sabato 11 novembre 2023

pc 11 novembre - Importante Intervento sulla Palestina di proletari comunisti/PCm

Intervento fatto in modalità telematica durante la serata organizzata il 7 novembre dal "punto libreria Metropolis" a Milano

La questione palestinese è esplosa in tutto il suo scenario e ci pone anche la questione di come noi ci mobilitiamo per la Palestina, ma anche perché la Palestina rappresenta in questo momento non solo un attacco a un popolo, un vero e proprio genocidio nei confronti del popolo di Gaza e Cisgiordania, ma rappresenta un'accelerazione dello scenario di guerra che ha incendiato a partire dall'Ucraina il mondo e che adesso assume un'altra dimensione. È chiaro che questo assume un contesto ben preciso sul quale fare dei ragionamenti e capire come intervenire, cosa serve per parlare di internazionalismo.

Abbiamo verificato nelle grandi manifestazioni che ci sono state in Italia, in particolare a Milano, come ci sia stata la mobilitazione non solo della comunità palestinese ma di tutte le masse arabe di provenienza dagli altri paesi, dal Marocco alla Tunisia, all'Egitto, Algeria, Libano. E ha mostrato come il popolo, il proletariato a livello internazionale, ha a cuore la questione della Palestina. E le parole d'ordine hanno mostrato non si può non essere solidali, ma che bisogna andare oltre, affinché la resistenza e la lotta del popolo palestinese arrivi alla vittoria.


In questa serata parliamo anche del ruolo dell'imperialismo italiano che è a supporto di Israele su tutti i fronti, anche con l'invio di armi e militari in zona.

Oggi è il 7 novembre, l'anniversario della rivoluzione d'ottobre, per noi comunisti riferimento indispensabile di come si risponde alla guerra imperialista e di come si lavora per mettere fine all'oppressione dei popoli. L'ottobre rosso è stato questo. Per questo è il nostro faro di riferimento ancora oggi di una prospettiva strategica di cambiamento del mondo, soprattutto nella fase in cui esso marcia verso una guerra, e come ogni guerra imperialista l'obiettivo che si pone è di ripartire il mercato mondiale, di intensificare l'oppressione dei proletari in tutti i paesi oppressi del mondo e nei paesi imperialisti.

Tutti i compagni stanno sottolineando questa prospettiva. Fanno la loro parte in un movimento molto più grande, e a cui bisogna dare il massimo contributo. Tutti i compagni significa l'intero movimento comunista internazionale. 

Quando noi parliamo di movimento comunista internazionale, facciamo innanzitutto riferimento al movimento comunista autentico, marxista leninista maoista, che nel mondo si batte sulla base della scienza della nostra classe, il marxismo sulla base della storia verificata della potenza del marxismo rappresentata dal leninismo e dalla Rivoluzione d'ottobre e sulla base degli sviluppi ad essa portati sulla strategia e la visione del mondo dal maoismo attraverso l'universalità per i propoli oppressi della via della guerra di popolo.

La nostra posizione non ha alcun equivoco, in questa giornata che cade a un mese dall'attacco senza precedenti di Hamas allo Stato d'Israele. Questa azione è il risultato inevitabile dell'occupazione israeliana e ha dato corpo alle aspirazioni del movimento di liberazione del popolo palestinese. Questa azione è stata un'azione eroica. Innanzitutto noi, come comunisti, la

pc 11 novembre - Bangladesh: sulla grande lotta degli operai e le operaie tessili in bangladesh - info

Da Sole 24 ore

Per i lavoratori gli incrementi salariali, il salario minimo a 106 euro non bastano. Scoppiano agitazioni: una donna perde la vita. È la terza vittima in una settimana d’incidenti

Aveva 23 anni, un marito e due figli, Anjuara Khatun, la donna rimasta uccisa negli scontri avvenuti in un sobborgo di Dacca tra migliaia di lavoratori del settore tessile e la polizia bengalese. Gli incidenti, che vanno avanti da una settimana e sono già costati la vita ad altri due manifestanti, sono scoppiati quando i lavoratori hanno respinto l’offerta del governo di aumentare il loro salario minimo di oltre il 56%, a 12.500 taka mensili, poco più di 106 euro.

Bangladesh, violente proteste dei lavoratori nell’industria tessile, chiuse centinaia di fabbriche: “Non ce la facciamo con 70 euro al mese”

Le fabbriche tessili producono 55 miliardi di dollari e impiegano più di 4 milioni di persone. Altissimi i profitti delle Grandi marche della moda che appaltano il lavoro per produrre abbigliamenti di lusso alle fabbriche del Bangladesh, comprese imprese italiane.

PROFITTI FATTI SULLO SFRUTTAMENTO, SULLA MISERIA, SUL SANGUE DEGLI OPERAI E OPERAIE - Ricordiamo anche le tantissime morti, per incendi, crolli, in particolare di operaie, in queste fabbriche tessili dove le condizioni di lavoro sono terribili, sempre a rischio vita.

Da Repubblica

ROMA – Nel corso dei cortei ci sono stati scontri con la polizia e già due persone hanno perso la vita. I lavoratori manifestano da giorni e chiedono che il loro salario minimo mensile sia triplicato. Chiedono

pc 11 novembre - Dal blog Tarantocontro - per la Palestina verso il 17 novembre

  da #Io sto con la Palestina Taranto

pc 11 novembre - Padova. Occupata la facoltà di lettere per la Palestina


Dopo l’occupazione del cortile del rettorato e la risposta insufficiente dell’università di Padova abbiamo deciso di occupare il polo di Lettere della nostra università.

Che si alzino sempre più voci per fermare il genocidio in Palestina, per la libertà della Palestina.

Non staremo a guardare. Facciamoci sentire, il sapere e la conoscenza servono al progresso dell’umanità, a comprendere la realtà e a prendere posizione.

