Da una Nota del Centro
Studi Confindustria dal titolo “In Italia più occupati anziani e
meno giovani” vengono fuori dati che dicono chiaramente cosa è
successo ai lavoratori in tempo di crisi nel nostro paese e
smentiscono apertamente le chiacchiere, per esempio, sul piano
giovani del governo.
Questi dati dicono che
“Durante la crisi i 55-64enni con lavoro sono aumentati di 1,1
milioni, contro il calo di 1,6 milioni tra i 25-34enni.”
“Una performance tra le
peggiori a livello europeo (hanno segnato contrazioni più pesanti
ella nostra solo Grecia, Spagna e Irlanda).”
“L'incremento degli
occupati con 55-64 anni di età ha interessato quasi tutti i paesi
Ue...”
Che nessuno si illuda,
non sono aumentati i posti di lavoro – anzi, se ne sono persi
almeno un milione - è solo l'effetto tipo Fornero!
“Il fatto che ci siano più 55-64enni a lavoro è dipeso essenzialmente dalle ultime riforme previdenziali che hanno progressivamente innalzato i requisiti minimi per l'accesso alle pensioni (in parte minore si spiega anche dalla circostanza che le coorti di popolazione che superano via via i 55 anni provengono da una scolarizzazione più elevata che ha ritardato l'ingresso nell'occupazione – e perciò il conseguente ritiro).”
Ma ancora il bello deve
arrivare...
“Ma l'asticella
complessiva è ancora bassa e quindi la dinamica (di crescita)
proseguirà anche nei prossimi anni, come stima pure la Commissione
europea (dal 2020 gli italiani si ritireranno dal lavoro a un'età
molto più elevata di quella prevalente in precedenza).” E la
conferma è il nuovo decreto del governo che aumenta l'aspettativa di
vita...
Ma la Confindustria si
“preoccupa”, scopre che i giovani sono “la categoria più
vulnerabile … (hanno poco esperienza e sono titolari per lo più di
contratti temporanei).” quando “l'economia si contrae” e dice
che servono interventi mirati. E quali sarebbero? Certo non il
famigerato “piano giovani” del governo che non è mai partito e
di cui loro stessi parlano male, ma il rafforzamento del “legame
tra scuola e imprese” come si fa in Germania, per esempio, presa ad
esempio ancora per il paese del “capitalismo-guida”.
Ma il sindacato dei
padroni, mette le mani avanti anche su possibili altre “soluzioni”
che potrebbero venire dalla constatazione che se ci sono sempre gli
anziani al lavoro i giovani non hanno speranza! (E allora si
potrebbe pensare a ridurre l'età pensionabile!). E si chiede
retoricamente: “Tutto ciò penalizzerà l'occupazione giovanile?”
e si risponde da sola: “L'analisi del CsC risponde 'no', sfatando
così una tesi molto popolare, e diffusa, che l'occupazione degli
anziani penalizza i giovani.”
Ai padroni non basta mai
niente, vogliono sempre questo e quello purché qualsiasi iniziativa
non intacchi il profitto e soprattutto il loro sistema sociale.
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