sabato 8 dicembre 2012

pc 8 dicembre - speciale - Conferenza Internazionale di Amburgo: intervento del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario – Italia



Come compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario salutiamo con gioia questa Conferenza a sostegno della guerra popolare in India e portiamo anche i calorosi saluti delle donne lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani in lotta nelle città italiane dove siamo presenti.

L'8 marzo di quest'anno, sul piano internazionale, lo abbiamo dedicato alle migliaia di donne indiane protagoniste nella lotta rivoluzionaria contro oppressione di classe, di genere, feudale, di casta, religiosa... donne che sono il cuore nella guerra di popolo che avanza contro un governo e uno Stato che  si definisce "la più grande democrazia del mondo".

Questo tipo di democrazia è fatta di oppressione, anche in un paese capitalista e imperialista come il nostro, l'Italia, che la borghesia al potere considera"civile". Ma lo Stato, il governo tecnico/dittatoriale di Monti, affiancati dalla Chiesa cattolica, mostrano quotidianamente tutta la loro inciviltà dichiarando guerra alle masse proletarie e popolari e doppiamente a noi donne, facendoci violenza in tutti i modi sia per le condizioni di lavoro che di vita e che vuole portarci indietro, a quello che definiamo “moderno medioevo”.

Stato, governo, padroni stanno portando avanti un peggioramento generale scaricando su di noi il taglio dei servizi sociali, dalla scuola alla sanità, l'aumento del costo della vita, ricacciandoci in casa, attaccando diritti conquistati con anni di lotte, in tema di maternità, di libertà di aborto, e trasformandoci in ammortizzatori sociali in carne e ossa, in un ruolo sempre più subordinato nella famiglia.

In risposta a tutto questo noi abbiamo detto: “La crisi non la paghiamo, le doppie catene unite spezziamo”!
Più aumenta una condizione di ritorno all'indietro, più si alimenta e si diffonde un clima/humus reazionario, maschilista, sessista, moderno fascista che crea il miglior terreno perché ci siano e aumentino le violenze sessuali sulle donne fino alle uccisioni. In Italia solo nel 2012 più di 100 donne sono state uccise e la maggior parte delle uccisioni sono avvenute in famiglia da parte di mariti, fidanzati, padri ecc, un vero e proprio bollettino di guerra, una guerra di bassa intensità contro le donne. E' una sorta di violenza preventiva sistemica, che si nutre di un “odio” verso le donne, in quanto possono pensare, scegliere, ribellarsi, lottare.

La violenza sessuale, le uccisioni delle donne non fanno che proseguire la discriminazione, il doppio sfruttamento che oggi va sempre più avanti sul terreno della condizione di vita e di lavoro generale delle donne.
Non e’ quindi questo Stato borghese che può difendere noi donne, che può  impedire le violenze sessuali. Questo Stato borghese e’ la causa, non la soluzione!
Noi lavoriamo perché la lotta contro le uccisioni e violenza sulle donne diventi una leva importante per scatenare la furia rivoluzionaria delle donne contro questa società capitalista, che fa dell'oppressione della donna uno dei suoi puntelli/base, per rovesciarla.
In questo percorso un passaggio importante è la proposta/appello per costruire uno sciopero delle donne, uno sciopero di classe e di genere per il lavoro, il salario, contro gli attacchi ai diritti delle donne, le discriminazioni, la doppia oppressione, contro le uccisioni e le violenze sessuali delle donne; uno sciopero che esprima con forza la nostra ribellione, una novità, una rottura inaspettata contro padroni, governo, Stato, e il sistema sociale borghese e maschilista. Stiamo lavorando perché un primo sciopero avvenga per l'8 marzo 2013.

Domani è il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulla donne, e visto che questa conferenza cade proprio a ridosso di questa giornata di lotta auspichiamo che attraverso di essa si crei una sorta di ponte: vogliamo portare da qui, come compagne del Mfpr, organismo generato del Pcm Italia, a tutte le donne indiane che fanno la guerra popolare la nostra solidarietà e sostegno. Questo significa sia far conoscere alle masse proletarie e popolari femminili nel nostro paese la guerra del popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di donne indiane, sia trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le proletarie.

In queste iniziative di lotta abbiamo fatto appello alle donne, che si stanno mobilitando in Italia intorno a questa giornata del 25 novembre, a mandare il loro saluto e solidarietà alle donne indiane che lottano nella guerra popolare oggi più grande e incisiva che dà una risposta liberatrice anche alla condizione di dura violenza sessuale e oppressione, che in India le donne - e nel mondo - subiscono in maniera feroce.

In India molti stupri sono di guerra, compiuti da militari e paramilitari per reprimere ed annichilire la rabbia e la forza delle donne. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri subiti sono diventati una leva per ribellarsi per unirsi alla guerra popolare trasformandosi, in combattenti in “prima linea” del Partito Comunista maoista nella lotta rivoluzionaria, per la “rivoluzione nella rivoluzione”; e molte donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito, ed esse sono un forte esempio per le donne in ogni parte del mondo.
“O vincono loro, l'imperialismo, lo Stato, i governi, i padroni… o vinciamo noi!” abbiamo detto in un'assemblea nazionale di donne proletarie che si è tenuta a Palermo nell'8 marzo scorso. E noi dobbiamo per forza vincere, costi quel che costi, perché siamo nel giusto, perché attraverso la "rivoluzione nella rivoluzione" noi donne dobbiamo lottare per una nuova società, una società socialista, per una nuova umanità. E la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza: non solo di una lotta "per sé" si tratta, ma di una lotta complessiva che chiami a fare i conti con che tipo di nuova società si vuole costruire.

Dall'India al mondo intero… scateniamo la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia
Amburgo 24.11.2012

pc 8 dicembre - speciale - Conferenza Internazionale di Amburgo: messaggio inviato dal Forum intellettuale-culturale Rivoluzionario – Nepal



Sostenere la Guerra Popolare in India

Innanzitutto il Forum intellettuale-culturale rivoluzionario - Nepal esprime forte e profonda solidarietà alla conferenza internazionale a sostegno della guerra popolare in India, che sta per si terrà ad Amburgo il 24 novembre. Noi, intellettuali rivoluzionari nepalesi, scrittori e attivisti culturali che ci battiamo battono per la causa della Rivoluzione di Nuova Democrazia condanniamo da sempre l'espansionismo indiano e sosteniamo la guerra popolare in India.
La Grande Guerra Popolare in India non è fatto che riguarda solo il popolo indiano. Essa, anzi, ha importanza e valore mondiali. È  parte del movimento mondiale del proletariato. La campagna internazionale a sostegno della guerra popolare in India serve ad unire i comunisti marxisti-leninisti-maoisti e le forze rivoluzionarie a livello internazionale. A questo proposito condanniamo il terrorismo di stato e di guerra scatenata dal regime reazionario indiano contro il popolo indiano. E ci leviamo a sostegno della grande guerra popolare in India.

Questa è la settimana della solidarietà internazionale a sostegno della guerra popolare in India. Ci auguriamo che questa conferenza dia maggiore impulso al movimento internazionale di sostegno alla guerra popolare in India. Non solo, speriamo che questa conferenza dia base e ragioni per estendere l'unità dei rivoluzionari maoisti a livello internazionale, lungo la via della costruzione di un nuovo Movimento Rivoluzionario Internazionale.

