sabato 26 ottobre 2019

pc 26 ottobre - All'indomani dello sciopero generale, manifestazione del Si.cobas oggi a Roma contro il governo PD/M5S

Dal comunicato del Si.cobas_

"Il nuovo governo giallo-bianco sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della manovra finanziaria. Il tanto strombazzato taglio al “cuneo fiscale” per i lavoratori dipendenti è poco più che una barzelletta: non più di 40 euro al mese di aumento in busta paga per i lavoratori dipendenti con meno di 26 mila euro (lordi) all’anno di reddito, e secondo indiscrezioni dell’ultim’ora sembrerebbe addirittura che per tutti coloro che già beneficiano del bonus Irpef di 80 euro al mese, la nuova agevolazione sarà completamente assorbita dal bonus stesso, quindi per questi ultimi non vi sarà nessun’aumento”.

“Il “bonus unico- famiglia” di 240 euro al mese per figlio, che Di Maio e Zingaretti avevano

pc 26 ottobre - Sciopero generale a Bergamo: Si.cobas e Slai cobas portano in piazza driver, operai della logistica, sanitari... e i lavoratori in modo naturale si uniscono quando lottano


Aperto dallo striscione in appoggio alla resistenza curda, con la denuncia dell'imperialismo italiano, con quello Usa russo ed europeo, complice del genocidio del popolo curdo ad opera del fascista Erdogan, il corteo dei lavoratori in sciopero ha portato in piazza la prima protesta contro Pd/M5S nuovo governo dei padroni, il governo di salvini senza salvini, per l’abolizione dei decreti sicurezza 1 e 2, decreti razzisti e repressivi contro le lotte popolari e dei lavoratori, 
E ogni punto toccato dai lavoratori lo ha reso molto evidente: ITL, ASL, Confindustria e Prefettura. 
Forte la presenza dei lavoratori in appalto. A prescindere potremmo dire. Nelle grosse società di traporto, Dhl, Tnt Sda, Bartolini, nelle grosse piattaforme logistiche come Italtrans, nelle fabbriche dell'insalata, Bonduelle SAB Belgravia dove gli operai sono inquadrati nei modi più impensati, commercio logistico agricoli, in appalto, ma nella realtà quella che viene svolta è un'attività industriale su linee di produzione totalmente indifferenti al tipo di materia prima trattata. 
Cosi come l’esempio della Montello spa, colosso industriale della cosiddetta "economia circolare”, dove vige il sistema vergognoso senza regole delle cooperative (500 operai in appalto!!) che tengono le lavoratrici e i lavoratori in condizioni di sfruttamento e ricatto del posto di lavoro. Un esempio emblematico di questo sistema è il “blocco” al reintegro dentro la Montello di  Manpreet, dopo che il giudice ha annullato il licenziamento e ordinato il suo rientro al lavoro.
Nelle fabbriche, importante lo sciopero che ha bloccato la Maschio srl, operai che coprono il 100% dell'attività industriale dell'azienda, ma sono in appalto. in questi giorni stanno sostenendo una serrata battaglia contro la proprietà che ha allontanato un loro collega, dicendo: "torna dalla tua società non ci servi più…"
Nelle grandi fabbriche, come Eurogravure, con gli operai del reparto produttivo confezionamento da 15 anni in cooperativa, oggi in lotta per rientrare in fabbrica, dopo che il nuovo padrone Pozzoni ha chiuso l'appalto e li ha sostituti con le agenzie Ranstad e  Gi grouo con contratti demansionati sottopagati ultra precari.
Fino alla vertenza per gli apprendisti in corso in questi giorni, in grosso numero entrati alla Tenarsi Dalmine, nel 2016 ad es con un vergognoso accordo con Fiom Fim Uilm che hanno sottoscritto 'per la crisi del petrolio' 300 prepensionamenti, scambiandoli con un massiccio ingresso di apprendisti, usati dall'azienda per ridurre l'organico e flessibilizzare il lavoro e peggiorare le condizioni di tutta la fabbrica.
Non meno importante la denuncia dei lavoratori della sanità contro le false partite iva, forma specifica di precariato nelle cliniche.
Chi è finito molto prima in questo sistema senza regole degli appalti ha lanciato un grosso appello a quella fetta di classe operaia che non si è resa conto  in questi anni, che i padroni e il loro sistema concertativo e statale, alimentato dal tesseramento operaio a Cgil Cis Uil e dal voto anche dei lavoratori ai vari partiti borghesi che attraverso politiche e leggi anti-operaie e anti-popolari, hanno fatto in questo modo terra bruciata dei diritti  attorno alle grandi fabbriche.


