star”, la nave che approderà al porto di Catania e che, dopo qualche giorno, partirà per una “missione” di circa 10 giorni nel Mediterraneo al fine di monitorare il lavoro delle Organizzazioni non governative che operano in mare salvando le vite di uomini, donne e bambini in fuga da guerre e povertà. “Generazione identitaria”, questo il nome del movimento europeo che ha promosso l’iniziativa, ha noleggiato una nave di 40 metri già in rotta per il Mediterraneo: a sostenerli circa 160mila euro, frutto di due raccolte fondi sostenute da ragazzi e famiglie. Tutte micro-donazioni private, spiegano.
Non si definiscono un gruppo di destra bensì un movimento che vuole “rompere la narrativa delle Ong che
salvano vite umane” smascherando, a loro dire, l’attività delle organizzazioni che farebbero “da taxi” ai migranti dal Nord Africa fino all’Europa. Agli attivisti di “Generazione Identitaria”, dunque, non interessa bloccare le operazioni di salvataggio bensì sorvegliare sull’attività delle Ong, riportando eventuali illeciti alle autorità italiane. Ma c’è di più: “Generazione Identitaria” vorrebbe collaborare persino con la Guardia costiera libica affinché i migranti possano essere rispediti in un porto in Libia o Tunisia.
Non è la prima volta che questi attivisti provino ad ostacolare le attività delle Ong. Già nel mese di maggio, muniti di una piccola imbarcazione, hanno provato a bloccare la nave Aquarius di SOS Mediterranee al porto di Catania.
Ora alcune associazioni catanesi, tra cui Rete Antirazzista, Comitato No Muos, Catania Bene Comune, USB ed Arci Catania hanno chiesto alle autorità preposte di interdire i porti alla nave anti-Ong: «Sarebbe grave che si concedesse l’attracco e l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche ad organizzazione che hanno l’intento di compiere azioni paramilitari nel Mediterraneo consegnando i naufraghi alla Guardia costiera libica e violando l’obbligo di legge che vuole l’accompagnamento verso il porto più sicuro e non certo quello libico». «Si tratta di un’operazione razzista alimentata da una propaganda falsa e tendenziosa che non possiamo avallare con alcun tipo di supporto logistico o silenzio istituzionale” si legge sulla nota.
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