Rishi Raj Baral
Forum intellettuale-culturale Rivoluzionario – Nepal

pc 7 dicembre - Blocchiamo tutto day a Palermo il 6 dicembre


Circa 5000 mila studenti, il 6 dicembre a Palermo hanno partecipato al corteo "blocchiamoTuttoDay" a Palermo come in altre città d'Italia.
Corteo riuscito nei numeri, ha bloccato le arterie principali della viabilità cittadina; studenti che nonostante le condizioni meteorologiche sono rimasti in piazza compatti dalla mattina fino alle 15.
Nello stesso corteo presenti anche i lavoratori della Gesip con il sindacato USB, questi in testa al corteo hanno continuamente gridato slogan al megafono; studenti e lavoratori si sono dati forza l'un l'altro in questo lunghissimo corteo.
Lo spezzone studentesco, composto da studenti di un gran numero degli istituti superiori della città, è stato prova dell'incessante volontà dei giovani di rivendicare i propri diritti. La giornata di lotta si è dimostrata parte integrante delle proteste di questi giorni: dalle occupazioni alle autogestioni ancora in corso in diverse scuole, dalle contestazioni agli esponenti politici giunti a Palermo nei giorni passati (come il presidente del senato Schifani, il ministro della sanità Balduzzi); gli studenti sono scesi in piazza a denunciare ancora una volta l'operato del governo Monti che, con le sue riforme, attacca i proletari e le masse popolari. Una scuola sempre più costosa, servizi di qualità pessima, insegnamenti forgiati su un sapere basato sul profitto.
Mentre i tetti degli edifici scolastici crollano, i programmi didattici vengono ridotti, gli studenti si rivoltano alle misure di austerity imposte dai governi che si stanno susseguendo; studenti che non vogliono essere i soggetti , insieme ai lavoratori, i precari e i disoccupati, a pagare il costo della crisi. "La cultura non si vende, le nostre scuole non sono aziende", "anti, anti, anti-capitalista!" gli slogan più gridati, insieme a "chiediamo diritti ci danno polizia, è questa la loro democrazia" più volte urlato, quando il corteo si è avvivinato cordoni di poliziotti in assetto antisommossa, in risposta alla forte militarizzazione trovata in alcuni punti della città; presente anche un elicottero che osservava dall'alto gli studenti ed i lavoratori durante tutto il corteo. La militarizzazione della città è emblema della repressione che puntualmente viene esercitata quando i giovani, come i lavoratori, denunciano e lottano.
Presente anche un buon numero di studenti provenienti da alcuni paesi come Castelvetrano, anche lì le scuole sono in stato di agitazione ed alcune sono state occupate.
Partito dal centro città, il corteo ha quasi subito percorso un tragitto differente da quello ufficiale invadendo strade diverse dal secondo corteo indetto dalla FIOM conclusosi poi al palazzo della Regione.
La città è stata indubbiamente paralizzata dai due cortei. Un momento di lotta che si è legato alle altre lotte delle altre città, che dimostra che gli studenti sono stanchi di dover subire lo stato di cose attuali che REPRIME e obbliga a preoccuparsi per il proprio futuro. Studenti che non hanno più alcuna fiducia nella casta ed in nessun partito istituzionale (“ non ci rappresenta nessuno” anche questo uno slogan gridato più volte), quest'ultimi tutti colpevoli dell'aggravamento della condizione delle masse proletarie. Un corteo,infine, segnato dallo slogan “siamo tutti antifascisti” per ricordare come Palermo è antifascista e non c’è nessun posto per il fascio. 
Contro Monti
One solution, revolution!

venerdì 7 dicembre 2012

pc 7 dicembre - speciale - Conferenza Internazionale di Amburgo: intervento del Comité de Apoyo e del Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta da Galiza - Stato Spagnolo




Intervento di:
Comité Galego de Apoio a Guerra Popular na India.
Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta da Galiza.


Compagne e compagni,
Un caloroso saluto rosso dalla Galizia (Stato Spagnolo)
Per le compagne e compagni che formano questa delegazione è motivo di orgoglio poterci rivolgere ai presenti e affermare, che da questo piccolo paese senza stato, dal Finisterrae d'Europa, ci sono donne e uomini che guardano con gioia le vittorie delle masse che in India conducono la guerra popolare rivoluzionaria. Che essi imparano dalla loro lotta e come realizzano l’applicazione del MLM alle condizioni concrete della rivoluzione. Ci sono uomini e donne che sostengono fermamente il popolo fratello indiano e lavorano per applicare anche alle condizioni concrete della rivoluzione in Galizia la via della rivoluzione.
Salutiamo il Partito Comunista dell'India (Maoista), l’eroico distaccamento che dirige questa lotta gloriosa, che non potrà mai essere schiacciato dai reazionari, nonostante tutti i crimini che essi commettano contro il popolo.
Il nostro emozionato lal salam alla memoria del compagno Azad che, come migliaia di figli del popolo, oggi sono le fiamme della liberazione del popolo, della guerra di popolo che avanza nonostante le azioni repressive e criminali come la Operazione Green Hunt.
Le mani insanguinate degli assassini reazionari saranno tagliate dalle masse, non abbiamo dubbi, per quanto forti o possano apparire, o credere si essere questi criminali, sono solo tigri di carta di fronte alla guerra popolare delle masse, che è poderosa e invincibile.
I reazionari pensano che uccidendo o corrompendo i dirigenti del popolo, i revisionisti, possono vincere la guerra. Otterranno solo di prolungare l'agonia di un modo di produzione e sfruttatore predatorio, la loro stessa agonia, perché dietro ogni combattente rivoluzionario caduto ci sarà sempre un figlio o una figlia del popolo che impugneranno la sua arma. Questo ci dice la storia, per quanto gli imperialisti si sforzino di riscriverla o nasconderla.
Questa ferma convinzione che sono le masse e solo le masse che fanno la storia, è ciò che rende i comunisti maoisti, rivoluzionari disposti a dare la vita per un futuro luminoso.
Quest'anno ricorre il 95 ° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, quando Lenin e i bolscevichi presero e continuarono la via indicata dalla Comune di Parigi, aprendo l'era delle rivoluzioni proletarie. Dobbiamo celebrarlo! Questo è il calendario nostro, della nostra classe, non quello degli sfruttatori con le loro false feste patriottiche.
Le fiamme della rivoluzione, della guerra popolare, divampano in paesi molto diversi, dal Perù alle Filippine, dalla Turchia a Manipur, Afghanistan, Bhutan, ecc .. e sempre grazie ai distaccamenti comunisti che, armati del marxismo-leninismo -maoismo, principalmente maoismo, assumono il compito di "dare l’assalto al cielo", che è la linea rivoluzionaria tracciata da Marx, Lenin e Mao.
In Perù, a venti anni di guerra dall'arresto del Presidente Gonzalo continua, avanza e si rafforza sotto la guida del PCP.
In Nepal il nero tradimento della cricca rinnegata e revisionista di Prachanda / Bhattarai ha colpito duramente la rivoluzione in questo paese, ma oggi ancora una volta i maoisti lavorano per la ricostruzione del partito e la continuazione della rivoluzione di Nuova Democrazia sotto la guida di compagno Kiran ei suoi compagni del CPN-maoista.
Nell’Europa imperialista la classe operaia e il popolo lavoratore sono bersaglio di un feroce attacco alle loro vita e di lavoro. Milioni di disoccupati, famiglie operaie sfrattate o truffate da banche criminali. Questa situazione ha creato per la prima volta, dopo tanti anni di "pace sociale" nei paesi imperialisti, le condizioni oggettive di un grande movimento rivoluzionario, cui si deve accompagnare il fattore soggettivo della coscienza di classe da parte delle grandi masse e la costruzione concentrica dei tre strumenti, partito, esercito popolare e fronte unito. Strumenti che occorre sviluppare intorno ad una linea politica rivoluzionaria, applicazione concreta e creativa alle condizioni della rivoluzione in Europa della grande bandiera rossa del marxismo-leninismo-maoismo.
Compagne e compagni, non c’è dubbio che il miglior strumento di sostegno e di solidarietà con i nostri fratelli e sorelle in India è accendere le rosse fiamme della Rivoluzione nella vecchia Europa capitalista e la costruzione di un nuova Europa socialista e proletaria. Questo deve essere il nostro compito principale.

Avanti! verso nuove vittorie!
Viva guerra popolare in India!
Viva il Partito Comunista dell'India (Maoista)!
Viva il glorioso Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione!
Vivi le masse popolari, loro e solo loro fanno la storia!
Viva la Conferenza internazionale a sostegno della guerra popolare in India!
Proletari e popoli oppressi di tutto il mondo, unitevi!
Galicia, Noviembre del 2012

Comité Galego de Apoio a Guerra Popular na India.
Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta da Galiza.

pc 7 dicembre - speciale - Conferenza Internazionale di Amburgo: intervento di Gran Marcia verso il Comunismo - Madrid




Messaggio di Gran Marcha Hacia El Comunismo alla Conferenza Internazionale in appoggio della Guerra Popolare in India