Una denuncia comune che ha visto i lavoratori apprezzare questa giornata di lotta unitaria, alimentata dalla rabbia per le morti per il profitto, e dalle condizioni di lavoro sostenute da accordi per la produttività che determinano la pericolosità dell'attività produttiva. Unitamente alla mancanza di controlli efficaci che non preoccupano i padroni.
I lavoratori hanno rivendicato basta appalti, contratti di lavoro diretti e dell'industria nelle fabbriche,  basta task force istituzionali sulla sicurezza 'devono essere sentiti i lavoratori che lottano’.







pc 26 ottobre - No al 41 bis per Nadia Lioce - un'intervista alle avvocate Caterina Calia e Carla Serra - Riprendiamo la lotta per la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce

Da adnkronos

Difensore Lioce: "Questione è 41 bis, non i permessi premio"

di Assunta Cassiano
La pronuncia della Corte Costituzionale che fa cadere il divieto assoluto per gli "ergastolani ostativi" di accedere a permessi premio "è sicuramente positiva perché consente a persone 'sepolte vive’, spesso da oltre trenta anni, di poter ricominciare a pensare ad un futuro fuori dalle mura di un carcere, persone a cui finora è stata negata ogni possibilità". A dirlo all'Adnkronos l'avvocato Caterina Calia, difensore insieme all’avvocato Carla Serra di Nadia Desdemona Lioce, la brigatista condannata per gli omicidi dei giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi e del sovrintendente della Polizia Emanuele Petri, che sta scontando l'ergastolo in regime di 41 bis.
Per Lioce, spiega il suo difensore, "oggi non è di primaria importanza la questione dei permessi premio, che non credo richiederebbe, quanto invece le condizioni estreme di detenzione in cui si trova".
"Il regime del 41 bis cui è sottoposta da 15 anni - dice - rappresenta la negazione dei diritti primari di ogni persona detenuta. Nel suo caso, così come per gli altri prigionieri politici, tale regime viene applicato nonostante manchi il presupposto principale individuato dalla norma, ovvero la possibilità di contatti con l’organizzazione di appartenenza, che non dà segni di vitalità da almeno 17 anni fa. L'unica ragione per cui è 'murata viva' è la 'ragion di stato' che individua in lei e negli altri prigionieri politici i nemici interni assoluti".
"Al di là del fatto che in questo momento la pronuncia della Corte Costituzionale non ha alcuna diretta ricaduta sulla situazione detentiva  della Lioce - conclude l'avvocato Serra -, va sottolineata la positività e l’importanza della stessa in quanto finalmente pone un limite alle preclusioni e agli automatismi di legge, rimettendo al centro le persone e il ruolo valutativo dei magistrati di sorveglianza che potranno decidere  caso per caso se ci sono le condizioni di accesso ai benefici, anche per quei detenuti che finora ne erano esclusi sulla base del solo titolo di reato".

venerdì 25 ottobre 2019

pc 25 ottobre - TARANTO: UNA GIORNATA INTENSA DI SCIOPERI E UNITA' DEI LAVORATORI


La giornata è iniziata presto alle 6 ai cancelli delle Ditte dell'appalto ArcelorMittal/ex Ilva, dove sono iniziati dei licenziamenti.
Con comizi, grandi striscioni, volantini, discussioni, oggi la propaganda dello sciopero dei sindacati di base è servita principalmente a porre l'urgenza della battaglia per uno sciopero generale che unisca operai dell'appalto/operai AM e operai Ilva in cigs, e, per questo, per una lotta vera contro padroni e governo, soprattutto l'organizzazione del sindacato di classe, contro i sindacati confederali che con i loro accordi hanno reso forte ArcelorMittal e la sua linea di ricatti.
Gli operai di varie ditte hanno visto lo sciopero di oggi come incoraggiamento e necessità di cominciare a preparare il terreno.

Alle 7,30 presidio al Cimitero dove lo sciopero è riuscito totalmente. Una folta delegazione è poi andata sotto il Comune per unirsi agli altri lavoratori in sciopero.

Dalle 9 e fino alle 12,30 delegazioni dei vari settori di lavoratrici e lavoratori in sciopero nei vari posti di lavoro: lavoratrici degli asili, lavoratori delle pulizie dell'Amat, e delle scuole dei Tamburi inquinate, lavoratori e lavoratrici di strutture comunali, lavoratrici delle scuole statali, precari degli appalti comunali hanno fatto un lungo presidio presso il Comune, in cui ogni realtà ha portato denuncia, ragioni di lotta (a parte pubblicheremo dei video in cui parlano i lavoratori e le lavoratrici). 

