Da ore 12 controinformazione rossoperaia
Il governo Modi ha assassinato il segretario del Partito Comunista dell’India (Maoista). Ma la guerra di popolo non si può fermareNoi siamo impegnati quotidianamente nella denuncia politica, sociale, sindacale, di parte proletaria e comunista contro l'imperialismo, i governi dell'imperialismo, le forze alleate o complici dei governi imperialisti e in primo luogo contro il nostro governo.
Noi ci occupiamo delle grandi questioni internazionali, della lotta contro la guerra imperialista e di quella che oggi riempie purtroppo lo scenario del mondo, il genocidio del popolo palestinese.
E lo facciamo per dare ai proletari e alle masse popolari gli strumenti per capire, per schierarsi, per mobilitarsi, e comprendere come queste questioni sono legate strettamente alle condizioni di vita e di lavoro, e non solo, ma anche alle questioni della pace, della democrazia, della solidarietà internazionale.
Siamo in un sistema mondiale che scarica la crisi mondiale, la crisi climatica sulla pelle dei proletari e delle masse popolari nei paesi in cui viviamo e, soprattutto, là dove vive tre quarti dell'umanità.
Siamo in un sistema mondiale in cui il paese più grande del mondo per popolazione attualmente è l'India.
Il regime indiano è un regime di stampo fascista indutva, un pò come quello di Netanyahu per quanto riguarda il sionismo e come quello di tutti i regimi massacratori dei popoli che vi sono in altre parti del mondo.
È un regime legato alle grandi multinazionali, alla devastazione ambientale, alla devastazione delle foreste, è un regime in cui i governanti sono ricchi e sostengono i ricchi e le multinazionali, mentre dall'altro lato i proletari e i popoli sono ridotti alla fame.
È un regime legato all'imperialismo americano, a Trump. Modi è stato uno dei primi ad andare a congratularsi con Trump e a stabilire con esso più fortilegami economici, politici, diplomatici, militari, di sfruttamento delle risorse e dei proletari e dei popoli.
L'Italia imperialista e il suo governo Meloni sta insistendo molto per stringere i suoi legami con Modi, i padroni indiani e con il regime indiano, il governo Meloni lo dice e lo fa, i suoi ministri, i padroni ad esso legati stanno consolidando i rapporti con questo regime e con questo Stato.
Ma all'interno di questo Paese i proletari, i popoli, le masse più sfruttate, anche discriminate, come le masse adivasi, dalit, che sono considerate una sottoclasse, prive dei diritti sociali, politici e, soprattutto, di un futuro, si ribellano, e per le forme di un regime dittatoriale come quello indiano non possono che farlo con le armi.
Il popolo ha bisogno di sviluppare la sua lotta di liberazione nelle forme di una guerra di popolo per rovesciare questi regimi e, all'inizio, instaurare Stati e governi che non siano più asserviti all'imperialismo e che siano poi nelle mani dei proletari e dei popoli.
In India le masse, i proletari, hanno generato una guerra di popolo di lunga durata, così di “lunga durata” che è cominciataaddirittura dal finire degli anni Sessanta, con la rivolta di Naxalbari, una rivolta nata nei villaggi, nelle realtà più sfruttate, povere e affamate dell'India, che alzarono la bandiera rossa della ribellione armata per rofvesciare il regime indiano. La rivolta di Naxalbari è arrivata anche ai nostri giorni e si incarna nel partito Comunista dell'India (Maoista).
Maoista significa 'servire il popolo', 'guerra di popolo', 'la classe operaia deve dirigere tutto', 'è giusto ribellarsi'. Questo significa Maoismo e questo è incarnato dal Partito Comunista dell'India
(maoista), erede della grande tradizione della ribellione in India chiamata Naxalismo.In queste ultime giornate, dall'India è arrivata la notizia che il Segretario Generale di questo Partito, il compagno Basavaraj (nome di battaglia) è stato assassinato insieme a 26 quadri appartenenti a questo Partito. E quando si dice “quadri di questo Partito” bisogna pensare a proletari, contadini, rappresentanti delle masse più povere, donne, giovani, che vivono e lotte nelle foreste, nelle zone più sfruttate e oppresse dell'India in stretto legame con le masse. Questi sono i quadri maoisti.
Ad una grande scrittrice indiana, Arundhati Roy, quando le hanno fatto la domanda: “ma chi sono i maoisti in India?” , la scrittrice ben nota nel mondo ha dichiarato semplicemente: 'sono le masse'! Quindi sono le masse che hanno prodotto questa guerra di popolo, questa lotta di liberazione nel cuore dell'India.
