sabato 27 settembre 2025

pc 27 settembre - In molte città oggi giornata di lotta per la Palestina da Torino a Taranto con blocchi e manifestazioni. Assedio agli aeroporti di Torino e Napoli. Verso la manifestazione nazionale a Roma del 4 ottobre

La chiamata del porto. Convegno internazionale dei lavoratori portuali a Genova, in sostegno al popolo di Gaza e contro la guerra

Al via la due giorni organizzata dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali per discutere di boicottaggio e strategie di lotta contro la logistica israeliana, il commercio di armi a scopo bellico e a sostegno del popolo di Gaza.

Presenti delegazioni di portuali da Grecia, Slovenia, Catalogna, Francia e altri paesi europei. Dopo un primo giorno dedicato alla discussione interna e al coordinamento tra lavoratori, la giornata di domani – sabato 27 settembre – è aperta al pubblico presso il CAP (casa dei portuali), nell’area dei varchi Albertazzi e San Benigno, accanto a Music for Peace.


Trieste: contro la logistica di guerra sciopero e presidio al porto

E’ iniziato alle 6 di giovedì mattina il presidio al porto di Trieste dove ha attraccato la nave MSC Melani III partita da Ashdod, e diretta a Haifa passando per Ravenna e Venezia.

corteo a La Spezia contro SeaFuture: una vetrina militare-navale pensata per alimentare gli affari delle aziende del comparto difesa e sicurezza, mascherata da narrazioni su sostenibilità e innovazione. 




Oggi corteo a Grottaglie diretto allo stabilimento Leonardo, mentre a Taranto c’è già un presidio davanti a ENI a seguito dell’autorizzazione data alla petroliera Seasalvia di attraccare al porto di Taranto che dovrebbe imbarcare 30mila tonnellate di greggio destinate all'aviazione militare israeliana. 

Un peschereccio con a bordo la bandiera palestinese sta navigando nei pressi della SeaSalvia che dovrebbe imbarcare carburante per l'aereonautica israeliana. Gli attivisti lanciano un appello a chiunque avesse un'imbarcazione per unirsi alla resistenza in mare.

a Brescia è partito l'enorme corteo cittadino in solidarietà con il popolo palestinese, almeno 10.000 persone riempie il ring, la circonvallazione che circonda il centro storico. Una risposta imponente quella arrivata dalla città all'appello lanciato dal Coordinamento Palestina per una manifestazione diretta verso la sede bresciana di Leonardo Spa, azienda armiera coinvolta nel traffico di armi con Israele.


Padova: nonostante la pioggia, migliaia di persone stanno bloccando la tangenziale della città, intasando il traffico urbano.

un migliaio di persone hanno riempito Piazza Santo Stefano e le strade di Alessandria


A Torino é partito il corteo diretto all’aeroporto di Caselle: nonostante l'imponente schieramento di polizia lo spezzone della manifestazione partito da Borgaro è riuscito ad arrivare nei pressi dell'aeroporto e della Leonardo, c'è stato un lancio di lacrimogeni ed idranti contro il corteo che sta cercando di raggiungere l'aeroporto di Caselle e altri due spezzoni di corteo stanno aggirando i blocchi, le bici bloccano la tangenziale di Torino e dai paesi adiacenti all’aeroporto gruppi di persone si incamminano per raggiungerlo.

Azione all’aeroporto internazionale di Napoli-Capodichino per denunciare l’arrivo di un nuovo volo israeliano con i militari israeliani.


“Zionists not welcome” recita uno striscione piazzato proprio all’uscita dello scalo partenopeo. “Negli ultimi due anni – si legge nel comunicato diffuso – centinaia di soldati dell’Idf  sono atterrati nei nostri aeroporti e arrivati in Italia per fare le loro vacanze. Oggi siamo qui per dirgli che chi commette genocidi non è il benvenuto in questa città”. 

"Vogliamo la fine di qualsiasi accordo e collaborazione – politica, economica, militare, accademica – tra istituzioni e aziende italiane e Israele! Vogliamo che le nostre città non debbano mai più ospitare – pagandogli la scorta con soldi pubblici – criminali di guerra responsabili di uno sterminio! Vogliamo la fine del genocidio, la fine dell’occupazione e la liberazione della Palestina – dal fiume al mare!"






pc 27 settembre - Rigassificatore Ravenna: il governo copre gli extraprofitti dei padroni del gas mentre il carobollette si abbatte sui lavoratori e sulle masse


Sui lavoratori e sulle masse popolari del nostro paese vengono scaricati i costi della guerra da parte di questo governo che agisce solo per gli interessi dei padroni. Ai lavoratori e alle masse arriva il carobollette a peggiorare le proprie condizioni economiche mentre i padroni del gas si arricchiscono con gli extraprofitti dell'energia.