La cosa più importante e significativa è l'unità che si è realizzata tra i diversi posti di lavoro. Questa unità è un bene prezioso che permette nella lotta di allargare l'orizzonte di ogni realtà lavorativa e di trovare più forza nella lotta futura.

Questo sciopero, la sua piattaforma generale inoltre ha permesso di guardare oltre la propria lotta, e alla necessità della lotta contro il governo, e ad approfondire la coscienza tra i lavoratori dell'unità di tutta la classe a livello nazionale per imporre dei risultati.

E in questo "guardare oltre" è stato naturale la denuncia dell'attacco ai nostri fratelli migranti, dei decreti sicurezza, dei massacri della Turchia contro il popolo curdo.

La stessa unità si è realizzata quando a conclusione della lunga mattinata tutti i rappresentanti dei vari cobas sono saliti al Comune per fare un incontro col vicesindaco. 

Lo sciopero in questi posti di lavoro è riuscito anche perchè oltre i lavoratori dello Slai cobas, altri lavoratori, soprattutto donne, hanno oggi lasciato il lavoro, e in alcuni posti questo è stato particolarmente significativo, tenendo conto delle pressioni contrarie dei sindacati confederali.

Si vuole lottare e abbiamo cominciato!



pc 25 ottobre - Una combattiva giornata di lotta a Palermo nel primo sciopero generale contro il governo

La giornata dello sciopero è iniziata con un volantinaggio in fabbrica, agli operai dei cantieri navali, del volantino/piattaforma dello sciopero generale, il primo contro il governo, indetto dal Si cobas e altri sindacati di base, a cui lo Slai Cobas ha aderito.


In unità con tutti i lavoratori e lavoratrici in sciopero a metà mattinata lavoratori, lavoratrici, precari, precarie dello Slai Cobas sc sono scesi in lotta.
Lavoratrici e lavoratori ATA della scuola,  della sanità, precari storici come i giardinieri dell'Ospedale Policlinico, precari ventennali come gli Assistenti igienico-personale delle Coop Sociali a cui si sono uniti anche genitori di studenti disabili hanno animato un combattivo sit-in davanti il palazzo regionale dell'Assessorato Famiglia/Lavoro.
Un'ampia denuncia al megafono,  alternata da slogan, è stata fatta durante il sit-in, ben visibile alle tante automobili in transito e passanti a cui veniva dato il volantino/piattaforma dello sciopero, contro il nuovo governo Conte, un governo non della svolta  ma un nuovo governo dei padroni.


 Nell'ambito del moderno fascismo che vi è nel nostro paese,  da un lato questo governo PD/M5S  sta mantenendo tutte le leggi antioperaie, antiproletarie e antipopolari dei precedenti governi dal Jobs Act, al decreto della non dignità, che hanno garantito ai padroni la libertà di licenziare e sancito per tanti lavoratori la precarietà a vita, alla Buona scuola classista e basata sullo smantellamento della scuola pubblica,


per non parlare dei disumani decreti sicurezza Salvini 1 e 2 fascio-razzisti e assolutamente anticostituzionali contro i migranti e le lotte sociali
che sono pienamente in vigore; 


ma dall'altro con i nuovi provvedimenti, come la manovra finanziaria , questo governo non dà proprio un bel niente ai lavoratori, operai, proletari, giovani...  in termini di reale aumento del salario, di posti di lavoro, di stabilizzazione di tutti i precari, di risoluzione della disoccupazione giovanile dilagante, di leggi per una reale sicurezza nei posti di lavoro a partire dalle fabbriche, di una riforma delle pensioni che permetta ai lavoratori di andare in pensione entro i 60 anni con particolare riguardo per le lavoratrici che in maggioranza sono soggette al doppio lavoro, a cui invece questo governo, in particolare con il ministero delle pari opportunità, riserva solo provvedimenti reazionari che pongono al centro la questione di conciliare il lavoro esterno con quello in famiglia/lavoro di cura/fare più figli. Non si potenziano le risorse per la scuola, la sanità, i servizi sociali, ma si trovano sempre e comunque soldi per le spese militari al servizio della guerra imperialista e per potenziare le forze repressive dello Stato...


