"American Sniper", il cecchino di Eastwood, un film che la stampa presenta come espressione del "rimorso" degli USA, in realtà è fino in fondo espressione della logica di guerra imperialista bastarda degli Usa.
E' un film brutto, reazionario, da denunciare e boicottare. Tutto dalla parte dell'esercito americano, contro, in modo osceno, la popolazione irakena, quasi mai chiamata per il suo nome ma sempre con l'appellativo "selvaggi". I pochi irakeni che appaiono nel film o sono "infami", o, chi combatte, "macellai" che uccidono i bambini col trapano...
E' un film brutto, reazionario, da denunciare e boicottare. Tutto dalla parte dell'esercito americano, contro, in modo osceno, la popolazione irakena, quasi mai chiamata per il suo nome ma sempre con l'appellativo "selvaggi". I pochi irakeni che appaiono nel film o sono "infami", o, chi combatte, "macellai" che uccidono i bambini col trapano...
E' un film che in realtà cerca di celebrare i soldati americani e l'America, quanto più si mostra come la nazione che concentra il peggio della barbarie imperialista (vedi Guantanamo). I "cecchini" sono presentati loro come "umani" che sparano per salvare le vite dei loro compagni.
Non è, come in altre grandi pellicole, da Coppola a Stone, un film dal "di dentro" dell'esercito Usa, che nella loro crudezza portavano una forte denuncia della logica nazista, del disprezzo razzista profondo verso i popoli in cui vengono coltivati gli uomini dell'esercito Usa, ma anche esprimevano la crisi, le lacerazioni, la debolezza di questi soldati bastardi.
NO, in "America Sniper" non c'è crisi, al massimo c'è una scelta se premere il grilletto o no contro un bambino di Falluja, non c'è denuncia, c'è convinzione fino alla fine; piuttosto si porta "a casa" la guerra...
Un film totalmente, e banalmente, bassamente, lineare nella sua logica della giustezza della "guerra per la democrazia, la libertà", contro un "popolo inferiore"; in cui non manca niente, tutta la propaganda americana (come non metterci una scena anche dell'11 settembre...?), tutti i luoghi comuni ci stanno tutti: sui "buoni che sacrificano le loro vite, gli affetti familiari", con le "loro" donne che aspettano chiedendo di tornare con la testa a loro e intanto fanno figli tra una missione guerrafondaia e l'altra, da una parte, e i cattivi, i selvaggi irakeni, che torturano - tra cui non poteva mancare la mamma che manda il proprio figlio a lanciare una bomba contro i soldati Usa, dall'altra.
Il film, come in un wester, vuole portare lo spettatore a parteggiare per il cecchino, e purtroppo ci riesce, fino a scatenare applausi a scena aperta, soprattutto di spettatori giovanissimi, quando la pallottole del cecchino colpisce a 1,9 Km di distanza...
"Americam Sniper" è un misero tentativo di autoconvinzione della giustezza e necessità delle guerre. Certo al tempo di Obama in cui si dice che si vogliono ritirare gli eserciti e invece si rafforzano come non mai le missioni di guerra, i massacri. Tanto da chiedersi chi ha commissionato questo film. Steven Spielberg, che aveva accettato di dirigerlo lo scorso anno, si è
ritirato. Clint Eastwood, sicuro patriota, ha raccolto la sceneggiatura e l'ha portata fino in
fondo.
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