L'inchiesta del programma Presa diretta che andrà in onda domenica 28 settembre denuncia come l'Italia stia continuando ad importare il gas russo - che era meno costoso - ma le bollette che arrivano ai lavoratori e alle masse popolari continuano ad essere molto care. I padroni del gas si arricchiscono spudoratamente e il governo Meloni continua a coprirli e continua a mentire su questo.

"La conferma arriva direttamente da Snam, la società che gestisce il rigassificatore galleggiante BW Singapore ormeggiato al largo di Ravenna. Dopo l’inchiesta della trasmissione Presa Diretta, andata in onda su Rai3, che ha sollevato dubbi sulla presenza di gas russo tra i carichi ricevuti dalla nave, l’azienda interviene e ammette: «Sui nove carichi approdati a Ravenna, sei sono provenienti dagli Stati Uniti, due da Mauritania e Senegal (impianto co-gestito dai due Paesi) e uno – per quanto dato di sapere – dalla Russia...Sul totale dei carichi giunti in Italia nel 2025 (che come anticipato ha già raggiunto le 160 unità, superando i 150 carichi arrivati durante tutto l’anno scorso), gli USA pesano per il 48% (34% nel 2024) , seguiti da Qatar (22%, 36% nel 2024 e Algeria (20%, come nel 2024)».

Secondo quanto ricostruito da Presa Diretta, il 14 luglio scorso la metaniera LLGGeneva è stata localizzata davanti alla costa ravennate. Tuttavia, nei giorni precedenti la nave era stata segnalata in prossimità del porto russo di Murmansk, prima che il suo sistema di tracciamento venisse spento. Quando il segnale è tornato attivo, la nave era nuovamente in viaggio, questa volta con un carico a bordo. Una sequenza di eventi che ha sollevato forti sospetti su una triangolazione internazionale per mascherare la reale provenienza del gas".

Il governo Meloni e la Regione Emilia Romagna hanno spinto per la realizzazione in tempi record del rigassificatore a largo delle coste di Ravenna con un un investimento di oltre un miliardo raccontandoci la favoletta che questo ci avrebbe affrancato dalla dipendenza del gas russo (il cui costo è inferiore a quello americano e quindi pesava meno sulle tasche dei lavoratori), che è una struttura strategica per il sistema energetico nazionale e il ministro Tajani si è affrettato a dire che l'Italia non acquista gas dalla Russia mentre i dati 2024 del Ministero dell’Ambiente raccontano una realtà diversa, con un aumento degli acquisti rispetto al 2023.

Il governo Meloni col ministro dell'Economia Giorgetti hanno concesso un generoso sconto fiscale sul “contributo di solidarietà” a carico delle aziende energetiche: oltre 400 milioni di minori incassi rispetto alla previsione di 2,5 miliardi inserita nella legge di Bilancio per il 2023. 

Quindi?

Con questo governo i padroni dell'energia si sono ingrassati di profitti mentre nulla ha fatto contro il carobollette!

Via il governo Meloni, antioperaio e antipopolare!

venerdì 26 settembre 2025

pc 26 settembre - Anan Yaeesh deportato nel carcere di Melfi, mentre si allungano i tempi di un processo infame - Appello di srp-AQ alla solidarietà internazionalista

Anan Yaeesh, partigiano palestinese sotto processo a L’Aquila su mandato del governo genocida di Israele, è stato trasferito il 23 settembre, dal carcere di Terni a quello di Melfi.
Il trasferimento, del tutto strumentale perché Anan non ha commesso alcuna infrazione disciplinare in 19 mesi di detenzione a Terni, è stato deciso all’indomani di un presidio partecipatissimo sotto quel carcere, dove persone di tutte le età hanno voluto esprimere, con la loro presenza, i loro interventi, i loro slogan, piena solidarietà ad Anan Yaeesh e alla resistenza palestinese, ribadendo che il diritto internazionale riconosce ai popoli sotto occupazione militare, come quello palestinese, il diritto alla resistenza anche armata, e che quindi Anan non può essere processato ma deve essere liberato.
La solidarietà popolare che si è espressa in quel presidio è tornata amplificata all’ennesima potenza il giorno dopo, quando nelle piazze di tutta Italia, ma in particolare in quelle del centro, centinaia di migliaia di manifestanti hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati di base, bloccando strade, ferrovie e porti al grido di “Palestina Libera”, “La Resistenza non è reato, Anan Yaeesh va liberato”.

Alla solidarietà di massa espressa ad Anan e alla resistenza palestinese, lo Stato italiano, con tutti i suoi apparati, ha risposto deportandolo lontano dalla comunità che lo sostiene ed alterando in maniera anomala lo svolgimento e i tempi del

pc 26 settembre - L'India del fascista Modi strategica per l'imperialismo italiano che punta ad un suo ruolo nell'indo-pacifico in funzione anti-Cina

fonte: formiche

Italia e India rafforzano il partenariato strategico con incontri di alto livello all’Onu e nuove iniziative industriali, come l’Aerospace Roadshow 2025. Roma punta anche a chiudere rapidamente l’Fta Ue–India per ancorare Nuova Delhi all’Occidente.