Contro tutto questo occorre lottare organizzandosi nella lotta di classe, contribuendo alla costruzione del sindacato di classe che si deve porre al servizio della più ampia lotta politica, rivoluzionaria contro il sistema sociale capitalistico che è la vera causa di tutti i problemi degli operai, lavoratori, proletari...

Durante il sit-in poi ogni specifico gruppo di lavoratori ha portato in piazza le specifiche ragioni della protesta legate alla propria condizione di lavoro, come i giardinieri del policlinico  che dopo ben 29 anni di precariato pretendono giustamente la stabilizzazione,


come gli Assistenti igienico personale degli studenti disabili anch'essi da tantissimi anni precari che oggi una legge nazionale di cui questo governo Conte deve emanare i decreti attuativi, il DL 66/2017, in collegamento con la Regione Siciliana vuole cancellare definitivamente dal mondo del lavoro, in Sicilia sono circa 2000,  con lo scaricamento illegittimo della mansione di questi precari ad altri lavoratori, i collaboratori scolastici delle scuole,  cui non spetta assolutamente,


come i lavoratori e lavoratrici ATA della scuola, che negli anni hanno subito da parte dei vari governo che si sono succeduti pesantissimi tagli ai posti di lavoro con blocco anche delle supplenze, tagli che sono la causa di tragedie inaudite come quella del bambino morto in una scuola di Milano su cui l'ipocrisia di certi politicanti che ora si accorgono che occorre potenziare gli organici Ata è veramente vomitevole.


Alla richiesta di fare un incontro con l'Assessore Regionale non accolta, lavoratori e lavoratrici hanno iniziato a bloccare la strada rilanciando al mittente le minacce di denuncia della polizia, alla fine l'incontro si è ottenuto e si è fatto nell'ottica di "guerra" necessaria da mettere in campo per difendere non solo lavoro e diritti ma anche l'intera condizione di vita. 



pc 25 ottobre - A Palermo lavoratrici e precarie aprono la giornata di sciopero con la solidarietà internazionalista alle donne combattenti curde

La giornata di sciopero generale di oggi 25 ottobre si è aperta a Palermo con la solidarietà internazionalista  delle lavoratrici e precarie Slai Cobas sc e Mfpr alle donne combattenti curde e al popolo curdo. Tante donne curde in prima linea stanno combattendo e resistendo contro il regime massacratore feudal fascista Turco/Erdogan, sostenuto dall'imperialismo Usa, Russia, Europa compreso l'Italia, il cui governo Conte attuale, PD/M5S, non ritira i soldati italiani che si trovano al confine siriano per proteggere lo spazio aereo di Ankara, aumenta le risorse per le spese militari e la guerra imperialista, promette 7 miliardi in più alla Nato, di cui la Turchia fa parte.


Un grande applauso solidale è stato mandato virtualmente alle sorelle curde dopo la lettura al megafono del messaggio del Mfpr.

Come donne lavoratrici, donne precarie  aderenti al Movimento femminista proletario rivoluzionario mandiamo una caloroso saluto alle sorelle curde che combattono eroicamente a fronte della feroce aggressione delle truppe turche sostenute dall’imperialismo. Vogliono fermare la lotta di liberazione del popolo curdo. Vogliono fermare la lotta di emancipazione delle donne curde, esempio in tutta l’area dominata da regimi feudali e capitalisti che schiacciano le donne e le consegnano alle barbare mani della violenza e della nera oppressione patriarcale.
Lanciamo a tutto il movimento delle donne un mese di solidarietà con le combattenti della resistenza curda. Sosteniamo la lotta rivoluzionaria per la costruzione di Stati di Nuova Democrazia liberati dall’oppressione imperialista e feudale.
Sosteniamo la rivoluzione nella rivoluzione che è in corso in tutta l’area.
Nessun massacro, nessun tallone di ferro dell’imperialismo e dei regimi reazionari, turco, siriano e di tutta l’area, può fermare la marcia rivoluzionaria delle donne che si è aperta a Kobane.

giovedì 24 ottobre 2019

pc 24 ottobre - Sciopero e blocco ai cancelli della BRT di Cesena. Toccano uno, toccano tutti!

Lo Slai cobas psc di Ravenna, che ha partecipato al presidio e fa parte del comitato di lotta solidale, ha invitato gli operai in lotta a partecipare al presidio che si terrà domani, nel corso dello sciopero generale dei sindacati di base, davanti alla Prefettura. 
Di seguito il volantino che diffonderemo domani tra i lavoratori in sciopero a Ravenna

A sostegno degli operai licenziati dalla BRT di Gatteo (Cesena)

Gli operai devono essere reintegrati!
Questi operai hanno difeso il diritto a lavorare in sicurezza e per questo la rappresaglia padronale non deve passare!
Come non deve passare il fascismo padronale che pretende di fare scegliere al padrone il sindacato che deve rappresentare gli operai!