Compagne e compagni,
In primo luogo, a nome di Lunga Marcia verso il Comunismo di Madrid (Spagna), voglio ringraziare il Comitato internazionale di sostegno della guerra popolare in India e la Lega contro l'aggressione imperialista per averci invitati a partecipare a questo grande raduno internazionalista che teniamo qui oggi.
Quando, alla metà del XIX secolo, i maestri del proletariato internazionale, Karl Marx e Friedrich Engels, scrissero nel "Manifesto del Partito Comunista" che uno spettro si aggirava per l'Europa, lo spettro del comunismo, non potevano immaginare che quello stesso fantasma si sarebbe incarnato, all’inizio del 21° secolo nella rivoluzione di nuova democratica attraverso la guerra popolare di lunga durata che il Partito Comunista dell'India (Maoista) oggi dirige.
Nel mese di giugno 1968, un anno dopo la storica rivolta dei contadini nel piccolo villaggio di Naxalbari, l'indimenticabile dirigente comunista indiano Charu Mazumdar, assassinato dalla polizia nel 1972, scriveva: "L'India si è trasformata in terreno dell’imperialismo e del revisionismo che funge da base delle forze reazionarie contro il popolo che lotta per la sua liberazione. È per questo che la lotta Naxalbari non è solo una lotta nazionale è anche una lotta internazionale. Questa lotta e il cammino c che abbiamo intrapreso non è in alcun modo facile o lineare. La via della rivoluzione è tortuosa, per niente facile o piana e ci saranno difficoltà, pericoli e anche passi indietro. Ma i contadini animati dallo spirito dell’internazionalismo, hanno sfidato tutto questo messo in dubbio e rifiutano di arrendersi. Persistere nella via della lotta."
Il compagno Mazumdar non si sbagliava. Più di quarant’anni dopo, effettivamente, la lotta armata e la guerra popolare in India per la liberarsi dal giogo delle classi dominanti sorrette dalle diverse potenze imperialiste, continuano e hanno subito difficoltà, pericoli e battute d'arresto. I nomi dei compagni Charu Mazumdar, Kanhai Chaterji, Siddarth Burgohain, Rajiv Gogoi Chetia Arup, Kamla Gogoi, Sukal, Sumal, Sunita, Sombari, Azad, Pandey Hemchand, Kishenji, sono solo alcuni della lunga lista di uomini e donne che hanno dato la loro vita in questa rivoluzione. Ma, come ha potuto sottolineare  il Partito Comunista dell'India (Maoista), nella dichiarazione del suo Comitato Centrale del 30 novembre 2010 indirizzata ai compagni e amici della rivoluzione indiana:
"Il governo ha dichiarato che il Partito Comunista dell'India (Maoista) è la più grande minaccia per la sicurezza interna e ha lanciato numerose campagne repressive per schiacciare il movimento. Uccisioni extragiudiziali di dirigenti e massacri collettivi fanno parte di questa controffensiva su diversi fronti. In tanti avete condannato con giusta indignazione questa guerra contro il popolo indiano. Le masse che abitano delle zone in cui il movimento rivoluzionario si sviluppa accolgono con calore la solidarietà internazionale espressa da diversi partiti, organizzazioni e individui e dal proletariato di diversi paesi, dato che questo che è proprio il tipo di sostegno che si deve estendere a ogni autentico movimento popolare che affronti un simile attacco fascista. Apprezziamo molto il sostegno e la solidarietà e ribadiamo categoricamente che corrisponderemo lo stesso sostegno alle altre masse in lotta nelle diverse parti del mondo. Questo tipo di solidarietà infonde grande fiducia e sicurezza al popolo combattente che scopre di non essere solo nella sua lotta. Inoltre, esso mostra forte chiaro, ancora una volta, qual è il nemico comune che tutti noi abbiamo di fronte, e cioè l'imperialismo e tutti i reazionari. Questo serve a rafforzare lo spirito combattivo del popolo e contribuisce a far avanzare il movimento con più fermezza."
In Spagna, ora sotto il dominio del governo reazionario borghese guidato da Mariano Rajoy, lacchè del grande capitale e dell'imperialismo internazionale, i media al servizio della borghesia nascondono i progressi e le vittorie della guerra popolare in India e definiscono i combattenti "terroristi". Dobbiamo perciò portare a tutti quei proletari (quelli che hanno un lavoro come quelli che fanno parte dell'esercito dei disoccupati), donne, studenti, intellettuali progressisti, che in massa stanno scendendo per le strade di Madrid , Barcellona, Bilbao, Valencia, Siviglia e in molte altre città e cittadine per protestare contro le feroci conseguenze della crisi del capitalismo, la voce autentica della rivoluzione indiana e dei suoi combattenti, la voce del Partito Comunista dell'India (Maoista ), dell'Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione, dei comitati popolari rivoluzionari e delle altre organizzazioni rivoluzionarie di massa in India perché le conoscano e imparino dalla loro esperienza. Per questo siamo qui. Nessun internazionalista proletario può essere indifferente allo sviluppo della rivoluzione in India.

Che le rosse fiamme della guerra popolare in India, diffondano la loro scintille da Oriente aOccidente!

Viva la guerra popolare in India!

Viva il Partito Comunista dell'India (Maoista)!

Viva l’internazionalismo proletario!

Saluti rossi ! Salaam Lal!

GRAN MARCHA HACIA EL COMUNISMO
Amburgo, 24 novembre 2012

pc 7 dicembre - Verona 7 dicembre. Sentenza per i poliziotti picchiatori

Un caso di ordinario pestaggio poliziesco contro i tifosi del Brescia, che ha provocato il ferimento gravissimo del giovane Paolo Scaroni. Venerdì 7 dicembre 2012 si svolgerà a Verona probabilmente l’ultima udienza del processo contro Luca Iodice, Antonio Tota, Massimo Coppola, Michele Granieri, Bartolomeo Nemolato, Ivano Pangione, Vladimiro Rulli e Giuseppe Valente, otto celerini del VII Reparto Mobile di Bologna accusati di lesioni gravissime per il pestaggio di Paolo Scaroni, ultras del gruppo Curva Nord Brescia 1911 avvenuto il 24 settembre 2005 al termine della partita Verona-Brescia [leggi intervista a Paolo]. Nel nostro piccolo intendiamo rilanciare l’appello alla partecipazione al processo e sostenere con forza la battaglia per l’introduzione del reato di tortura e del codice identificativo per gli agenti delle forze dell’ordine di cui anche gli Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord, si sono fatti portavoce. Una battaglia di civiltà questa, che avanza inesorabilmente e a cui tanto hanno contribuito il coraggio e la determinazione dei familiari dei “morti di Stato”, come anche alcune sentenze quali quella sull’omicidio di Federico Aldrovandi e soprattutto quella sulla “macelleria messicana” di Genova, che pur non ponendo fine ai depistaggi e pur non arrivando ancora a consegnare i colpevoli a una giustizia degna di questo nome, hanno almeno assegnato a quei tragici eventi il loro vero nome. Una battaglia cui tanto contribuisce pure il variegato movimento di quanti, dai licenziati ai precari fino agli studenti e ai no tav, si oppongono e resistono agli effetti più devastanti di una crisi, che vorrebbero imporci a suon di manganelli e lacrimogeni. Dal resoconto degli Ultras Brescia 1911 - Ex Curva Nord sull’iniziativa “Trieste: Per non dimenticare” …Purtroppo, nessuno restituirà la vita a Stefano Furlan, a Gabriele Sandri, a Federico Aldrovandi, a Stefano Cucchi, e a tanti altri ragazzi uccisi dalla mano violenta e irresponsabile dello Stato; come del resto nessun risarcimento potrà guarire le devastanti ferite procurate a Paolo e alla sua famiglia. Ma c’è una cosa che tutti potrebbero/dovrebbero fare: non dimenticare (o meglio, impegnarsi nel ricordare) e - soprattutto - battersi affinché quanto successo a questi ragazzi innocenti non resti un sacrificio inutile e non accada mai più a nessun altro. E per far sì che questo si avveri, bisogna impegnarsi in una battaglia civile e di coscienza; quella per l’introduzione in Italia dei numeri di identificazione (per tutte le Forze dell’Ordine, senza distinzione) e del reato di tortura, come richiesto più volte dalle convenzioni internazionali. Come diciamo spesso, se i rappresentanti delle Forze dell’Ordine presenti a Verona Porta Nuova il 24 settembre 2005 avessero avuto un numero di riconoscimento, non si sarebbero visti gesti così vili e brutali, oltretutto indegni per la divisa da loro indossata (d’altro canto, chi quel giorno si è comportato correttamente, sarebbe stato tutelato ulteriormente). Se la vicenda di Paolo ci ha insegnato qualcosa, infatti, è proprio questo. Ora, il 7 dicembre 2012 (altra data che potrebbe passare alla storia), gli otto poliziotti rinviati a giudizio saranno ascoltati -e probabilmente giudicati- per quanto accaduto a Paolo quel giorno. Otto poliziotti, un intero nucleo del VII reparto celere di Bologna posto sotto accusa; un precedente enorme per quanto riguarda il mondo Ultras, un’inezia se si considera che i celerini “disposti” a pestare i mille e oltre tifosi del Brescia in trasferta a Verona quel giorno erano molti di più. Una sentenza che tutti aspettano con impazienza, anche perché da questo verdetto potrebbe dipendere il futuro non solo di Paolo, ma anche di molti di noi…. Sciogliere il VII Reparto mobile di Bologna! Il pestaggio di Paolo Scaroni è solo uno dei tanti crimini di cui si è reso responsabile il VII Reparto mobile di Bologna [leggi il dossier]. Dai pestaggi dei nomadi a quelli degli studenti a Bologna.. E’ davvero solo un lungo e sorprendente elenco di casualità? Si indaga talvolta sui singoli, mai sulla catena di comando, nonostante basti davvero poco per capire che non si tratta solo di estirpare mele marce. Di che coperture altolocate gode il VII Reparto Mobile di Bologna? Chi ne garantisce l’impunità e perché? Perché oggi un assordante silenzio stampa circonda il processo da poco aperto a carico del vicequestore della Polizia di Stato Luca Cinti, ex dirigente del VII Reparto mobile di Bologna, che sotto la sua direzione il 20 luglio 2011 caricò a Genova i manifestanti pacifici riuniti in piazza Manin e arrestò due ragazzi spagnoli accusandoli di resistenza? Anche nel processo a Paolo sono imputati solo dei celerini, nessun dirigente, nonostante almeno uno di questi fosse stato riconosciuto da testimoni come colui che impartiva gli ordini durante il pestaggio. E' ora di alzare il velo su quanto si finge di non vedere. Il VII Reparto mobile deve essere sciolt

pc 7 dicembre - nuova grossa giornata di lotta Studenti in piazza, contro Monti e l’austerità.

