venerdì 26 febbraio 2010

proletari comunisti nuovo

E' uscito il nuovo numero di proletari comunisti.
Si tratta di un numero a 4 pagine dedicato esclusivamente alle lotte operaie e sociale, per documentarle e sostenerle tenendo conto che in diversi casi si tratta di lotte e campagne da noi promosse e condotte tra operai, precari disoccupati del Nord come del Sud.
Va tenuto conto che proletari comunisti è altra cosa da carc e altri gruppi comunisti di questo tipo. Proletari comunisti lavora per la costruzione del partito comunista di tipo nuovo, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, e ritiene nella attuale fase della costruzione del partito indispensabile e discriminante conquistare l'avanguardia proletaria e di lotta, per costruire il partito come reparto di avanguardia della classe operaia.
Oggi questo non si può fare senza che i comunisti si facciano organizzartori diretti e reali delle lotte dei lavoratori, precari e disoccupati, senza che i comunisti vengano conosciuti dai lavoratori in lotta, ne conquistino la fiducia e si verifichino come capaci di organizzare la lotta.
Di qui l'importanza di questa attività, naturalmente fusa con e guidata dall'ideologia, la politica e organizzazione d'avanguardia dei comunisti.
Noi consideriamo tutti i gruppi comunisti che si limitano al sostegno, all'appoggio, dei parassiti politici autoreferenziali, non utili anzi dannosi alla lotta di classe.

Detto questo, il prossimo numero in preparazione e in uscita tra breve
dedicherà le sue pagine ad altro:
- La situazione politica attuale e la sua posizione elettorale
- La lotta antifascista antirazzista contro la repressione
- l'internazionalismo, con una prima informazione del convegno tenutosi a Parigi
a fine gennaio e il lancio della campagna internazionale di sostegno alla guerra popolare in India

Si tratta di numeri importanti che richiedono un'ampia circolazione e diffusione militante.
Noi non abbiamo simpatia per gruppi e compagni che consumano la loro vita in internet.
Il giornale è propagandista, agitatore, organizzatore collettivo ed è basato sul rapporto diretto perché non contano solo le cose che si scrivono ma cosa fa chi le scrive, chi è, che faccia ha.
I compagni comunisti autentici vanno educati a formati su questo.

proletari comunisti
26-2-2010

mercoledì 24 febbraio 2010

Siamo tutti anarchici

proletari comunisti esprime la massima solidarietà verso i compagni anarchici impegnati attivamente nell'antirazzismo oggetto di una operazione repressiva a Torino con perquisizioni anche in altre città.
Tutte le pratiche e le cose per cui i compagni anarchici sono stati arrestati e vengono perseguite rispondono all'esigenza di far emergere con forza i responsabili delle persecuzioni razziali contro gli immigrati sul piano politico, culturale e pratico e sono condivise pienamente dagli antirazzisti coerenti, quali anche noi siamo e ci riteniamo.
Per questo ci sentiamo colpiti direttamente di quanto accade e siamo per una mobilitazione nazionale per la liberazione dei compagni arrestati.


proletari comunisti
24-2-2010

Femminismo proletario rivoluzionario

Una delle caratteristiche ideologiche e politiche di proletari comunisti nell'affermazione del marxismo-leninismo-maoismo nel nostro paese è l'elaborazione prolungata, ideologica, politica e pratica del femminismo proletario rivoluzionario.
Questo rende diversa la nostra tendenza, che costruisce nel nostro paese il partito comunista di tipo nuovo, da tutte le altre tendenze di analogo orientamento ideologico.
Nel campo del femminismo e del movimento delle donne la nostra tendenza è conosciuta e in parte affermata, organizza lotte, promuove discussione, sviluppa campagne.
Recentemente nel movimento si è sviluppato un dibattito sulla questione divieto burqa ecc.
Ci pare importante far conoscere la posizione delle compagne del Mfpr



Immigrate, razzismo, femminismo proletario
"Noi che odiamo così tanto il burqa ..."
"Noi che odiamo così tanto il burqa non permetteremo che sia l'imperialismo
occidentale a togliercelo. Sarebbe come uno 'stupro'!"
da una dichiarazione della giornalista/attrice afghana Niloufar Pzira

