Il 26 e 27 settembre a Genova ci saranno due giorni di incontri dei lavoratori dei porti europei e del Mediterraneo.
Tutti a
Roma il 4 Ottobre
Dai Porti
transitano merci dirette ad Israele: da Ravenna c’è stato un consistente traffico
di merci dirette ad Israele, le compagnie di navigazione Zim, Msc e Borchard,
scalano regolarmente dal Porto di Ravenna
Dati inediti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (fonte Altreconomia) attestano che solo nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024 l’Italia ha esportato in Israele armi e munizioni da guerra e non per uso civile per oltre due milioni di euro.
Roma ha esportato a Tel Aviv armi e munizioni da guerra, e
non a uso civile come fatto intendere, per oltre due milioni di euro. Una
condotta che potrebbe costare al nostro Paese un’accusa di complicità nella
violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia
Impressiona il valore dell’export della categoria “Bombe,
granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e
loro parti” relativo ai mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, cioè nel pieno
dell’attacco militare di Israele a danno della popolazione civile della
Striscia di Gaza e dell’assunzione di misure cautelari da parte della Corte
internazionale di giustizia dell’Aia per “plausibili” atti di genocidio
commessi da Tel Aviv: 730.869,5 euro a dicembre dello scorso anno, quasi
raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. “Cifre elaborate sottraendo la
quota di munizioni comuni non oscurate dall’Istat: ciò significa che si tratta
di materiale interamente a uso militare”, conferma Giorgio Beretta, analista
esperto dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal). E questo è un
grosso problema per l’Italia, considerando che stiamo parlando potenzialmente
di sottocategorie quali “Cartucce e loro parti per armi da guerra”, “Cartucce
per pistole mitragliatrici”, “Munizioni e proiettili da guerra”.





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