alcune cronache da contropiano Nuova giornata di mobilitazione degli studenti in tutta Italia. Contro i tagli all'istruzione e il furto di futuro. Cortei selvaggi, occupazioni e uova contro banche e sindacati gialli.
14.00 - Al grido di "Noi non moriremo precari", il corteo degli studenti, partito questa mattina da piazzale Aldo Moro, ha fatto ritorno davanti all'ingresso dell'Università La Sapienza di Roma, dove si è sciolto. Diverse le azioni simboliche messe in atto dai manifestanti per protestare contro le politiche di austerità, sul lavoro e sulla scuola del Governo Monti. In particolare, a La Rinascente di piazza Fiume, "simbolo degli acquisti di lusso del Natale", di cui hanno bloccato per alcuni minuti gli ingressi. Quindi é stata presa di mira, con lancio di uova e vernice colorata, una filiale della banca Unicredit, "che raccoglie tutti i soldi delle nostre tasse universitarie". Infine, uova e monetine sono state lanciate davanti all'ingresso del ministero delle'Economia e delle Finanze. Poi il corteo é proseguito tranquillo per far ritorno al piazzale antistante l'universita'. 13.30 - Un gruppo di studenti dell'Universita' Roma Tre e di lavoratori precari ha occupato uno stabile in via Ostiense 124 a Roma, per farne "uno studentato e la casa dei precari". I giovani sono entrati nell'edificio da anni in degrado, si sono chiusi dentro sbarrando il cancello con delle catene e hanno srotolato dalle finestre un grande striscione: "Ex Acea occupato". "La nostra risposta allo spauracchio della crisi e' la riappropriazione, concreta e non solo enunciata - sostengono gli studenti -. Noi abbiamo smesso di credere alle chiacchiere, alle promesse, alle elezioni gia' da tanto tempo e oggi ci riprendiamo una casa, un pezzo di reddito, un pezzo di vita". L'occupazione si inserisce in una giornata di sciopero e di mobilitazione studentesca - spiegano - che vuole andare nella direzione di uno sciopero generale; prossimo appuntamento venerdi' 7 per un'assemblea a cui sono invitati tutti gli studenti. 13.10 - Hanno lanciato monetine per terra, dopo aver scagliato uova contro i portoni d'ingresso: questa la protesta inscenata dagli studenti di Roma davanti al ministero dell'Economia e delle Finanze. Sotto gli occhi degli agenti della Guardia di Finanza in tenuta antisommossa, i manifestanti hanno acceso diversi fumogeni al grido "vergogna, vergogna", cui é seguito il simbolico lancio di spiccioli sul selciato. Il corteo prosegue ora in via XX Settembre. 13.05 - Alcuni degli studenti che dopo il corteo nel centro di Torino avevano raggiunto la Mole antoneliana, sono entrati all'interno e hanno raggiunto la vetta del monumento. Dalla balconata sotto la guglia della mole hanno srotolato uno striscione con scritto "Vogliamo il pane ma anche le rose". Frase che evoca un film di Ken Loach, che pochi giorni fa ha rifiutato un premio al Festival del cinema di Torino in solidarietà dei lavoratori precari della Rear dell'Usb, e riprende il motto usato nel 1912 dalle operaie del Massachusetts in sciopero, che avevano trasformato in slogan una frase di Rosa Luxemburg, marxista e rivoluzionaria tedesca. Molti altri studenti sono rimasti sotto il monumento a protestare, alcuni occupando simbolicamente il giardino e la scalinata davanti all'ingresso sulla cui balconata avevano esposto alcuni striscioni. La manifestazione si é poi conclusa senza incidenti. 13.00 - A Palermo migliaia di studenti e anche alcuni lavoratori e disoccupati stanno bloccando la circonvallazione e l'ingresso dell'autostrada. 12.35 - Momenti di tensione oggi a Genova, dove si sono incrociati due distinti cortei, uno dei lavoratori edili organizzato da Cgil-Cisl-Uil, l'altro degli studenti. Quando gli studenti hanno incrociato gli edili, dal loro corteo si sono levati slogan contro le grandi opere, chieste invece dagli edili. Le forze dell'ordine hanno evitato il contatto tra i due cortei. Gli edili hanno poi raggiunto il palazzo del Comune, dove una delegazione si e' incontrata col sindaco, Marco Doria. Traffico in tilt. (Ansa) 12.30 - il corteo a Torino termina a Palazzo Nuovo! Il prossimo appuntamento è al rettorato oggi pomeriggio alle ore 16: è prevista una contestazione nei confronti di Trichet.(Infoaut) 12.20 - Assemblea degli studenti delle scuole superiori di Roma nell'arena del cinema Nuovo Sacher, a Trastevere. I giovani che stavano sfilando in corteo provenienti da Lungotevere sono entrati nello spazio privato per "occuparlo temporaneamente". "L'edificio qui accanto e dei Monopoli di Stato ed é abbandonato - spiega dal microfono Matteo - abbiamo tentato di occuparlo quattro anni fa, ma ce lo hanno impedito: quattro minorenni furono portati al Commissariato. Vogliamo riappropriarci degli spazi cittadini". Dopo la breve e simbolica occupazione il corteo è ripreso ed attualmente gli studenti si stanno concentrando sotto la sede del Ministero dell'Istruzione in Viale Trastevere. 12.15 - in una via delle Moline attraversata da un grosso corteo, Bologna rilancia la solidarietà ai movimenti globali in lotta contro la crisi: la piazza ricorda Alexis nel giorno del quarto anniversario del suo omicidio e reclama la liberazione degli attivisti del movimento No tav. La manifestazione di Palermo si è divisa in due spezzoni per rendere ancora più efficace il blocco del traffico. (Infoaut) 3471 10151959193593912 534521522 n Torino 12.10 - E' terminata dopo circa mezz'ora l'occupazione dei binari della stazione ferroviaria di Pisa da parte di studenti, precari e attivisti dei centri sociali. Una volta lasciata la stazione, i manifestanti hanno raggiunto un ex cinema di proprietà del Gruppo Cecchi Gori e sfitto da anni, dove hanno forzato i cancelli e hanno occupato l'immobile. Precari, studenti e disoccupati che si riconoscono nel movimento 'Occupy Pisa' annunciano che resteranno all'interno dell'immobile fino a domenica. Domani nell'ex cinema si terrà un'assemblea del movimento, ha spiegato uno dei promotori dell'occupazione, ''per decidere le prossime forme di lotta per quello che noi definiamo lo sciopero sociale generale''. ''Quello di oggi - ha concluso - é il quinto corteo dall'inizio dell'anno e serve a ribadire il nostro no alle scelte dei governi europei che non danno prospettive ai giovani di oggi che saranno i disoccupati di domani''. In mattinata i manifestanti hanno anche abbattuto il cancello di accesso al palazzo dove ha sede l'ufficio scolastico provinciale e ci sono stati alcuni tafferugli con i poliziotti schierati a protezione dell'edificio. 559815 500825109957721 546165413 n 12.05 - Bloccato il corteo da polizia e carabinieri a Brescia. Le forze dell'ordine vogliono impedire che questo raggiunga il provveditorato: si registra una forte tensione. A Palermo la manifestazione sta proseguendo in modo non autorizzato verso l'imbocco dell'autostrada. A Roma gli universitari partiti da piazzale Aldo Moro si trovano in questo momento davanti alla sede nazionale delle ferrovie dello stato: vengono intonati cori No tav mentre altre 500 persone si dirigono verso Piazza Fiume. (Infoaut) 12.00 - Durante il corteo degli studenti organizzato sono state lanciate uova e qualche pietra contro il portone d'entrata della sede della Cisl di via Milazzo. La zona era presidiata dalle forze dell'ordine in tenuta anti sommossa, visti i precedenti dello scorso 14 novembre, durante la manifestazione contro la crisi economica, dove ci fu anche un'invasione da parte dei giovani nell'ingresso della sede della Cisl. 11.55 - Blitz degli studenti alla Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino e sede del Museo Nazionale del Cinema. Un gruppetto di studenti ha scavalcato i cancelli e, salendo dal basamento, ha appeso lo striscione con la scritta 'Scegliamo l'Europa delle lotte. Strike again'. Portata sul monumento anche una bandiera no Tav. Sul marciapiede davanti alla Mole altri manifestanti hanno srotolato uno striscione verde con la scritta in nero 'Siamo la generazione che non si arrende'. 11.50 - A Brescia gli studenti sono passati di fronte alla facoltà di Ingegneria raccogliendo uno spezzone di studenti universitari. La manifestazome prosegue verso il provveditorato, non prima di fermarsi però sotto la sede dell'ALER, blindata dalle forze dell'ordine. Occupato a Pisa l'ex-cinema Ariston: nel fine settimana ospiterà feste ed iniziative sociali per il quinto compleanno di Prendocasa. A Torino invece il corteo autonomo occupa la Mole Antonelliana! (Infoaut) 264959 535444873140270 1190186203 n 11.40 - Dal tetto della sede dell'Unicredit di Bologna, invasa dagli studenti, è stato calato uno striscione lungo 15 metri che recita: "In alto le lotte. No all'austerità". Nel piazzale antistante l'istituto bancario alcuni plotoni di polizia in assetto antisommossa hanno realizzato una prima carica ma gli studenti hanno resistito. 11.40 - La stazione centrale di Pisa é stata occupata dagli studenti che l'hanno raggiunta in corteo. Alcune centinaia i partecipanti alla manifestazione contro la gestione autoritaria e antipopolare della crisi e in difesa della scuola pubblica. Prima di arrivare alla stazione il corteo ha attraversato il centro, sostando davanti al palazzo in cui ha sede l'ufficio scolastico provinciale. Un gruppo di studenti é riuscito a salire ai piani superiori e ad esporre uno striscione. 11.35 - E' partito poco fa da Piazzale Aldo Moro, ingresso dell'universita' La Sapienza di Roma, il corteo non autorizzato degli studenti universitari. Un corteo non autorizzato dalla Questura, come era accaduto già nei precedenti appuntamenti. 