Già ci aveva abituati il vampiro Monti quando diceva di vedere
la luce in fondo al tunnel! Sono cambiati due presidenti del consiglio ma il
buio è ancora pesto! E adesso, ispirato forse da un sabato italiano, il
ministro dell’economia Padoan ha stabilito che “Siamo fuori dal tunnel della
crisi”. Non ci crede nessuno che abbia un po’ di cervello, ma nemmeno lui in
fondo, visto che è costretto a premettere che è un ottimista, che la “strada è
stretta ma in fondo la vede allargarsi”… E La Repubblica lo riprende un po’
canzonandolo: “Padoan e l’ottimismo” titola un suo articolo online del 15
luglio.
L’ottimismo del triste Padoan, espresso alla festa della
rivista economica di esponenti del Pd, Left wing, a questo punto è
obbligatorio, per evitargli una depressione a lungo termine, visto che i dati economici
su cui si fonda sono quelli che abbiamo più volte criticato: si parla sempre di
“stime” della crescita, ma non solo, lui aggiunge i “problemi tecnici” del
fiscal compact a livello europeo, cioè le regole che non permetterebbero ai
governi di spendere aumentando il debito pubblico.
Aggiungiamo solo alcune frasi e poi lo lasciamo in pace con
sé stesso!
“Il riferimento – continua la Repubblica citando Padoan- è
anche alle ultime proiezioni di Bankitalia che prevedono una crescita economica
al +1,4% per quest'anno.” E infatti ci risiamo con le “proiezioni”, mai dati
concreti concreti, perché quelli fanno paura.
“’I numeri sono importanti e positivi, ma soprattutto sono
il frutto di un'accelerazione degli investimenti’, ha aggiunto il ministro
secondo cui sono sorti "più capannoni, più industrie" e queste
"sono cose che restano".
Innanzi tutto non è per niente sicuro che restano visto che
la crisi al contrario fa chiudere fabbriche su fabbriche e tanti altri settori
commerciali, bancari ecc. soprattutto quando vengono meno gli “incentivi” dello
Stato. E infatti, per quanto riguarda gli investimenti, l’“accelerazione” si
deve, come sa bene Padoan, ai giganteschi incentivi, cioè ai miliardi di
miliardi che il governo sotto varie voci passa agli industriali (rischiando
sempre l’accusa di “aiuti di stato”, cioè di “concorrenza sleale”, come la
chiamano loro, da parte degli altri imperialisti europei) nella speranza di
tenerli in vita.
Secondo Padoan, questi investimenti "creano anche
occupazione". Secondo la scuola che ha frequentato Padoan, e che lo ha
fatto diventare quel che è, sempre gli investimenti creano occupazione, per cui
si capisce che la sottolineatura è da un lato una “sorpresa” e dall’altro
ancora ottimismo!
E per finire una serie di fesserie degne dei giochi d’artificio
che si notano in questi giorni d’estate. “Secondo Padoan, - prosegue il
giornalista - non è irrealistico ‘pensare nei prossimi anni a un salto di
qualità’”. Ma salto di qualità di che cosa? Non si capisce.
“E ancora, sul fisco: ‘Siamo uno dei Paesi più virtuosi dal
punto di vista fiscale", come testimonia l'avanzo primario registrato in
questi anni, "caso unico in Europa assieme alla Germania.”
L’“avanzo primario”, cosa di cui, come si vede, si vanta sfacciatamente
Padoan, ma si era vantato anche Renzi ecc., si ha quando uno Stato spende meno
di quanto incassa per i beni e servizi pubblici! E i soldi in più che incassa
li versa come interessi del debito pubblico! Esprime, cioè, uno dei modi in cui si ha passaggio
della ricchezza sociale prodotta dalle classi popolari alla classe borghese, ai
ricchi!
La battuta finale si commenta da sola: “Continuiamo così e
cresciamo e il debito pubblico scomparirà da solo", ma siamo costretti ad
aggiungere che mai nessun “economista” nemmeno il più cretino dei borghesi si
sognerebbe mai di dire che il debito pubblico scomparirà, men che meno da solo!
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