Alle 21.00 dibattito informativo con intervento di @giovanipalestinesi.it

Alle 22.0 proiezione di “little palestine!”

pc 11 novembre - A Roma occupata la sede dell’Unione Europea: “Palestina libera”

di Redazione di RomaContropiano

Qui di seguito il comunicato che spiega l’azione

“Abbiamo Occupato la sede del Parlamento Europeo a Roma per chiedere la fine dello sterminio della popolazione palestinese di Gaza SUBITO! Invochiamo lo stop del Genocidio da Gaza alla West Bank #stopgenocide

Per ricordare alle eminenze grigie della politica europea che la pulizia etnica operata dal sionismo israeliano è in atto da ben prima del 7 Ottobre, arrivando in questi giorni ad un’escalation intollerabile di quasi 11000 morti per vendetta, esecuzione indiscriminata di civili a rappresentare un vergognoso massacro per ogni societá che si possa dire “civile”. #noncèpacesottoassedio

Consegniamo a testimonianza di questo orribile genocidio una lista delle vittime causate finora dall’attacco dell’esercito sionista. NON NUMERI MA NOMI, sogni, desideri, vite spezzate #savegaza

• Chiediamo una presa di posizione immediata delle istituzioni dell’Unione Europea chiara e netta a favore del CESSATE IL FUOCO #ceasefirenow

• L’interruzione di accordi e finanziamenti attraverso programmi di ricerca che l’Unione Europea destina ogni anno allo stato coloniale di Israele. #boicottaisraele

In una giornata di lotta al fianco della popolazione palestinese, dal blocco al porto di Genova per impedire il carico di armi verso Israele, alla manifestazione di oggi alle 18 a Roma a piazzale del Verano, il grido risuona nelle piazze di tutto il mondo:

L’ULTIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE SARÁ IL PRIMO DI PACE • #FREEPALESTINE

pc 11 novembre - Napoli per la Palestina

pc 11 novembre - Roma. Ancora in piazza per la Palestina


Un nuovo venerdì di manifestazione per la Palestina a Roma. Per la quinta settimana consecutiva è stata chiamata una mobilitazione contro lo sterminio della popolazione palestinese da parte di Israele.

Il concentramento questa volta è stato in piazzale del Verano dove dal camion palco ci sono stati alcuni interventi. Nonostante la pioggia centinaia di persone si sono ritrovate in piazza e ad un certo punto si sono mossi in corteo fino a piazzale Aldo Moro, all’entrata dell’università La Sapienza dove mercoledì è stata occupata la facoltà di Scienze Politiche per chiedere all’ateneo romano di rescindere i contratti di collaborazione con le istituzioni israeliane e revocare la mozione di sostegno a Israele approvata dal senato accademico.

pc 11 novembre - Roma-Tel Aviv. Fratelli d’armi, alleati di guerra

Roma-Tel Aviv. Fratelli d’armi, alleati di guerra

L’analisi di Antonio Mazzeo per OrientXXI Italia.

Il primo aereo cargo delle forze armate degli Stati Uniti d’America per rifornire le forze armate israeliane di armi, munizioni ed equipaggiamenti militari è decollato dall’installazione aeronavale siciliana di Sigonella venerdì 13 ottobre.

Il secondo sabato 14 e il terzo domenica 151. Ha preso il via così l’inedito ponte aereo – via Italia – tra il grande scalo tedesco di Ramstein e la base aerea di Nevatim (deserto del Negev) nei pressi della città di Beersheba, quartier generale degli squadroni dell’Aeronautica militare di Israele equipaggiati con i nuovi cacciabombardieri F-35 a capacità nucleare.

Protagonista sempre un grande velivolo C-17A “Globemaster III” di US Air Force (identificato con il codice di volo RCH794) trasferito nel teatro europeo dall’aeroporto di Tucson (Arizona) dopo lo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele.

PONTE AEREO SIGONELLA-ISRAELE

Prodotto dal colosso industriale Boeing, il C-17A “Globemaster III” viene impiegato dall’Air Mobility Command (il Comando Mobilità Aerea delle forze aeree USA) per i trasporti di uomini, armi e mezzi di

pc 11 novembre - Bari manifestazione per la Palestina -

Bari. Fermiamo il Genocidio del Popolo Palestinese!

 

Il Comitato “Puglia per la Palestina” organizza un corteo  Sabato 11 Novembre ore 16,30 a Bari con partenza da Piazza Diaz,toccando  diversi punti significativi  tra cui il Consolato Israeliano presente in città da alcuni anni.

Le piazze di tutto il mondo si sono riempite in queste settimane di manifestazioni a sostegno della Palestina perché quello che sta accadendo ormai è chiaro a tutti .

La risposta ad Hamas per i fatti del 7 Ottobre  sta andando molto oltre ed è perfettamente in linea con quello che Israele pratica da 75 anni .

L’obiettivo  è la cosiddetta “Soluzione Finale”, che significa cancellare fisicamente  la presenza Palestinese nei territori da dove vivono  da migliaia di anni.

Il Governo di Israele afferma che occuperà Gaza garantendo la sicurezza a tempo indeterminato;questo farà  diventare Gaza ancora di  più del carcere a cielo aperto di quello che è stato fino ad adesso , 2 milioni e mezzo di persone in soli 400 chilometri quadri da cui  non potevano uscire e nemmeno  rientrare .

In questa drammatica situazione l’Italia e l’Europa sono pienamente  conniventi con  quello che sta succedendo in Palestina ,  come  lo sono per tutte le guerre militari ed economiche sostenute dagli Stati Uniti d’America attraverso una rediviva Nato .

Il Comitato “Puglia per la Palestina” per questi motivi sottolinea la necessità   che il corteo  attraversi la città e tocchi i punti più significativi dalla connivenza della Regione Puglia con Israele .

Tutto questo   avviene attraverso accordi della Regione di cooperazione sulla acqua , sulla sicurezza ed altro ancora ,unitamente agli accordi nella Università Barese con industrie belliche  per la ricerca su armi sempre più distruttive.

Il corteo dopo la  Regione passa  davanti la terza Regione Aerea che impegna ogni giorno i piloti ad azioni di controllo al confine della  Polonia  con l’Ucraina unitamente al controllo di intere zone del Mediterraneo ;   con un Governo Nazionale  che aumenta le spese militari per realizzare   un processo di militarizzazione e di impegno diretto nelle guerre ,cosa che vede la   Puglia in prima fila .

