La
denuncia della non “discontinuità” delle politiche di questo
governo dal precedente c’è, ma la volontà di risposta è ancora
insufficiente e le forme di mobilitazione, di scontro verso i Palazzi
– anche per la manifestazione del 23 - sono marginali. E
soprattutto non si denuncia la continuazione del fascio-populismo,
razzismo, sessismo, ma semplicemente il fatto che questo governo “non
sia all’altezza delle questioni strutturali e radicali che noi
poniamo”.
Va
meglio sulla questione della denuncia, mobilitazione contro
femminicidi, violenze sessuali verso Tribunali, sedi di giornali,
iniziative nei quartieri dove sono avvenuti femminicidi,
sull’autonomia su questo dagli avvicendamenti di forze di governo.
Ma resta nell’ombra, al massimo enunciata ma non resa piano di
lotta, la politica del governo, Stato sull’attacco/peggioramento
della condizione delle lavoratrici, delle migranti, sul peggioramento
dei servizi sociali, caro-vita, natalità, ecc. E soprattutto le
lotte delle donne proletarie, delle lavoratrici migranti (che pur ci
sono) non hanno spazio, non esistono nell’”agenda” di
mobilitazione.
Vedremo
cosa significa nella pratica di mobilitazione passare – come viene
scritto nel comunicato finale - dalla “marea” alla “rivolta”,
“non vogliamo più difenderci... siamo pronte ad attaccare, e ad
alzare il livello di rivendicazione e di conflitto”. L’Mfpr, come
sempre, è pronta ad appoggiare e unirsi a tutto ciò che va nel
senso giusto e in cui forme e contenuti/obiettivi siano
corrispondenti ad elevare la lotta contro Stato, governi, sistema del
capitale, uomini che odiano le donne (in primis Salvini e le sue
bestie), ma smascherando le illusioni della piccola borghesia di
poter in questo modo
“rompere e distruggere gli argini del patriarcato”, e che usa un linguaggio estremista ma per rivendicare alla fine solo riforme (oggi sempre più impossibili e devianti).
“rompere e distruggere gli argini del patriarcato”, e che usa un linguaggio estremista ma per rivendicare alla fine solo riforme (oggi sempre più impossibili e devianti).
Si
è accentuata nella filosofia generale e nello spazio agli interventi
la questione trans LGTBQIPA+, Noi che siamo d'accordo con tutte le
denunce, a mobilitarci contro ogni discriminazione di genere, non
vogliamo, però, che via via questa accentuazione metta in ombra la
centralità della battaglia delle donne, femminista (senza altri
aggettivi).
Più
interventi questa volta hanno messo l’accento sulla denuncia del
sessismo nei movimenti, ma questo ancora non porta ad una lotta
aperta nei movimenti ma piuttosto a rivendicare un’autonomia dalle
realtà antagoniste (che, per fortuna, il più delle volte non si
concretizza nel separarsi dalle realtà importanti di lotta).
Sulla
questione internazionale non si parla mai di imperialismo (per quanto
riguarda il capitalismo si parla sempre di neoliberismo, cioè di una
politica del sistema del capitale non del capitalismo in sè),
all’antimperialismo si sostituisce l’’anticolonialismo (una
sorta di “imperialismo buono”).
Sulla
questione Curda-Rojava si è espressa in vari interventi una forte
solidarietà, importante il corteo che c'è stato al termine del 1°
giorno, ed è prevista la partecipazione alla manifestazione
nazionale del 1° novembre.
C'è da dire che nel comunicato finale si coglie ciò che va in sintonia con la propria visione della lotta non violenta (vedi come è stato interpretato il termine curdo Tolhildan” (vendetta) nel comunicato dell’assemblea).
C'è da dire che nel comunicato finale si coglie ciò che va in sintonia con la propria visione della lotta non violenta (vedi come è stato interpretato il termine curdo Tolhildan” (vendetta) nel comunicato dell’assemblea).
L'Mfpr
di Taranto ha denunciato le condizioni di sfruttamento e oppressione
delle lavoratrici - a Taranto vivono con salari miseri, in
particolare le lavoratrici delle pulizie che lottano per aumento
delle ore, attualmente fanno 1,50 ore al giorno. Sulla condizione
delle migranti ha parlato del nostro intervento alla Felandina e
delle condizioni inumane in cui sono costrette a vivere. Quindi ha
parlato della lotta che deve partire dalle lavoratrici, una lotta che
non solo il genere ma é la classe che fa la differenza, le donne
proletarie subiscono sfruttamento, discriminazioni salariali, sono le
prime a essere ricacciate in casa. In questo sistema capitalista sono
le prime che non hanno accesso a diritti fondamentali come l'aborto
mentre quelle che hanno i soldi se lo possono pagare.
Contro
la strage del femminicidio ha detto che bisogna andare nei tribunali
per sostenere le donne vittime di violenze, far sentire la nostra
voce il nostro dissenso senza paura.
Ha
denunciato che questo governo verso le lavoratrici, tutte le donne,
le migranti non si discosta dal precedente, il decreto sicurezza c'è
ancora e l'attacco fascio patriarcale ai nostri diritti continua,
anche per questo governo le donne devono soprattutto fare figli.
Nell'assemblea
l'Mfpr ha iniziato a diffondere il 1° Quaderno degli Atti del
seminario estivo teorico. Per il 23 novembre sarà pronto il quaderno
completo degli atti e ne faremo un'ampia diffusione nella
manifestazione.
MFPR
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