L'India
è un continente sterminato, l'area interessata alla guerra di popolo
nei momenti migliori ha raggiunto un'area abitata da 50 milioni di
persone, chiamato corridoio rosso.
L'assassinio del compagno Basavraj - i cui particolari vengono anche denunciati dalle associazioni democratiche in India -è stata una esecuzione, al ternine di una prolungata resistenza armata.
In India queste cose succedono sempre e permanentemente. Sicuramente è stato il frutto di un'operazione militare che ha visto impegnati 20 mila uomini armati in tutta la zona che è stata assediata e attaccata e ha prodotto l'assassinio del segretario generale del Partito Comunista dell'India (Maoista) Basavraj.
Questi compagni, questi figli del popolo, eroi del popolo, questi prodotti del popolo indiano e dei suoi settori più sfruttati, hanno combattuto, hanno resistito, hanno utilizzato e hanno usato ogni forma di tattica per potere in ogni caso impedire il massacro.
Ma il massacro c'è stato, ed è parte di una catena di massacri che in questo paese avvengono ormai da decenni. I regimi, in particolare quest'ultimo, il regime fascista Modi, un regime reazionario, oscurantista, ultrareligioso, settario nei confronti del suo stesso popolo, persecutore delle masse e delle rappresentanze delle altre religioni, è costantemente impegnato in una guerra contro il popolo per conto dei ricchi, dei parassiti, degli sfruttatori indiani e internazionali. Questo governo ha lanciato diverse operazioni militari chiamate in diversi nomi ma che hanno puntato sempre allo stesso obiettivo: cancellare questa lotta di liberazione, questa ribellione del popolo e cancellare il Partito Comunista maoista che la guida e l'organizza e che continuamente la rilancia, nonostante subisca arresti, persecuzioni, massacri, torture.
Le carceri indiane vengono considerate tra le carceri più affollate del mondo. L'India è definita perfino da esponenti democratici e intellettuali nel mondo una “prigione dei popoli, una prigione dei movimenti”.
Ma, come ha detto la scrittrice, i maoisti sono le masse e quindi liquidare la ribellione significa fare la guerra alle masse, colpire le masse considerate complici, base, partecipanti alla ribellione guidata dai maoisti.
L'ultima operazione militare che si chiama Kagaar ha lo scopo di raggiungere ciò che finora questo regime e l'imperialismo a cui appartiene non è riuscito a fare. Il regime di Modi ha detto che entro marzo del 2026 cancellerà la guerra di popolo e il Partito comunista dell'India (Maoista). Questo vuol dire che sta usando i sistemi più feroci di repressione, con la persecuzione delle popolazioni, colpite anche con bombardamenti, che vediamo su larga ancora più scala applicarsi oggi nei confronti del popolo palestinese.
Anche in India vogliono fare la stessa cosa o cercano di fare la stessa cosa, perlomeno nelle zone considerate dal regime come “infette” dalla ribellione del popolo, dalla guerriglia. E come viene definite “terroriste” le organizzazioni della resistenza palestinese, così la stessa definizione viene usata per i compagni che combattono in India.
Ebbene quest'ultima operazione ha raggiunto un “successo”, come dicono, nell’uccisione del compagno che la dirige, non un capo astratto, ma un dirigente segretario del Partito comunista che con le sue avanguardie, fatte dal popolo, nate dal popolo, la guida, insieme a lui sono morti 26 quadri di questo Partito
E' grande il dispiacere che viene a tutti coloro che seguono questa vicenda, a tutti coloro che si ritengono dello stesso campo- in Italia proletari comunisti, le sue organizzazioni, lo Slai Cobas, il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, i suoi attivisti, da sempre impegnati nella solidarietà con le masse indiane. Noi abbiamo legami politici, ideologici con l’India, abbiamo incontrati i compagni indiani e sosteniamo spesso a livello internazionale iniziative di informazione e solidarietà con questo popolo e con questa lotta e con questo Partito che la guida.
Quindi potete pensare come siamo tristi, addolorati per la morte del compagno Basavraj e gli agli martiri uccisi. Lo siamo anche perché i comunisti sono uomini fatti di una pasta speciale, questo lo dice il movimento comunista internazionale dai tempi di Lenin, del socialismo in Russia, della Terza Internazionale. E non perché siano particolari, ma proprio perché sono il meglio che produce il proletariato e il popolo.
Ed è chiaro che il compagno Basavraj era fatto di questa “pasta”.