Ad esempio a  Brindisi si assegnano 500  metri di banchina per ospitare la nuova portaerei Trieste ,dove le istituzioni plaudono per la possibile nuova occupazione  lavorativa.

Sosteremo davanti la sede Rai per denunciare la manifesta disinformazione sul dramma di Gaza e sul popolo Palestinese per arrivare alla sede del Consolato Israeliano , sede di relazioni istituzionali e soprattutto commerciali .

Il corteo passerà infine sotto la sede del Consolato Israeliano che rappresenta materialmente la presenza sul territorio Regionale di un Governo ,come quello Israeliano, che sta praticando un genocidio  dove qualche ministro evoca l’utilizzo della bomba nucleare su Gaza.

Bari 08.11.2023

Ps

proletari comunisti taranto sottolinea che non condivide le frasi e frasette che Bobo aprile dice in alcune di queste manifestazioni

in una di esse ha detto - io non sono complottista ma che è possiobile che l'azione di hamas possa essere stata favorita da Israele e da netaniau per avere il pretesto per fare  quello che poi sta facendo

nel comunicato scrive

La risposta ad Hamas per i fatti del 7 Ottobre  sta andando molto oltre ed è perfettamente in linea con quello che Israele pratica da 75 anni .

questa significa dire che se fosse stata proporzionata sarebbe legittima

questa è denigrazione della eroica azione della resistenza palestinese del 7 ottobre ed è una posizione che in forma più o meno velata la condanna e si pone  ai limiti della posizione di 'equidistanza' della pseudo sinistra parlamentare 

11 novembre 2023

 

pc 11 novembre - L'appello delle donne palestinesi contro la guerra alla popolazione civile della Striscia di Gaza


Unione generale delle donne palestinesi e Coalizione nazionale delle donne | altreconomia.it

01/11/2023

In meno di un mese i bombardamenti israeliani sulla Striscia hanno ucciso oltre 8.600 persone. L'impatto degli attacchi e del divieto di ingresso degli aiuti hanno un riflesso pesantissimo sulle donne: sfollate, in condizioni disastrose, costrette a partorire in strada ed esposte a malattie. "Chiediamo un cessate il fuoco immediato e globale"

A pochi giorni di distanza dalla commemorazione del 23esimo anniversario della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza (31 ottobre), chiediamo la protezione delle donne palestinesi e del popolo palestinese in generale e la fine della guerra di sterminio e sfollamento contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza.

Sono passati già 25 giorni dall'inizio della guerra di sterminio, sfollamento e pulizia etnica condotta da Israele, la potenza occupante, nella Striscia di Gaza. Al 31 ottobre ha causato la morte di oltre 8.603 palestinesi, tra cui 3.457 bambini e 2.136 donne, ferendo più di 21.000 cittadini.

Il mondo intero nota che la stragrande maggioranza delle persone assassinate, sia uomini sia donne, sono civili, di cui il 70% sono donne e bambini. Inoltre, la potenza occupante sta adottando una politica

pc 11 novembre - Punto per punto, tutte le gravissime violazioni di Tel Aviv

Agostina Latino, Luca Baccelli | ilmanifesto.it

28/10/2023

Diritto internazionale. Israele ha degli obblighi precisi che continua a violare, e da questo punto di vista la qualifica di Hamas e delle sue azioni come terroristiche e persino la questione della sovranità palestinese non cambiano il quadro

Dall'attacco dell'7 ottobre si ripete che Israele ha diritto a difendersi; gran parte dei leader Usa e Ue, con qualche eccezione, aggiungono «rispettando il diritto internazionale». Ma questo cosa significa?

A Gaza, Israele è potenza occupante in quanto esercita un'autorità di fatto sui confini terrestri, marini e aerei, controllandone l'accesso a persone, merci (compresi medicinali), acqua, fonti di energia. L'articolo 42 del Regolamento dell'Aja del 1907, recita: «Un territorio è considerato come occupato quando si trovi posto di fatto sotto l'autorità dell'esercito nemico». Non si menziona la presenza di truppe sul territorio, e dunque il ritiro da Gaza del 2005 non modifica lo status dell'occupante. E infatti come è tale è considerato dalle Nazioni unite, dalla Corte penale internazionale, dalla Croce Rossa.

La popolazione occupata non ha alcun dovere di obbedienza nei confronti della potenza occupante

pc 11 novembre - Oltre 420 bambini palestinesi vengono uccisi ogni giorno nella guerra israeliana contro Gaza, afferma il capo dell'UNICEF


Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

31/10/2023

Israele ha intensificato i bombardamenti all'interno del territorio palestinese assediato, prendendo ripetutamente di mira i rifugi per gli sfollati e gli ospedali affollati a causa dell'elevato numero di feriti

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite discute della guerra a Gaza (Foto: ONU)

Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (UNRWA), ha dichiarato che Israele sta attuando una "punizione collettiva" contro i palestinesi nei territori occupati e ha chiesto al mondo di garantire che donne e bambini non diventino "danni collaterali".

Lazzarini è intervenuto lunedì 30 ottobre a una sessione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Cina per sollecitare ancora una volta un cessate il fuoco umanitario a Gaza.

Intervenendo alla sessione, Catherine Russell, direttore esecutivo dell'UNICEF, ha dichiarato che oltre 3.400 bambini sono stati uccisi e oltre 6.300 feriti. "Questo significa che più di 420 bambini palestinesi

pc 11 novembre - Il Si.Cobas sciopera venerdì 17 novembre a sostegno del popolo palestinese, per fermare il genocidio a Gaza

Lo Slai cobas per il sindacato di classe da una settimana ha proposto e indetto dove è presente 1 ora di sciopero nelle fabbriche e posti di lavoro per il 17 novembre, da riempire anche con assemblee, presidi e altre iniziative e ha rivolto questo appello a tutte le organizzazioni sindacali. 

Per questo salutiamo tutte le decisioni che vanno in questo senso e anzi le estendono.

