Una buona notizia: il consiglio regionale di Bari approva lo stop ai rapporti con Israele fin
che dura l’operazione genocida.
E’ una decisione tardiva e limitata ma buona. Abbiamo fatto diverse manifestazioni a Bari per
questo - l’ultima il primo maggio - ed è quindi una vittoria parziale di questa mobilitazione.
Dobbiamo ora più che mai intensificare la mobilitazione a Taranto, a Bari, ovunque.
Il 2 giugno a Taranto ore 10 lungomare nei pressi Ammiragliato - con la Palestina, contro riarmo e
decreto sicurezza
La Puglia è la prima Regione italiana a boicottare Israele. Il Presidente Michele Emiliano ha sollecitato
tutti i dirigenti e dipendenti dell’amministrazione regionale, comprese agenzie e società partecipate,
«ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali» del Governo
Netanyahu «e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente
motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di
Gaza».
Nella comunicazione, Emiliano denuncia espressamente «il genocidio di inermi palestinesi».
Si sottolinea che «questa è una posizione che viene assunta nei confronti del Governo Netanyahu, non
del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno
condannando» l’operato dell’esecutivo di Tel Aviv.
L’annuncio del Presidente regionale segue un ordine del giorno approvato in Consiglio comunale, a Bari,
che ribadisce che «l'amministrazione dichiara non gradita, anche per le prossime edizioni della Fiera del
Levante e nei Saloni specializzati, la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele, o di suoi
rappresentanti, sino a quando non porrà fine all'intervento militare nella Striscia di Gaza e alla
violazione dei diritti umani della popolazione civile».
Già a gennaio, l’assemblea barese aveva impegnato il sindaco Vito Leccese a trasmettere al Governo
italiano la richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina come entità sovrana e indipendente,
seguendo l’esempio di Spagna, Irlanda e Norvegia.
Un commento di operaio Ilva.
Ho visto in giornata il video della dichiarazione di Emiliano, qualcosa inizia finalmente
a muoversi, però non dimentichiamo che questo arriva dopo oltre
53.000 morti e 2 milioni di sfollati (per non parlare dei feriti
gravi e gravissimi tra cui moltissimi mutilati), ed uno Stato, che
stato non è, completamente raso al suolo dove oramai nessuno più ha
una casa dove poter tornare.
Troppo facile adesso accodarsi a chi sino ad oggi ha rischiato sulla propria persona.
Resta si una buona notizia, ma questo non li assolve.