Un compagno che già negli anni settanta si era messo in luce come guida del movimento degli studenti, poi si era legato alla ribellione delle masse sfruttate mettendosi a loro disposizione, soprattutto mettendo in campo la sua vita e la sua capacità; è stato uno “specialista” della guerra di popolo, è ritenuto sotto la guida del Partitoil fondatore dell'Esercito Popolare di Liberazione del popolo indiano, è stato il costruttore di molte Basi della guerriglia ed è stato organizzatore degli organi di potere popolare, perché in India la guerriglia non è solo un fatto militare, costruisce, là dove riesce ad avanzare, a trovare radicamento nel popolo, delle Basi e degli organi in cui il popolo comanda su quel territorio, nel quadro di una battaglia di lunga durata per rovesciare il regime indiano è istaurare uno Stato di Nuova Democrazia in marcia verso il socialismo.
Il compagno Basavraj era temuto dal nemico ed era conosciuto dalle masse proprio per questa sua straordinaria capacità di organizzare le unità guerrigliere - a questo compagno vengono addebitate (ma chiaramente si tratta di una definizione giornalistica) le più grandi azioni di carattere militare che hanno inflitto dure perdite al regime indiano e alle sue forze armate.
Nel 2018 questo compagno è divenuto il segretario generale del Partito e ha guidato gli ultimi sette anni lo sviluppo della guerra di popolo; e l'ha guidata non solo mantenendo ben alta la sua capacità di resistere alle operazioni repressive, di consolidare i legami con le masse più sfruttate, ma anche mantenendo questo Partito in prima fila nell'arena internazionale.
Questo Partito è stata una delle bandiere - e in India sicuramente LA BANDIERA - della solidarietà al popolo palestinese, così come questo Partito si batte perché ci sia nel mondo un fronte unito dei proletari e delle masse popolari contro la guerra imperialista, così come si batte, raccogliendo l'eredità storica del movimento comunista perchè rinasca una vera Internazionale Comunista che unisca i proletari, i popoli e i partiti e le organizzazioni che li rappresentano.
Questo
Partito si è espresso per il coordinamento
internazionale di tutte le forze comuniste rivoluzionarie che si
battono contro il capitalismo e l'imperialismo
Negli
ultimi sette anni questo Partito è stato guidato dal compagno
Basavraj.
Per questo è importante per i proletari e le masse popolari del nostro paese conoscere queste cose, sapere che nel mondo non saranno mai soli e né la loro lotta sarà mai sola finché ci saranno partiti e organizzazioni che combattono i loro stessi nemici nel mondo e lo fanno a servizio della costruzione del potere operaio e popolare.
Il Partito Comunista dell'India Maoista è oggi il Partito Comunista più grande e importante del mondo per grado di influenza nell'India che è naturalmente il paese più popoloso del mondo.
Il Partito Comunista dell'India Maoista è il partito che conduce la lotta armata di guerriglia più grande al mondo, con decine di migliaia di militanti organizzati che giornalmente lottano, combattono e danno la vita per il loro popolo e per i popoli del mondo.
In questo senso la morte di questo compagno è un grave colpo!
Ma davvero si può pensare che colpendo il segretario di un Partito di questo genere, di una guerra di liberazione di questo genere, si possa fermare la ruota della storia? Che si possa fermare la lotta di liberazione in India e la lotta di liberazione dei popoli?
Si illudono, si illudono! Sanno bene che i proletari e le masse che hanno generato questo compagno caduto in combattimento nei giorni scorsi generano nuovi compagni e nuovi 'Basavaraj'.
Niente e nessuno può fermare la lotta di liberazione in India, come niente e nessuno potrà fermare la nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale necessaria per mettere fine alla barbarie e all’orrore dei regimi della ricchezza, della guerra, dei genocidi, dell'oppressione e dell'immiserimento dei popoli.
Quindi rendiamo onore a questo compagno, facciamolo in tutte le forme nei prossimi giorni, sia nel denunciare questo assassinio e onorare il compagno, sia nelle forme di esprimere una nuova solidarietà verso questa guerra di popolo e sia giurando a noi stessi, a questi compagni caduti, che non ci fermeremo mai perché le idee di rivolta, le idee della trasformazione del mondo non sono mai morte né possono morire.
Il compagno caduto in combattimento in India vive nelle nostre lotte, vive nei nostri cuori e nel nostro impegno inderogabile a mettere fine al sistema che l'ha assassinato e che con lui assassina decine di migliaia di proletari e masse in India e che è parte della gigantesca barbarie e genocidio che colpiscono il popolo palestinese e i popoli del mondo.
Questo vogliamo dire ai proletari e ai compagni e lo diremo in forme sempre più combattive. Trasformeremo la grande tristezza in una maggiore forza e convinzione che alla fine vinceremo! Vinceranno i compagni indiani! Vinceranno i proletari e i popoli del mondo! Vinceremo anche nel nostro paese.
Guerra di popolo fino alla vittoria!

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