Ilva azienda chiede
dissequestro impianti. Bagnasco: "Occorre trovare una via mediana"
I legali
dell'Ilva hanno depositato alla Procura di Taranto una istanza con la quale
chiedono l'esecuzione di quanto contenuto nel decreto legge entrato in vigore
ieri, consentendo all'azienda di rientrare in possesso degli impianti
sequestrati. L'Ilva ha rinunciato all'istanza di dissequestro del prodotto
finito e semi lavorato, istanza che doveva essere discussa dinanzi al tribunale
del Riesame il 6 dicembre prossimo. La rinuncia è stata depositata dall'avvocato
Egidio Albanese contestualmente al deposito in Procura di una istanza per
l'attuazione del decreto legge firmato lunedì.
Il cardinale
Bagnasco - Sulla
possibile contrapposizione tra Governo e magistratura è intervenuto anche il
cardinale Bagnasco. "Non si può dare un taglio netto ma, come sempre in
questi casi, bisogna trovare una via mediana". "Apprezzo molto la
firma del decreto da parte del Capo dello Stato", ha detto Bagnasco
"perché permette di sbloccare una situazione che era sempre più drammatica
per decine di migliaia di persone, preoccupate per la perdita del lavoro e per
la salute propria, dei figli e dei familiari".
Il comitato
per Taranto - Intanto
il 'Comitato donne per Taranto' ha chiesto alla Procura ionica di
"sollevare il conflitto di attribuzione e di non dissequestrare gli
impianti che provocano malattia e morte". Il Comitato in una nota ricorda
che domani (dalle 10 alle 17) parteciperà sotto la prefettura di Taranto,
insieme ad altre associazioni, comitati e cittadini, "al sit-in di
sostegno alla magistratura e di denuncia verso un governo che ci sta
'uccidendo' a norma di legge". Secondo Rosella Balestra, portavoce del
Comitato, "quanto sta accadendo ai danni della nostra vita, della nostra
salute, della nostra economia non può più essere ignorato. Nessuno di noi si
sente tutelato dalla proprietà Ilva, ma nemmeno da politici e amministratori,
da governo e controllori". "Ora che i tarantini conoscono la verità,
ora che si sono sentiti offesi da scelte vergognose, e traditi dai loro stessi
politici e amministratori saranno pronti a difendere, anche a denti stretti,
quanto - conclude Balestra - di più prezioso viene strappato a beneficio di una
economia nazionale che sta attingendo dal nostro sangue e da quello dei nostri
figli".
Clini: norme
di risanamento estese a tutte le emergenze - Si rafforzano le norme per imporre il risanamento
ambientale alle industrie più inquinanti, estendendo il "modello
Ilva" a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. Lo prevede il
testo finale del decreto "salva-Taranto" firmato dal presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella stesura finale del decreto legge, afferma
il ministero dell'Ambiente, "il testo estende a tutte le imprese di interesse
strategico nazionale con più di 200 addetti, gli impegni al disinquinamento
compresi il ricorso a sanzioni (fino al 10% del fatturato) e l'adozione di
provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza, e
"rappresenta - osserva Clini - non solo una risposta responsabile
all'emergenza innescata dalla situazione dell'Ilva, ma indica una via
replicabile in analoghi casi ove si ravvisino gravi violazioni ambientali e
condizioni di pericolo per la salute pubblica". "Il decreto -
conclude il ministero - ora rafforza il ruolo dell'autorizzazione integrata
ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare
dall'acciaieria Ilva di Taranto".
04 dicembre
2012
Redazione
Tiscali
Nessun commento:
Posta un commento