mercoledì 5 dicembre 2012

pc 5 dicembre - Il governo, per bocca del ministro Clini, minaccia e la Chiesa, per bocca di Bagnasco, scende al fianco di Napolitano e Riva



Ilva azienda chiede dissequestro impianti. Bagnasco: "Occorre trovare una via mediana"
I legali dell'Ilva hanno depositato alla Procura di Taranto una istanza con la quale chiedono l'esecuzione di quanto contenuto nel decreto legge entrato in vigore ieri, consentendo all'azienda di rientrare in possesso degli impianti sequestrati. L'Ilva ha rinunciato all'istanza di dissequestro del prodotto finito e semi lavorato, istanza che doveva essere discussa dinanzi al tribunale del Riesame il 6 dicembre prossimo. La rinuncia è stata depositata dall'avvocato Egidio Albanese contestualmente al deposito in Procura di una istanza per l'attuazione del decreto legge firmato lunedì.
Il cardinale Bagnasco - Sulla possibile contrapposizione tra Governo e magistratura è intervenuto anche il cardinale Bagnasco. "Non si può dare un taglio netto ma, come sempre in questi casi, bisogna trovare una via mediana". "Apprezzo molto la firma del decreto da parte del Capo dello Stato", ha detto Bagnasco "perché permette di sbloccare una situazione che era sempre più drammatica per decine di migliaia di persone, preoccupate per la perdita del lavoro e per la salute propria, dei figli e dei familiari".
Il comitato per Taranto - Intanto il 'Comitato donne per Taranto' ha chiesto alla Procura ionica di "sollevare il conflitto di attribuzione e di non dissequestrare gli impianti che provocano malattia e morte". Il Comitato in una nota ricorda che domani (dalle 10 alle 17) parteciperà sotto la prefettura di Taranto, insieme ad altre associazioni, comitati e cittadini, "al sit-in di sostegno alla magistratura e di denuncia verso un governo che ci sta 'uccidendo' a norma di legge". Secondo Rosella Balestra, portavoce del Comitato, "quanto sta accadendo ai danni della nostra vita, della nostra salute, della nostra economia non può più essere ignorato. Nessuno di noi si sente tutelato dalla proprietà Ilva, ma nemmeno da politici e amministratori, da governo e controllori". "Ora che i tarantini conoscono la verità, ora che si sono sentiti offesi da scelte vergognose, e traditi dai loro stessi politici e amministratori saranno pronti a difendere, anche a denti stretti, quanto - conclude Balestra - di più prezioso viene strappato a beneficio di una economia nazionale che sta attingendo dal nostro sangue e da quello dei nostri figli".
Clini: norme di risanamento estese a tutte le emergenze - Si rafforzano le norme per imporre il risanamento ambientale alle industrie più inquinanti, estendendo il "modello Ilva" a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. Lo prevede il testo finale del decreto "salva-Taranto" firmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella stesura finale del decreto legge, afferma il ministero dell'Ambiente, "il testo estende a tutte le imprese di interesse strategico nazionale con più di 200 addetti, gli impegni al disinquinamento compresi il ricorso a sanzioni (fino al 10% del fatturato) e l'adozione di provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza, e "rappresenta - osserva Clini - non solo una risposta responsabile all'emergenza innescata dalla situazione dell'Ilva, ma indica una via replicabile in analoghi casi ove si ravvisino gravi violazioni ambientali e condizioni di pericolo per la salute pubblica". "Il decreto - conclude il ministero - ora rafforza il ruolo dell'autorizzazione integrata ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare dall'acciaieria Ilva di Taranto".
04 dicembre 2012
Redazione Tiscali

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