Antonio Mazzeo: l'Italia è complice della devastazione di Gaza, ecco perché
- AMDuemila
- 04 Novembre 2023
- Dai caccia di addestramento fino ai cannoni per le navi israeliane, il giornalista illustra il coinvolgimento dell’Italia nell’arsenale israeliano impiegato nella Striscia.
Antonio Mazzeo. “Ho visto le immagini delle distruzioni orribili che si stanno verificando a Gaza. Ho la certezza che quelle operazioni di distruzione sono anche targate Italia”,
i piloti israeliani che oggi stanno
radendo al suolo la Striscia a bordo di F-35 e cacciabombardieri da
almeno un decennio vengono formati grazie “a un caccia
addestratore prodotto in provincia di Varese (Alenia
Aermacchi M-346 Master, ndr) e venduto nel
2012 alle forze armate israeliane”. “Da quel momento in
poi, in questi dieci anni, tutti i piloti israeliani si sono
addestrati su quei caccia addestratori italiani”, ha
affermato. “Pensiamo alle operazioni di morte che Israele ha
realizzato dal 2012 ad oggi: tre operazioni di bombardamenti massicci
su Gaza (una nel 2014, una nel 2021 e quella
attuale, ndr) ma poi anche bombardamenti in
Siria e in Libano”. Non solo aerei addestratori, l’Italia ha
fornito alle forze armate israeliane anche elicotteri di
formazione.
“Si tratta di elicotteri ‘Koala’, aventi
la funzione di addestrare e formare i piloti per le operazioni
“Noi italiani - ha riassunto Mazzeo - abbiamo fatto affari per miliardi di euro con Israele”. “Quando abbiamo venduto quei caccia addestratori abbiamo comprato sistemi satellitari da Israele. Perché non siamo soltanto un Paese che esporta a Israele, noi stiamo rifacendo l’immagine delle nostre forze armate, delle truppe d’élite, con armi e tecnologie israeliane”. Per esempio “andiamo a fare operazioni di intelligence nel Mar Nero cercando di mappare la flotta russa in modo da fornire queste informazioni alle forze armate ucraine utilizzando due aerei di intelligence prodotti negli Stati Uniti, ma i cui apparati radar e delle telecomunicazioni sono prodotti in Israele”.
Non solo in “cielo”, lo zampino italiano è anche a “terra”.
“Alcuni dei carri armati entrati a Gaza hanno un sistema di protezione che dovrebbe evitare che questi vengano individuati e quindi colpiti. Questo sistema l’Italia - ha spiegato ancora Mazzeo - lo produce negli Stati Uniti attraverso un accordo che abbiamo fatto con una grande azienda israeliana. Un accordo che abbiamo fatto per conquistare il Pentagono, che ha dato grosse commesse a Leonardo per montare questo sistema che dovrebbe difendere i carri armati dagli attacchi”.
E a proposito della Leonardo S.p.A., Mazzeo ha osservato che “le relazioni criminali tra Leonardo e il complesso militare industriale israeliano comporta operazioni molto più complesse” rispetto a quelle note che ammonterebbero a 90 milioni di euro. Questo perché “buona parte di questi accordi tra Italia e Israele sono stati firmati in America da società controllate direttamente da Leonardo che però hanno sedi negli Stati Uniti. Penso alla DRS Technlogies, che era controllata al 100% dalla Leonardo sino ad un anno fa, perché hanno avuto la sventurata idea di arrivare a un processo di fusione con la RADA Technologies, una società israeliana, per cui hanno ceduto il 18% del pacchetto azionario al capitale israeliano e noi siamo entrati a controllare in parte l’azienda israeliana, una delle più avanzate che procure radar, sistemi di controllo militari che ovviamente vengono sperimentati nelle operazioni di guerra”.
Infine, Mazzeo ha puntualizzato sul fatto che “questa è una guerra fatta anche con la copertura e con i grandi interessi geostrategici italiani”. In questo senso, il giornalista ha detto di aver letto il comunicato stampa del ministero della Difesa che annunciava l’arrivo di aiuti umanitari italiani a favore della popolazione di Gaza. “E’ partito un aereo cargo dall’Italia atterrato in Egitto”. Il ministro Guido Crosetto “ha annunciato che sono in arrivo navi con ulteriori aiuti umanitari a Gaza. Io a questo punto ho cercato di vedere quali navi mercantili erano state inviate, immaginandomi pane, pacchi di pasta piuttosto che medicinali e scopro che abbiamo trasferito, a ridosso delle coste di Israele, una grande nave da sbarco che può portare e che probabilmente porta a bordo centinaia dei Marò della San Marco”. Inoltre, dal comunicato, emerge che “abbiamo trasferito una fregata lanciamissili, piena zeppa di sistemi di morte, abbiamo trasferito un sottomarino, anch’esso zeppo di sistemi missilistici e anche un’altra unità navale. Tra l’altro avevamo già una nave italiana a ridosso delle coste israeliane all’interno della flotta che il comando della NATO ha inviato per affiancare i due gruppi di portaerei statunitensi a capacità nucleare, la USS Dwight D. Eisenhower e la USS Gerald R. Ford, che gli Stati Uniti hanno trasferito nel Mediterraneo orientale e che sono già operative”. “Probabilmente - ha concluso Mazzeo - per il governo Italiano e per il ministero della Difesa, il pane conta poco e si pensa sia uguale ai missili. Sono questi gli aiuti umanitarie che abbiamo trasferito in una logica che è quella che Washington sta portando avanti. Washington da una parte mostra il ramoscello d’ulivo, cerca di convincere Netanyahu ad abbassare i toni e a ridurre questa devastazione, dall’altra parte si prepara - e questo lo dice il Pentagono - all’opzione di intervenire direttamente in questo scacchiere contro tutti quei nemici potenziali che ci sono nella regione. Penso agli Hezbollah in Libano. Questa è l’Italia dal volto buono”.
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