Contro tutto questo mercoledì 26 ottobre gli operai si sono battuti, portando avanti una dura lotta davanti i cancelli della BRT di Gatteo con uno sciopero e un presidio di più di 5 ore con blocco dei camion in entrata e in uscita, resistendo alla polizia chiamata dal padrone e alle provocazioni razziste dei dipendenti BRT che sono arrivate a colpire con un pugno un operaio lasciandolo a terra (con una leggera commozione cerebrale) e alle pressioni dei camionisti.
Una lotta che ha visto uniti gli operai, tutti immigrati, della coop DI LOGISTICA che lavora per la BRT di Gatteo, quindi gli operai licenziati, i loro colleghi e le loro famiglie con bambini anche piccolissimi, le delegazioni venute da Milano Bovisa e di Rovereto in sciopero del sindacato che li organizza, il SolCobas, il comitato di lotta solidale nato a Cesena di cui fanno parte realtà sindacali e politiche di Cesena, Forlì e Ravenna (per Ravenna ne fa parte lo Slai cobas psc e il circolo di proletari comunisti e hanno partecipato delegazioni di SGB e PaP).
Quando la polizia ha provato a caricare, si è dovuta fermare davanti al presidio che si è steso a terra dimostrando la sua determinazione e compattezza nella difesa del diritto di sciopero.
La determinazione degli operai, un blocco delle merci combattivo, l'unità nella lotta tra le forze sindacali di base, l'appoggio del comitato di lotta, sono gli elementi che hanno portato ad un primo risultato per gli operai: un tavolo di trattativa davanti al Prefetto e con la rappresentanza sindacale scelta dagli operai e non dal padrone (che mirava ad un incontro individuale che si concludesse con una buonuscita, senza il riconoscimento del sindacato che li organizza).
Su questo è importante lo sciopero dei sindacati di base del 25 che è anche contro il Testo Unico sulla rappresentanza, un monopolio assoluto dei sindacati confederali che mira all'esclusione dei sindacati di base nei luoghi di lavoro.
Questa lotta degli operai di Gatteo è anche contro i carichi di lavoro pesanti: hanno difeso il loro diritto alla salute facendo uno “sciopero bianco”, rallentando la produzione ed è per questo che sono stati puniti per rappresaglia dal padrone.
Come è necessario lottare per la cancellazione dei decreti sicurezza che mirano a colpire duramente le lotte dei lavoratori, le lotte sociali, con pene altissime per i blocchi, picchetti, le manifestazioni.
Operai, lavoratori,

la lotta di questi operai riguarda tutti, deve essere sostenuta e dimostra sempre più la necessità che dobbiamo avanzare uniti nella costruzione di un unico sindacato di classe!

Slai Cobas per il sindacato di classe-Ravenna
cobasra@gmail.com/tel. 339/8911853

pc 24 ottobre - ALLE LAVORATRICI IN SCIOPERO IL 25 OTTOBRE - Da Mfpr Tavolo 4

Il Movimento femminista proletario rivoluzionario saluta tutte le operaie, le lavoratrici, italiane e immigrate, che domani scendono in sciopero contro il governo, per denunciare e lottare con forza contro le condizioni di lavoro, contro discriminazioni, attacco alle condizioni di vita, contro padroni e governo che peggiorano le nostre vite e per noi donne aumentano tutti i fattori di oppressione.
Scediamo in lotta per la nostra dignità, con orgoglio e sempre in prima fila, quando c'è da combattere. Perchè per noi donne ogni attacco è doppio, ogni licenziamento, ogni riduzione del salario, ogni diritto in meno sul lavoro si traduce in più subordinazione in generale, in una sistema in cui il governo ha dato via libera e legittimità al più becero e brutale maschilismo. L'unica cosa che questo governo ci dice: è fai più figli! Ma proprio per questo doppio e generale attacco noi siamo più combattenti!

Nessuno ci può e ci deve fermare!
Movimento femminista proletario rivoluzionario
24.10.19

pc 24 ottobre - ALCUNE NOTE SULL'ASSEMBLEA NAZIONALE DI NUDM A NAPOLI - dal blog femminismorivoluzionario


La denuncia della non “discontinuità” delle politiche di questo governo dal precedente c’è, ma la volontà di risposta è ancora insufficiente e le forme di mobilitazione, di scontro verso i Palazzi – anche per la manifestazione del 23 - sono marginali. E soprattutto non si denuncia la continuazione del fascio-populismo, razzismo, sessismo, ma semplicemente il fatto che questo governo “non sia all’altezza delle questioni strutturali e radicali che noi poniamo”.