26/09/2025

“Italia e India condividono un partenariato strategico sia politico che economico che intendiamo rafforzare con una mia ulteriore visita in India nei prossimi mesi”, annuncia dal Palazzo di Vetro il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La dichiarazione arriva dopo un incontro, a margine dell’Assemblea generale Onu di New York, con il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar. 

“Nonostante la cornice favorisca ampie interazioni, esse non sono mai casuali, ma sempre pensate in senso strategico: e la relazione con New Delhi è per Roma una delle priorità strategiche attualmente, e per il futuro”, aggiunge un’altra fonte.

L’intensificazione dei rapporti trova riscontro concreto sul terreno economico e tecnologico. Il 22 settembre è partito a New Delhi l’Aerospace Roadshow 2025, dove con il supporto guidato di Ice, Ambasciata e Consolati in India, dall’Agenzia Spaziale Italiana ha avuto spazio per giocare le sue carte. La missione – tre tappe nei cluster di Bangalore, Hyderabad e New Delhi – ha coinvolto tredici aziende italiane: Leonardo Space Thales Alenia Space Officina Stellare S.p.A Elital Space & Defence Aresys, Stellar Project, Vanzetti Engineering, Leaf Space, EIE GROUP Srl, ELT Group, Nano-Tech SpA, Zoppas Industries Heating Element Technologies, Merin. L’obiettivo è costruire partnership durature con i protagonisti della rivoluzione spaziale indiana, favorita dalle riforme di liberalizzazione volute dall’IN-SPACe e oggettivamente all’avanguardia se si considera il successo dell’approdo nel sud lunare del 2023. La cooperazione spaziale rientra a pieno titolo nel Joint Strategic Action Plan firmato da Giorgia Meloni e Narendra Modi nel 2023, a conferma che la dimensione tecnologica è ormai pilastro della relazione bilaterale.

giovedì 25 settembre 2025

pc 25 settembre - Il servo miserabile di Israele, il ministro Salvini, contestato ad Ascoli Piceno

Salvini contestato ad Ascoli per il sostegno a Israele perde la pazienza: “Come fanno a essere a 5 metri da me?”

Al suo arrivo ad Ascoli per il tour elettorale in vista delle regionali nelle Marche il leader della Lega è stato contestato con fischi e striscioni contro le sue dichiarazioni a sostegno di Israele e Netanyahu. Il vicepremier, infastidito, ha sbottato con gli uomini della sicurezza: “Come è possibile che siano arrivati così vicino? Conosco la gestione dell’ordine pubblico”.

Alcuni contestatori hanno esposto due striscioni. Il primo recita “Un minuto di silenzio per ogni morto a Gaza. Salvini taci per sempre”, mentre nel secondo c’è scritto “Scodinzoli per Netanyahu. Salvini bau bau bau”.

Salvini alla tv israeliana è andato a dire ai nazi-sionisti che hanno il diritto di difendersi e che "i ProPal non sanno per cosa protestano ......invasione Gaza? (lo dice mentre se la ride) come Matteo e Lega approviamo....Il rapporto ONU sul genocidio a Gaza è opera di antisemiti, non rappresenta il sentimento comune" 

Intanto la capa del governo complice del genocidio nazi-sionista dice di avere paura che l'andiamo a prendere sotto casa.....

Ne abbiamo abbastanza di questo governo di assassini!

pc 25 settembre - Al porto di Taranto nave bloccata che porta greggio all'aviazione israeliana

 Dal blog Tarantocontro

La petroliera  Seasalvia su commissione Shell diretta a Taranto per rifornirsi  di greggio destinato all'aviazione militare israeliana, non  entrerà in porto.

Il presidio  pro Palestina di ieri sera al varco est del porto mercantile di Taranto, con  più di un centinaio  di compagni di USB, Cobas, slai Cobas sc  oltre che di tante  organizzazioni attive a Taranto e provincia.

Un presidio di solidarietà con il popolo palestinese, contro il genocidio in atto, combattivo e determinato a impedire il rifornimento  della  nave diretta al porto israeliano di Ashkelon.

Abbiamo ottenuto che il comandante della capitaneria di porto uscisse per informarci che l' Eni aveva annullato l' ormeggio della nave petrolifera e non autorizzato il carico.

Ma non ci fidiamo più di tanto. Ai profitti i padroni non rinunciano facilmente!

Terremo alta l'attenzione a Taranto per impedire altre tentativi di rifornire la petroliera, come già fanno con i blocchi dei portuali, a Genova, Ravenna e tanti altri porti insieme alle migliaia di lavoratori scesi in piazza il 22 e pronti a  bloccare tutto.