Questo forte appello della giornalista/attrice afghana Niloufar Pzira che nel Novembre 2001 riprendemmo e rilanciammo nell'ambito di una campagna che facemmo a livello nazionale a sostegno delle donne afghane contro la guerra imperialista degli Usa e paesi alleati, è oggi più che mai è attuale e vero.
Ciò che accade in Francia relativamente alla questione burqa e che in certe forme inizia ad essere discusso in Italia, vedi le recenti dichiarazioni della Carfagna, non è altro che l'ennesima sporca strumentalizzazione dei governi imperialisti che per anni hanno accettato senza muovere un dito la brutale condizione di schiavitù delle donne,l'Afghanistan è solo un esempio, sostenendo e finanziando il governo dei Talebani, e ora si allargano la bocca con proclami di volere portare "la libertà" alle donne.
Ma di quale "libertà" parlano ???
E parliamo???
Chi dovrebbe rispettare i diritti umani e civili dei popoli e in questo caso delle donne, essere difensori della loro dignità??? Un Sarkozy, un Berlusconi, una Carfagna? Gli stessi che, mentre parlano a proposito della questione burqa, di "primi e concreti passi per liberare le donne immigrate dall'oppressione", istituiscono ogni giorno uno stato di polizia all'interno dei propri paesi e
portano avanti politiche che calpestano sempre di più i diritti delle donne,
soprattutto le più povere, le immigrate, lasciando inalterati ANZI IMPONENDO E POTENZIANDO BEN ALTRI BURQA, CHE OPPRIMONO E VOGLIONO ANNULLARE LE DONNE IMMIGRATE, VEDI LE CONDIZIONI IN CUI SI VIVE IN FRANCIA NELLE BANLIEUS, VEDI NEL NOSTRO PAESE I CIE, DOVE LE DONNE IMMIGRATE NON SOLO VENGONO RECLUSE MA ANCHE VIOLENTATE , VEDI IL PACCHETTO SICUREZZA FASCISTA E RAZZISTA, VEDI IL REATO DI CLANDESTINITA'.

Certo che il burqa è una delle forme visibili dell'oppressione femminile, soprattutto nei paesi oppressi dall'imperialismo, ma non è certo la classe borghese che può eliminare le basi materiali da cui sorge l'imposizione del burqa alle donne.

A questo proprosito, riporto alcuni stralci di un articolo che scrivemmo proprio allora nel 2001:

"Per rompere le catene è necessaria una lotta senza tregua, le donne devono imporre i loro diritti anche con la forza", hanno gridato le donne afghane alla manifestazione da loro organizzata per l'8 marzo in Pakistan, mettendo in pericolo la loro vita.
"Noi donne dell'Afghanistan trasformeremo la nostra rabbia in forza combattiva... vi sono donne coraggiose che si stanno ribellando contro i barbari sistemi e leggi dei talebani e di altri fondamentalisti islamici.
... Le donne sono arrivate al punto di impugnare le armi contro i loro oppressori...
Le donne devono prendersi per mano e rafforzare le loro lotte, devono unire le loro forze e costruire un movimento organizzato per la rivoluzione...
Questa è la strada per la libertà e questa strada noi compagne del mfpr vogliamo appoggiare!... "

A cominciare dalla realtà concreta in cui oggi viviamo e lottiamo.
Donatella - MFPR Palermo


1° MARZO, A FIANCO DELLE IMMIGRATE

In preparazione del 1° marzo il MFPR in questa lotta porta, in particolare, il sostegno alle donne e alle lavoratrici immigrate.
Pensiamo che a maggior ragione per le donne lo sciopero e la mobilitazione non possono che essere GLOBALI. Perchè le immigrate fanno tutto, dai lavori nei servizi e nelle realtà lavorative più pesanti, faticose e spesso umilianti, ai lavori nelle case come badanti, domestiche, al lavoro come prostitute, ecc.
Perchè subiscono, come immigrate e come donne, non una ma una triplice oppressione, fatta di supersfruttamento, razzismo, sessismo, a cui si accompagna l'intreccio tra oppressione patriarcale nelle famiglie d'origine e oppressione moderno/imperialista del nostro paese.
Per le donne immigrate la lotta per il lavoro, per il diritto al permesso di soggiorno, alla cittadinanza, la lotta contro il razzismo, è strettamente legata alla lotta contro il sessismo, fatto di doppie discriminazioni sessuali, di 'luoghi comuni' maschilisti che offendono la dignità e i grandi sacrifici delle immigrate, ma anche di stupri di Stato.
Non solo, questo governo che ha uno schifoso disprezzo per le donne e soprattutto per le donne immigrate (che sono buone solo se possono essere usate come prostitute per i Bertolaso, come donne-tangenti) vuole anche in Italia imporre - come sta accadendo in Francia con il divieto del burqa - la sua (in)civiltà con leggi fasciste e con la repressione.
Noi sosteniamo la mobilitazione delle immigrate perchè pensiamo che l'unità necessaria tra donne italiane e donne immigrate, tra lavoratrici italiane e lavoratrici immigrate, passi dal nostro sostegno ora all'autorganizzazione delle immigrate, e alle loro rivendicazioni:
- diritto di cittadinanza per chi lavora
- permessi di soggiorno per tutti
- uguaglianza dei diritti sui posti di lavoro e in materia di precarietà e disoccupazione
- chiusura dei CIE,
- abolizione del pacchetto di sicurezza antimmigrati