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L’Esecutivo nazionale del SI Cobas ha preso ieri sera una decisione della massima importanza: organizzare uno sciopero venerdì 17 novembre in solidarietà con la lotta del popolo palestinese, per contribuire a fermare immediatamente il massacro che l’esercito israeliano sta portando avanti a Gaza con l’appoggio totale degli Stati Uniti e dei paesi dell’UE, tra cui in prima fila l’Italia di Meloni e Mattarella. Ne chiediamo la ragione al compagno Aldo Milani, coordinatore nazionale del SI Cobas.

Aldo Milani – Questa nostra decisione non cade dal cielo. Da sempre il SI Cobas sente di avere obblighi di solidarietà nei confronti dei proletari di tutti i paesi del mondo. Il nostro sindacato è composto da lavoratori e lavoratrici di più di 35 diverse nazionalità. Molti di loro provengono dai paesi arabi e di tradizione islamica. Perciò posso affermare che il SI Cobas ha l’internazionalismo proletario nel suo dna.

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pc 11 novembre - lan Pappé: sionismo ideologia razzista

lan Pappé: il sionismo ideologia razzista di un movimento coloniale

Quella che segue è una conferenza tenuta da Ilan Pappé il 19 ottobre scorso all’università di Berkeley in California (il titolo è nostro). Pappé, attualmente direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l’Università di Exeterer nel Regno Unito, è uno storico che ha insegnato all’università di Haifa, dalla quale è stato espulso per le sue denunce del carattere razzista del sionismo e per il suo lavoro di storico che ha documentato in modo inoppugnabile la pulizia etnica della Palestina che i sionisti hanno sempre cercato di occultare attribuendola a cause diverse ma non a una loro deliberata programmazione. Il suo lavoro del 2006 su questo argomento è disponibile anche in italiano (La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore 2008). Sua tra molte altre anche l’opera su Gaza e Cisgiordania, anche questa disponibile in italiano (La più grande prigione del mondo, storia dei territori occupati, Fazi Editore, 2022).

Video originale sotto:

https://informationclearinghouse.blog/2023/10/24/professor-ilan-pappe-crisis-in-zionism-opportunity-for-palestine/embed/#?secret=wreh5QJp5v#?secret=ppZzl56xOy

Grazie per la gentile presentazione, grazie a tutti per essere qui oggi. Voglio ringraziare tutti gli l’organizzatori che hanno reso possibile questo evento e apprezzo davvero che abbiate dedicato del tempo per essere con noi in questo momento cruciale e doloroso nella storia di Israele e della Palestina.

Prima del 7 ottobre 2023 la maggior parte della società ebraica israeliana guardava con una certa paura e apprensione alle ultime settimane di questo mese. Il discorso principale in Israele fino al 7 ottobre 2023 riguardava quale sarebbe stato il futuro di Israele. Le manifestazioni settimanali di centinaia di migliaia di israeliani facevano parte di un movimento di protesta contro il tentativo del governo di cambiare la legge costituzionale in Israele e creare un nuovo sistema politico nel quale i poteri politici avrebbero avuto il controllo totale sul sistema giudiziario e la società civile sarebbe stata sottoposta a un controllo più stretto da parte dei gruppi messianici e degli ebrei religiosi. In uno dei miei articoli avevo descritto la particolare lotta per l’identità di Israele, che è stata al centro dell’attenzione fino al 7 ottobre 2023, come una lotta tra lo Stato di Giudea e lo Stato di Israele. Lo stato della Giudea era quello stabilito in Cisgiordania dai coloni ebrei, una sorta di combinazione di giudaismo messianico, fanatismo

venerdì 10 novembre 2023

pc 10 novembre - ORE 12 - 1. Controinformazione rossoperaia - Il premierato per avanzare verso la dittatura aperta - Il patto Italia-Albania razzismo anti-immigrati e colonialismo straccione - 2. Con la Palestina ora più che mai

 




pc 10 novembre - Solidarietà internazionalista dei lavoratori, dai porti a tutti i posti di lavoro, a fianco del popolo palestinese

 

Dalla parte degli oppressi, contro gli oppressori, per dare continuità e forza alla mobilitazione che si sviluppa in tante città, con manifestazioni popolari in cui sono presenti sentimenti, parole d’ordine, che stanno crescendo, contro la complicità dei media e del governo fascista Meloni nel genocidio in atto in Palestina e la propaganda antiislamica di Salvini, come si è visto nelle manifestazioni di Milano, o in quella molto partecipata di S.Angelo Lodigiano, in risposta alle istituzioni locali che hanno attaccato la solidarietà alla Palestina.

https://drive.google.com/file/d/17eJPsKJP2SG0O3ujsX3pZXtDn64XUzrT/view?

https://drive.google.com/file/d/1mTYv7KhgrEryV09gJT3FfI1VQVCYnfeE/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/1NbrV5FmSETJ0k-3FcaJHYKNjP_dgPEDy/view?usp=sharing

Con la resistenza palestinese fino alla vittoria della lotta per la liberazione nazionale, per la fine del genocidio e dell'occupazione dello stato nazi-sionista di Israele, contro il governo imperialista Meloni complice che fornisce armi, navi, basi e quindi responsabile del massacro del popolo Palestinese

 
 

Una mobilitazione che deve estendersi anche sui posti di lavoro. Contro l’invio delle armi a Israele, Scioperi e blocchi sono già avvenuti in altre città europee, venerdì 10 novembre lo sciopero è stato organizzato al porto di Genova, sciopero che è in corso con la presenza al varco San Benigno dei lavoratori del porto, dei camalli del Colettivo Autonomo Calp, degli studenti, cittadini e realtà del sindacalismo di base e di classe, delle associazioni contro la guerra.

Il collettivo dei portuali denuncia: il nemico è in casa nostra, manifesta la solidarietà internazionalista agli oppressi palestinesi, lotta e sciopera contro i traffici di armi nel porto. Un esempio da estendere e da sostenere contro la repressione. 

 E' quindi centrale che i lavoratori si schierino con chi lotta e per allargare le lotte.