Abbiamo preso impegno verso il popolo palestinese di impedire ogni commercio verso lo stato genocida di Israele.  A Taranto ieri ci siamo riusciti!

pc 25 settembre - India e Israele stringono forti legami militari

I legami economici e, soprattutto, militari tra Israele e India si stringono sempre di più. 

Entrambi i governi, quello sionista di tipo nazista di Israele e quello fascista hindutva di Modi, hanno molte affinità per la politica genocida verso i popoli, contro quello palestinese il primo e contro il suo stesso popolo il secondo con deportazioni, massacri di massa nell'ambito dell'Operazione Kagaar nel tentativo di schiacciare la guerra popolare diretta dal PC (maoista). 

Nella ridefinizione delle alleanze nel contesto mondiale della guerra interimperialista questi legami militari rappresentano un ulteriore passo verso un nuovo scontro mondiale e una minaccia verso i popoli e i proletari.

L'articolo che riportiamo mostra quel che significa questa cooperazione militare

Amici per le armi: come e perché si rafforzano i rapporti militari tra India e Israele

insideover

Lo scorso maggio, quando India e Pakistan erano arrivate ad un passo dalla guerra, i riflettori dell’industria della Difesa di Israele si accendevano sulle contese valli himalayane. Non solo perché le forze armate di Delhi stavano utilizzando diverse armi di fabbricazione israeliana, a partire dall’Harop, un drone suicida progettato per librarsi sopra un’area bersaglio per lunghi periodi prima di colpire senza esitazione. Ma anche – e soprattutto – perché l’aumento delle tensioni tra il governo indiano e la controparte pakistana rappresenta una ghiottissima manna dal cielo per gli armatori di Tel Aviv.

Certo, Narendra Modi ha partecipato al summit di Tianjin dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, riavvicinandosi alla Cina, grande partner e protettrice di Islamabad, e prendendo le distanze dagli Stati Uniti, che hanno appena piazzato inaspettati dazi su svariati prodotti Made in India. Al netto della diplomazia necessaria, tuttavia, l’asse della Difesa tra l’India e Israele è destinato a rimanere fortissimo. Oltre ai vecchi accordi siglati negli ultimi due decenni che hanno consentito alle armi israeliane di prendere la via di Delhi, spuntano all’orizzonte nuovi potenziali accordi strategici.

Le armi di Israele per l’India

Il database globale sui trasferimenti di armi realizzato dallo Stockholm International Peace Research

pc 23 settembre - Per il governo Meloni gli aiuti umanitari della Flottilla sono atti “irresponsabili” mentre ha autorizzato il traffico di merci, armi comprese, verso Israele genocida

 



Cacciamo il governo Meloni complice del genocidio, di crimini di guerra e contro l’umanità

Nei Porti, nelle fabbriche, nei posti di lavoro diamo continuità all’imponente giornata di lotta del 22 settembre

Il 26 e 27 settembre a Genova ci saranno due giorni di incontri dei lavoratori dei porti europei e del Mediterraneo.

Tutti a Roma il 4 Ottobre

Dai Porti transitano merci dirette ad Israele: da Ravenna c’è stato un consistente traffico di merci dirette ad Israele, le compagnie di navigazione Zim, Msc e Borchard, scalano regolarmente dal Porto di Ravenna

Dati inediti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (fonte Altreconomia) attestano che solo nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024 l’Italia ha esportato in Israele armi e munizioni da guerra e non per uso civile per oltre due milioni di euro.

Roma ha esportato a Tel Aviv armi e munizioni da guerra, e non a uso civile come fatto intendere, per oltre due milioni di euro. Una condotta che potrebbe costare al nostro Paese un’accusa di complicità nella violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia

Impressiona il valore dell’export della categoria “Bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e loro parti” relativo ai mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, cioè nel pieno dell’attacco militare di Israele a danno della popolazione civile della Striscia di Gaza e dell’assunzione di misure cautelari da parte della Corte internazionale di giustizia dell’Aia per “plausibili” atti di genocidio commessi da Tel Aviv: 730.869,5 euro a dicembre dello scorso anno, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. “Cifre elaborate sottraendo la quota di munizioni comuni non oscurate dall’Istat: ciò significa che si tratta di materiale interamente a uso militare”, conferma Giorgio Beretta, analista esperto dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal). E questo è un grosso problema per l’Italia, considerando che stiamo parlando potenzialmente di sottocategorie quali “Cartucce e loro parti per armi da guerra”, “Cartucce per pistole mitragliatrici”, “Munizioni e proiettili da guerra”.

mercoledì 24 settembre 2025

pc 24 settembre - Il 22 è stata una grande giornata di solidarietà e lotta vera a sostegno del popolo palestinese contro genocidio e deportazione

da ORE 12 Controinformazione Rossoperaia del 23.09.25

Quella del 22 settembre è stata veramente una grande giornata di lotta e di solidarietà con il popolo palestinese, quello che tutti auspicavamo e per cui abbiamo lavorato in questi mesi, spesso con piccoli numeri e con iniziative d'avanguardia.