Va meglio sulla questione della denuncia, mobilitazione contro femminicidi, violenze sessuali verso Tribunali, sedi di giornali, iniziative nei quartieri dove sono avvenuti femminicidi, sull’autonomia su questo dagli avvicendamenti di forze di governo. Ma resta nell’ombra, al massimo enunciata ma non resa piano di lotta, la politica del governo, Stato sull’attacco/peggioramento della condizione delle lavoratrici, delle migranti, sul peggioramento dei servizi sociali, caro-vita, natalità, ecc. E soprattutto le lotte delle donne proletarie, delle lavoratrici migranti (che pur ci sono) non hanno spazio, non esistono nell’”agenda” di mobilitazione.
Vedremo cosa significa nella pratica di mobilitazione passare – come viene scritto nel comunicato finale - dalla “marea” alla “rivolta”, “non vogliamo più difenderci... siamo pronte ad attaccare, e ad alzare il livello di rivendicazione e di conflitto”. L’Mfpr, come sempre, è pronta ad appoggiare e unirsi a tutto ciò che va nel senso giusto e in cui forme e contenuti/obiettivi siano corrispondenti ad elevare la lotta contro Stato, governi, sistema del capitale, uomini che odiano le donne (in primis Salvini e le sue bestie), ma smascherando le illusioni della piccola borghesia di poter in questo modo

pc 24 ottobre - SEMPRE PIU' AL FIANCO DELLE COMBATTENTI CURDE - CON AMORE E SINCERITA' RIVOLUZIONARIA

Il gravissimo accordo tra imperialismo russo e il massacratore fascista Erdogan, sostenuto dall'imperialismo Usa, UE, Italia, per le combattenti, le donne curde, vuol dire voler fermare la lotta di emancipazione delle donne curde, esempio in tutta l’area dominata da regimi feudali e capitalisti che schiacciano le donne e le consegnano alle barbare mani della violenza e della nera oppressione patriarcale.
Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario lancia a tutto il movimento delle donne un mese di solidarietà con le combattenti della resistenza curda. 

Sosteniamo la lotta rivoluzionaria per la costruzione di Stati di Nuova Democrazia liberati dall’oppressione imperialista e feudale. Sosteniamo la rivoluzione nella rivoluzione delle donne in tutta l’area.
Nessun massacro, nessun tallone di ferro dell’imperialismo e dei regimi reazionari, turco, siriano e di tutta l’area, deve fermare la marcia rivoluzionaria delle donne che si è aperta a Kobane.


Nello stesso tempo apriamo un franco approfondimento su splendori e limiti ideologici, strategici della linea che ha guidato e guida questa importante lotta rivoluzionaria di liberazione.

Richiedere l'opuscolo a mfpr.naz@gmail.com

pc 24 ottobre - Report della manifestazione e dichiarazione di Georges Abdallah

Carcere di Lannemezan (Francia)  19 ottobre 2019
Nell’ambito del “Mese di mobilitazione internazionale per la liberazione del compagno Georges Abdallah”, detenuto in Francia dal 1984, si è tenuta una manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 5OO tra militanti di diverse organizzazioni e solidali. Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria di Lannemezan per raggiungere il carcere. I/le compagni/e di Samidoun (Rete di solidarietà ai prigionieri palestinesi, n.d.t.), del collettivo di Tolosa “Palestine Vaincra” e di una delegazione del Soccorso Rosso Internazionale, (composta da militanti di Bruxelles, Milano e Zurigo) erano alla testa del corteo, seguiti da altri comitati di solidarietà a Georges provenienti da varie città francesi, associazioni solidali con il popolo palestinese e organismi di solidarietà con i prigionieri baschi e catalani. Sono stati scanditi ripetutamente slogan in sostegno di Georges, contro il sionismo e l’imperialismo e per la liberazione della Palestina. Davanti al carcere è stata letta la dichiarazione che Georges ha preparato per l’occasione, che pubblicheremo (tradotta in italiano) appena possibile, e sono stati fatti molti interventi dai gruppi presenti .
Questa manifestazione rappresenta un momento della più ampia mobilitazione internazionale sviluppatasi a ottobre, con cortei, presidi, azioni a Gaza, Beirut, in diverse città francesi come Parigi, Tolosa, Bordeaux, Montpellier, ecc., nonché ad Amburgo, Zurigo, Bruxelles, Ginevra, Goeteborg, Milano e in altri Paesi.
La mobilitazione continua!
Solidarietà con Georges Abdallah e tutti i rivoluzionari prigionieri nel mondo!
Contro il sionismo e l’imperialismo!
Rafforzare ed estendere la solidarietà! Abbattere il capitalismo!


Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 19 ottobre a Lannemezan
21 ottobre 2019
Cari/e amici/amiche, cari/e compagni/e,
Anni, anni molto lunghi, ed è sempre la stessa emozione e soprattutto la stessa determinazione che

pc 24 ottobre - USB ArcelorMittal Taranto - il sindacato cinghia di trasmissione de M5stelle e governo


pc 24 ottobre - Tortura e condizioni di vita dei prigionieri politici palestinesi

Centro Documentazione Palestinese | centrodocumentazione.ps
17/10/2019

Uno dei temi da noi sempre impugnati è quello dei prigionieri politici palestinesi che, insieme a quello dei profughi, può essere considerato una delle questioni più emblematiche della situazione palestinese.
La carcerazione e i successivi trattamenti riservati ai prigionieri nei centri d'interrogazione sionisti hanno da sempre avuto lo scopo di fungere da deterrente per qualsivoglia atto di lotta o di militanza politica. Dal 1967 ad oggi oltre 750 mila palestinesi sono passati per le carceri israeliane ma le campagne d'arresti a poco sono servite dinnanzi alla volontà del popolo palestinese di portare avanti la propria lotta per la liberazione nazionale. Questo ha spinto, con il tempo, le autorità sioniste a dover elaborare nuove strategie di deterrenza a loro avviso "maggiormente efficaci": questo si è tradotto ad esempio in un inasprimento delle condizioni di vita dei prigionieri.

Tortura fisica e violenza psicologica:
Fin dai primi minuti di un arresto il detenuto viene immediatamente sottoposto a violenza fisica e vessazioni: sono molti i prigionieri politici, specie i giovani, a trovarsi sottoposti a veri e propri pestaggi negli automezzi che li trasportano verso i centri d'interrogazione. Lo scopo principale di questo trattamento è quello di "piegare" il detenuto e prepararlo all'interrogatorio che dovrà affrontare; la speranza è quella di poter ottenere più velocemente informazioni e confessioni su azioni compiute o sui proprio compagni. Il prigioniero viene quindi, prima di essere trasferito in un carcere vero e proprio, tenuto in stato di fermo in un centro di interrogazione.

Decine di testimonianze ci riportano come, oltre alla violenza fisica, vengano escogitati i più perversi e spietati metodi per piegare la forza e la volontà dei prigionieri che vi entrano.

Tra i principali metodi di tortura fisica:

- Tenere legato il prigioniero per gambe o braccia, sospeso nel vuoto, per ore di fila.

pc 24 ottobre - Top 200, la crescita del potere delle multinazionali - un contributo analitico

Da nuove resistenze

Top 200, la crescita del potere delle multinazionali
Francesco Gesualdi * | altraeconomia.it
21/10/2019

È uscita la nuova edizione del dossier "Top 200" [PDF 11 Mb] a cura del Centro nuovo modello di sviluppo. Approfondimenti sulle imprese coinvolte nella tecnologia 5G, gli investimenti fantasma nei paradisi fiscali, il supporto fornito dal sistema bancario alle imprese che continuano a remare contro il clima e che producono armi
Per il decimo anno consecutivo Wal-Mart mantiene il primo posto, per fatturato, nella graduatoria mondiale delle multinazionali. Lo rende noto Top 200, edizione 2019, il dossier curato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, sulle prime 200 multinazionali del mondo. Wal-Mart è la più grande catena di supermercati: 11.200 in tutto il mondo sparsi nei cinque continenti. Con 2 milioni e 200mila dipendenti, di cui 1 milione e mezzo negli Stati Uniti, Wal-Mart è anche ai primi posti in termini di

pc 24 ottobre - LA FORMAZIONE OPERAIA RIPRENDE PER IL 7 NOVEMBRE

Intanto vi invitiamo a leggere o rileggere le ultime FO:

Su "Le Lotte di classe in Francia": per l'autonomia ideologica, teorica, politica e organizzativa del proletariato dalla borghesia e dalla piccola borghesia (la FO è stata raccolta in un Quaderno)

Su "Salario prezzo e profitto": per la comprensione scientifica della lotta per il salario contro le teorie che vogliono mettere le catene alla classe operaia  (la FO la trovate nei giovedì su questo blog)

pc 24 ottobre - DALLA WHIRLPOOL - NOTIZIE "DAL FRONTE"

Continua il presidio fisso alla fabbrica da parte degli operai e operaie. Si vuole impedire che la proprietà porti via i macchinari.
Gli operai fanno soprattutto appello alla città di Napoli perchè sostengano i lavoratori in questa lotta di lunga durata. Le prossime iniziative sono il 25 una grande assemblea cittadina e il 31 sciopero generale a Napoli.