Per questo sempre il 10 novembre Slai Cobas ha organizzato una iniziativa alla portineria della fabbrica siderurgica Tenaris, a Dalmine, e per costruire iniziative di solidarietà con la Palestina anche verso il 17 novembre, con sciopero/assemblee/ presidi.

giovedì 9 novembre 2023

pc 9 novembre - Un appello dalla Francia pervenuto oggi #LibérerMariamABOUDAQQA

Mariam ABOU' DAQQA à été enlevé dans la nuit du 08 Novembre 2023 à Paris.
Elle etait de retour d'une projection du film Yallah GAZA.
elle est rentrée avec ces amis. Arrivée sur son lieu d'hébergement il y avait 4 hommes en 
civils qui l'ont interpellé par la force et on bousculé ces amis qui étaient avec elle. 
Elle est actuellement au commissariat.
Il y a eu un arrêt d'expulsion mais le tribunal ne l'a.pas encore siginifier officiellement .
Somme nous encore dans un état de droit ? 
#LibérerMariamABOUDAQQA
Urgence...
Mariam ABUDAQA 
Féministe, palestinienne emprisonnée dans les geôles israéliennes à 15 ans pour fait de 
résistance contre l'occupation...
Cette nuit, brutalisée et enfermée à 72 ans en plein Paris.

Mariam Abudaqa a été enlevé en pleine rue cette nuit par une unité de police en civil, et est 
détenue depuis dans un commisariat.

Haute figure de la résistance palestinienne, l'État français veut la faire taire.
Appel à rassemblement aujourd'hui 9 novembre à 12:30
devant le commissariat du 12ème arrondissement 22 rue de l'Aubrac, 75012 Paris.
Merci de mobiliser le maximum de monde

pc 9 novembre - Milano - Continua la mobilitazione in solidarietà al popolo palestinese

Fermiamo i bombardamenti a Gaza che hanno assassinato sotto le bombe e il piombo del terrorista Netanyahu più di 10.000.000 palestinesi di cui almeno 4.000 bambini.
Basta con l'occupazione sionista in Cisgiordania e in tutta la Palestina.
Partecipiamo in massa al corteo indetto dalle comunità palestinesi.
 
SABATO 11 CORTEO a Milano
concentramento ORE 15 PIAZZA DUCA D'AOSTA
Csa Vittoria - www.csavittoria.org

pc 9 novembre - ORE 12 settimanale n. 7 - scarica il pdf

 

Leggi e scarica il pdf

pc 9 novembre - INTERVISTA ALL'AVV. VINCENZO CATASTIMENI DI PALERMO, legale dei compagni di proletari comunisti processati per la manifestazione del 2017 contro il G7 di Taormina


PC
- Chiediamo a Vincenzo Catastimeni, nostro avvocato, nel processo che si è svolto a Messina e che ha riguardato la manifestazione del 2017, contro il G7, intanto di sapere come si è svolto questo processo, i passaggi più significativi delle udienze, che, da quello che sappiamo, si sono basate essenzialmente sulle testimonianze della Digos. 

AVV - C'è stato un primo processo che era iniziato prima della pandemia e si stava svolgendo davanti a un giudice unico. Fra le eccezioni preliminari che sono state formulate nell'ambito di questo primo procedimento, da parte di una collega che difendeva le posizioni di compagni accusati del reato più grave, quello di aggressione al pubblico ufficiale, vi è stata la contestazione, per cui, in base al capo di imputazione, per la pena che poteva essere erogata, la prima udienza del processo si sarebbe dovuta celebrare davanti al Gup e non direttamente. Quindi, dopo una prima fase si è praticamente dovuto ricominciare da capo, chiaramente con un dispendio di energie, di risorse anche umane ed economiche sprecate. Dopodiché si è tenuta la prima udienza davanti al Gup. Dei 40 imputati solo uno ha chiesto l'applicazione del rito alternativo. Quindi si è aperta l'istruttoria, che, come dicevi tu bene, si è incentrata fondamentalmente sulle dichiarazioni rese dagli agenti della Digos che erano presenti o a conoscenza degli eventi, o utilizzati per il riconoscimento dei soggetti. In occasione della manifestazione erano stati mobilitati agenti della Digos da tutta Italia, erano venuti da Modena, Torino, Milano, Pisa, Reggio Calabria, Palermo, Catania. ecc., e mi preme ribadirlo anche in questo momento, con notevole dispendio di energia umane ed economiche che potevano benissimo essere concentrate su altre situazioni più gravi. 

I poliziotti che erano presenti sul posto fondamentalmente non hanno fatto altro che esporre i fatti dal loro punto di vista. Per i compagni che io assistevo nel corso del processo  i capi di imputazione erano due: aver violato la cosiddetta "zona rossa", e per avere preso parte alla manifestazione con il volto contraffatto. 

Rispetto al primo aspetto della zona rossa, di aver violato i limiti entro cui si doveva avvolgere la

pc 9 novembre - Dichiarazione rilasciata dalle 5 forze della resistenza palestinese - massima diffusione e appoggio - proletari comunisti/PCm Italia

Fronte democratico per la liberazione della Palestina / Movimento di resistenza islamica Hamas / Movimento del Jihad islamico / Fronte popolare per la liberazione della Palestina / Comando generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina

Le cinque forze di resistenza palestinesi hanno tenuto una riunione dei leader, a Beirut, sabato 28 ottobre 2023, per discutere i progressi della battaglia “Tempesta di Al-Aqsa” contro l’offensiva del nemico sionista e la sua brutale aggressione contro la Striscia di Gaza.

Nella loro dichiarazione, le cinque forze della resistenza hanno salutato i martiri del nostro popolo palestinese e il nostro leale e orgoglioso popolo della Striscia di Gaza che sta affrontando una campagna di sterminio organizzata, sottolineando che sono il popolo dell’orgoglio, della dignità e della fermezza e che sono il popolo vittorioso che è fedele alla propria causa e alla propria patria, e si sono impegnati con loro a continuare sulla strada della resistenza fino a quando non raggiungeranno la vittoria sul nemico sionista.