Abbiamo sviluppato la denuncia dal primo giorno, abbiamo moltiplicato le iniziative, siamo andati controcorrente in una campagna ininterrotta, solidale, ponendo la discriminante fondamentale del sostegno alla resistenza del popolo palestinese, e sempre di più sgomenti e arrabbiati per quello che giornalmente la stampa, la televisione ci comunicavano, ma, soprattutto, anche per il “tanto” che non ci comunicavano su ciò che realmente è avvenuto a Gaza.

Per questo la giornata di ieri premia tutti coloro che in questi mesi hanno lottato e ci hanno messo la faccia per costruire una sensibilità e quindi una mobilitazione in questa direzione.

Non è stata una manifestazione di un sindacato, anche se hanno fatto bene i sindacati di base a promuovere lo sciopero,, né tantomeno una manifestazione che ha visto solo i solidali del primo momento con la resistenza palestinese.

In realtà questo sciopero generale e l'indizione delle iniziative per la Palestina che ne sono conseguite sono stati il contenitore generale in cui si è riversata effettivamente la parte migliore e più significativa della solidarietà, allargando i confini di quello che c'era stato fino ad adesso. I numeri delle manifestazioni nelle grandi come nelle piccole città stanno lì a dimostrarlo, il numero di associazioni che finalmente sono scese in piazza in aggiunta a coloro che da sempre solidarizzano con la Palestina è stato molto grande, così come molto grande è stata la solidarietà spontanea di cittadini, di lavoratori che hanno riempito via via i numeri delle piazze.

Una grande giornata di lotta che segna una pagina significativa nel movimento di solidarietà del nostro Paese.

Con la crescita dei numeri doveva necessariamente crescere la forza delle iniziative, la combattività  e il livello di antagonismo di esse, non c'è alcuna contraddizione tra la dimensione di massa delle manifestazioni che hanno visto tante realtà differenti e unite in questa occasione e l'iniziativa delle forze più combattive della gioventù, della gioventù proletaria, della gioventù immigrata, degli studenti

pc 24 settembre - Il governo Meloni non vuole riconoscere lo Stato di Palestina

La posizione ipocrita presa: lo riconosceremo, però a due condizioni: liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e soprattutto la eliminazione di Hamas dalla Palestina, è di fatto la posizione di Netanyahu, falsa la prima perchè è lo stato sionista israeliano che sta mettendo a rischio la vita degli ostaggi, vera la seconda che sta, significando continuazione quotidiana del genocidio e cacciata di tutti i palestinesi da Gaza. Come è la posizione di Trump per cui "invocare la nascita dello Stato di Palestina significa offrire una ricompensa alle orribili atrocità commesse da Hamas".

Due condizioni che continuano nella complicità del governo Meloni nel genocidio e nella deportazione da Gaza; due condizioni che non potranno avvenire, la prima per la responsabilità criminale di Israele che usa gli ostaggi come giustificazione dei suoi attacchi, ma non gliene può fregar di meno delle loro vite; la seconda perchè la resistenza palestinese resiste, nonostante i bombardamenti, gli assassini, le distruzioni di palazzi, case, ospedali e sta portando colpi alla soldataglia israeliana. 

Quindi, nessun riconoscimento dall'Italia dello Stato della Palestina. Non c'è alcun cambiamento rispetto al sostegno ad Israele e al servilismo verso Trump della Meloni

Non c'è altra strada che continuare, estendere le mobilitazioni, che diventino sempre più  di massa e combattive (come il 22 settembre ha mostrato necessario e possibile), mobilitazioni che attacchino il governo, il parlamento; così come devono estendersi le posizioni controcorrente pro Palestina delle Istituzioni locali. Devono diventare delle pietre che colpiscano il governo e i suoi luridi esponenti.

pc 24 settembre - Il sale dell’India: l’oro bianco e gli operai-schiavi da 70 centesimi al giorno - Info

Da articolo di Paolo Mossetti


L’India è oggi il terzo esportatore mondiale di sale, con oltre 50 Paesi clienti e un giro d’affari di circa 260 milioni di dollari l’anno. Ma dietro il successo economico si cela un prezzo altissimo: quello pagato dai 150mila lavoratori dei “salt-pan”, le distese di saline che punteggiano soprattutto il Gujarat e il Tamil Nadu.

