Geuna: “La polizia in università non è stata chiamata, ha agito da sola”, ma gli studenti non sono convinti
Docenti e studenti di UniTo hanno rilanciato: “per consuetudine la questura chieda prima di fare irruzione”
TORINO – “Sono stato avvisato della presenza della polizia a difesa dell’incontro del Fuan, ma loro possono intervenire se c’è un pericolo pubblico”: questa la dichiarazione del rettore dell’Università di Torino che oggi ha incontrato gli studenti in un’assemblea aperta nel cortile del rettorato.
Chi ha autorizzato la presenza della polizia in università?
“La polizia sa che cosa accade dentro l’università – spiega il Rettore – gli incontri sono pubblici, sono sui social. E se c’è un pericolo per l’ordine pubblico può intervenire sempre.”
Questa risposta non è piaciuta alla platea, che ha incalzato: “quindi lei sapeva?”
“La Questura mi ha avvisato che si stava facendo irruzione perché fuori dall’aula in cui si stava
svolgendo l’incontro del Fuan c’era tensione. Certo non è una cosa che mi ha fatto piacere, non piace a nessuno quando succedono cose del genere.”Quindi la governance di ateneo è stata scavalcata dalla Questura, che ha ritenuto un pericolo il solo fatto che un gruppo di 20 persone si sia radunato fuori dall’aula E4, dove si stava svolgendo un incontro del collettivo di estrema destra e dove poi diversi studenti sono stati manganellati.
Il caso Fuan: “il collettivo ha dimostrato di aver espulso i militanti pericolosi”
C’è una spiegazione chiara per il reinserimento del Fuan all’interno dell’albo dei collettivi riconosciuti dall’ateneo: “Dopo il primo grado in cui si è decisa la sospensione – continua Geuna – una commissione indipendente ha valutato il ricorso presentato dal Fuan, il quale ha dimostrato che i membri pericolosi erano stati espulsi. Inoltre ha anche aderito allo statuto di ateneo, che ricordo essere antifascista.”
Il teatrino Geuna-Maida
“Non è come dici tu – interviene Bruno Maida, membro della commissione che ha valutato il caso Fuan – volevamo pubblicare il verbale della seduta in cui si è deciso il reinserimento, ma l’ufficio legale dell’università ce l’ha proibito. Sarebbe stato tutto più trasparente se fosse stato pubblicato l’atto, in modo tale che ognuno avrebbe potuto farsi la sua idea.
“Chiediamo che per consuetudine (non per legge) la polizia chieda prima di fare irruzione
Maida continua: “In una situazione così delicata come quella di venerdì scorso tu (riferito a Geuna) ci dovevi essere, almeno con un delegato. Poi riguardo alla presenza della polizia in ateneo credo che la comunità universitaria sarebbe soddisfatta se tu telefonassi in Questura e protestassi affinché d’ora in poi la Digos chieda prima di entrare all’interno dell’università in assetto antisommossa. Non per legge, ma per consuetudine.”
Nulla di fatto
A questa richiesta, applaudita da tutti i presenti e ribadita da alcuni/e docenti e ricercatori/ricercatrici, Stefano Geuna non ha risposto. Manca una risposta anche sulla discussione sul Fuan: gli organi di ateneo discuteranno l’espulsione di un collettivo antidemocratico o presunto tale?
Il corteo di UniTo fa irruzione in Rettorato e interrompe una seduta del Senato Accademico
Gli studenti aspettano l’arrivo del rettore
Torino – Il corteo degli studenti di UniTo, partito stamattina dal Campus Einaudi animato dallo slogan “Fuori i fascisti dall’Università”, è arrivato al Palazzo del Rettorato, in Via Po.
I giovani manifestanti, organizzatisi in seguito all’azione di repressione avvenuta lo scorso venerdì davanti alle aule del Campus, hanno fatto irruzione in Rettorato, interrompendo una seduta del Senato Accademico.
Restano in attesa dell’arrivo del rettore, che ancora non si è espresso circa i fatti della scorsa settimana.
Studenti di UniTo ancora in corteo: chiedono le dimissioni di Geuna dopo le cariche della polizia nel Campus
Il corteo si dirige verso i principali luoghi universitari, attraversando corso Regina e corso San Maurizio, verso Palazzo Nuovo e il Rettorato
TORINO – “Fuori i fascisti e la polizia dall’università”: questo lo slogan che ha animato oggi la mobilitazione di centinaia di studenti di UniTo dopo i fatti di venerdì 27 ottobre.
Da chi è composto il corteo
Cua, Studenti Indipendenti, ma anche Cambiare Rotta, collettivi di nicchia, studenti e docenti: la mobilitazione che sta percorrendo le strade di Vanchiglia è trasversale ed eterogenea. La repressione degli ultimi mesi (che riecheggia nei cori) ha unito realtà molto diverse, portando un messaggio chiaro: “l’università non può essere complice delle cariche violente contro gli studenti”.
“Contro la militarizzazione”
Non è la prima volta che la polizia carica gli studenti dentro l’università: in questo articolo è possibile ricostruire gli episodi degli ultimi anni.
“Geuna dimettiti”
“Il rettore dell’università Geuna ha delle responsabilità chiare – affermano i manifestanti – o ha autorizzato l’intervento militare a protezione del Fuan, oppure non ha fatto nulla per impedirlo. In ogni caso, non si è ancora espresso sui fatti. Quindi chiediamo che chiarisca quanto successo, si assuma le sue responsabilità e poi si dimetta!”
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