martedì 22 ottobre 2019

pc 22 ottobre - I BRACCIANTI INDIANI DICONO BASTA!


(dalla stampa) - "Dacci il nostro diritto qua!". È l'urlo in lingua punjabi che si alza da piazza della Libertà di Latina. Sono più di 3mila braccianti indiani sikh che partecipano allo sciopero organizzato contro lo sfruttamento e le violenze. Un'iniziativa che nasce dopo i gravissimi fatti di dieci giorni fa quando a Terracina è stato arrestato un imprenditore agricolo che sparava con un fucile per intimidire i lavoratori indiani che rivendicavano i loro diritti.
E' il secondo sciopero della comunità sikh in tre anni. Il primo ci fu il 18 aprile 2016. "Basta sfruttamento! Non possiamo lavorare come schiavi. Vogliamo diritti e dignità, sicurezza sul lavoro,
contratti regolari, permesso di soggiorno in tempi certi. Invece ci sono troppi ritardi".
"Io ho un contratto di lavoro regolare - ci spiega uno di loro - ma per il permesso di soggiorno sto aspettando da un anno". E senza quel documento si sentono più deboli, e lo sfruttamento è più facile. Ma l'aria sta cambiando.
Quello che una delegazione dei braccianti, accompagnati dai sindacalisti, va a chiedere al prefetto di Latina, Maria Rosa Trio. Ne escono alcuni impegni: a migliorare il servizio per i permessi di soggiorno, a organizzare meglio il sistema del lavoro fin dalla prossima riunione all'Inps, a lavorare insieme per correggere le storture che ci sono nella provincia, a tutelare maggiormente chi denuncia. Ma soprattutto, sottolinea Omizzolo, "rispetto a tre anni fa abbiamo finalmente sentito parole chiare e di condanna dello sfruttamento".
Pullman da tutta la provincia hanno riempito la piazza. Lo sciopero è partito da una comunità stanca di essere pagata pochi euro l’ora per oltre dieci ore di lavoro al giorno nei campi, senza diritti.
Il comizio sul camioncino è bilingue. Con traduzione. Parlano i sindacalisti italiani e in pochi capiscono quello che dicono. Ogni persona che parla viene salutata dal motto sikh: qualcosa come «Il piano è del guru e porta alla vittoria». Buona parte sono seduti, in molti sono stati muniti di bandiere sindacali che tengono con poca convinzione. Non potrebbe essere altrimenti: a gennaio l’ex segretario della Fai Cisl Marco Vaccaro è stato arrestato in un indagine per caporalato.
Parla anche Marco Omizzolo, il ricercatore che ha vissuto con i sikh e che per le sue denunce è stato sotto scorta. «Quando dieci anni fa raccontavamo quello che succedeva nei campi ci rispondevano che gli indiani li avevano visti solo nei film western. Ora le nostre denunce sono ascoltate, ma ancora non basta».

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