mercoledì 8 novembre 2023

pc 8 novembre - I profitti dell'ENI sono sporchi di sangue palestinese!

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Israele concede licenze per esplorare giacimenti di gas a compagnie italiana e britannica

infopal

Tel Aviv – MEMO e Marketscreener.com. Israele ha assegnato 12 licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale al largo delle sue coste mediterranee (anche coste gazawi, ndr), in un apparente tentativo di diversificare i fornitori di energia del Paese e di favorire una maggiore concorrenza, dato che Tel Aviv mira a diventare un centro energetico per l’esportazione di gas in Europa.

Le licenze sono state concesse a società come l’italiana Eni (ENI.MI), la sussidiaria coreana Dana Petroleum, la britannica British Petroleum (BP) e l’israeliana Ratio Energies (RATIp.TA), che esplorerà un’area a ovest del giacimento Leviathan, il sito che rifornisce Israele di gas e ne garantisce l’esportazione.

Secondo quanto dichiarato domenica dal ministro dell’Energia israeliano, Israel Katz: “Le compagnie vincitrici si sono impegnate ad effettuare investimenti senza precedenti nell’esplorazione del gas naturale nei prossimi tre anni, che si spera possano portare alla scoperta di nuovi giacimenti di gas naturale”.

Al termine di questi tre anni, le compagnie avranno la possibilità di estenderli fino a sette anni, a seconda dei progressi compiuti, in una strategia che, secondo il ministero dell’Energia, consentirà al titolare della licenza di studiare l’area prima di decidere se continuarne lo sviluppo.

Negli ultimi 15 anni, sono stati scoperti grandi giacimenti di gas nella regione del Mediterraneo orientale che circonda Gaza, Israele, Egitto e Cipro, spingendo ad esplorare una serie di proposte di accordo.

L’assegnazione delle licenze a queste compagnie da parte di Tel Aviv ha lo scopo di esplorare ulteriormente le riserve di gas all’interno del suo territorio marittimo e rientra nell’obiettivo più ampio dello Stato d’occupazione di diventare un centro energetico in grado di esportare gas in Europa.

La Striscia di Gaza, assediata e occupata, non può accedere a nessuna delle risorse naturali presenti nelle sue acque, che sono monopolizzate dallo Stato d’occupazione.

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