Nel solo Gujarat, da cui proviene quasi l’87% del sale indiano, un chilo su dieci consumato nel mondo ha origine dal Rann di Kutch, un deserto salato che in estate raggiunge i 50 gradi. Qui, migliaia di agariyas, come vengono chiamati i lavoratori delle saline, affrontano condizioni estenuanti, che lasciano segni permanenti: piedi piagati, vista compromessa, malattie renali croniche e disturbi cardiovascolari... le alte temperature fanno perdere fino a un litro d’acqua l’ora, mentre i lavoratori spesso portano con sé solo una bottiglia per l’intera giornata, senza possibilità di rifornirsi. L’impatto è

pc 24 settembre - A Prato Montblanc licenzia i lavoratori pakistani

Il comunicato-denuncia congiunto di Campagna abiti puliti, Public Eye e Sudd Cobas (*)

Foto: Campagna Abiti Puliti

Dopo anni di lavoro in condizioni disumane, tredici lavoratori migranti in una fabbrica che produceva accessori in pelle per il marchio Montblanc del gruppo Richemont hanno raggiunto, con il supporto del sindacato Sudd Cobas, un accordo che ha garantito loro condizioni di lavoro legali. Solo poche settimane dopo, Richemont ha terminato il contratto con la fabbrica, provocando di fatto il licenziamento dei lavoratori.

Ali Hassan e Asghar Muhammad, lavoratori migranti pakistani, producevano borse di lusso in pelle per Montblanc in condizioni di lavoro illegali e di sfruttamento. Dovevano lavorare fino a 70 ore a settimana per circa 3 euro l’ora. Senza giorni di riposo e senza alcuna tutela sociale prevista dalla legge.

Nel febbraio 2023, grazie all’intervento di Sudd Cobas, i lavoratori avevano finalmente ottenuto contratti regolari. Circa quattro settimane dopo la firma dell’accordo, Pelletteria Richemont – filiale italiana del gruppo – ha interrotto il rapporto con la fabbrica. Facendo perdere il lavoro ad Ali Hassan,

pc 24 ottobre - ORE 12 Controinformazione rossoperaia torna a uscire giovedì 2 ottobre

 

pc 24 settembre - CONTRO RIARMO E GUERRA - MOZIONE SOTTOSCRITTA E APPROVATA NELLE FABBRICHE, NEI POSTI DI LAVORO

Noi operai, lavoratrici, lavoratori diciamo un chiaro NO al piano di riarmo del 5%, deciso dagli Usa/Trump - Nato e fatto proprio dal governo Meloni.

E’ una scelta di guerra imperialista mondiale “a pezzi” (come diceva Papa Bergoglio), a cui i lavoratori e le masse popolari di tutto il mondo si devono opporre.

Siamo contro queste guerre tra banditi per il profitto dei padroni dell’energia e dell’industria bellica, per il controllo mondiale delle materie prime e delle vie geostrategiche del commercio mondiale.

Siamo solidali con le masse delle zone di guerra, bombardate, massacrate che vedono vita e futuro distrutti.

Siamo contro l’inaccettabile genocidio del popolo palestinese che resiste eroicamente al governo sionista di tipo nazista di Netanyahu, che ora spara anche su donne e bambini affamati in fila per un pugno di farina; finanziato, armato e sostenuto senza limiti dagli Usa-Trump, con la complicità dei governi imperialisti europei, con il governo Meloni in prima fila.

Siamo contrari ad ogni riarmo e all’invio di armi, droni, missili e soldati italiani nei territori di guerra.

Siamo contro l’uso delle Basi militari in Italia, come Basi di guerra e presenza di armi nucleari.

Siamo contro ogni scarico dei costi per la guerra sui lavoratori e le masse popolari, già colpite dalla crisi economica mondiale, dai dazi e guerre commerciali.

Lavoro non guerra. No miliardi per le armi. No all’aumento di benzina e bollette, no al carovita, fondi per il lavoro, i salari, la salute, la sanità, la scuola, i servizi sociali.

Noi lavoratori e lavoratrici chiamiamo tutte le organizzazioni sindacali, tutte le associazioni a scendere in campo con assemblee, manifestazioni, fino allo sciopero generale.

Adesioni - WA 3519575628

pc 24 settembre - La Global Sumud Flotilla sotto attacco droni

UDITE TRE ESPLOSIONI DALLA "MORGANA" POSSIBILE IMPIEGO DI BOMBE SONORE CONTRO TRE UNITA' - 

FONTI DELLA FARNESINA CONFERMEREBBERO L'ATTACCO

ALCUNE IMBARCAZIONI DENUNCIANO DI AVERE SUBITO IL LANCIO DI BOMBOLETTE URTICANTI

L'IMBARCAZIONE ZAFIRO, 20 METRI, DENUNCIA CHE E' STATO COLPITO E MESSO FUORI USO L'ALBERO IN ACQUE INTERNAZIONALI VICINO CRETA

ore 1.05 - ATTACCATA L'IMBARCAZIONE "MORGANA" BATTENTE BANDIERA ITALIANA - L'EQUIPAGGIO HA AVVERTITO ENORME BOTTO. "SENTIAMO ANCORA FISCHIARE LE ORECCHIE". IN CIELO DUE PICCOLI DRONI A FORMA DI RAGNO-

ore 01.19 - NUOVO ATTACCO DRONI CONTRO LA "MORGANA". COLPITO L'ALBERO. DANNEGGIATA ANCHE LA RANDA (VELA PRINCIPALE)

Ore 2.03 - SAREBBERO GIA' UNA DECINA LE IMBARCAZIONI DANNEGGIATE DAGLI STRIKE ISRAELIANI. PRESUMIBILE L'IMPIEGO DI UN GRANDE DRONE "MADRE" CHE POI HA RILASCIATO UNO STORMO DI DRONI DI PICCOLE DIMENSIONI PER L'ATTACCO CONTRO LA SUMUD FLOTILLA.