I sindacati confederali illudono gli operai dicendo di non drammatizzare, di continuare a lottare perchè la Whirlpool tornerà sui suoi passi. Ma l'insofferenza degli operai verso i sindacati aumenta.
Comincia a circolare la proposta dell'ingresso di Invitalia, come alternativa alla chiusura della fabbrica. La Uilm, in particolare, parla di "nazionalizzazione" ma in realtà apre a questa ipotesi - fermo restando che insieme a Invitalia dovrebbe entrare un partner privato che attualmente non c'è. La Fiom di Rappa per ora dice No, che sarebbe una sciagura, dimenticandosi che lui in altre vertenze di fabbriche ha firmato accordi per l'ingresso di Invitalia.
Da parte degli operai l'ipotesi di nazionalizzazione circola, ma più per non realizzabilità di altre ipotesi.
Ciò che c'è in campo è soprattutto il discorso della pressione verso il governo perchè intervenga in maniera decisa verso la Whirlpool, e il governo viene criticato perchè non lo fa. Ma c'è ancora fiducia nel Tavolo al Mise.

Per fortuna la fiducia dei primi tempi verso Di Maio vacilla sempre di più, gli operai dicono: sembrava che dovesse fare tanto e invece non ha fatto nulla.
La proposta di occupazione della fabbrica - da noi sostenuta - comincia però a prendere piede...

mercoledì 23 ottobre 2019

pc 23 ottobre - Cile - notizie dalla rivolta e repressione

De la rabia popular a la alternativa revolucionaria

Los disturbios en Santiago comenzaron el viernes último y se extendieron, durante todo el fin de semana, por todo Chile (AFP)
AFP.
correovermello-noticias
Santiago de Chile, 23.10.19.
Medios de prensa latino americanos, publican una lista parcial de las personas identificadas, que han muerto o han sido asesinadas por las fuerzas represivas durante las jornadas de rebelión popular en todo Chile.
Según la información de la Fiscalía, las personas fallecidas identificadas hasta el momento son:
  • Paula Lorca Zamora (42) y Alicia Cofré Peñailillo (45), cuyos cuerpos fueron encontrados al interior de un supermercado Lider de San Bernardo.
  • José Miguel Uribe Antipani (25), quien recibió un disparo en el tórax por parte de un militar en Curicó, quien está detenido y a disposición de la justicia.
  • Manuel Rebolledo Navarrete (23) quien murió en el Hospital Las Higueras de Talcahuano tras ser atropellado por un camión militar. El infante de marina que conducía el vehículo está detenido y a disposición de la justicia.
  • Kevin Gómez Morgado (23), murió baleado en las afueras de una tienda en Coquimbro. Hay un militar formalizado por este hecho.
  • Romario Veloz Cortés (26), de nacionalidad ecuatoriana, murió por impacto de bala en las afueras del mall de La Serena. Se investiga el origen del impacto balístico.
  • Renzo Barboza (38), de nacionalidad peruana. Falleció en incendio de supermercado Líder en la calle Matucana, Quinta Normal.
De las 8 personas fallecidas que no han sido identificadas aún por la Fiscalía; cinco fueron encontrados en la bodega de Kayser en Renca, dos cerca a unas bodegas construmart en La Pintana y uno en un supermercado Santa Isabel del Barrio Franklin, en Santiago.
Para hoy, día 23, esta convocada una huelga general en todo el país secundada por numerosos sindicatos, organizaciones y partidos. 
Quilpué, 22 de octubre de 2019

El 18 de julio de 2019, el Instituto Nacional de Estadísticas (INE), informaba al país que el ingreso mediano de la población ascendía a 379.673 pesos; es decir, la mitad de los chilenos sobrevive de manera precaria con no más de 520 dólares mensuales. A contrapelo de lo anterior, el 1% más rico de la población (no más de 170.000 personas), concentran el 33% de la riqueza total. Este mismo 1%