68468 299437746839805 1181902167 n Manifestazione a Empoli 11.35 - ''Ce n'est qu'un debut. Continuons le combat''. Citano il maggio francese, le proteste del '68 partite dalla Sorbona, gli studenti della Capitale pronti a sfilare a Roma questa mattina per protestare contro austerity e tagli del governo, con due cortei, e questo slogan. (...) A piazzale Aldo Moro, sulle colonne all'ingresso dell'Università, gli studenti hanno esposto uno striscione con la scritta 'Scuola e Universita' fuori dal mercato. La vostra meritocrazia é austerità e precariato'. (Ansa) 11.30 - Bologna: invasa la sede centrale dell'Unicredit in Via del Lavoro. A Torino il corteo con gli scudi del Book Block sta entrando in Piazza Castello, dove è confluita la manifestazione sindacale della FIOM: 3000 persone ed altissima partecipazione con delegazioni provenienti da tutto il Piemonte denunciano l'attacco padronale ai diritti dei lavoratori. (Infoaut) Schermata del 2012-12-06 132438 Gli studenti a Bologna 11.25 - Il corteo degli studenti, che a Torino si é accodato a quello della Fiom Cgil, arrivato davanti alla sede del Miur ha lanciato delle uova contro la facciata e acceso alcuni fumogeni prima di proseguire. Slogan contro Monti, Profumo, Fassino e Cota. Gli studenti protestano contro l'austerità e contro i tagli alla scuola. 11.20 - E' saltato il corteo indetto a Roma, da piazza Mazzini a Piazza Risorgimento, dal cosiddetto Movimento Studentesco Nazionale, sigla utilizzata da alcuni movimenti dell'estrema destra. 11.15 - Rabbia e determinazione palpabili a Palermo: una fiumana di gente prosegue intasando il centro. I diversi spezzoni delle scuole in agitazione si ricongiungono al serpentone dopo aver messo in atto blocchi diffusi: lo striscione d'apertura non lascia spazio a dubbi sulle intenzioni della piazza "Blocchiamo tutto! Fuck Austerity!". A Bologna il corteo si fa selvaggio e svolta su via Stalingrado al grido di "Indovina dove andiamo, indovina dove andiamo?".Sventolano bandiere NoTav e palestinesi. Sono presenti numerosi striscioni contro il DDL Aprea ed a un sostegno delle lotte egiziane degli ultimi giorni. (Infoaut) Schermata del 2012-12-06 133522 Palermo 11.05 - "Oggi ancora una volta migliaia di studenti in piazza. grazie agli Studenti Autorganizzati Campani, al Coordinamento Studenti Flegrei e agli altri collettivi che cercano di tenere aperta una speranza. perché lottano, a fatica e quasi da soli, per far sentire la loro voce in un paese e in un'Europa che ha già deciso quanto precario e misero sarà il loro futuro, perché si ribellano alla chiusura degli orizzonti e lontano ci indicano il sole!" (Cau Napoli) napoli6d Napoli 11.00 - Lanci di uova e fumogeni contro la sede dell'Ufficio scolastico regionale in via Pietro Micca a Torino da parte di alcuni manifestanti. 11.00 - Al grido di "Fiducia nello stato non ne abbiamo, il futuro è nostro e ce lo riprendiamo" i 1500 studenti medi di Roma, partiti da Piramide ed in questo momento su Viale Aventino, puntano verso il Circo Massimo. Si ingrossano le fila del corteo a Modena dopo gli scontri davanti alla sede di Confindustria: 300 studenti stanno sfilando per le vie del centro cittadino. "Verso un altro palazzo del potere!" annuncia una voce dall'impianto del camion. (Infoaut) 10.55 - Dietro lo striscione 'No solution! Global revolution!' il corteo degli studenti romani 'autorganizzati' e' partito da piazzale Ostiense diretto al Circo Massimo. Niente bandiere, niente scudi e caschi, ma solo secchi di colla e spazzoloni per "tappezzare Roma di tazebau": gli studenti hanno preparato tanti manifestati con citazioni di scrittori, poeti, cantanti, da Brecht a Orwell a De Andre' e Caparezza da affiggere lungo il percorso: "vogliamo lasciare un segno evidente del corteo - spiega Marco - con citazioni culturali per ricordare che la scuola pubblica non deve essere smantellata e perche' la cultura e' la nostra forza". "Vogliamo ribadire che scendiamo in piazza non solo come studenti ma come giovani cittadini - afferma Matteo - questo e' il significato del nostro striscione: allarghiamo la protesta a politiche economiche che non ci piacciono". I ragazzi prendono le distanze anche dalla manifestazione della Fiom-Cgil: noi siamo autorganizzati e siamo contro da qualsiasi struttura verticistica", dice Annalisa. E infatti uno degli slogan gridati e' "studenti incazzati senza sindacati" e "ma quale Uds ma che rifondazione lotta dal basso autorganizzazione". (AGI) 10.50 - E' partito da piazza Arbarello a Torino il corteo degli studenti che protestano contro l'austerità e i tagli a senso unico. Per le vie della città stanno manifestando anche gli operai della Fiom, che ha indetto uno sciopero di otto ore. In testa al corteo degli studenti lo striscione: 'Scegliamo l'Europa delle lotte. Strike again'. 10.50 - E' partito da piazzale Ostiense a Roma il corteo degli studenti medi. 10.45 - Il corteo degli studenti medi di Bologna si incammina verso la zona universitaria per unirisi a quello partito dagli atenei. A Brescia il corteo sta attraversando la città, passando davanti a diverse scuole occupate, e si dirige in modo compatto verso il provveditorato. Forte presenza della Polizia. 10.40 - Lancio di uova contro la sede della Cisl di Bologna e dell'Emilia-Romagna. E' l'azione partita da uno dei cortei che sta attraversando le strade del capoluogo emiliano. 10.35 - A Palermo decine di istituti sono occupati o autogestiti da diversi giorni. Migliaia di ragazzi si sono mossi da piazza Politeama dietro lo striscione che dice "Blocchiamo tutto Day: fuck austerity". La mobilitazione si rivolge ancora contro il governo Monti. La protesta studentesca si e' saldata con lo sciopero dei metalmeccanici della Fiom Cgil, che sono pure scesi in piazza stamattina a Palermo con un altro corteo, partito da piazza Marina. Unirsi ai metalmeccanici, affermano gli studenti, é "una nuova occasione per generalizzare ed allargare il fronte della nostra lotta, connettendoci con altre realtà sociali che subiscono nella vita quotidiana il peso della crisi e delle politiche di austerità". 10.16: Gli studenti medi di Bologna passano davanti alla sede della CISL e la sanzionano, nonostante il cordone di carabineri posto a sua difesa. Anche a Palermo il corteo si sta muovendo da circa una decina di minuti. 10000 in piazza tra universitari e lavoratori. Obiettivo dichiarato della giornata è la paralisi completa di tutte le arterie stradali cittadine. (Infoaut) 10.12: Anche a Torino si sta radunando una folla di studenti e studentesse: tra loro anche i "No MUOS" contro l'installazione delle antenne militari USA in Sicilia. Nella capitale invece stanno cominciando i preparativi per la partenza al corteo: circa 1500 persone si sono ritrovate a Piramide dietro lo striscione "No solution, global revolution". (Infoaut) 10.03: A Brescia un numeroso corteo è partito da Piazza Garibaldi e si muove in direzione del provveditorato. Book Block in testa alla manifestazione:"questa è la nostra risposta" dice uno studente in piazza "alle cariche brutali messe in atto dalla polizia in occasione del #14N". (Infoaut) 09.56: Gli studenti e le studentesse a Pisa dopo le tensioni con i carabinieri riescono ed entrare nel palazzo della Provincia e ad appendere uno striscione. A Roma nel frattempo cominciano a riempirisi i concentramenti da Piramide e Piazzale Aldo Moro (Infoaut) 09.47: Il corteo degli studenti a Pisa sta assediando il palazzo della Provincia: tensione con i carabinieri. La piazza intona il coro "Faremo come a Livorno". (Infoaut) 09.38: Anche a Pisa le scuole superiori scendono in piazza per il #6D. Arrivati anche gli studenti e le studentesse da Livorno: partito il corteo al grido di "Noi la crisi non la paghiamo!". A Bologna nel frattempo stanno continuando i blocchi agli ingressi dell'università in via Zamboni: non sono pochi i professori che hanno mostrato la loro solidarietà. Dal megafono uno studente rilancia il corteo: partenza alle 10.30 da Piazza Verdi. (Infoaut) 09.16: Sotto le due torri gli studenti si stanno radunando per il corteo: punto di ritrovo è piazza Venti Settembre. Tra la folla spuntano striscioni in ricordo di Alexis Grigoropoulos, lo studente greco di quindici anni assassinato dalla polizia ad Atene il 6 dicembre del 2008. "Questa giornata di lotta" dicono dalla piazza "è anche per lui". (Infoaut) 09.00: A Bologna le mobilitazioni per il #6D sono cominciate già in prima mattinata. Gli studenti medi dell'istituto Rubbiani stanno bloccando i viali in attesa di quelli delle scuole Sabin e Serpieri che li stanno raggiungendo in piazza. Nel frattempo gli universitari hanno cominciato a picchettare gli ingressi delle principali facoltà in via Zamboni al grido di "Sciopero sociale!". La giornata si preannuncia intensa. (Infoaut) Centinaia di scuole occupate in tutta Italia, decine di contestazioni ai rappresentanti del governo Monti che nelle ultime settimane hanno portato fin dentro le inaugurazioni ufficiali dell'anno accademico la contrarietà degli studenti medi universitari a un taglio di 10 miliardi di euro di risorse e ad un sistema sempre più selettivo e escludente. Oggi in tutta Italia i network studenteschi hanno convocato manifestazioni in contemporanea con lo sciopero dei metalmeccanici convocato dalla Fiom-Cgil. Se i coordinamenti più moderati si limitano a esprimere la loro opposizione ai tagli quelli pià radicali esprimono una critica frontale al governo Monti, alla logica dei tagli e dell'austerity a senso unico. E invitano a scendere gli studenti in piazza nel segno dello slogna 'Riprendiamoci lo sciopero'.