Ore 2.29  NUOVA ONDATA DI ATTACCHI CON DRONI CONTRO LE IMBARCAZIONI. NUMEROSE ESPLOSIONI. GLI STRIKE PUNTANO A DANNEGGIARE GLI ALBERI. 

PER FAVORE

MASSIMA ATTENZIONE A PROSSIME NEWS

da FB

https://globalsumudflotilla.org/contact-officials/

martedì 23 settembre 2025

pc 23 settembre - Taranto, nella giornata di lotta per la Palestina - Intervento tra gli operai, al porto/appalto ex Ilva e alla Leonardo di Grottaglie

In una situazione in cui ancora non c'è una mobilitazione di massa delle grandi fabbriche, del cuore centrale della classe operaia, e - a parte i porti - è appena cominciata in alcune realtà operaie; in una situazione in cui anche lo sciopero indetto, sia pur con ritardo di 2 anni, dalla Fiom il 19 settembre, e a Taranto in particolare nella realtà industriale principale, Acciaierie d'Italia, non ha visto nessuna iniziativa, presenza alla fabbrica neanche dei delegati della Fiom, mentre lo Slai cobas sc all'appalto Acciaierie ha fatto presidio, comizi, volantinaggio, striscioni, discusso con gli operai della Palestina, trovando in generale solidarietà, denuncia, ma anche a volte un senso di impotenza, 

acquista ancora più importanza quello che ieri 22 lo Slai cobas ha fatto a Taranto, nella giornata di sciopero e mobilitazione per Gaza, in cui ha concentrato il suo intervento tra la classe operaia, al porto e alla Leonardo.
Perchè, come hanno scritto nel loro appello ai lavoratori e sindacati di tutto il mondo, i lavoratori di Gaza e i sindacati palestinesi "le classi lavoratrici possiedono una storia, una forza e un coraggio sufficienti a sconfiggere queste politiche criminali, se uniscono le proprie forze e alzano la voce”.
 
Al porto gli operai Castiglia, appalto ex Ilva si sono fermati e in una assemblea hanno raccolto con convinzione l'appello allo sciopero, che gli operai in tutto il mondo sono di una stessa classe, e hanno denunciato fortemente la complicità del nostro governo al genocidio di Gaza.
 
Alla Leonardo, rompendo un tipo di mobilitazione che ha visto anche in altre realtà in questi mesi andare nei giorni di sabato quando gli operai non ci sono (anche a Taranto un'assemblea a Grottaglie ha deciso di andare alla Leonardo sabato 27/9), lo Slai cobas è andato proprio per parlare con gli operai della Leonardo, portare ad essi il messaggio che anche gli operai delle fabbriche che producono armamenti devono denunciare l'invio delle armi a Netanyahu, i profitti della Leonardo fatti sul sangue di bambini, donne, uomini. (senti gli interventi), esprimere solidarietà con i lavoratori palestinesi; ed è stata portata la proposta di uno sciopero per il 7 ottobre. 
La vigilanza interna allo stabilimento ha cercato all'inizio di non farci stare vicino al cancello interno, pretendendo che ci spostassimo al cancello esterno dove però gli operai entrano con le macchine. Ma questo tentativo di non farci avvicinare agli operai è fallito, siamo rimasti all'interno e l'azienda ha dovuto subire non solo volantinaggio, ma interventi al megafono, cartelli, bandiera palestinese, ecc.  
E questo è stato effettivamente positivo. Gli operai, molti giovani, venivano a chiedere i volantini, si fermavano a parlare, esprimevano solidarietà - una parte aveva aderito allo sciopero Fiom del 19/9; per ora la loro fabbrica fa produzione civile, ma comprendono bene che nella situazione di guerra attuale, anche Grottaglie potrà riconvertirsi in produzione bellica (e su questo nei mesi scorsi ci sono state alcune avvisaglie). Gli operai hanno appoggiato la nostra denuncia e sono stati contenti dell'intervento inaspettato. Continueremo ad andare.  

pc 23 settembre - Ancora immagini della giornata di lotta





pc 23 settembre - GIORNATA E STRADE PIENE ANCHE A BERGAMO CON LA PALESTINA. NUOVA REPRESSIONE, FERMATI SEI COMPAGNI SUI BINARI

A Bergamo la giornata di lotta a fianco della Resistenza del popolo palestinese è terminata a mezzanotte in presidio alla questura contro la repressione che a Bergamo si sta intensificando, fino al rilascio di sei compagni, a cui va tutta la nostra solidarietà, fermati sui binari della stazione ferroviaria.

