"...Dalle linee guida emerge chiaramente la posizione del legislatore: privare i lavoratori dei loro diritti per i quali sono state fatte tante battaglie sindacali. È vero che le cose cambiano, che le esigenze degli anni ’70 non sono quelle del 2015, ma il lavoro è sempre l’unica fonte di sostentamento dei cittadini, ancora non viene inventato un modo per non pagare il mutuo, per non pagare i libri ai figli, per non pagare le bollette e tutte le altre spese a cui ogni individuo deve far fronte.
Il Jobs Act discrimina i lavoratori. Tutti coloro che vengono assunti o che perdono i lavoro oggi hanno la sfortuna di essere arrivati tardi. Tutele crescenti in base all’anzianità contributiva, ammortizzatori (Naspi) in base alla storia contributiva dei lavoratori significano non essere più possessori di diritti uguali per tutti.
L’articolo 3 della Costituzione italiana viene di fatto stracciato, così come viene stracciato l’articolo 2, lo Stato ci sta privando dei diritti inviolabili: di fatto si impedisce ai lavoratori di avere una vita, di formare una famiglia, di progettare il proprio futuro. Sappiamo perfettamente che oggi non vengono concessi mutui con contratti a tempo indeterminato perché non forniscono sufficienti garanzie, figuriamoci con un nuovo contratto che in caso di perdita di lavoro o di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, dopo soli due anni, dà diritto a briciole. Stessa cosa per gli ammortizzatori sociali il requisito di 13 settimane contributive negli ultimi quattro anni o di 18 giorni lavorativi nell’ultimo anno danno diritto a briciole.