I partecipanti hanno espresso quanto segue:

  • Questa epopea eroica è la battaglia condotta dall’intero popolo palestinese per difendere la propria terra, la propria sacralità, la propria esistenza e il proprio diritto alla libertà, contro un nemico barbaro che non risparmia nessuno dei nostri con i suoi crimini. Prende di mira ospedali,

pc 9 novembre - Fermare il massacro del popolo palestinese e lottare contro imperialismo e guerra - Genova 10 novembre

Venerdì mattina, alle 6,00, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali CALP ha dato appuntamento al Varco San Benigno del Porto di Genova a tutti coloro che vogliono fermare il massacro del popolo Palestinese e lottare concretamente contro le guerre che insanguinano il pianeta. L’idea è di rispondere all’appello lanciato dai sindacati palestinesi al boicottaggio attivo contro il governo israeliano in quella che non è una guerra ma un vero e proprio genocidio.
Qualche anno fa, i portuali genovesi decisero di raccogliere un testimone: quello lasciato negli anni 70 da quei “camalli” che boicottarono l’invio di armi necessari agli USA nella guerra in Vietnam. Quegli episodi, spesso dimenticati o trattati come una curiosità per nostalgici, in realtà rappresentavano bene, allora come oggi, cosa intendiamo quando si parla di solidarietà internazionalista.
L’idea di fondo era che la forma guerra, non più raccontata dai media intenti a celebrare una pace totalmente inventata, dovuta allo strapotere dell’occidente sul pianeta, era in realtà una costante nella

pc 9 novembre - Rompere ogni complicità tra Italia e Israele - Assemblea nazionale domenica 19 novembre - info

Rompere ogni complicità tra Italia e Israele. Appuntamento il 19 novembre

Il genocidio dei palestinesi a Gaza, così come il lungo elenco di brutalità della pluridecennale occupazione coloniale israeliana della Palestina, non possono continuare a rimanere impuniti.

L’impunità di cui lo Stato di Israele ha goduto e continua a godere tra i governi europei non è più tollerabile.

È tempo di rispondere in via definitiva alla domanda posta anni fa dallo storico Ilan Pappe: “fino a quando il mondo continuerà a permettere a Israele di fare quello che fa?”

Diventa urgente affiancare alle mobilitazione di solidarietà con il popolo palestinese una vasta e

pc 9 novembre - Contro l’invio di armi a Israele bloccati i porti in diversi paesi - info

L’appello lanciato lo scorso 16 ottobre dai sindacati palestinesi per “smettere di armare Israele” è stato raccolto dai sindacati in diversi paesi.

In Italia sono i portuali genovesi ad aver rilanciato per venerdi 10 novembre la mobilitazione al porto rifiutandosi di gestire l’imbarco di carichi di armi diretti in Israele (negli anni scorsi il target era stata invece l’Arabia Saudita). L’appuntamento è alle ore 6.00 al molo S. Benigno.

Anche i lavoratori del porto australiano di Sidney, stanno protestando contro l’attracco di una nave della compagnia israeliana Zim. All’appello dei sindacati palestinesi hanno aderito ieri anche i portuali dello scalo di Barcellona, annunciando che impediranno “le attività delle navi che portano materiale bellico”. 

In Belgio già da alcune settimane a rifiutarsi di caricare armi sono i lavoratori aeroportuali che nel

pc 9 novembre - Veterani combattenti nelle scuole del Piemonte con i soldi della Regione e la benedizione di Crosetto

Di Antonio Mazzeo |  antoniomazzeoblog.blogspot.com

07/11/2923

Veterani delle forze armate a disquisire di Patria, Onore e Tricolore nelle scuole del Piemonte con il contributo economico della Regione e la benedizione del ministero della Difesa. "Il Piemonte finanzia un progetto delle Associazioni d'Arma che porta militari nelle scuole a parlare di istituzioni, di democrazia, di patria, attraverso la storia della Forze Armate", annuncia con un tweet il ministro Guido Crosetto. "A chi attacca parlando di spot elettorale, voglio ricordare che le Forze Armate sono di tutti".

Il progetto in questione che ha destato più di una perplessità anche tra i leader piemontesi del Pd ha il nome di Patres. Storia e Memoria: a promuoverlo negli istituti scolastici la sezione di Torino dell'Associazione Nazionale Artiglieri d'Italia (Anarti), in collaborazione con la Federazione delle Associazioni d'Arma della Repubblica italiana (Assoarma).

"Questa iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Piemonte nell'ambito del Progetto Invecchiamento Attivo", spiega l'assessore Maurizio Marrone (già capogruppo di Fratelli d'Italia in

mercoledì 8 novembre 2023

pc 8 novembre - I profitti dell'ENI sono sporchi di sangue palestinese!

Davanti Gaza bombardata, lo Stato terrorista d'Israele assegna la licenza per estrarre gas alla multinazionale dell'imperialismo italiano

Governo Meloni e padroni italiani complici del massacro del popolo palestinese!



Israele concede licenze per esplorare giacimenti di gas a compagnie italiana e britannica

infopal

Tel Aviv – MEMO e Marketscreener.com. Israele ha assegnato 12 licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale al largo delle sue coste mediterranee (anche coste gazawi, ndr), in un apparente tentativo di diversificare i fornitori di energia del Paese e di favorire una maggiore concorrenza, dato che Tel Aviv mira a diventare un centro energetico per l’esportazione di gas in Europa.

Le licenze sono state concesse a società come l’italiana Eni (ENI.MI), la sussidiaria coreana

pc 8 novembre - Dall'India per la Palestina

pc 8 novembre - ORE 12 - Controinformazione rossoperaia - La Rivoluzione d’Ottobre e il lavoro per la rivoluzione oggi

 

pc 8 novembre - Napoli - disoccupati in lotta vanno all'Istituto Orientale occupato per la Palestina


  • il 6 pomeriggio si è tenuta l’assemblea generale dei disoccupati e disoccupate per discutere insieme i contenuti del tavolo al Ministero del Lavoro, la situazione della vertenza e le prossime scadenze di lotta.

    Si è deciso in maniera unanime di proseguire senza sosta la mobilitazione permanente perché la lotta e la forza che stiamo esprimendo sappiamo essere l’unico strumento per garantire la continuità del percorso per tutte e tutti.

    Nelle prossime ore ci impegneremo per dare sviluppo agli impegni assunti a Roma e per ricordare i protagonisti reali di questo percorso ovvero la platea che da 9 anni ha sbloccato questa strada e non è disponibile a strumentalizzazioni di alcun tipo.