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

INVITIAMO LE IMMIGRATE IN LOTTA A PORTARE IL LORO CONTRIBUTO E LA LORO RIBELLIONE ALLA DUE GIORNI 13/14 MARZO A TARANTO:
"Bagagli per un viaggio delle donne in lotta"

mfpr@fastwebnet.it
mfprpa@libero.it
3475301704 (margherita)
3408429376 (donatella)
23-2-2010

lunedì 22 febbraio 2010

La polizia contro gli operai fiat di Pratola Serra

Con interventi ripetuti, si sono tolti i blocchi degli operai che lotta contro licenziamenti e cassaintegrazione, contro il piano Marchionne che prevede meno occupazione e più sfruttamento.
Ogni giorno la polizia interviene nelle lotte operaie e sociali.
Serve una risposta nazionale.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali a una posizione comune verso il governo, che pretenda l'arretramento della polizia dalla marcia intrapresa.
Siamo per uno sciopero generale che faccia cadere il governo della repressione, della precarietà e disoccupazione.

proletari comunisti
22-2-2010

Afganistan: continuano le stragi di civili

L'operazione in corso delle truppe Nato guidate dall'imperialismo Usa in Afganistan
è una guerra di sterminio, con un'azione che punta a distruggere i talebani distruggendo tutto un popolo, ripetendo il modello irakeno di Falluja a Marja.
Obama, falso pacifista vero guerrafondaio, cerca così di portare a termine la sua "missione di pace"
La nato e l'imperialismo italiano, con il governo servile, guerrafondaio e neocoloniale di Berlusconi, partecipano attivamente all'operazione.
Noi denunciamo le stragi, il vero terrorismo sono le bombe dell'imperialismo.
Noi siamo dalla parte della resistenza del popolo afgano contro l'imperialismo e il regime fantoccio di Karzai.
Noi denunciamo l'Onu e il movimento falso pacifista della sinistra ufficiale come complici del genocidio.
Noi siamo favorevoli a tutti i colpi assestati all'imperialismo Usa, Nato, italiano,
perché non colpiscono truppe di pace ma mercenari imperialisti.

proletari comunisti
22-2-2010

domenica 21 febbraio 2010

Termini Imerese a San Remo - ma che ci siete andati a fare?

La farsa rappresentata da Sanremo in tempi di fascismo mediatico non meriterebbe
un rigo, per il disgusto che nel suo insieme provoca.
L'unica pagina realmente da ricordare è la protesta forte e irridente dell'orchestra
che mostra che "il re è nudo". La musica che protesta alla non musica del festival.
Ma ancora più farsesca è la presenza di quella specie di idiota in servizio permanente effettivo del berlusconismo di opposizione che è Bersani, per farsi vedere in TV e dare l'immagine aperta di un regime in cui sia gli operai di Termini Imerese, che vanno a fare da comparsa di quel cinico teatro dell'assurdo, squalificano la loro lotta, sia chi ce li ha mandati, non comprendono che gli operai solo quando lottano squarciano il velo del sistema che celebra il profitto e la corruzione e butta in mezzo la strada i lavoratori.
Purtroppo in settori di lavoratori avanza l'idea che sarebbero queste le azioni eclatanti da fare, con i giullari pronti a celebrarli.
Se ne vedono anche altrove, in una malintesa comprensione della lotta dell'Innse. Gli operai che hanno coscienza di classe, e di sé come classe, devono contrastare questo andazzo.