pc 7 dicembre - Napoli movimento studentesco dopo le cariche a freddo del 5 dicembre al teatro san carlo.. la lotta continua !

6 dicembre: non un passo indietro! Continuiamo a lottare



Comunicato degli Studenti Autorganizzati Campani
Oggi, 6 Dicembre, noi studenti napoletani siamo scesi in piazza, ancora una volta, in corteo partendo da piazza del Gesù, dirigendoci al palazzo di Confindustria, per ribadire il nostro totale dissenso rispetto alle politiche scellerate e alle logiche di profitto che questi “signori dell’economia” (che nella nostra lingua si chiamano padroni) ci impongono; dicendo NO alla scuola azienda, NO alla macelleria sociale, NO alla repressione delle lotte, NO alla violenza sugli studenti e, al fianco dei lavoratori, NO all’accordo di produttività.
Noi studenti sappiamo bene chi è il nostro nemico: coloro che da decenni sfruttano il lavoro e che  oggi, forti del loro potere economico -per cui anche politico- intendono controllare e sfruttare anche ambiti sociali come le scuole, attraverso le aziendalizzazioni e la creazione di poli industriali all’interno delle stesse, sfruttando i tirocini, mascherati con la bugia dell’”esperienza lavorativa”. Per questo, il corteo degli studenti si è concluso in una contestazione di fronte Confindustria, seguita da un’assemblea pubblica, molto partecipata, nella stessa piazza dei Martiri con seguente lancio di uova, costringendo la celere a barricarsi nel palazzo. L’assemblea si è protratta a lungo, mostrando striscioni di solidarietà agli operai dell’Ilva laddove la logica del profitto ha definitivamente scavalcato il diritto alla salute.

In questa giornata, tra l’altro, abbiamo reso onore alla memoria del compagno greco Alexis, ammazzato, a soli quindici anni, dalla polizia greca durante un corteo, il 6 Dicembre 2008.

I NOSTRI DIRITTI CONTRO I VOSTRI PROFITTI!


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Gli attacchi di questo Governo procedono spediti come un treno ad alta velocità. Forse dovremmo imparare proprio dal movimento NOTAV il modo in cui ci si mette in gioco per poter ostacolare qualsiasi tipo di provvedimento che mette in pericolo le nostre vite in quanto studenti, lavoratori, disoccupati.
Che si tratti della TAV o del Governo Monti con l’assalto alle pensioni, il braccio di ferro sull’art 18, la santificazione dell’apprendistato, lo smantellamento dei servizi pubblici, così come della scuola e dell’università, pensiamo sia giunto il momento di partecipare in prima persona per determinare se non un deragliamento, almeno un’inversione di marcia!
Il 6 dicembre è un’occasione per poter dimostrare che non ne possiamo più di subire tutto questo e che anche se siamo studenti, è di estrema importanza scendere in piazza il giorno in cui l’attenzione sarà rivolta al mondo del lavoro. Prima di tutto siamo figli di lavoratori, magari in cassa integrazione, o “esodati”, o  magari con un contratto, ma obbligati a lavorare a testa bassa, anche nel momento in cui si verificano ingiustizie o gli propongono peggioramenti delle condizioni.  Magari siamo noi stessi studenti-lavoratori, obbligati a ritmi stressanti dentro l’università e anche al di fuori, in un pub o in un call center, per poi poterci pagare le tasse. Oppure, semplicemente, sappiamo che gli anni della formazione non sono altro che un periodo di transizione in cui è sempre più evidente che chi un domani ci sfrutterà sui posti di lavoro, tende a plasmare oggi, a proprio piacimento e secondo le esigenze del momento, una futura forza lavoro acefala e disciplinata.
Scendere in piazza in una giornata come questa vuol dire rafforzare le proprie rivendicazioni e insieme quelle di tutti quei lavoratori che si stanno mobilitando e sui cui marciano i sindacati confederali, anche quelli teoricamente di sinistra, accrescendo solo i propri interessi di bottega e depotenziando anche le lotte più vigorose. Basti pensare all’ultima manovrina della CGIL riguardo il dannosissimo “Accordo sulla produttività” che sancisce, nella pratica, un ritorno al cottimo. La Camusso ha deciso di non firmare: avrà mica pensato di fare, per una volta, gli interessi dei lavoratori rifiutando questo accordo? Guarda caso, no: ha posto come condizione all’approvazione, l’ammissione della Fiom al tavolo per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici.
Uscire da questa crisi, per noi, significa farla pagare a tutti quelli che continuano ad arricchirsi sulle nostre spalle, non solo aumentando le tasse o allontanandoci dalla pensione, ma anche approfittando di questi momenti per indebolirci, frammentarci e metterci gli uni contro gli altri e noi è a tutto questo che dobbiamo rispondere! 5 dicembre: cariche a freddo in scena al teatro San Carlo di Napoli Giovedì 06 Dicembre 2012 01:01 cau E-mail Stampa PDF contestazione-severino-profumo-napoli Stasera i “professori” al Governo ci hanno dato un’altra lezione di democrazia! Hanno pensato di farlo a Napoli, durante la prima della “Triavata” al teatro San Carlo. Presenti all'appello il Ministro dell'Istruzione Profumo, il ministro dell'Interno Cancellieri, quello della Giustizia Severino, dei Beni culturali Ornaghi, accompagnati dal Sindaco De Magistris e il presidente della Regione Caldoro. Un centinaio di studenti si è recato all'esterno del teatro per contestare le politiche adottate da questo Governo e la risposta è stata fulminea: spray urticante e cariche a freddo. Uno studente è stato colpito alla testa e per il trauma ha perso conoscenza per qualche minuto, un ragazzo che stava filmando è stato pestato sulle mani e la sua telecamera è andata distrutta. Come potevamo non far visita a dei signori che ogni giorno tramite giornali e televisioni hanno il coraggio di parlare di “sacrifici per tutti”, mentre riducono sempre e solo la possibilità di studenti, lavoratori e disoccupati di potersi garantire una vita dignitosa?! Che si guardi al mondo della formazione, al mondo del lavoro, ai servizi sociali, è chiaro come qualsiasi provvedimento sia preso a nostro discapito. Così come è sempre più evidente la volontà di restringere i cosiddetti “spazi democratici”: lo testimoniano episodi come quello di stasera, o come quello di Livorno, o giornate come quella del 14 novembre a Roma. Lo vediamo nei veri e propri teoremi utilizzati per colpire il movimento NO TAV, o nel “braccio di ferro” sull’articolo 18 volto ad annullare la possibilità di dissenso sui posti di lavoro. Dinnanzi a tutto questo non possiamo che rispondere in modo sempre più deciso, continuando a rafforzare i percorsi che ogni giorno portiamo avanti dentro e fuori le università, insieme agli studenti delle scuole superiori, insieme ai lavoratori, per essere in grado di non permettere a nessuno di deturpare i nostri diritti per i loro profitti! Già da domani saremo in piazza durante la giornata di sciopero generale! Che i sacrifici li facciano i padroni! Ultimo aggiornamento ( Giovedì 06 Dicembre 2012 01:25 )

giovedì 6 dicembre 2012

pc 6 dicembre - L'abbiamo già detto e lo ribadiamo: SONO MODERNI FASCISTI!


