mercoledì 7 gennaio 2015

pc 7 gennaio - PROCESSATO IL POLIZIOTTO CHE CALPESTO' LA RAGAZZA IL 12 APRILE A ROMA - OGNI TANTO UNA BUONA NOTIZIA, MA DEVE ESSERE CONDANNATO E CACCIATO DAL SERVIZIO!

(da Il Messaggero) - "L'immagine che resta della manifestazione del 12 aprile 2014 è un abbraccio spezzato dalla violenza di un uomo in divisa. Una smorfia di dolore e un anfibio nero che calpesta una ragazza stesa in terra, mentre un amico tenta col corpo di ripararla. Ora un giudice stabilirà se la foto che ritrae l'agente Massimiliano Addario sormontare con il piede Deborah Angrisani, attivista caduta in strada, sia uno scatto equivocabile o la prova schiacciante di un abuso di potere. 

Il pm Eugenio Albamonte ha infatti disposto che l'indagato sia processato con citazione diretta a giudizio. Addario, agente del nucleo artificieri antisabotaggio della questura di Roma, è accusato di lesioni aggravate dai futili motivi e dalle circostanze che rendevano impossibile la difesa della vittima. La manifestazione, nove mesi fa, attraversò il centro di Roma, raccogliendo centinaia di giovani dei movimenti per la casa, e culminò in una guerriglia urbana.
Come si legge nel capo d'imputazione, il poliziotto «dopo una carica delle forze dell'ordine fatta per disperdere un gruppo di manifestanti violenti, senza giustificazione, nello svolgimento del servizio, cagionava lesioni alla Angrisani, sormontandola con il proprio peso mentre si trovava a terra e sottoposta al controllo di altri appartenenti alla polizia».

Per gli inquirenti, Addario avrebbe posato «un piede calzato in pesanti scarponi sul ventre della ragazza, caricando, in modo da rendere maggiore l'effetto doloroso e lesivo dell'atto».
GIP STRONZA!:

Nei confronti dell'agente, il pm ha sollecitato anche la sospensione dal servizio, ma il gip Paola Della Monica, il 21 luglio scorso, ha respinto la richiesta della Procura. Per il giudice, infatti, la versione fornita dall'imputato sarebbe plausibile: il poliziotto disse che pensava di essere inciampato in uno zainetto.

Nell'ordinanza con cui respinge l'interdizione per Addario, difeso dall'avvocato Eugenio Pini, il gip scriveva che «il gesto, se ritenuto volontario, sarebbe grave poiché compiuto nei confronti di una ragazza priva di difese, commesso da persona animata da disprezzo e da una crudeltà e un accanimento gratuiti». Ma il magistrato ha creduto alla giustificazione dell'agente: guardava verso l'alto, temeva di essere colpito da ordigni esplosivi e indossava un casco che gli oscurava la vista.                                                        

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