    Soluzioni immediate per dare continuità al nostro percorso per garantire i servizi di pubblica utilità ed un salario per le centinaia e centinaia di famiglie che da 9 anni si sono impegnati in questa prospettiva!

    Abbiamo scelto di spostare la nostra assemblea prevista altrove per svolgerla all’interno dell’Università dell’Orientale occupata questa mattina dagli studenti e studentesse come azione di lotta contro il genocidio del popolo palestinese.

    Siamo arrivati in corteo in centinaia e l’assemblea infatti ha ribadito come il movimento di lotta ritiene necessario dare il proprio contributo per le mobilitazioni previste contro la barbarie imperialista.


    Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”



pc 8 novembre - Verso il 25 novembre - Non c'è femminismo senza antifascismo - Intervento del Mfpr all'Assemblea Donne/Lavoratrici del 12 ottobre

Dal blog femminismorivoluzionario

ll 25 novembre dell'anno scorso nella manifestazione di Roma noi portammo, con striscioni, cartelli con i nostri slogan, interventi, una forte denuncia del governo Meloni, della Meloni fascista. Lo facemmo esplicitamente solo noi e poche altre, anche scontrandoci e resistendo alla polizia che voleva strapparci lo striscione che diceva "Meloni fascista noi donne ti farem la guerra". Passato un anno possiamo dire che noi avevamo ragione. E lo possiamo dire con forza, di fronte agli attacchi contro le donne portati avanti in questo anno da questo governo, dai neri personaggi fascisti che lo compongono, perchè la Meloni è fascista, Salvini, Lollobrigida, Roccella , ecc. ecc. incarnano e praticano una ideologia moderno fascista.

L'anno scorso, a fronte di articoli stampa che riportavano le "grida" di ministri, politici di destra contro di noi, dipingendoci quasi come "terroriste" perchè semplicemente avevamo scritto e detto la verità: che la Meloni è fascista, alcune rappresentanti di Non una di meno, avevano preso anche sui giornali la distanza da quello che noi dicevamo. Ora, se fossero sincere si dovrebbero ricredere perché tutto quest'anno ogni passaggio, e ne verranno tanti ancora, ha dimostrato la necessità che noi donne dobbiamo essere in prima fila nella guerra al governo Meloni.

A Parigi a fine settembre scorso, nella piazza della Bastiglia in una delle manifestazioni dei 'sans papiers', degli immigrati, c'era un cartello portato da una ragazza, questo cartello diceva: "pas de feminisme sans antifascisme", "non c'è femminismo senza antifascismo". Questo è quanto di più vero oggi, da noi in Italia. In Francia Macron non si dice, non vuole dirsi fascista, in Italia invece abbiamo il capo del governo, la Meloni, alcuni ministri che sono "ufficialmente" fascisti, tutto il loro curriculum, la loro storia e il loro presente lo dimostrano.

Non c'è femminismo senza antifascismo, perché il fascismo è considerare le donne solo se fanno

pc 8 novembre - Torino Università - Polizia - Rettore - studenti in lotta - info

Geuna: “La polizia in università non è stata chiamata, ha agito da sola”, ma gli studenti non sono convinti

Docenti e studenti di UniTo hanno rilanciato: “per consuetudine la questura chieda prima di fare irruzione”

TORINO – “Sono stato avvisato della presenza della polizia a difesa dell’incontro del Fuan, ma loro possono intervenire se c’è un pericolo pubblico”: questa la dichiarazione del rettore dell’Università di Torino che oggi ha incontrato gli studenti in un’assemblea aperta nel cortile del rettorato.

Chi ha autorizzato la presenza della polizia in università?

“La polizia sa che cosa accade dentro l’università – spiega il Rettore – gli incontri sono pubblici, sono sui social. E se c’è un pericolo per l’ordine pubblico può intervenire sempre.”

Questa risposta non è piaciuta alla platea, che ha incalzato: “quindi lei sapeva?”

“La Questura mi ha avvisato che si stava facendo irruzione perché fuori dall’aula in cui si stava

pc 8 novembre - SI ALLARGA LA SOLIDARIETÀ COL POPOLO PALESTINESE DEI PORTUALI IN TUTTO IL MONDO: Porti bloccati contro l’invio di armi a Israele

 

da

Osservatorio Repressione

Genova, Barcellona, Oackland, Tacoma, Sidney. I lavoratori portuali si rifiutano di caricare le navi con le armi per Israele

L’appello lanciato lo scorso 16 ottobre dai sindacati palestinesi per “smettere di armare Israele” è stato raccolto dai sindacati in diversi paesi.

Diverse organizzazioni di lavoratori portuali hanno indetto mobilitazioni e iniziative per protestare contro i bombardamenti della striscia di Gaza. Venerdì prossimo a Genova si svolgerà il presidio indetto dai portuali del capoluogo ligure. La mobilitazione raccoglie l’appello lanciato lo scorso 16 ottobre dai sindacati palestinesi per “smettere di armare Israele”. I lavoratori dello scalo genovese si rifiutano di gestire l’imbarco di carichi di armi diretti in Israele (e non solo).

Mentre da quasi due anni in Ucraina si combatte una guerra fra blocchi di paesi capitalisti, mentre lo stato d’Israele massacra i palestinesi, mentre la guerra nucleare è dietro l’angolo, il Porto di Genova

pc 8 novembre - L'ALTRA FACCIA DELLA BARBARIE DI ISRAELE: Gli abusi di Israele sui lavoratori di Gaza

 

di Lubna Masarwa e Nadda Osman (*)

I lavoratori palestinesi di Gaza detenuti da Israele hanno raccontato di essere stati maltrattati, umiliati e torturati per quattro settimane dopo essere stati arrestati in risposta all’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre. Si stima che circa 4.500 lavoratori di Gaza si trovassero in Israele quando centinaia di combattenti palestinesi hanno preso d’assalto le comunità israeliane vicino alla Striscia di Gaza, uccidendo circa 1400 persone.
Nonostante si trovassero in Israele con un permesso di lavoro, sono stati tutti radunati in strutture di detenzione e, secondo le testimonianze di prima mano, ripetutamente umiliati e maltrattati.