Nazismo, governo italiano contro gli ex deportati: “No al risarcimento”
Nessun indenizzo. A volerlo non è il governo tedesco, ma la Presidenza del Consiglio dei ministri. Che ha chiesto alla Corte di Cassazione di non accogliere il ricorso presentato a Torino da 173 persone, o loro eredi, trascinate a forza nei campi di lavoro e di sterminio in Germania fra il 1943 e il 1945, durante la seconda guerra mondiale
Nessun risarcimento per i deportati nel lager nazisti. A volerlo non è il governo tedesco, ma la Presidenza del Consiglio dei ministri. Che ha chiesto alla Corte di Cassazione di non accogliere il ricorso presentato a Torino da 173 persone, o loro eredi, trascinate a forza nei campi di lavoro e di sterminio in Germania fra il 1943 e il 1945, durante la seconda guerra mondiale. I ricorrenti chiedono di essere indennizzati tra gli altri anche dalla Repubblica federale tedesca.
L’Italia, fra l’altro, ha chiesto alla Cassazione di non rispettare una sua precedente pronuncia con la quale aveva sancito che la Germania, pur essendo uno Stato sovrano, “non ha il diritto di essere riconosciuta immune dalla giurisdizione civile del giudice italiano”: viene infatti citata, a questo proposito, una decisione della Corte europea dell’Aja del 3 febbraio. I giudici avevano accolto il ricorso di Berlino contro l’Italia e bloccato le indennità per le vittime dei crimini nazisti. Secondo quel verdetto l’Italia “ha mancato di riconoscere l’immunità riconosciuta, dal diritto internazionale, a un altro stato sovrano come la Germania“. La Corte aveva accolto tutti i punti di ricorso presentati dallo stato tedesco che accusava l’Italia e il suo sistema giudiziario di “venire meno ai suoi obblighi di rispetto nei confronti dell’immunità di uno stato sovrano come la Germania in virtù del diritto internazionale”. L’Aja aveva poi concordato con la richiesta di Berlino di “ordinare all’Italia di prendere tutte le misure necessarie” affinché le decisioni della giustizia italiana che contravvengono alla sua immunità siano prive d’effetto e che i suoi tribunali non pronunzino più sentenze su simili casi”. Per i ricorrenti però la stessa Corte, in composizione diversa, il 12 luglio successivo, si era dichiarata incompetente a decidere sulla questione, che resta quindi, a loro giudizio, di pertinenza della magistratura italiana.
‘La Corte di Cassazione aveva acceso una luce, il Governo la spegne – riflette l’avvocato Luca Procacci, legale dei 173 ex deportati – L’Italia vuole che la Cassazione sconfessi il giudizio della Cassazione in forza di una pronuncia della Corte dell’Aja. Significa che la certezza del diritto è minata da interessi sovranazionali”. L’avvocato conferma che, all’udienza in Cassazione, produrrà una nuova pronuncia della Corte europea dell’Aja, affermando che torna a favore dei ricorrenti. 


pc 6 dicembre - Iniziativa che condividiamo e che svela la collusione dell'imperialismo italiano con quello indiano



Marò detenuti in India, lite in strada
Spintoni e sputi durante un'iniziativa
Due ragazzi hanno staccato le coccarde gialle in solidarietà con i marò, poi la rissa
MILANO - Spintoni e sputi a Milano durante un'iniziativa organizzata in corso Buenos Aires per la liberazione dei marò italiani ancora detenuti in India. Tre donne e un uomo sono venuti alle mani litigando a causa della divergenza di opinioni sulla questione. Sul posto è intervenuta anche un'ambulanza per medicare le lievi escoriazioni riportate dalle due donne. Tutto sarebbe nato per delle coccarde gialle (colore della mobilitazione per i militari) attaccate da un signore all'ingresso di alcuni negozi della zona. Due giovani, un ragazzo e una ragazza, avrebbero iniziato a staccarle e a inveire contro il volontario chiamandolo 'fascistà, attirando in questo modo l'attenzione di due donne poco lontane. Le due sono intervenute chiedendo il motivo di tanta insofferenza nei confronti dell'iniziativa. Sono volate offese e sputi e qualche metro dopo dalle parole i tre sono passati alle vie di fatto, con spinte e pugni. L'uomo avrebbe anche morso una delle due donne.
Redazione Milano online 6 dicembre 2012 | 17:06© RIPRODUZIONE RISERVATA

pc 6 dicembre - a 5 anni dalla strage della Thyssen krupp ....non gradita questa "signora"...

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Thyssen, Camusso: "I sette operai morti
siano monito per tutti"
A cinque anni dalla tragedia

Il segretario generale della Cgil ricorda i sette operai che persero la vita cinque anni fa all'interno dello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino. "Siamo confortati dall'operato della magistratura". Corteo pacifico a Torino e cerimonia al cimitero
Torino, 6 dicembre 2012 - “Sono passati cinque anni dal gravissimo incidente che causò la morte di sette operai dello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino. Il loro ricordo, le condizioni di lavoro e lo stato di insicurezza in cui persero la vita devono essere un severo monito per tutti”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a cinque anni dall’incendio che causò la morte di sette operai dello stabilimento siderurgico.  “In questo siamo confortati - sottolinea Camusso - dall’operato della magistratura che ha severamente e coraggiosamente sanzionato i comportamenti dell’azienda con una storica sentenza”. “Li ricordiamo ancor più oggi -prosegue la leader della Cgil - dopo l’incidente costato la vita a un lavoratore a Taranto e ai gravi problemi ambientali e di salute che quello stabilimento dell’Ilva ha prodotto e produce nella città pugliese”. “Oggi più che mai - conclude Camusso - dobbiamo essere consapevoli che nessuna ragione economica può mettere in secondo piano la sicurezza, l’ambiente e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori. Alle loro famiglie e ai loro compagni di lavoro rinnoviamo in questa ricorrenza la nostra solidarietà e la nostra vicinanza”. UN CORTEO A TORINO - A Torino un corteo pacifico degli operai ha sfilato tra Porta Susa e Piazza Castello. Oggi, come ha ricordato Federico Bellono, della Fiom Cgil torinese, “per Torino è una data particolare, si commemora il rogo della Thyssen dove persero la vita 7 operai”. “Son passati anni da quel tragico 6 dicembre, ma non sembrano essere cambiate molto le cose”, ha ricordato Bellono dal palco di Piazza Castello dove si è concluso il corteo delle tute blu. LA COMMEMORAZIONE E IL PROCESSO -  A cinque anni esatti dal giorno in cui il fuoco si portò via le vite di sette operai che stavano lavorando nello stabilimento Thyssenkrupp di Torino parla l'accusa nel processo di secondo grado contro i sei imputati condannati dalla Corte d'assise di Torino lo scorso 15 aprile. Intanto al cimitero monumentale si è tenuta una cerimonia di commemorazione delle vittime. Una corona è stata deposta in ricordo dei sette operai.

pc 6 dicembre - importante assemblea della rete nazionale sulla sicurezza sul lavoro a taranto il 7 dicembre

A Taranto 7 dicembre - dalle 14 alle 19  - Biblioteca comunale- piazzale bestat, si tiene una importante assemblea nazionale promossa dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro. Essa viene dalla riunione nazionale della Rete tenutasi a Roma il 6 ottobre che ha deciso un convegno nazionale a Taranto per gli inizi di dicembre; poi tenendo conto della situazione si è deciso di usare la forma dell'assemblea, per evitare relazioni lunghe e tecniche da convegno e immettersi nel calore dello scontro in corso a Taranto, confrontandosi con quei settori delle masse che in fabbrica e in città stanno contrastando Riva e il governo dei padroni, ci saranno rappresentanti di operai ilva, della lega ambiente, militanti politici di sinistra da sempre attivi nella fabbrica e città, attivisti sindacali di base, donne, disoccupati..
All'assemblea sono stati invitati tutti a livello nazionale come a livello locale.
Nessuno può dire di non essere stato invitato a portare il suo libero contributo di analisi e proposta in un piano assolutamente paritario.
Sappiamo bene che non è facile venire a Taranto in quattro e quattrotto, nè a Taranto vincere un radicato settarismo e autoreferenzialità; sappiamo che ci sono importanti e significative scadenze di iniziative e lotte in tutta Italia e quindi non abbiamo mai sperato a una assemblea di centinaia di persone e realtà come ci vorrebbe sicuramente nella attuale situazione a Taranto, ma ad una assemblea di compagni e compagne che  vogliono fare di più e meglio all'Ilva e Taranto, come sull'ilva e su Taranto e su tutte le questioni nazionali.
Ma quella della Rete è una occasione che comunque non andrà sprecata, ci fossero 100 o 30 compagni.
Tutte le realtà attive della rete del nord con un rappresentante ciascuno saranno presenti e porteranno il contributo non solo alla questione Ilva, ma alle altre grandi questioni nelle fabbriche e sul territorio.

