Classi inagibili e degrado
I presidi: «A rischio la sicurezza»
I presidi: «A rischio la sicurezza»
Niente fondi e lavori fermi dopo l’addio della
Provincia
di Federica Cavadini
Nella città di Expo è un istituto alberghiero, il
Vespucci, una delle scuole più malmesse, in attesa di interventi urgenti e
massicci. Nell’istituto in zona Lambrate, 1.400 studenti e lista d’attesa per
entrare, «metà delle aule sono inagibili, nelle altre piove dentro, la scala
non si può usare, si infila la giacca e si passa da quella esterna», raccontano
i ragazzi. E lo raccontano ormai da anni.
L’inizio lavori al Vespucci aveva come ultima scadenza gennaio 2015, cioè adesso. I tecnici dell’ormai ex assessorato all’Edilizia scolastica confermano: «A fine mese sarebbero previste la gare per i lavori dei due prefabbricati, con cucine e aule». Ma per tutti è scattato il condizionale, adesso che la Provincia, che aveva competenza sulle scuole superiori, non esiste più. L’interregno preoccupa presidi, professori e studenti di più scuole. L’elenco degli istituti in attesa di ristrutturazioni importanti è lungo, a Milano si va dal Boccioni, all’Agnesi, dal Kandinsky al Tenca al Severi Correnti al Leonardo. Nella lista licei, istituti tecnici e professionali, scuole del centro e delle periferie. Sono centodieci le scuole superiori di Milano e provincia e occupano centosessanta sedi: «Nella maggioranza serve manutenzione ordinaria e straordinaria perché negli ultimi anni c’erano appena le risorse per le emergenze», racconta Bruna Sinnone, ex preside e consulente dell’assessorato cancellato da due giorni.
L’inizio lavori al Vespucci aveva come ultima scadenza gennaio 2015, cioè adesso. I tecnici dell’ormai ex assessorato all’Edilizia scolastica confermano: «A fine mese sarebbero previste la gare per i lavori dei due prefabbricati, con cucine e aule». Ma per tutti è scattato il condizionale, adesso che la Provincia, che aveva competenza sulle scuole superiori, non esiste più. L’interregno preoccupa presidi, professori e studenti di più scuole. L’elenco degli istituti in attesa di ristrutturazioni importanti è lungo, a Milano si va dal Boccioni, all’Agnesi, dal Kandinsky al Tenca al Severi Correnti al Leonardo. Nella lista licei, istituti tecnici e professionali, scuole del centro e delle periferie. Sono centodieci le scuole superiori di Milano e provincia e occupano centosessanta sedi: «Nella maggioranza serve manutenzione ordinaria e straordinaria perché negli ultimi anni c’erano appena le risorse per le emergenze», racconta Bruna Sinnone, ex preside e consulente dell’assessorato cancellato da due giorni.
Il tema delle risorse è noto. Soprattutto tagli negli
ultimi anni. Dal 2009 il fondo era sceso da quaranta a sette milioni di euro,
che dovevano servire per tutto, soltanto il riscaldamento era a parte ed era in
rosso pure quello, tanto che due anni fa era scattato l’appello della Provincia
ai presidi: «Niente lezioni il sabato, perché i soldi per riscaldare le scuole
sei giorni non ci sono». Adesso si riparte. Con le stesse emergenze da gestire.
Il preside Pietro Calascibetta, da un anno e mezzo alla guida dell’artistico
Boccioni, parla di «situazione indegna di un Paese civile». «Non c’è sicurezza
né qualità - spiega -. Il degrado è da terzo mondo per infissi, bagni, cortile.
In un istituto dove vivono 1.300 studenti, oltre a insegnanti e personale». C’era
un progetto di ristrutturazione del 2008, racconta il preside, per due milioni
e mezzo di euro, con inizio lavori nel 2010. Tutto fermo. E sono passati altri
quattro anni. «I piccoli interventi fatti sull’emergenza costano alla fine più
del rifacimento completo - dice Calascibetta -. E adesso poi c’è l’incertezza
della nuova gestione. Non sappiamo nemmeno se chi arriverà confermerà il fondo
di cinquemila euro assegnato a ogni scuola per i piccoli lavori urgenti. Per
noi presidi è una risorsa importante».
Il personale dell’assessorato, cento persone fra
tecnici e funzionari, nei giorni scorsi ha fatto il punto con l’ex assessore
Marina Lazzati sui lavori più e meno urgenti. Priorità all’edilizia scolastica,
era la linea. «Anche se i fondi in realtà dovrebbero servire anche per altri
servizi importanti come il trasporto degli alunni disabili, i corsi di italiano
per stranieri, l’orientamento, le iniziative contro il bullismo, la
dispersione, la programmazione scolastica, i viaggi della memoria. Tutto in attesa
di conferma».
3 gennaio
2015 | 10:20
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