I lavoratori recentemente rilasciati da Israele hanno raccontato a Middle East Eye che i loro permessi di lavoro erano stati revocati e che sono stati rimandati a Gaza a piedi, nonostante l’enclave costiera fosse sottoposta a continui bombardamenti e a un’invasione di terra israeliana. I lavoratori sono stati costretti a camminare per 6 km fino a quando sono arrivati a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, vicino alla città meridionale di Gaza, Rafah.

Nei video che circolano online, si vedono centinaia di lavoratori tornare a Gaza a piedi. Non è chiaro quanti dei 4.500 lavoratori siano stati rilasciati. I palestinesi hanno raccontato a MEE di vari abusi subiti durante la detenzione, molti dei quali sembrano equivalere a torture.

“Un uomo mi ha chiesto se volevo qualcosa da bere, poi mi ha gettato addosso acqua bollente”.

martedì 7 novembre 2023

pc 7 novembre - Con la Palestina fino alla vittoria

 riceviamo e pubblichiamo

pc 7 novembre - Per la Palestina in tutte le forme

Buongiorno compagni, per comprendere il testo in rete è disponibile con 
sottotitoli in inglese "Il diritto è la mia arma" Julia Boutros

pc 7 novembre - La rivoluzione d'ottobre la via per mettere fine alla guerra imperialista e all'oppressione dei popoli - oggi Palestina in primis


Oggi intervento telematico di Proletari Comunisti/PCm italia - pubblicato domani su questo blog a 

ore 12 - Controinformazione Rossoperaia - speciale

pc 7 novembre - Viva la Rivoluzione d'Ottobre! - Trockij sempre antagonista di Lenin capo della Rivoluzione d'Ottobre

E' bene leggersi o rileggersi il testo di Trockij sul "Che fare?", intitolato "Giacobinismo e socialdemocrazia" (scaricabile in pdf) che mostra come Trockij è sempre stato contro Lenin.

Questo controrivoluzionario usa nel testo parole espressioni di un odio viscerale verso Lenin. Ne riportiamo solo alcune - ma tutto il testo è illuminante; tant'è che non abbiamo bisogno di fare noi un attacco a Trockij, sono le sue stesse posizioni che lo qualificano come controrivoluzionario.

"...alla fin fine il povero « capo » (Lenin - ndr) deve giungere all'idea che chi « trama » contro di lui... è il partito. L'insieme delle individualità che hanno un diverso livello di sviluppo, sfumature diverse nella visione del mondo, temperamenti diversi, ln una parola il corpo materiale del partito stesso si rivela da ultimo, un freno per il suo proprio sviluppo razionalisticamente costruito. Qui è il segreto degli insuccessi di Lenin, e qui è la causa della sua meschina diffidenza.
Questa diffidenza maligna e moralmente ributtante di Leni, piatta caricatura della tragica intolleranza del giacobinismo, è, lo si deve riconoscere, l'eredità ed insieme la degenerazione della vecchia tattica «iskrista». Ma quei metodi e quei procedimenti che avevano la propria giustificazione nelle condizioni del momento politico, ora devono essere liquidati, a ogni costo, altrimenti minacciano la dissoluzione completa del nostro partito, dissoluzione politica, morale e teorica.
Non è un caso, ma un « segno » profondo il fatto che il capo dell'ala reazionaria del-nostro partito, il compagno Lenîn, nel difendere i metodi tattici di un giacobinismo caricaturale sia stato psicologicamente costretto a dare una definizione della socialdemocrazia tale da rappresentare null'altro se non un attentato teorico al carattere di classe del nostro partito"

pc 7 novembre - Con la Palestina, sotto attacco genocida di Israele, la solidarietà che popoli e lavoratori stanno mettendo in campo - Da Controinformazione rossoperaia del 6/11


Dobbiamo continuare a denunciare e a mettere in campo azioni solidali con il popolo palestinese su cui ogni giorno che passa si scatena sempre più la ferocia criminale dello Stato occupante, terrorista, nazisionista, israeliano, su Gaza in particolare, ma anche nei Territori occupati, in Cisgiordania.

Con una lunga scia di sangue lo Stato terrorista di Israele continua a bombardare quartieri dove vive la popolazione civile, colpisce ospedali, scuole, ambulanze, depositi di acqua - a Tal al Zaatar, nel nord di Gaza il contenuto del serbatoio rotto si è riversato nelle strade. E questo avviene mentre i palestinesi di Gaza stanno affrontando una terribile carenza di acqua dolce -, mentre avvengono decine di uccisioni, pestaggi nella West Bank da parte di coloni impuniti.

I lavoratori palestinesi che si trovano in Israele sono stati prelevati sul posto di lavoro e spediti con forza nella Striscia di Gaza. Molti di questi sono stati "sottoposti a tortura elettrica, picchiati e detenuti. Le forze israeliane gli hanno scatenato addosso i cani”.

E’ salito a 9.488 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia, come rappresaglia agli attacchi del 7 ottobre compiuti da Hamas. Dei morti 3.900 sono bambini e 2.509 donne.

Ma il popolo palestinese non è solo. Le masse popolari in tutto il mondo da settimane stanno manifestando a loro fianco, lottando anche contro i propri governi che sostengono il governo razzista, nazista, criminale, di Netanyahu. Operai in diversi paesi cominciano a scendere in campo per la Palestina, dal Canada alla Gran Bretagna. I sindacati belgi dei lavoratori aeroportuali si sono fermati bloccando il transito d'armi Usa verso Israele.

Anche in Italia la mobilitazione per la Palestina non si ferma, da Milano a Palermo, a Torino, ecc.

pc 7 novembre - Per lo stato sionista di tipo nazista di Israele e l'imperialismo USA in testa - Italia complice - Gaza deve trasformarsi da un campo di concentramento a un campo di sterminio





"El número de personas asesinadas en la Franja de Gaza como resultado de la agresión israelí desde el 7 de octubre, es de 9.500, de las cuales 3.900 son niños y 2.509 mujeres" (Salama Marouf, jefe de la oficina de prensa).

Marouf añadió: "Las incursiones israelíes provocaron la destrucción de 55