La ripresa del processo Thyssenkrupp a Torino a 5 anni dalla strage e a meno di due dalla sentenza che ha condannato i padroni assassini. Tutti sanno o dovrebbero sapere che la Rete è stata attiva e decisiva in questa vicenda e che ha realizzato con il concorso di operai Thissenkrupp e realtà varie a Torino e alivello nazionale la più grossa manifestazione nazionale politica e sociale finora sulla questione o e lo ha fatto senza il benchè minimo spirito settario e di parte; così è dalla Rete che si possano avere la cronaca estremamente interessante da un punto di vista dell'informazione di classe di tutte le udienze di questo processo; così come il fatto che è la Rete  che ha realizzato il gemellaggio tra THYSSENKRUPP e ILVA di Padron Riva con una manifestazione dopo quella di Torino a Taranto il 18 aprile 2009, che ha aperto e anticipato la battaglia ora in corso all'ilva e a Taranto. E questo quando tanti erano in tutt'altre faccende faccendate, stabilendo quel legame di sangue delle morti operai per i profitti, ma anche di sangue di classe, di guerra di classe intransigente ai padroni assassini, anche Riva e famiglia sono da condannare per omicidio volontario- come i padroni della Thyssenkrupp - per la quale la rete lavora al di là di sigle sindacali e politiche.
E' quindi nell'assemblea nazionale della Rete a  Taranto che questo legame sarà rinnovato per la nuova fase di iniziative da Taranto come a Torino
Anche l'altro grande processo di Torino, il processo Eternit e le sue vicende e condanne, torneranno a vivere a Taranto nel legame annunciato e richiesto daì lavoratori coscienti e cittadini di Taranto che diceono ETERNIT come ILVA per quando riguarda la condanna dei padroni, ma anche per la massiccia presenza di operai, familiari e cittadini colpiti e risarciti che a Taranto occorrerà realizzare quando si arriverà ai processi - ripresa del processo Eternit che avviene mentre si è appena celebrata una altra inutile conferenza nazionale governativa sull'amianto, della quale  nell'assemblea si analizzerà e valorizzerà l'opposizione.
Da Bergamo si analizzerà la battaglia per la sicurezza in fabbrica in un'altra grande fabbrica siderurgica
la Dalmine e altre fabbriche bergamasche dove più volte alla denuncia si è unita la lotta e la vertenza che ha portato risultati concreti ai lavaoratori, dimostrando che questa battaglia si fa con gli operai in fabbrica e gli operai in fabbrica possono condurla e dobbiamo far si che la questione Ilva diventi la questione più generale delle fabbriche siderurgiche che ovunque sono fattore di danni alla salute degli operai, anche quando non portano a situazioni drammatiche come l'Ilva di taranto e all'interno di esse e contro i padroni esse, bisogna organizzarsi  per unire le forze su questo terreno specifico, ma importante.
 Da Milano e Lombardia arriva a Taranto la battaglia dell'Eureco di pderno dugnano,  , pienamente in corso dei cittadinicontrol'amianto di cremona, dell'ARVEDI, della sanità, delle scuolenon in sicurezza.
 Da Marghera, una storia che ha anticipato per molti aspetti Taranto, di problemi di coniugazione di salaute e ambiente, ma anche la quotidiana guerra di lotte e vertenze dei settori precari e sfruttati spesso di immigrati in fabbrica o nel trasporto che molte volte hanno al centro la sicurezza negata e la salute dei lavoratori.
All'assemblea - oltre che lo slai cobas per il sindacato di classe che della rete è stato sempre promozione e anima con spirito e disinteresse assoluto  - ci sarà USI nazionale e romana da sempre impegnati con lotta e struttura nella rete e sul territorio con un contributo attivo e crescente, anche importante contro l'azione del governo che con i suoi decreti - vedi quello sulle semplificazioni - peggiora costantemente la sicurezza in fabbrica e sul territorio, ben oltre che l'ILVA
Altre vicende saranno poi affrontate nell'assemblea, come quella di Napoli dove da tempo si vuole lottare sul terreno della sicurezza in fabbrica e l'inquinamento su posizioni di classe e in maniera sistematica, ma dove ancora nonostante le forze disponibili e attive non si riesce a dare linea di massa e continuità a questa battaglia sia sui posti di lavoro, ma anche nelle università e sul territorio
Molfetta e la sua strage targata ENI, a cui finora l'ENI è scampata; Marlane di Praia a Mare che meriterebbe di essere messa in rete come questione esemplare e battaglia esemplare già in corso non solo in Tribunale ma anche sul territorio.Altre vicende ancora di cui si parla poco o non si parla affatto ancora come la Solvay in Toscana e la Goodyear nel Lazio dove l'azienda è difesa contro gli operai dal ministro della giustizia Severino.
Quindi la Sicilia con la sua taranto Gela, dei cantieri navali, della strage di Mineo, vicendo portate all'assemblea dai compagni di Palermo che non hanno mai cessato un minuto di denunciare e lottare anche da soli su tutto questo . Numerosi hanno inviato messaggi e documenti - le prime due ore saranno dedicati a questo per cominciare pienamente alle 16 l'assemblea.
Quindi una assemblea per l'Iva e sull'ilva, ma dove l'Ilva è parte di un tutto o, è parte di una rete necessaria, formale o informale che sia, di una battaglia di classe e di civiltà nazionale per una rivoluzione politica e sociale che affermi  il primatodella vita e della condizione operaia e proletaria sul profitto come dice il documento costitutivo del 26 ottobre 2007 della Rete
Una assemblea quindi di lavoro e lotta, intensa senza settarismi e fronzoli, con poche parole e scritti necessari e molti fatti prodotti e da produrre

RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO
bastamortesullavoro@gmail.com
info 347-5301704   347-1102638
6 dicembre 2012

pc 6 dicembre - speciale - Conferenza Internazionale di Amburgo: intervento del Partito Comunista maoista - Italia


Intervento del PCm Italia alla Conferenza Internazionale di Amburgo

A nome del PCm Italia portiamo il nostro saluto militante a questa Conferenza Internazionale a sostegno della guerra popolare in India.
La forza della Conferenza arriva ai nostri compagni indiani, ai suoi combattenti, alle masse in armi da essi diretti.
L'internazionalismo proletario – dice Lenin – è fare la rivoluzione nel nostro paese e sostenere lo stesso tipo di rivoluzione in tutti gli altri paesi del mondo.
Quella in corso in India è una rivoluzione dello stesso tipo che vogliamo fare in un paese imperialista come l'Italia, nei paesi imperialisti in genere, quella basata sulla guerra rivoluzionaria che veda i proletari e le masse come protagonisti, quella che si batte per un mondo senza imperialismo e insieme per il socialismo e il comunismo.
Il nostro partito considera la campagna di sostegno alla gp come parte essenziale del lavoro rivoluzionario dei comunisti. I nostri militanti, i proletari avanzati nel nostro paese, i giovani ribelli, le donne rivoluzionarie vanno educati a vivere in sintonia con le guerre popolari, esperienze avanzate e punto di riferimento delle lotta antimperialista nel mondo. Lo facciamo da sempre con la guerra popolare in Perù, con la guerra popolare in Nepal nei suoi dieci gloriosi anni, con la guerra popolare in Turchia. Come reparto avanzato del proletariato valutiamo questo come impegno strategico e politico.
La guerra popolare in India oggi è considerata un nemico principale dallo Stato indiano e uno dei nemici principali dall'imperialismo in generale. La sua avanzata rappresenta un cambiamento dei rapporti di forza nel mondo tra rivoluzione e controrivoluzione, una conferma importante che la contraddizione principale nel mondo è tra imperialismo e popoli oppressi e che la rivoluzione è la tendenza principale.
Non ci può essere partito rivoluzionario d'avanguardia nei paesi imperialisti senza essere in legame reale con la guerra popolare in India; e non è un legame di pura propaganda o da internet-cafè, ma nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.
Per questo abbiamo promosso e sosteniamo il Comitato e lavoriamo per allargarlo e vediamo in questa Conferenza un evento politico di massa, un colpo contundente all'imperialismo.
La strada per la rivoluzione nei paesi imperialisti è difficile e complessa, e il lavoro è solo all'inizio. Ma la crisi dell'imperialismo e le tormenta delle masse in lotta ci dicono che bisogna osare per vincere ed avanzare.
La guerra popolare in India ci chiama ad un salto di qualità per dare una risposta rivoluzionaria nel nostro paese come in ogni paese imperialista in crisi in cui le masse si ribellano e lottano.
E' espressione di internazionalismo e di autentico antimperialismo cogliere il valore politico dello sforzo compiuto anche con questa Conferenza per isolare il regime indiano e l'operazione Green hunt.
Amburgo la rossa accoglie questo evento la cui importanza sarà ancor più riconosciuta nel tempo.

Uniamoci nel sostegno alla guerra popolare!
Uniamoci per la rivoluzione nei nostri paesi!
Morte all'imperialismo libertà ai popoli!
Guerra popolare fino al comunismo!

Amburgo, 24.11.12