proletari comunisti
ro.red@fastwebnet.it
21-2-2010

l'Aquila si ribella

Da giorni gli aquilani hanno cominciato a lottare seriamente per riprendersi la città.
La zona rossa è stata violata e la denuncia è diventata visibili anche dagli schermi della tv di regime.
Le macerie sono tutte lì e non saranno mai tolte se si lascia fare al governo e al comitato d'affari della corruzione sistemica di Bertolaso.
La linea delle new towns dettata fin dal primo momento da Berlusconi, per farne l'affare del secolo, è quella che è andata avanti finora, con la connivenza della regione Abruzzo, parte del comitato d'affari economico-politico-mafioso, e con l'insipienza servile delle giunte provinciale e comunale, come si sono viste all'opera prima, durante e dopo il terremoto, specie nei giorni del terremoto.

Avevano ragione gli irriducibili, avevano ragione Luigia e il Soccorso Popolare.
Avevano ragione chi ha provato a contestare l'andazzo di connivenza.
Avevano torto anche quelle forze aquilane che, impegnate attivamente non, comprendevano la posta in gioco.
Il G8 è stata una grande opportunità per fermare questo gioco a livello nazionale e internazionale, ma è stata sprecata.
Il G8 è passato indenne non per la forza del governo e dell'apparato di polizia, ma per la mancanza di coscienza e di opposizione.
Ora si è ripartiti, speriamo non in forza ci sono le elezioni.

La rivolta è giusta e necessaria - la regione è la struttura del comitato di affari
del Bertolaso affair

proletari comunisti
ro.red@fastwebnet.it
21-2-2010

1 marzo a via padova

Verso lo sciopero degli immigrati del 1 marzo: Milano, via Padova 19 febbraio
Mentre in città il circo mass mediatico cerca di supportare le iniziative bipartisan della giunta Moratti e degli esponenti del centro sinistra, come Penati, di chiara matrice elettoralistica in vista della prossima tornata, che vede un giorno i proclami della Lega che incitano le forze di polizia agli arresti casa per casa “contrapporsi” al “buonismo pacificatorio” di PD e PdL, che “abbassa” i toni invocando iniziative pacificatorie tra le comunità arabe e sudamericane, interventi e interviste che comunque mostrano il tentativo di legittimare una presenza sempre più massiccia di polizia ed esercito in chiave anti immigrati e di copertura del razzismo istituzionale. Mentre avviene ciò si susseguono e si contrappongono le iniziative degli antirazzisti. Così sotto un cielo grigio, in un pomeriggio carico di pioggia un centinaio di immigrati, esponenti del comitato antirazzista, occupanti di case, forze politiche, dal Pcl a Proletari comunisti, ad esponenti di vari partiti senza bandiere, centri sociali, studenti, esponenti del sindacalismo di base, danno vita ad un corteo comunicativo per le strade del quartiere, che vari interventi dal microfono che denunciano la realtà a cui sono costretti gli immigrati, come lo sfruttamento schiavistico sui luoghi di lavoro – cantieri o cooperative che siano -, sino al “paradosso” di immigrati senza permesso di soggiorno impiegati a costruire la nuova caserma dei carabinieri a Brescia. Ma dal microfono si denuncia anche l’odioso clima razzista che le istituzioni mettono in campo quotidianamente, smascherando le false campagne, di mancanza o come “amino” affermare giornali e politici di centro e di centro sinistra, di più esercito e polizia, perché i rastrellamenti avvengono tutti i giorni e non solo in viale Padova. Si è levata forte la denuncia del clima denigratorio, intimidatorio, repressivo che Digos e polizia, stanno mettendo in campo contro gli antirazzisti, immigrati, commercianti, nel tentativo di far fallire queste mobilitazioni. I compagni di proletari comunisti hanno portato anche la denuncia e la solidarietà verso il popolo, NoTav, della Val Susa colpito e represso barbaramente, e come, razzismo istituzionale e repressione contro i movimenti che si oppongono alla devastazione dei territori, siano parte dello stesso problema, così come lo sfruttamento dei lavoratori immigrati e degli italiani non sono cose diverse, ma che devono trovare momenti di unità e organizzazione e azione, per sconfiggerli. Anche se queste proposte sono state in parte tagliate dai promotori della manifestazione, una reporter del circuito di YoureporterTv ha reputato che andassero approfondite immortalandole in un ampia intervista.

Proletari comunisti milano
21-2-010