Fin dalla mattina gli studenti medi si sono concentrati in stazione con un appello spontaneo lanciato nel tardo pomeriggio di domenica che ha raccolto almeno 400 giovani dalle varie scuole, con un buon impatto sulla massa degli studenti perché fatto accanto a tre istituti superiori. Per tutta la mattinata slogan, interventi di solidarietà e denuncia con la resistenza e per la fine del genocidio.

Una iniziativa che ha raccolto la spinta degli studenti ed ha alimentato massicciamente la manifestazione della sera, invasa dai giovanissimi.

Anche questa straripante. L’iniziativa nata come presidio in centro nella giornata di mobilitazione e scioperi del 22 settembre, è ‘naturalmente’ diventata corteo sotto la spinta di migliaia di manifestati, tantissimi giovani, gruppi di lavoratori in sciopero.

Forte il sentimento anti Meloni, ogni piccola voce, slogan veniva raccolto ‘Meloni fascista complice sionista’, e cori estesi e prolungati, di invettive e per le dismissioni ‘Meloni, Meloni, dimissioni’ ritmato a squarciagola, un pò come a Parigi per Macron.

Rabbia e voglia di fare, trascinati anche dall’entusiasmo per le notizie dalle piazze della giornata ‘di fronte alla barbarie del genocidio e alla disumanità bisogna rispondere con tutti i mezzi necessari, siamo stanchi di continuare ad essere osservatori, le manifestazioni di oggi sono tutte giuste’.

Durante la manifestazione alcune decine di manifestanti sono entrati nella stazione per rafforzare la protesta sui binari. Sei compagni e compagne sono stati fermati e la giornata di mobilitazione è continuata con un presidio solidale contro la repressione davanti alla questura fino al rilascio verso mezzanotte dei fermati.

Il corteo ha anche presidiato il comune dove era in corso il consiglio comunale, da tempo è aperta una forte denuncia contro le posizioni della sindaca e della giunta. E’ stata rivendicata nuovamente una presa di posizione chiara e ufficiale contro il genocidio, di condanna di Israele e di esposizione della bandiera palestinese sulla facciata del comune.

 

 

pc 23 settembre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Una grande giornata di solidarietà e lotta vera a sostegno del popolo palestinese contro genocidio e deportazione

 


pc 23 settembre - Foto e video della grande giornata di lotta



pc 23 settembre - Dalla lunga giornata di Milano per la Palestina - una prima nota dai compagni di Bergamo di proletari comunisti che c'erano

Nella lunga giornata di Milano in solidarietà con la resistenza del popolo palestinese e contro il governo Meloni complice del genocidio, del riarmo, anti operaio e antipopolare, il tappo è saltato, la rabbia per l’orrore di Gaza vissuto in diretta è diventata azione, autonoma, spontanea, decisa e incontenibile.

Tanti giovani e meno giovani hanno preso per buono, applicato e reso concreto la parola d’ordine che aveva lanciato la mobilitazione del 22 settembre "blocchiamo tutto, Gaza brucia" e per ore hanno assediato la stazione Centrale facendo fronte alle pesanti cariche e ai massicci lanci di lacrimogeni.

Basta sentire la ricostruzione giornalistica di un inviato a radio popolare che è costretto a confermare la realtà dei fatti e la dimensione di massa che ha assunto in particolare l’assedio alla stazione centrale, durato oltre 2 ore, situazione sfuggita di mano alle forze dell'ordine: “…in generale la rabbia oggi era tanta, il corteo ha sfilato con una marea di gente... però poi davanti alla celere schierata ha prevalso la rabbia di tanti… con scontri che cosi non ho mani visto a Milano non erano cose organizzate... era rabbia diffusa giovani, meno giovani, italiani stranieri, periferie… quel miscuglio che non si vede spesso a Milano, sembrava un pò una situazione francese…., la gente è stanca perché non cambia niente, tutti vedono le immagini dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania…”, “…un pezzo di periferie e ancora adesso (dopo 3/4 ore) hanno continuato a restare li… un sacco di gente che ha voluto manifestare anche in questo modo”.

pc 23 settembre - Ungheria migliaia in piazza contro Orban e le sue campagne di odio verso gli antifascisti

 A mai tüntetés a gyűlöletpropaganda ellen és az áldozatai mellett szólt. Köszönöm annak a több tízezer magyar embernek, akik megmutatták ma (is) Magyarország szebbik arcát!

Ieri manifestazione a Budapest contro le promozioni di politiche e di campagna di odio